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venerdì 8 marzo 2013

Moto proprio e curvilineo.



La realtà 3d dell’attuale paradigma è apparente. È importante tornare su questa prospettiva del percepito, che filtra il percepibile. 

Fissata una ‘immagine’, la si mantiene costantemente sugli schemi radionici di proiezione, alimentati dall’energia della Massa stessa; ovviamente, energia polarizzata negativamente, vista l’entità, la marca, del paradigma in vigore.

Esiste, tuttavia, un concetto di ‘transizione’ relativo al passaggio epocale in corso d’opera, per cui la risultante è un campo d’azione – reale 3d – che inizia ad incresparsi, ma nel reame temporale dimensionale… occorre avere pazienza ed essere disciplinati, ‘credenti’ e lungimiranti:

nei confronti di se stessi e di tutto quello di positivo, che ci si augura in Cuor proprio.

Tutto attorno spirerà pure la tempesta, ma… il vostro centro vi preserverà da ogni fulmine e ripercussione collaterale. Perché? Perché voi non siete solo il vostro corpo fisico e la ‘sofferenza’ è solo la versione 3d della vostra presunta inconsistenza spirituale. Perché ‘presunta’?

Perché siete voi a crederlo, ingannati dall'ambiente.

Il vorticare è una figura frattale auto installata nelle 3d, ossia è relativa ormai a ciò che assumete, osservando dall’usuale punto prospettico - ‘spioncino’ - dell’esistenza. Cioè… un qualcosa di indotto, provocato, relativo alla vostra storia globale deviata. Un’eco, un fuoco fatuo, un miraggio, che si è prodotto attraverso il moto curvilineo della reincarnazione.

Voi dovevate solo eseguire un ‘volo radente’ nelle 3d, per mettere a fuoco un aspetto interiore non meglio precisabile in altre dimensioni dell’essenza. Non dovevate vorticare nelle spire del Tempo in maniera indefinita. Non vi serviva rimanere tanto a lungo in questa dimensione…
 
Eppure è accaduto (certamente non a caso).

In concomitanza di un Tempo e di una storia deviati, esiste anche una ‘curvatura’ nel vostro moto originale (moto proprio), previsto indistintamente nella legge d’ottava

I 'semitoni mancanti' inducono, fra le righe, alla rotazione attorno a se stessi ed al Mondo percepito; percezione che si è via via ridotta in ampiezza e in frequenza, come la vibrazione del nucleo, che si è talmente condensata da risultare manifesti lungo il piano di contenimento dimensionale. Come se – polvere – vi si fosse attaccata addosso, attratta dalla vostra presenza sempre più ‘ferma’.

Questo appesantimento, voi lo identificate come ‘Vita’, quando invece rappresenta solo un aspetto – una faccia - relativa alla vostra multidimensionalità biodiversa ammantata di 3d.

Così, l’esperienza temporanea è divenuta temporale.

Allo stesso modo, è semplice intuire/percepire che esiste una configurazione energetica, espressa dal moto gravitazionale ‘possessivo’ planetario, di deviazione della vostra componente spirituale/eterea/animica, allorquando la Vita terrena si compie attraverso le porte della morte, ma voi venite intercettati e curvati verso un ritorno nelle 3d:

nella ‘Grande Rete’.

Il karma e la reincarnazione prendono il via solo dopo l’instaurazione di questo moto a curvatura.

Essendo leggi relative e non assolute, ossia effetti secondari allorquando si torna ad allargare la prospettiva assumendola attraverso gli occhi dello Spirito.

La ‘nuova era’ passa attraverso lo smantellamento di questi luoghi comuni, autentici se presi nel loro campo d’insieme e – falsi – se contemplati nella vastità universale del dispiegamento energetico creativo e co creativo.

Che cosa trattiene nelle 3d, allora? Chi o cosa?

La possibilità di poter anche operare in questo modo, in linea con lo 'spazio disponibile' e sino ai confini dello 'spazio disponibile'. Ciò ha convinto entità metafisiche e umani del Nucleo Primo ad unirsi formalmente, dando luogo al Connubio, che trattiene nello ‘spazio disponibile’  - le 3d – lo Human Bit, tramite suo convincimento indiretto di essere alla ricerca di qualcosa che non troverà mai, perché… interiore ad egli stesso e non esterno alla sua ritenuta fisicità

Allo stesso Tempo, è nelle 3d che è racchiusa la grande opportunità di accelerazione del moto proprio, essendo questo piano energetico caricato della valenza diretta verso ‘la via del ritorno a casa’.

Ciò che è vuoto viene riempito.
Ciò che si lascia viene preso.
Ciò che sembra, ‘ha’.
Ciò che sembra, ‘è’…

La causalità è legge. Nella trappola e nel contenimento v’è un ‘senso’.

Ed, infine, è sempre una questione di prospettive biodiverse, di dimensioni, di luoghi d’osservazione, etc.

Il Piano Divino muove ed ‘agita’ le acque; la Vita umana contenuta osserva il moto delle acque e cerca le leggi fisiche che regolano un simile moto, ma a 'questo livello' non ha nemmeno la sensazione dell’esistenza della forma massima e - come conseguenza – spiega tutto attraverso la propria facoltà mentale, ossia racchiudendosi in se stessa.

La reincarnazione e il karma non dovrebbero esistere ma esistono.

Per quale motivo? Perché siete presenti voi.

E perché una ‘parte di voi’ ha inteso in questo modo.

Diretto ed indiretto si osservano di nascosto allo specchio, mediante riflessi che scambiano l’uno per l’altro e mai per se stessi.

La realtà emersa è, allora, apparente. Il Controllo è impresso ovunque. La forza che vi tiene schiacciati al suolo non conosce limiti se non quelli che voi stessi imporrete quando sarete pronti per tornare a vibrare come stelle.

La conseguenza della stasi è la svendita del sé a favore dei pochi. Una realtà apparente ma estremamente dura e percepita come una sorta di maledizione divina senza senso capace di portare via anche l’ultimo briciolo di speranza…

Osservate la situazione della Grecia con molta attenzione e rifletteteci sopra con presenza. Loro siete voi, visti nella sfera di cristallo. Quanto Tempo vi distanzia da questa realtà? Una volta che la forza sarà tanto latente, il Connubio potrà saltare la 'barriera', procedendo col processo di radicamento ad libitum della vostra Natura… magari proponendo ‘misure’ che mai sarebbero state accettate in altra situazione, come la vostra ‘marchiatura’ anche nel fisico (microchip), sinonimo di controllo fuori/dentro del vostro complesso esistenziale… giungendo, così, alle porte del viaggio a ritroso verso l’Anima ed il suo controllo indiretto.

Grecia, le immagini di un paese in agonia.
In Grecia la situazione è disperata. Di quelle che non si aggiustano facilmente. E i numeri fotografano solo in parte i drammi di tutti i giorni, le ripercussioni della gente sui tagli alla spesa sociale e il peso delle tasse che sì, risanano a piccole gocce il deficit - dal 15,6 % del Pil del 2009 sarebbe sceso al 7% nel 2012 – ma che non danno ossigeno ai cittadini. 

Né sfamano chi è costretto a scontrarsi ogni giorno con la depressione del Paese, chi non riesce a lavorare, a pagare la luce, il gas. E perfino a curarsi.

Le famiglie elleniche, la crisi, la vivono sulla loro pelle.

Lontano dalle rassicuranti immagini delle sedi istituzionali europee, questo è quello che accade nelle strade e nelle città della Grecia

Parlare di situazione critica è diventato ormai molto riduttivo. Il dramma è economico, ma soprattutto sociale, umanitario. Anche se all’origine non c’è stata una calamità naturale, il risultato e la dimensione di vita che si è creata, sono molto simili

Poco importa alle centinaia di persone senza un tetto che la borsa, lo scorso anno, abbia fatto un balzo in avanti del 33%: la priorità è sopravvivere, e nella quotidianità, se mancano anche pochi euro per comprare il pane, percentuali e trend del mercato passano in secondo piano…

Il malcontento è tanto e la protezione dei cosiddetti palazzi del potere è affidata a forze di sicurezza private, arrivate dagli Usa

I greci hanno perso tutto tranne la rabbia…

Sono colpiti tutti, indistintamente. Ma in particolare chi fa le spese della crisi sono persone di cultura medio alta, tra i 30 e i 45 anni, che hanno perso tutto…

Nei supermercati poi è facile anche incappare in situazioni paradossali come i prodotti che rimangono a scadere sugli scaffali mentre all'esterno c'è chi è costretto a rovistare fra i rifiuti

La gente non ha più soldi per sopravvivere, figuriamoci per spendere

Chi un lavoro ce l’ha non riesce più ad arrivare a fine mese…

Le pensioni sono state tagliate di oltre il 20%...

Si registra un incremento di patologie tipiche delle società sottosviluppate. Si parla di malattie come la sifilide, infezioni della pelle, epatiti e Hiv.
La street art racconta la crisi della Grecia sui muri di Atene. La scritta recita 'Senza speranza'

In molti si sono visti costretti a riscaldarsi come potevano, anche usando vecchi mobili e prodotti che sprigionano fumi tossici. Il risultato è che l'inquinamento dell'aria ha raggiunto livelli di allarme, mentre cresce il disboscamento illegale delle foreste…

La Grecia ha collocato a marzo 2013 titoli a 6 mesi (26 settimane) per 1,138 miliardi di euro. Lo ha comunicato l'agenzia del debito greca, la Pdma, spiegando che l'emissione andrà a rifinanziare una precedente emissione a breve

Il tutto mentre si rafforza la presenza del partito neonazista Alba Dorata (alle elezioni dello scorso giugno ha conquistato il 6,9% dei consensi) che ha annunciato di voler creare asili nido privati per i bambini greci. Il motivo? La sinistra avrebbe favorito l’insegnamento di una versione alterata della storia del Paese

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Questa realtà fa male, pur essendo apparente, ossia relativa ad una possibilità contenuta ed estratta dal ‘mazzo del tutto’. Leggete frattalmente tutto ciò che circola ed anima la più grande storia. Questa è la voce dell’errante verosomiglianza, un’entità come lo siete voi, ma ad livello diverso dal vostro attuale. 

Vi vedo contemporaneamente nelle vostre varie parti che cambiano nel Tempo; tra bivi e decisioni che avete/non avete preso e che comunque tracciano piste inalterabili nel tessuto del possibile. Vi vedo brillare e/o collassare, gioire e/o soffrire, amare e/o odiare… Vi vedo già arrivati e/o ancora in viaggio e/o finiti in una landa desolata ed abbandonati a voi stessi.

Siete tutto e uno allo stesso Tempo, come la particella e l’onda – uniti ma distinti e quindi inosservabili insieme, se non da vibrazioni diversamente allineate.

Che cosa deciderete di fare dipende da voi, pur essendo - l’ultimo ingranaggio - della complessità del gioco.

Per ora la vostra ‘svendita’ prosegue:

secondo gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2011, sarebbero stati circa due milioni i lavoratori ad apporre la firma su false dimissioni volontarie al momento dell’assunzione. Sempre nello stesso anno i licenziamenti connessi a questa pratica sono stati 800mila. Qualunque sia l’esito di una firma sulle dimissioni in bianco, il lavoratore è posto sotto ricatto e non è libero di scegliere….
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Il vostro controllo è lampante, ma non assumete questa verità, quanto la mancanza che deriva dalla situazione, ossia mancate di capacità di lettura dello specchio 3d – realtà percepita:

mancate in presenza e in consapevolezza derivante dalla presenza.

Manca solo l’atto finale, un decreto ministeriale che dovrebbe arrivare in tempi brevi, affinché gli stipendi dei dipendenti pubblici vengano bloccati fino al 2014, come previsto dal ddl stabilità varato dal governo Monti che prevede il contenimento della spesa e norme restrittive sui dipendenti pubblici. Sono 3,5 milioni i dipendenti pubblici interessati dalle misure che riguardano… il congelamento della dinamica retributiva del pubblico impiego, compreso il mancato riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale…

Il blocco della contrattazione è in atto dal 2011 per effetto del D.L. 31 maggio 2010, n.78, che aveva disposto il congelamento per tre anni, con decorrenza dal 2011, delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Quindi, fino al 2014, il trattamento economico dei singoli dipendenti, qualsiasi sia la loro qualifica, non potrà superare le spettanze del 2010. La stretta sui dipendenti pubblici: conferma la sospensione delle procedure contrattuali relative al periodo 2013-2014 negando il riconoscimento di eventuali incrementi contrattuali con decorrenza dal 2011, esclude il riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale per 2013 e 2014, congela gli effetti economici degli automatismi stipendiali…

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  • manca solo l’atto finale
  • il blocco della contrattazione è in atto dal 2011…
Prestate attenzione alla prossima citazione. Se leggete le parole in chiave biodiversa, al di fuori del normale contesto a cui vi siete abituati, assumerete una diversa prospettiva del ‘sentito’:

Draghi ha sminuito l'impatto delle elezioni italiane. Secondo Draghi l'Italia proseguirà sulla strada delle riforme,  indipendentemente dall'esito elettorale. Quanto al programma Omt Draghi ha ribadito che spetta ai governi chiedere la sua attivazione…
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Ossia, le elezioni popolari non hanno effetto su ciò che già è in corso; alias, la Massa è tagliata fuori dal processo decisionale che la riguarda, ossia è amministrata come entità incapace di intendere e volere.

Ecco la conferma:

Elezioni, Draghi: Mercati non temono Italia, capiscono democrazia.
‘I mercati sono stati meno impressionati dal risultato delle elezioni rispetto ai politici stessi o a noi, capiscono che si tratta di democrazia’. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza dopo il consiglio direttivo dell'Eurotower, rispondendo a chi gli chiedeva in merito all'instabilità politica in Italia dopo il voto…

Molte delle riforme per il risanamento - ha spiegato -continueranno ad andare avanti con il pilota automatico’. Inoltre l'inquilino dell'Eurotower ha ricordato che l'Omt, il cosiddetto scudo anti-spread, è pronto per essere messo in campo ma ‘la decisione di chiedere di attivarlo spetta ai governi e le condizioni sono note’…

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  • i mercati…capiscono che si tratta di democrazia
  • continueranno ad andare avanti con il pilota automatico
  • la decisione di chiedere di attivarlo spetta ai governi e le condizioni sono note.
La Rete è intessuta; la vostra energia avvinghiata. Sarete voi – nei panni astratti e distorcenti dei Governi – a chiedere che ‘il cappio attorno al vostro collo venga sempre più stretto’. 

La situazione è paradossale, ormai.

Wall Street ancora record Dow Jones su dello 0,23%.
L’indice Dow Jones ha continuato ad aggiornare i massimi storici dopo un altro dato positivo sull’economia Usa, quello sul mercato del lavoro, dove si è registrato un calo delle richieste di sussidi di disoccupazione. È invece peggiorata in gennaio la bilancia commerciale americana…

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Non si guarda che al dato di parte; nemmeno le accuse dell’attore coreano fanno più effetto, al momento attuale:

Corea Nord pronta ad attacco nucleare preventivo contro Usa.
La Corea del Nord si dice pronta a esercitare il proprio diritto a lanciare un'offensiva nucleare 'preventiva' contro chiunque minacci di attaccarla.

Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano, secondo quanto riferito dall'agenzia stampa ufficiale di Pyongyang Kcna, innalzando i toni della retorica contro i paesi ‘ostili’ mentre le Nazioni unite hanno messo a punto oggi nuove sanzioni.

Dal momento che gli Stati Uniti stanno per innescare un conflitto atomico, sarà nostro legittimo diritto attaccare preventivamente il quartier generale dell'aggressore per proteggere i nostri supremi interessi’, ha detto il portavoce secondo Kcna.

La Corea del Nord accusa Washington di utilizzare le esercitazioni militari nel sud a copertura di attacchi nucleari e convenzionali e ha in più occasioni minacciato nuovi test atomici in risposta alle sanzioni promosse dagli Usa. Pyongyang non è comunque tecnicamente in grado di colpire gli Stati Uniti con un attacco nucleare.

In risposta del terzo test nucleare condotto dalla Corea del Nord in febbraio, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha rafforzato oggi le sanzioni finanziarie già imposte a Pyongyang.

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Provocazione e retaggio, sanzione e stress; l’aratro prosegue nella sua marcia con ‘il pilota automatico’.

Svizzera: paese delle meraviglie e dei tassi a zero.
La Snb non può in alcun modo alzare i tassi d’interesse perché in questo modo favorirebbe l’afflusso di capitali speculativi sul Franco Svizzero, rafforzandone il valore nei confronti delle altre valute. Questo causerebbe il crollo dell’export e la fine di ogni possibile ripresa dell’economia

Ad un certo punto il divario tra economia reale e mercati finanziari rigonfi di aria speculativa creerà le premesse per un’implosione di questi ultimi, cui seguirà un’ulteriore recessione economica. 

Queste politiche monetarie produrranno unicamente il risultato di rallentare i tempi della crisi, non di risolverla. Sarà interessante attendere e capire come le Banche Centrali Occidentali saranno in grado di gestire le nuove bolle che stanno costruendo e forgiando

La storia ci ha già insegnato che quando si gonfiano improvvisamente bolle speculative, prima o poi esse sono destinate a scoppiare. E i postumi di esse, sono sempre stati tremendi…
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È tutto collegato, non nell’essenza ma nella valenza:

tutto riflette lo stato di ogni vostra presenza nelle 3d.

Lo Human Bit enfatizza il luogo dimensionale attraverso la propria stasi. Per questo è opportuno che ve ne andiate via, quando pronti. Le 3d ciclano grazie al vostro moto proprio. L’ultimo ‘ingranaggio’ è quello che permette il funzionamento dell’intero ‘meccanismo’.

Lo scenario 3d è una infrastruttura della Creazione, uno strumento di autoeducazione. Tuttavia, le entità partecipanti, come organismi formanti le barriere coralline, hanno necessità di liberare se stesse dal peso di un simile destino, allorquando la presenza Human Bit destabilizza l’ambiente, allo stesso modo di pericolose centrali nucleari e della relativa necessità di smaltimento delle scorie radioattive, che interagiscono con l’ambiente stesso.

Ognuno segue la propria parte, ma sempre con la possibilità di accendersi e trasformare la versione del gioco.

È previsto ed accadrà.

Dipende anche da voi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013
Prospettivavita@gmail.com

martedì 14 dicembre 2010

Perchè Leonardo da Vinci in "Non ci resta che piangere" viene trattato come un imbecille?



In questa pagina di “un diario per amico” vorrei ricorrere ad una serie di "ricordi personali" piuttosto particolari, capaci di introdurre un argomento piuttosto “scottante”: la figura, finalmente contrastata, dell’italico genio Leonardo Da Vinci.

Perché per introdurre questa  "notizia” ho necessità di svelare una parte di me? Perché ci trovo un nesso indeformabile, il frattale che permette di entrare in risonanza con quanto leggerete più sotto.

Ecco quanto. Qualche tempo fa siamo stati, io e mia moglie, da Bruno Pepe (leggere qua per sapere chi è). Questo uomo, gentile e minuto, riesce ad eseguire una lettura energetica personale attraverso la sua “Radioestesia dell’Anima”. Ciò che mi ha riferito sulle mie ultime esperienze di "Vita in altre Vite" o reincarnazioni, conferma ogni impedimento che, in  questa Vita, mi sta conducendo a saltare di palo in frasca alla ricerca di un “qualcosa”. Scrivo questo, solo dopo avere incrociato talune rivelazioni con le molte altre che sono riuscito ad ottenere in ambiti anche molto diversi tra loro. Come dire che sono riuscito a triangolare certe informazioni, giuntemi da diverse fonti ma tutte relative al medesimo argomento: il mio passato animico.

Morale della favola: è meglio tutto e subito, piuttosto che ordire una Vita di sacrifici e di pazienza. 

Cioè? Il mio “male” è un male comune, ma non per questo ne debbo trarre alleggerimento. La storia del mondo è stata scritta in questo modo: il potente che compra il debole. Il debole che si fa comprare immancabilmente dal potente. 

È la storia del denaro e di un tradimento: quello perpetrato verso se stessi. 

Non Giuda o Eva che accetta la mela dal serpente, ma noi stessi che abbiamo fatto finta di niente, guardando da un’altra parte in luogo del cercare di comprendere chi mai fossimo in "realtà". È la storia del tradimento del genere umano verso il Creatore e non il contrario come ci hanno sempre fatto credere.
Ma tutto è opportuno e nulla è per caso. Per cui doveva succedere. Cosa successe ad Ulisse sull’isola della maga Circe? Rimase “impigliato” non nell’incantesimo della stessa, che peraltro esisteva, ma rimase impigliato nelle proprie debolezze che la maga contribuiva solo a fare vedere, a fare emergere

Ogni mito, ogni leggenda, ogni fiaba, parla di questo: della nostra rinuncia al nostro potere divino.

La caduta del genere umano, tuttavia, non è propriamente un precipitare fine a se stesso, bensì è un volontario piano di estradizione dal proprio potere al fine di esperienziare aspetti della Vita ancora non esattamente conosciuti, come dire che, alcune parti del sé animico avevano necessità di “sapere”.

Ogni cosa ha un senso, per cui, quando si parla di “caduta” si compie sempre un atto di sezionamento, più o meno volontaria, del tutto. Si effettua un lavoro incompleto o perlomeno specifico che, se non espresso nell’introduzione del proprio "scritto", compie un atto di smemorizzazione progressiva del sé, nei confronti  di ogni uomo o donna che si avvicinerà.

Anche per questo motivo, Rudolf Steiner metteva in relazione la diffusione della cultura attraverso i libri stampati ad alcune entità diaboliche, che si sarebbero impadronite degli animi dei lettori. Ciò non equivale a dire che Steiner era un pazzo o un posseduto, a sua volta, ma che egli ammoniva l’uomo a non compiere un viaggio senza prima essere certo di avere gli "attributi" necessari per giungere sino alla conclusione di quel viaggio.

È lo stesso discorso legato, oggi, alla professionalità maniacale in un determinato aspetto di un determinato campo del sapere. Sappiamo molto bene come le Università preparino gli studenti in maniera sempre più specializzata. Ciò comporta una perdita di orientamento animico, rispecchiato nello scordare il chi si è ed il perché si è qua

Il troppo stroppia. 

Gli obiettivi diventano quelli più immediati di risolvere la propria esistenza dotandosi di agi e ricchezze; le cosiddette sicurezze capaci di permettere un buon invecchiamento. Come se per tutta la Vita si percorresse un cammino verso la propria fine con conscia lucidità di “mettere via il più possibile”, come per autentica ossessione.

A Napoli dicono: “le casse da morto non hanno le tasche”. 

Non importa, "lo facciamo per dare un futuro migliore ai nostri figli". La scusa è sempre buona per svicolare da se stessi…

Leggiamo l’incipit di questa notizia di oggi:

"Facciamo come Ruby", e non pagano taxi.
Genova 12 Dic - Hanno detto di ispirarsi a Ruby le due ragazze minorenni fermate la notte scorsa dalla polizia dopo essere scappate, per non pagare un tassista che da Genova le aveva portate a Milano. "Ruby è un esempio vincente, una che ha fatto carriera" hanno spiegato le ragazze, che ora rischiano una segnalazione al tribunale dei minori per insolvenza fraudolenta.
Fonte: Yahoo

Ecco la risposta del genere umano alle proprie necessità: il cercare la via più breve e veloce verso l’agio. In questo ambito, la responsabilità è globale, non da ultimo dei Mass Media che strombazzano ai quattro venti certe “verità” prospettiche paurose ma comunque reali. 

Ogni cosa ci rispecchia. Non c’è nulla da fare.

Il cercare una scorciatoia, alla fine non "paga" mai. Perché dico ciò. Mi ricollego alla mia esperienza. Ciò che ho fatto delle mie ultime reincarnazioni, è stato di immolarle alla ricerca di un agio immediato, sicuro e non frutto di un lavoro interiore di comprensione delle mie profondità animiche. Il “vendersi” al potente di turno, è sempre stato usuale e lo è ancora oggi. Come non ricordare le corti dei Re, degli Imperatori, della cosiddetta nobiltà. Ebbene, trascorrere Vite intere “nascosti” nella truppa di corte, non porta a granchè, in termini di evoluzione personale dell’Anima, se non a livello di esperienza, di monito, di Karma

Tutto ha un peso. Tutto ha un senso. 

Le furbizie di ieri le paghiamo oggi, lamentandoci di un destino avverso ed ingiusto.

In questa mia Vita sto “pagando” per il passato. Senza sensi di colpa, per carità. Ma con grande profusione di energie e incomprensioni, a volte rabbia, a volte depressione, a volte grandi voli pindarici. Non è facile. Non è difficile. È solo questione di vibrazione personale.
Il vendersi o lo svendersi è un errore, ma se lo abbiamo compiuto è perché “dovevamo passare anche da lì: non fasciamoci la testa per questo. 

Prendiamo spunto dalla Fenice che rinasce sempre dalle proprie ceneri.

Ora posso affondare il "colpo", citando e riportando la notizia relativa a Leonardo Da Vinci. Leggiamola con un occhio attento a quello che ho sopra riportato. Cerchiamo di comprendere il perché può essere veramente andata così. In fondo, si dice, ogni mondo è paese, e ciò vale anche per noi, incarnati senza quasi memoria:  

Chi è abituato a leggere questo mio blog, sa che ho da sempre una profonda ammirazione per il compianto scrittore, giornalista, regista e fumettista Pier Carpi.
Tale ammirazione nasce dal fatto che egli, oltre ad avere utilizzato nelle sue opere uno stile romanzesco, si è sempre occupato di personaggi controversi (Leonardo da Vinci, Cagliostro, i Kennedy, Licio Gelli....) e sempre con punti di vista nuovi, documentati, diversi da quanto "la vulgata" ha voluto raccontarci di loro.
Oggi, a curarne la memoria e gli scritti, oltre alla moglie Franca Bigliardi, c'è l'amico Salvatore Vaglica, con il quale sono in contatto da un anno e che recentemente mi ha fatto pervenire questo scritto inedito su Leonardo da Vinci, appunto.
Lo scritto non è tutto sommato lungo, ma la documentazione raccolta da Pier Carpi è sicuramente notevole.
Personalmente non prendo posizione in merito. Mi limito solamente ad offrirvi un ulteriore strumento di approfondimento.
Luca Bagatin

"Macché genio! Se era soltanto un bidone"
di Pier Carpi

Furbo e intrigante, non fu né ingegnere né architetto, non capiva nulla di matematica e di anatomia, plagiò le sue celebri invenzioni, non conosceva l'affresco ed era semianalfabeta. Ecco come la storiografia più aggiornata ha ridimensionato il mito leonardesco.
Messer Liunardo da Vinci, il nostro geniale Leonardo, poteva diventare il più grande pittore di ogni tempo. Sicuramente fu uno tra i massimi disegnatori. Ma rinunciò alla carriera per motivi venali: il mestiere di "dipintore" non rendeva abbastanza e gli artisti vivevano alla giornata nelle loro botteghe, come testimonia lo stesso Verrocchio, quando si lamenta che " un cuoco guadagna più di un dipintore". Non aveva torto, poichè alla sua morte, trovò sepoltura soltanto grazie alla generosità di un ricco allievo, che ospitò il suo corpo nella cappella di famiglia. Botticelli e il Ghirlandaio non ebbero miglior fortuna.
Scrive Kenneth Clark, uno dei massimi esperti vinciani, dell'Università di Yale: "Possiamo presumere che Leonardo, al pari di altri giovani di talento, trascorse gran parte della sua vita a non fare assolutamente niente". Infatti, quando Leonardo venne assolto nell'ingiusto processo per sodomia, Verrocchio rimane stupito nel vedere che, nonostante la non più giovane età, non si decideva ad aprire bottega per conto suo. Non sapeva che il maturo allievo aveva ben altri progetti. Arricchire, e alla svelta. Intanto, pensava di vendicarsi di colui che lo aveva denunciato all'urna di Palazzo Vecchio. E preparava un veleno, iniettando sostanze in un alberello, che avrebbe germogliato pesche letali e che lui avrebbe fatto pervenire al suo calunniatore. non sappiamo se il progetto giunse a termine. Ma sappiamo purtroppo che Leonardo, rinunciando al mestiere di dipintore, sprecava il suo unico talento, riscontrabile oggi in pochissime opere, come la Monna Lisa, la Vergine delle Rocce e la Sant'Anna. Altri quadri, come La Vergine e il bambino ( orribile per i vistosi errori anatomici ) il San Giovanni, Il Bacco Androgino, sono decisamente brutti e comunque in gran parte opera di suoi allievi. Da tempo il mito leonardesco è stato scalfito da studiosi qualificati tutt'altro che di parte, come il vinciano professor Auguste Koyré, dell' Istitute For Advanced Studies di Princeton, che scrive: " Benché Leonardo sia stato definito un grande scienziato e studioso, i moderni storici respingono quasi unanimemente tale interpretazione". Eppure l'agiografia continua a presentarci un Leonardo come genio assoluto, summa scientifica, faro del Rinascimento. Si improvvisò scultore, combinando disastri e non scolpi mai nulla, perché ne era incapace. Si tramandava la sua leggendaria fama di architetto e costruì soltanto una stella. Si favoleggia delle sue invenzioni e armi segrete, che furono plagi di lavori già noti o banali fantasticherie, e quando si tentò di attuarle portarono al ridicolo. Si parla di lui come di grande ingegnere, ma si limitò a tentare una ridicola e costosissima deviazione dell'Arno, che non si poté terminare perché contro ogni legge scientifica e naturale. Odora ancora di zolfo per la sua fama di astrologo, ma lasciò scritto di ritenere l'astrologia una gran fandonia, e le sue imprese occulte furono a metà tra la sete di vendetta e il puro intrattenimento per le corti compiacenti. È considerato un grande anatomista, per i suoi studi e disegni sul corpo umano, e invece non ne capiva nulla: per fortuna rimasero i disegni, i migliori della sua produzione. Lo si saluta come l'ideatore del volo umano, ma i suoi tentativi, basati su antichi disegni altrui, caddero nel ridicolo. Tutt'al più si può parlare di Leonardo come del precursore del mondano deltaplano, inoltre era semianalfabeta, scriveva in modo rozzo quanto presuntuoso, con macroscopici errori e con linguaggio contadino. Afferma il professor Giorgio De Santillana, dell'Università di Harvard, nel suo A man without letters, dedicato al problema specifico: "Leonardo scrive esattamente come i contadini del suo tempo e come quelli odierni. La sua ortografia è quella di una domestica". Il fatto di scrivere da sinistra a destra era considerato da lui un codice impenetrabile e, accanto a simili ingenuità non lesinava gli incensamenti alla propria grandezza, alla smania di gloria e soprattutto di denaro.
Leonardo si potrebbe definire con la famosa frase di Robespierre: Che cos'è questo miscuglio di genio e volgarità?". Certamente era in buona fede, rafforzato dalla massima presunzione. Sentendosi genio incompreso. Sentendosi genio incompreso e inaccettato, fece in modo di essere compreso, accettato e ben pagato, senza essere un genio. In questo riuscì grazie alla sua capacità istrionesca di convincere chiunque delle proprie fantasie, col talento di un moderno press-agent di se stesso. Sapeva vendersi bene, non esitava a bluffare e anche a barare e soprattutto seppe essere un cortigiano impareggiabile. Si scatenava nell'allestire feste e fuochi d'artificio, spettacoli e divertimenti per il signore di turno, mentre sceglieva sempre il partito migliore, nelle diverse fazioni. Tagliò le gambe ai nemici, fu sempre puntiglioso e vendicativo, come ricorda in The tragic pursuit of perfection, l'esperta vinciana Antonine Vallentin: "Leonardo aveva una sua irresponsabile passione per i tiri mancini". Capì che il successo era dovuto alla protezione delle grandi amanti, e se ne fece servo, lacchè, persino ruffiano, non esitando a cambiar padrona non appena una prediletta cadeva in disgrazia. Tutto questo per un solo scopo: vedere riconosciuti i suoi meriti di onnisciente, di genio dei geni. Se fece di tutto, sbagliando sempre, fu per la sua smania di arrivare, di stupire, di arricchire: solo una immensa fortuna, pensava e scriveva, gli avrebbe consentito di dedicarsi alle grandi opere in ogni campo dello scibile, che altrimenti non avrebbe potuto compiere. Purtroppo non fece nulla: ci ha lasciato pochi quadri, molti bellissimi disegni e tante follie disegnate e descritte nei suoi celebri codici. Ma tra tutti, c'è rimasto il suo capolavoro: Leonardo, lui stesso, la luce del Rinascimento. Era riuscito almeno in questo, a creare la propria leggenda. Il suo semianalfabetismo è dovuto al fatto di aver appreso a leggere e a scrivere dalla modesta matrigna Albiera, che in seguito morì di parto. Trascurato da un padre che lo odiava, il giovane Leonardo frequentò poco la scuola, per disertarla poi completamente. Presto a bottega dal Verrocchio, cercò di rifarsi da autodidatta, ma commise l'errore di studiare sul testo De re militari di Vitruvio. Non imparò né latino né italiano, ma fu affascinato dalle armi e dalle macchine di guerra, tanto da plagiare da quel testo antichi congegni bellici di cui si attribuì l'invenzione. A bottega, lavorava poco e malvolentieri, soprattutto alle tavole del Verrocchio. Molti sono i lavori di quel periodo attribuiti a Leonardo. Forse, l'angelo del Battesimo di Cristo, ma esperti come Morelli, Thiis, Cruttwell, Grizzoni, Siren e Bodner negano che gli altri dipinti a lui attribuiti siano di sua mano, in particolare l'Annunciazione, già erroneamente attribuita al Ghirlandaio, i due ritratti della Vergine e il quadro della dama nobile, attualmente negli Stati Uniti, nel museo di Detroit, il cui curatore, il professor W.R. Felentiner, dichiara: "Il primo dipinto senza alcun dubbio di mano di Leonardo è lo schizzo dell'Adorazione dei Magi, da lui eseguito all'età di trent'anni".
Il Verrocchio, che aveva simpatia per il non più giovane allievo che non concludeva nulla, lo presentò a Lorenzo il Magnifico, sollecitandogli un incarico. 

Ebbe un anticipo vistoso, di ben venticinque fiorini, per dipingere un San Bernardo in una pala d'altare. Molte altre volte prese anticipi e non realizzò nessun lavoro, facendosi anche condannare dai tribunali. Non aveva ancora iniziato la pala quando, dopo la congiura dei pazzi e la dichiarazione di guerra a Firenze da Parte di Papa Sisto, vide la possibilità di mettere finalmente in mostra il proprio genio. Presentò alla Signoria i suoi progetti di armi micidiali e di macchine belliche, garantendo la sconfitta nemica. Ma il Gonfaloniere respinse il tutto, sottolineando come si trattasse di strumenti già in uso presso gli antichi Persiani e gli stessi Romani, inattuabili e addirittura pericolosi. Tra gli altri, il vecchio sistema persiano di mettere lame alle ruote dei carri di guerra, per falciare la cavalleria nemica, già all'epoca venne scartato poichè otteneva l'effetto opposto, quello di distruggere i carri amici e di falciare la propria cavalleria. Consigliato di dedicarsi alla pala, naturalmente tornò ai suoi studi, alla ricerca della grande scoperta che potesse renderlo famoso. Si impegnò negli studi scientifici e nelle elaborazioni matematiche, credendo di aver raggiunto risultati eccezionali. Scrive il matematico George Sarton dell'università di Havard, nel suo Art and science: "Nonostante tutte le asserzioni del contrario, Leonardo non era un matematico. Nel prodigioso campo della matematica era unicamente in grado di brancolare come un cieco". Infatti, fini per costruire uno stravagante strumento musicale, un liuto, che incuriosì Nannina Rucellai, sorella di Lorenzo il Magnifico, che non voleva saperne di Leonardo che lo aveva truffato con una pala d'altare, poi con una seconda, per la quale aveva versato un altro forte anticipo senza vedere nulla, fu costretto dalla sorella a ricevere il genio. Ascoltò l'esibizione con quello strano strumento e colse l'occasione per liberarsi di Leonardo: si disse pronto a pagarlo, purché fosse lui stesso a recarlo in dono a Ludovico Sforza, a Milano. Leonardo arrivò così alla corte ducale, carico di sogni e di progetti. Il liuto doveva essere soltanto la chiave per entrare nel cuore del nuovo signore e assumere ben altri ruoli di protagonista. Il duca ricevette Leonardo, ascoltò annoiato l'esibizione con il liuto e lo congedò. Ma il genio trasse all'iprovviso un documento e pretese di leggerlo, tra la noia generale: in esso, con una presunzione incredibile, si presentava come detentore di segreti di guerra, ingegnere matematico, architetto, scienziato in ogni campo, persino come scultore. Sapendo che il duca aveva in progetto la costruzione di un monumento equestre in bronzo in onore del padre, si disse in grado di eseguirne uno impareggiabile, lui che non aveva mai scolpito nulla. Ma nessuna sua proposta colpì Ludovico: né le armi da guerra, come le navi inattaccabili dagli esplosivi e dal fuoco, né le bombarde a retrocarica, né i ponti mobili, né il monumento equestre. Non offrì nessun posto al postulante e lo congedò bruscamente. Sarebbe stata la miseria, se alcuni individui non avessero trovato per il genio un forte anticipo per la solita pala d'altare che non sarebbe mai stata dipinta.
Quando a Milano esplose la peste Leonardo si buttò con impegno a risolvere il problema. Per avere un idea della sua follia, oltre che dell'inconsistenza delle leggende che lo vogliono esperto in medicina e grande architetto, basterà ricordare le idee che lui propose al duca, per debellare il flagello. Partendo dall'assurda convinzione che la peste si trasmettesse via aria, consigliò semplicemente di radere al suolo Milano e far costruire al suo posto, dieci città, di trentamila abitanti l'una, da sistemare lungo il Ticino. Le disegnò puntigliosamente: una parte in superficie, per i ricchi, una parte sottoterra, per i poveri. Sistemò le fognature con scarico nel Ticino, dimenticando che in estate, con l'abbassamento delle acque, i risultati sarebbero stati terrificanti. E non curandosi del fatto che i poveri delle città sotterranee dovessero vivere nelle fogne, al buio. Non ricevette mai risposta, mentre gli arrivavano pressioni per la pala d'altare nemmeno iniziata. Però riuscì ad avvicinare l'amante del duca, Cecilia Gallerani, ottenendo di farle il ritratto. Attraverso lei, ebbe finalmente l'incarico di realizzare il monumento equestre a Francesco Sforza. Accettò con incoscienza: detestava la scultura, non aveva mai scolpito, non sapeva nulla della fusione in bronzo. Non solo, ma non si curò del fatto che tutti gli artisti già interpellati avessero rifiutato l'incarico, per l'impossibilità di fondere in bronzo una statua dalle dimensioni enormi, come il duca pretendeva. Anzi, sbalordì tutti con l'annuncio che la sua statua sarebbe pesata cinquantamila chili e il suo cavallo, senza il cavaliere, sarebbe stato alto quindici metri e in grado di reggersi soltanto sulle sue zampe posteriori. Una follia da realizzare in due anni. Due anni dopo, non c'era nulla, nemmeno dei disegni, tanto che il duca protestò con Lorenzo de' Medici, chiedendo che mandasse qualcuno a eseguire il lavoro al posto di quell'incapace. Il Magnifico non trovò in Firenze un solo scultore che accettasse di sostituire o aiutare Leonardo, a nessun prezzo, e si limitò a inviare due disegni del Pollaiuolo, che il genio naturalmente buttò via con disprezzo. Stava per essere licenziato quando, per sua fortuna, in vista delle nozze del figlio del duca, si ammalò l'addetto ai festeggiamenti e assunse quel ruolo, nel quale seppe dare il meglio di se stesso, facendo dimenticare cavallo e pala. Risale a quei giorni l'unica opera architettonica veramente eseguita da Leonardo. Una scuderia per cavalli arabi, per conto del generale Sanseverino, comandante dell'inesistente esercito di Milano. Vezzeggiato a corte, prese a vestirsi con eleganza, a impomatarsi e incipriarsi e persino a lavorare. Rimise mano al cavallo con altri sistemi, ridimensionandolo ma non cambiando nulla, e riprese i suoi studi di anatomia. Basta vedere i disegni del tempo, per constatare quanta fosse la sua ignoranza in materia. Nella celebre rappresentazione del coito, nel pene sono disegnati due canali, uno per sperma e urina e un altro per una non meglio precisa anima. Intanto il duca cambiò amante e Leonardo si affrettò ad attaccarsi a lei, per non perdere il posto di festaiolo di corte, abbandonando la vecchia benefattrice. E ottenne l'incarico di dipingere la celebre Ultima Cena. Aveva accettato con la consueta incoscienza, poiché non aveva mai dipinto su muri e non conosceva nemmeno i rudimenti della tecnica. Intascò l'anticipo e pensò ad altre invenzioni, che potessero arricchirlo: una industria con macchine capaci di affilare aghi, in grado, scrive lui stesso, di fruttargli ben sessantamila fiorini l'anno; un orditorio, ancora più redditizio, quindi una macchina per cuscinetti a rulli. Ma ecco la realtà scuoterlo: il re di Francia marciava alla conquista di Milano. Doveva salvare il ducato e le sue prebende, fece progetti di difesa, disegnò macchine di guerra. Ma ricevette soltanto l'incarico di sistemare i tubi di riscaldamento nel bagno della duchessa. Ridotto a idraulico, rinunciò. Ma solo perché non era riuscito a risolvere nemmeno quel piccolo problema. Inoltre era preoccupato per l'Ultima Cena, che già andava sgretolandosi, perdendo i colori, deformandosi. L'opera è celebre e sin troppo lodata, ma in effetti è molto brutta. Il famoso critico Bernard Berenson tra i massimi esperti vinciani, scrive "È un'assordante, fragorosa lite su una piazza di mercato napoletano". Il disegno è sbagliato, con vistosi errori di calcolo, estremamente rozzo, per un dipinto privo di senso religioso e platealmente teatrale. Già guardando le mani si può capire quali siano gli errori del disegno di base. Come scrive Kenneth Clark, già poco dopo che l'affresco fu ultimato, il muro era già screpolato e crepato in modo disastroso. Ciò che vediamo dell'Ultima Cena "È oggi in gran parte opera del tempo e dei restauratori. Le smorfie sono solo ciò che il tempo e il restauro ci hanno lasciato". Incapace di risolvere il problema idraulico della duchessa, Leonardo ottenne udienza da Ludovico. Ci fu una lite per compensi arretrati, dopo le proposte per il fallito monumento, ma il duca temeva soprattutto i francesi. Chiese a Leonardo di fare tutto il possibile per difendere la città e gli donò una vigna. Il genio militare visitò le fortificazioni e, dopo giorni e giorni di riflessioni, concluse testualmente "Poiché il potere delle artiglierie è aumentato di un terzo, i bastioni dovranno essere fatti d'un terzo più forti". Il problema per lui era così risolto. Attese l'arrivo dei francesi e si mise al loro servizio. Fu introdotto presso Cesare Borgia, che lo lodò per le fortificazioni di Milano. Leonardo si tenne gli elogi, ben guardandosi dal rivelare che il costruttore non era affatto lui. Si disse onorato di servire anche la famiglia Borgia, si fece fissare un lauto stipendio e rimase in attesa di ordini. Ma ecco tornare Ludovico, con un esercito di svizzeri e tedeschi. Leonardo coi suoi collaboratori fuggi a Mantova. Incontrò il matematico fracescano Luca Pacioli, che lo indusse a mettere i suoi segreti militari al servizio di Venezia, minacciata dai Turchi. Leonardo non esitò, raggiunse la Serenissima e giurò che grazie alle sue invenzioni e armi segrete, avrebbe affondato la flotta di Reis Kemal Pascià, ancorata in laguna. Presentò il suo progetto del palombaro, che in realtà aveva copiato dai disegni del senese Giacomo Mariano. Ebbe denaro e collaborazione, mise in mare i suoi "sommozzatori", ma nessuna nave nemica venne affondata o scalfita e Leonardo dovette fuggire. Chiamato da Cesare Borgia, lavorò per lui, con i soliti risultati. Disegnò un progetto allucinante e irrealizzabile per prosciugare le paludi di Piombino, quindi fu incaricato di far saltare la fortezza di Arezzo, che resisteva al Valentino. Predispose nuovi formidabili esplosivi che non ebbero nessun risultato, tanto che la città fu presa per fame. Anche il Borgia si stancò di quell'individuo inconcludente ed esoso, che finì per tornare a Firenze: dell'Ultima Cena si parlava molto e siccome nessuno l'aveva vista, poteva vivere campando di tanta fama. Ma il suo incontro con Niccolò Machiavelli lo distolse dal sogno di passare una serena vecchiaia dipingendo. C'era la guerra con Pisa e Leonardo fu incaricato di usare i suoi segreti militari a favore di Firenze. Il genio considerò che i pisani potevano combattere solo perchè ricevevano viveri e rifornimenti via acqua, sull' Arno. Così decise di deviarne il corso. E fu preso sul serio. Machiavelli si lasciò convincere dall'idea di non far passare più l'Arno per Pisa e concesse a Leonardo denaro, cantieri, uomini a volontà. I comandanti militari risero dell' impresa, ma dovettero obbedire e ci misero tutto l'impegno. Mentre essi lavoravano, Leonardo studiò un altro progetto, per due canali d'Arno verso Firenze: uno per fare arrivare le merci direttamente dal mare, l'altro per legare via mare le città alleate, come Pistoia, Serravalle, Prato. Nonostante la delusione per lo stallo della deviazione dell'Arno, la Signoria si lasciò convincere anche in questa seconda assurda impresa, per la quale Leonardo aveva calcolato un guadagno di ben duecentomila fiorini l'anno. Intanto assunse anche l'incarico di dipingere la Battaglia di Anghiari, impresa che finì miseramente per incapacità, così come caddero nel ridicolo le costose e folli deviazioni dell'arno e i canali. Per arrivare a Serravalle, l'acqua avrebbe dovuto salire di ben centocinquanta metri e Leonardo pensò di costruire una enorme pompa aspirante, che non si fece mai. Scrive il professor Ralph Raeder, studioso vinciano e ingegnere: "Il progetto e i disegni per il canale d'Arno formano una pagina di calcoli labirintici, un documento di delirio matematico" .
Ma venne la resa dei conti. La Signoria pretese che terminasse i lavori per i quali era stato pagato, cominciando dalla Battaglia di Anghieri. Contemporaneamente una secca dell'Arno interruppe i lavori dei canali e della deviazione, poiché le acque non potevano essere manovrate. I lavoratori protestarono e si rifiutarono di proseguire nella folle impresa. La Signoria ordinò che proseguissero. E fu il disastro. Le piogge, quasi un diluvio travolse tutto. In un amibente sempre più ostile, Leonardo pensò di risolvere tutti i propri problemi diventando ricco grazie alla realizzazione del volo umano. Sono sin troppo note le disavventure in proposito, mentre progetti e disegni non avevano alcuna consistenza e tantomeno possibilità di realizzazione. Scrive Ivor B. Hart, direttore dei servizi didattici del Ministero dell'aviazione britannica: "Si può affermare senz'altro che, nel complesso, i disegni di macchine volanti eseguiti da Leonardo sono di scarsa incidenza scientifica. Si tratta di semplici curiosità, di splendide illustrazioni eseguite da un genio con la passione della meccanica, che si abbandona senza remore ai propri sogni, speranze, illusioni". Anche la leggenda del Leonardo precursore dell'elicottero è smentita autorevolmente, sia dagli studi del Professor Ladislao Reti sugli elicotteri e i giroplani, sia da H. C Gibbs-Smith, nell'analisi specifica fatta in Origins of the Helicopter. inoltre un primordiale elicottero è dipinto persino su un quadro sacro, con Gesù Bambino intento "a giocare con un oggetto simile a un elicottero", del 1460 e oggi conservato nel museo di Le Mans. Dopo la famosa contesa con la Signoria e il conseguente sequestro dei centocinquanta fiorini lasciati in garanzia per i lavori non eseguiti, Leonardo fu ancora a Milano presso il vicerè. Riprese il suo adorato ruolo di cortigiano e organizzatore di grandi feste. Ma non smise mai con i suoi sogni di genialità e ricchezza. Nemmeno quando, usurpando una fama di costruttore e architetto, seguì il re di Francia, riuscendo finalmente a vivere in un castello, come un principe. Pensava a nuove invenzioni, come una lacca indelebile, a costruire armi micidiali, trabocchetti diabolici da sistemare in sotterranei. Propose di costruire una nuova reggia, che per fortuna non gli fu affidata. Riprese i suoi studi sul corpo umano, lasciando testimonianze patetiche: "La lunghezza dei palmi è stessa di quella del piede... La lunghezza del dito più lungo è uguale a quello della larghezza della bocca... La larghezza del calcagno è uguale a quella del polso... Il piede è lungo quanto l'intera testa di un uomo... Dall'ombelico ai genitali vi è la lunghezza di una faccia...". Ma non costruì nulla, nemmeno la torre traforata nel castello di Blois, che gli venne erroneamente attribuita. Disegnò progetti di palazzi e giardini all'italiana, la ricostruzione della reggia, parti anatomiche, lavorò alla seconda tavola della Vergine delle Rocce e portò a termine quella Monna Lisa che doveva renderlo immortale. La vera testimonianza di un genio e di un talento sprecati. A ricordarci che davvero Leonardo avrebbe potuto diventare uno dei massimi pittori di ogni tempo, c'è appunto la Monna Lisa. Una tela che il re, dopo la scomparsa dell'artista, incamerò senza versare un soldo. In quella solitudine principesca, integro nei suoi sogni non realizzati e quindi vivi, messer Liunardo da Vinci riceveva ospiti, parlava, dissertava, teneva una sua corte, si compiaceva di insegnare ciò che non aveva mai saputo. Era la sua ultima grande festa di corte, ma stavolta da protagonista. Ma ormai, senza più illusioni, aveva scritto " Ho sprecato le mie ore".
Fonte:  www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

La figura di Leonardo che emerge mi ricorda un po' quella di Berlusconi, bah! Ed ora, forse, capisco perchè nel meraviglioso film "Non ci resta che piangere", Leonardo viene trattato da Troisi e Benigni come perlomeno un gran "bischero". Che sapessero qualcosa?

"Arrivederci Maestro. Però! Mamma mia du Carmine!", grande Troisi :)