Un modo efficace per decrittare questo ‘codice’ è l’utilizzo dell’Analogia Frattale, la quale riporta sempre al livello dell’osservazione la 'traslitterazione' sensata dei fenomeni in corso depurati dalla ‘costante di sfasamento’. Ovviamente questo è un processo ‘teorico’, in quanto è l’individuo che ha il compito, inerente e successivo, di mantenersi ‘aperto, pulito e fiducioso della dinamica naturale che sta sfruttando’.
Quello che possiamo ‘capire’ è sempre all’altezza della nostra ‘vibrazione di corda’. Ossia di quella configurazione energetica che possiamo 'schierare' e che può cambiare istante dopo istante. È sempre tutto in ‘gioco’.
Non è una questione di tenere sempre la ‘guardia alta’, di difendersi da qualcosa di non ben specificato, bensì di mantenere il proprio livello di ‘presenza’ sempre perlomeno costante, in funzione della misura utilizzata per la ‘consultazione frattale richiesta e messa in atto con un preciso moto intenzionale’.
Non so se è chiaro il concetto. È difficile esprimere chiaramente le informazioni che giungono dal canale SPS: informazioni puntuali e destinate 'a chi'? Non lo so.
In parole ‘povere’:
Questa ‘risposta tradotta ed opportunamente livellata’, necessita al contempo della nostra presenza ad una intensità perlomeno costante in riferimento all’energia posseduta durante il precedente step di consultazione. È come inserire una monetina in un telescopio sul lungomare e, invece che osservare le stelle, andare via oppure non guardare nell’obiettivo perché attratti da qualcosa d’altro, che sta accadendo nelle nostre vicinanze (una bella donna, qualcuno che è caduto, etc.).
Tutto quello che concorre a farci ‘pensare ad altro’, equivale alla ‘costante di sfasamento’. Una vera e propria presenza capace di fare distogliere l’attenzione dall’osservazione. E tutto quello che rimane ‘a metà’, si trasforma in un ‘mancato potenziale’. È il giusto ‘prezzo da pagare’; il pericolo a cui ci si espone.
Osserviamo la natura frattale/ciclica sempre all’opera attorno a noi.
Siria, Assad: destino del paese dipende da battaglia contro ribelli.
Il presidente siriano Bashar al Assad ha detto oggi che la battaglia dell'esercito siriano contro i ribelli determinerà il destino del suo paese e ha lodato i soldati che si confrontano con quelle che ha definito ‘gang di terroristi criminali’.
‘Il destino della nostra gente e della nostra nazione, passato, presente e futuro, dipende da questa battaglia’, ha detto Assad, che non parla in pubblico da due settimane, in un messaggio scritto per il giorno che celebra le forze armate…
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In questa fosca situazione, tutto è regolarmente confuso. L’immaginario collettivo colora il regime uscente come il ‘negativo’ e quello ‘entrante’ come il positivo, all’insegna dei 'nuovi Temp'i come portatori di ‘giustizia’. Ma come sono nate le rivolte che hanno caratterizzato gli ultimi rovesciamenti di potere in Africa e Medio Oriente, durante la cosiddetta 'primavera araba'? Non sembrano un attimo ‘artificiali’? Non so; per me hanno questo ‘odore’…
Il prezzo del pane, che aumenta, è un lucido atto speculativo, dunque facilmente manipolabile dalle ‘mani forti’. Da ‘lì’ nasce l’input della rivolta. Ebbene, se si cerca di leggere la situazione in Siria, non è tutto bianco o nero quello che si intuisce. Come al solito, per la verità. La ‘gente’ è continuamente manipolata da un qualcosa che non è mai chiaramente alla luce del Sole.
Le parole di Assad, dunque, per me, sono autentiche.
- i soldati si confrontano con quelle che ha definito ‘gang di terroristi criminali’
- il destino della nostra gente e della nostra nazione, passato, presente e futuro, dipende da questa battaglia.
- le ‘gang di terroristi internazionali’ non sono quelle composte dai ‘rivoltosi’, ma il potere che si annida dietro di essi
- la seconda frase è ‘monumentale’ per consapevolezza. Il popolo della Siria sta ‘voltando pagina’, cambiando il proprio destino più probabile, ossia quello scritto sino a poco Tempo fa. Stanno subentrando altre forze nel cammino di questa gente. Quali forze? Le 'solite', ossia quelle che muovono l’intero Pianeta e che sino ad ora avevano volto il proprio ‘occhio’, altrove.
Più munizioni si daranno allo scudo anti-spread, meno probabilità ci saranno di doverlo usare. La speranza di Mario Monti per evitare di ricorso al meccanismo da lui stesso proposto ai leader Ue è tutta qui:
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Mostrare spalle forti per scoraggiare:
Viviamo in un modello caratterizzato da ‘numeri ‘sempre crescenti.
Eni vede produzione 2012 +10% anche con stop Mare del Nord e Nigeria.
Eni stima per il 2012 una crescita della produzione di idrocarburi del 10% al netto dei Psa (production sharing agreement), della fermata di Elgin Franklin nel Mare del Nord e dei fenomeni di sabotaggi registrati in Nigeria.
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Nonostante ogni tipo di intoppo, i numeri crescono sempre di più. Ma come è possibile? Tempo fa, ricordo che gli ‘esperti’ si confrontavano e sputavano sentenze in merito al prezzo del barile di petrolio. Sembrava che un prezzo superiore ai 100$ non potesse essere retto dalle economie degli Stati misurate in Pil. Eppure è accaduto e non sembra che il Mondo sia finito.
È tutto basato su una sensazione di pericolo, che alla fine risulta sempre più ‘illusoria’ e volutamente inscenata come funzione deterrente.
Quale metodo migliore conosciamo per tenere lontano da una certa situazione? Impaurire. Far temere e parlare proprio di quella situazione in termini opportuni; ma opportuni per chi/cosa?
Questo è il ‘nascondere alla luce del Sole’.
Un ‘esempio’. Un 'buio mascherato da luce'.
E la Massa osservava partecipando all’evento e, di fatto, decretando il proprio destino più probabile.
L’attuale situazione di disordine finanziario è il frutto dell’attività manipolatrice delle banche centrali (nonché dei Governi) sui tassi di interesse, e nonostante ciò si richiede agli stessi soggetti di continuare a manipolare tale mercato, anzi di manipolarlo sempre di più. ‘La Bce opera, è chiamata ad operare, perché bisogna evitare i rischi terribili della deflazione legati al cataclisma dell’euro’.
Qui si fa apparire lo spettro della deflazione come scusante per implementare addizionali interventi inflazionistici e scongiurare in tal modo l’avvento di eventi catastrofici. Ma sarà propriamente così? Innanzitutto, cosa è realmente la deflazione? La deflazione non è nient’altro che una contrazione nella quantità di denaro e questo fenomeno (che tanta paura fa) non può che essere considerato come un ‘derivato’ di una precedente opera inflazionistica posta in essere dal sistema bancario a riserva frazionaria.
Ora, la deflazione in quanto tale non giustifica l’esistenza di tante preoccupazioni. Se infatti in risposta ad una deflazione che si instaura all’interno di una situazione di evidente problematicità economica si acconsente (mediante un contesto di energiche riforme strutturali) ad un libero ribasso dei prezzi, allora il processo deflattivo nel sviluppare tutti suoi stadi porterà progressivamente e senz’altro a quel necessario aggiustamento delle economie; in una prima fase si verificheranno di certo eventi dolenti, ma poi il tutto convergerà, attraverso lo sradicamento dei mal investimenti, verso la concreta ripresa dell’economia reale.
‘I prezzi in calo in risposta alla deflazione sono economicamente vantaggiosi, in quanto consentono ad una quantità di denaro e ad un volume di spesa ridotti di acquistare tanto quanto le quantità precedentemente maggiori di denaro e di volume della spesa acquistavano. In altre parole, l’effetto del calo dei prezzi è sempre positivo.
Viceversa, se i Governi e le Autorità monetarie non permetteranno il verificarsi di questo libero ribasso dei prezzi, allora si assisterà realmente ad una situazione di cataclisma economico permanente in cui disoccupazione, insolvenze, e fallimenti la faranno seriamente da padrone.
Il ‘dovere della Bce’ non ci offre soluzioni per uscire dalla crisi.
‘Per costruire un mondo migliore dobbiamo avere il coraggio di iniziare da capo’.
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Ecco un altro buon punto di vista. I prezzi devono salire per sempre? No… È una convenzione non scritta, frutto di un modello apparentemente fuori controllo. I ghiacci perenni si stanno sciogliendo:
Il risultato pratico, evidente, è la registrazione di un cambiamento.
Cerchiamo di intuire come funzionano le 3d, leggendo la citazione seguente. Questo è il Metodo Indiretto alla luce dell’Analogia Frattale.
Come vengono gestite le spiagge libere?
Quando ci sono di mezzo le autonomie territoriali, il rischio è di dover fare i conti con normative che cambiano da un territorio all'altro, mandando in confusione i turisti. È il caso, ad esempio, delle spiagge libere, che sono sottoposte a un primo livello decisionale ad opera delle Regioni (in linea con il quadro di riferimento nazionale), ma anche a un ginepraio di regolamenti comunali.
Il diritto all'accesso.
La normativa nazionale impone come principio generale l'equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge libere. Spetta poi alle Regioni e ai Comuni la garanzia e il rispetto di questo indirizzo nei piani regionali e nelle deleghe municipali. Questi enti intervengono non solo nelle concessioni, ma anche nel definire le distanze minime tra i lidi. I problemi nascono in fase di applicazione, con molti stabilimenti che forzano le regole per massimizzare i guadagni e spesso cercano di ingannare i consumatori giocando sulla mancata conoscenza normativa da parte di questi ultimi.
Gratis nei lidi.
Così, un principio da tenere sempre a mente è che la battigia (intesa come la fascia di spiaggia fino a cinque metri dal punto in cui arrivano le onde) è sempre libera, anche nei lidi. Se il gestore chiede somme denaro a chi si trova in questa zona della spiaggia o ne impedisce il transito, viola la legge. Tuttavia il diritto del bagnante non è assoluto: sulla battigia non possono essere collocati oggetti ingombranti come ombrelloni, sdraio o tavolini, né può essere intralciato il passaggio ad altri bagnanti e ai mezzi di soccorso.
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Si dice, ‘guerra tra poveri’.
Siamo chiamati alla ‘presenza’. Andiamo oltre al ‘mostro nascosto dietro all’angolo’. Abbiamo deciso che non lo vogliamo vedere, per cui non lo vediamo, tuttavia i suoi effetti sono sempre più evidenti. E questi ‘effetti’ sono solo riflessi del nostro comportamento.
Dare a Cesare quel che è di Cesare. Le terre? Un Impero? No… Assolutamente. Due schiaffi e una pacca sulla spalla. Il gioco è finito. Vogliamo crederci oppure no?
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com