martedì 12 gennaio 2010

Volare per desiderio.







“Secondo tutte le leggi conosciute dell’aeronautica, non c’è modo che un ape sia in grado di volare. Le sue ali sono troppo piccole per sollevare il suo corpicino grassoccio da terra. L’ape, si sa, vola lo stesso. Perché alle api non interessa quello che gli uomini ritengono impossibile”.
Citazione iniziale tratta da “Bee Movie”.

Ignorando i limiti imposti da ciò che i sensi hanno condizionato a credere, sarebbe possibile anche “volare”. Di certo non come un’ape o un uccello, ma sicuramente di un “volo” si tratterebbe. Il cosiddetto volo di fantasia trascende, appunto, ogni legge fisica conosciuta; ma un simile atto non è riconosciuto ufficialmente come “reale”, dunque non esiste e non può essere portato come prova delle nostre capacità extrasensoriali naturali. Eppure quando si utilizza la fantasia, la creatività, l’immaginazione, non ci si limita a “disegnare castelli per aria”. È solo che l’uomo non ricorda di avere compiuto simili "acrobazie" con i pensieri e le emozioni creative, e non è in grado, dunque, di rendersi conto che, alcuni fatti reali succedutigli più avanti nel tempo, sono solo la diretta conseguenza di taluni voli pindarici ritenuti meramente immaginari. L’uomo non crede a questa possibilità, eppure questa possibilità è l’unico modo per co creare questa dimensione. L’uomo che allontana da sé questa “fantasia”, a causa di un sistema di indottrinamenti indotti, subìti nel tempo dall’intero ecosistema sociale, non si accorge che il suo futuro, viene scritto da un altro volere esterno a lui, ma che solo con il consenso indiretto dell’uomo stesso può succedere, perché questa è una legge dell’Universo. Questa legge afferma proprio che ognuno di noi è il co creatore della propria realtà. Tale legge è chiamata legge d’attrazione e prevede che noi siamo i magneti attorno ai quali ruotano le “energie” condensate di quello che i nostri pensieri ed emozioni polarizzano usualmente. L’intero genere umano funziona in questa maniera, solo che non lo sa più e/o non lo crede possibile. Per questo motivo si dice nell’ambito spirituale che “l’uomo dorme” o “sogna”. È come sostenere che un figlio che nasce nove mesi dopo un rapporto amoroso, non è direttamente attribuibile all’atto amoroso stesso; quell’atto è chiaramente un frattale di quello maggiore che esprime la legge d’attrazione. Ricordiamo sempre che la natura dell’Universo è frattale ed olografica, tra le altre sue caratteristiche:
  • frattale = “forma” che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse
  • olografica = rappresentazione tridimensionale di una “forma” proiettata che divisa in ogni sua parte contiene sempre l'intera informazione
Se uniamo insieme le due caratteristiche di base, otteniamo che la “verità”, ossia la vera natura dell’essere è osservabile intorno e dentro di noi e contiene l’intero corredo di informazioni per risalire al “senso della creazione” e dunque al “Creatore” stesso. È solo applicazione di una certa e cara, per l’uomo razionale, forma di logica e deduzione. È possibile secondo me “indagare” in questo senso osservando e comprendendo “forme” astratte e concrete di  frattali che ci “succedono”. Se esiste una abitudine significa, ad esempio, che siamo programmabili e che l’intero Universo è programmabile. È un esempio banale, ma analizzando le nostre “giornate” in questo modo, è possibile “volare” molto lontano senza nemmeno muoversi di un solo centimetro. L’uomo nella sua forma fisica è una macchina manovrata dai “fili” dell’anima. E noi non siamo la "macchina". Tutte le interferenze create dall’Antisistema hanno il senso di rovinare il più possibile la qualità della comunicazione tra veicolo fisico e sala di “controllo” animica. Perché l’anima ha necessità di un “avatar” per fare esperienza? Perché ella rispecchia il frattale maggiore di Dio che esegue la stessa operazione al fine di “espandersi” e conoscersi meglio. Il Creatore si scinde, l’anima si scinde, l’uomo si scinde, le cellule si scindono, etc. La cellula contiene in sé il Creatore e per questo ha capacità “magiche”. Cosa significa per l’uomo, in soldoni, svegliarsi? Significa prendere atto, anche mediante semplice osservazione, in assenza di spunti spirituali, che la “magia” è tesa come una ragnatela intorno ad esso. È tutto magico, proprio come hanno scoperto i fisici quantistici. L’uomo non aggancia però il vero significato di queste scoperte ufficiali. E nessuno farà questo per l’uomo che non lo vuole sapere come solo un inguaribile “distratto” lo potrebbe fare. Questa “distrazione” viene dall’ecosistema sociale nel quale siamo immersi in lenta “decomposizione”. Le capacità magiche sono legate all’immaginazione e questa all’inconscio. I nostri pensieri fungono da scatola guida. Le emozioni da sistema di puntamento o “satellitare” che fornice il “punto” dove ci si trova, rispetto al punto di “raccolta” o obiettivo/sogno/desiderio. Ora, i nostri inconsci sono nelle mani dell’Antisistema e dunque nelle nostre stesse mani. Ognuno di noi “ha” quello che vuole… nel bene o nel male.

Volontà e immaginazione.
Se sfogliamo un dizionario e cerchiamo il significato del vocabolo volontà,  ci imbattiamo in una definizione simile alla seguente: “Facoltà di determinarsi liberamente a certi atti”. Noi accettiamo questa definizione come vera, inattaccabile. Ora, nulla è più erroneo!
Questa volontà che noi rivendichiamo così fieramente cede sempre il passo all’immaginazione. È una regola assoluta, che non soffre nessuna eccezione. Per convincervene, aprite gli occhi, guardatevi attorno e cercate di comprendere quanto vedete.
Vi renderete conto che ciò che dico non è una teoria campata in aria, frutto di un cervello malato ma la semplice espressione di ciò che è! Supponiamo di porre sul suolo un’asse lunga dieci metri e larga venticinque centimetri: tutti saranno capaci di percorrerla da un capo all’altro senza mettere il piede fuori di essa. Cambiamo le condizioni dell’esperimento e supponiamo che l’asse sia posta all’altezza delle torri d’una cattedrale: chi mai sarà capace di avanzare d’un solo metro per questo stretto cammino? Forse voi? No, senza alcun dubbio. Appena fatti due passi vi mettereste a tremare e, malgrado tutti gli sforzi della vostra volontà, cadreste. Perché non cadete se l’asse è posta sul suolo e perché cadete se essa è sollevata? Semplicemente perché nel primo caso voi immaginate che sia semplice percorrerla tutta, mentre nel secondo immaginate di non poter farlo. Per quanto la vostra volontà di avanzare sia forte, se immaginate di non poterlo fare, sarete nell’impossibilità assoluta di farlo. Se alcuni individui sono capaci di compiere quest’azione è perché immaginano di poterla compiere.
La vertigine non ha altra causa se non l’immaginazione che noi creiamo di dover cadere: questa immagine si trasforma immediatamente in atto, malgrado tutti i nostri sforzi di volontà, anzi, lo fa tanto più rapidamente quanto più i nostri sforzi sono violenti.
Fonte: “Il dominio di se stessi” di Emile Couè


lunedì 11 gennaio 2010

Il "riflesso" di Ighina vive ancora.







Sono esistiti ed esistono ancora uomini di scienza che non hanno esitato davanti a nessun possibile pericolo inerente la propria Vita, il discredito umano e professionale, il limbo di una esistenza perlomeno “travagliata”. Ciò che una intera “classe” di scienziati moderni si ostina a rifiutare come “principio di verità”, viene tramandato e, in un certo senso “conservato” nelle menti di tutti quegli impavidi uomini che possono in tutta libertà ritenersi padroni di sé stessi. Non intendo io discriminare su quale siano questi principi di verità portati alla luce evidentemente da molto tempo, viceversa intendo sostenere quel movimento naturale emergente che partendo dal basso, dalla gente comune, spinge verso la comprensione degli eventi a prescindere dal credo imposto in un determinato lasso temporale, dalle ferme convinzioni di ogni tipo imperanti sul “comune pensare”. Le persone che si sentono pronte a “forzare” la quotidianità imposta dall’Antisistema, lo fanno per propria propensione “gravitazionale” attorno al fulcro della “coscienza” in espansione. Come dire che ognuno di noi, se lo vuole e lo “richiede”, ha oramai tutto quanto occorre per discernere tra le ombre proiettate con continuità dall’opera ammaliante dello status quo. Tra questi uomini che hanno popolato il passato, mi preme sottolineare brevemente la figura di Pier Luigi Ighina. Un italiano che ha vissuto quasi un secolo facendo “surf” tra le onde dell’oceano energetico dell’Universo. Un uomo molto “curioso”. Lo ricordo oramai molto anziano nel “salotto” di Maurizio Costanzo, sul grande schermo amplificato delle televisioni commerciali. Seduto ordinatamente tra gli ospiti veniva, di tanto in tanto, “punzecchiato” da Costanzo con domande che coniugavano sapientemente la necessità di “fare spettacolo” e di strappare anche una risata, al fatto di “passare”, di “bucare” lo schermo portando certe verità “incredibili” nelle case degli ascoltatori. Questa capacità di far scivolare delle parole, dei discorsi, dei costrutti, delle immagini verso il pubblico, senza nemmeno che il pubblico o la “censura” se ne accorgano, è sicuramente una dote di questo uomo di comunicazione, di questo “animale” da palcoscenico che è Maurizio Costanzo. Ebbene ricordo Ighina rispondere ordinatamente ad ogni domanda, cercando di esprimere tutto il proprio entusiasmo di “bimbo evergreen”, trovando il modo di colorire ogni aspetto dei temi evocati. Quando Costanzo si mise a commentare una foto di Ighina che lo ritraeva dinnanzi ad uno specchio ed Ighina gli disse che lo specchio ribaltava le immagini, provocando l’ilarità di un pubblico divertito, Costanzo disse “Questo è uno specchio signor Ighina. Lei mi può dire quello che vuole ma questo è uno specchio”. Ighina affermò che “Noi vediamo tutte le cose al contrario”, perché sosteneva questa view? Perché l’energia solare, emessa dal Sole con moto spiraleggiante colpisce la Terra, in un certo modo, “fecondandola”. L’energia riflessa dalla Terra verso il cosmo, dialogando con quella solare in continua discesa, crea la materia e sottopone tutti coloro che colonizzano il suolo ad un effetto di specchio riflesso, ribaltando e confondendo ciò che i sensi colgono dello spettro visibile della luce. ciò mi porta a pensare questo effetto come ad un frattale che permette di indagare sul vero aspetto della natura esistenziale del mondo che ci circonda. Un frattale che denuncia silenziosamente l’opera dell’Antisistema, il quale si è avvantaggiato di questo effetto stroboscopio di confusione della mente irretita dai sensi. Ighina ci parla e ci introduce ad una verità sostanziale, ben “inquadrata” la quale ognuno di noi potrebbe liberarsi dal “velo” calato tutto attorno come una rete elusiva. Quel tenero e geniale “ometto” stava ponendo delle preziose sementi in tutti coloro che assistevano impassibili alla trasmissione. Sementi eteriche di potenziale che ancora deve germogliare, ma che già ha cambiato molte persone in maniera sottile e gentile, senza prevaricazioni o intimidazioni. Tutto ciò che percepiamo della “realtà” è ribaltato a 180 gradi dall’effetto specchio naturale della rifrazione della luce del Sole da parte della Terra. A pensarci bene gli Specchi Esseni cosa identificano se non la conferma di questa “verità espressa da Ighina? Nelle "Cronache dell’Akasha" di Rudolf Steiner si parla di cicli cosmici, o ere, di evoluzione dell’umanità che partono e si chiudono dal Sole verso il Sole, dando luogo al respiro del Creatore, al ritmo che Ighina asseriva di avere scoperto. Persino il “meccanismo” di formazione dell’immagine nell’occhio ribalta l’immagine, oppure il meccanismo interno di una macchina fotografica sancito persino dalla vecchia modalità di sviluppo del negativo. Per come percepisco io la natura di questa “realtà” imposta come unica ed assoluta, credo assolutamente nel “punto di vista” di Ighina. Tutto è girato al contrario proprio nel modo con il quale scriveva Leonardo per non farsi “comprendere” (grande frattale di riflessione nascosto alla luce del Sole dal grande genio italiano). Pensiamoci bene; non abbiamo forse il grande sospetto che qualcosa non “vada” in questo modo di vivere? Non sembra un mondo che gira al contrario? Un mondo di furbi, un mondo dove i valori sono ribaltati? Una società che premia gli arrivisti senza scrupoli e penalizza chi si “esprime” in modo riguardoso della presenza altrui? L’elenco è molto lungo in questo senso. Ridiamo pure della semplicità di una visione pura come quella espressa da Ighina, ma interroghiamoci “all’ombra di ogni giorno” su che cosa voleva esprimere veramente. È sufficiente guardarsi attorno.

"Il monopolo è il principio positivo o negativo dell’energia solare. L’energia solare è la parte principale della polarità; bloccandola e riflettendola, diventa negativa. L’energia solare arriva sulla Terra, viene bloccata e riflessa e quindi diventa energia terrestre. Dall’interazione dell’energia solare con quella terrestre si produce materia. Tutto qui. Semplice no?"
Ighina mi ha spiegato poi che la materia è tenuta insieme dalla colla magnetica. Le due energie, solare e terrestre, producono la colla magnetica. Quindi la differenza sostanziale tra due materie di diversa natura consiste nel possedere più o meno energia. È come il cemento. Se nell’impasto si mette molto cemento, la materia diventa più dura; se ne viene messo poco allora si ottiene una materia morbida. Mi è nata spontanea, a questo punto, una domanda sulle energie nucleari, come tutte le energie elettromagnetiche, generate dalla nostra società attuale possono causare danni irreparabili.
Ighina, con la massima cortesia, ha dato la seguente risposta:
"Non è che disturbano. Dunque... la colla magnetica è formata da due energie, come dei fili invisibili che sono nell’aria. Se questi fili invisibili sono perturbati in continuazione da qualsiasi altra sostanza come i campi magnetici, telefoni, energia nucleare e cose similari, creano continuamente della corrosione vale a dire vanno a distruggere il campo magnetico che è poi quello che crea la colla magnetica. Ciò produce lo scioglimento della materia."
Fonte: http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/tu_raggi.htm

Ighina ha concepito e realizzato vari dispositivi che utilizzano questa energia naturale proveniente dal Sole e riflessa dalla Terra; una energia del tutto gratuita per il fruitore ed eterna. Di certo i suoi studi dovevano dare parecchio fastidio al “potere” in auge e non è difficile comprendere il perché. Se oggi un buon geobiologo ci parla delle due reti energetiche naturali di Curry e di Hartmann che, rispettivamente, salgono dalla Terra verso il cosmo e scendono dal cosmo verso la Terra, non ci sta forse confermando la scoperta di Ighina? Ma nessuno scienziato o medico “ufficiale” le riterrà esistenti e/o foriere di possibili patologie sull’uomo. Tra i dispositivi inventati da Ighina esiste l’Erim; un apparecchio nato e concepito secondo le scoperte che stanno alla base della concezione universale energetica del creato: il ritmo magnetico dell’energia Sole-Terra che in forma di spirale, in senso orario ed antiorario, regola la formazione della Vita, per quanto riguarda noi, sulla Terra. Ho personalmente percepito le onde di “fresco” che le spirali verdi emettono su chi si pone nel loro raggio d’azione e tutto ciò è sinceramente… magico. Ho inserito una etichetta, visibile in alto a destra, che rimanda al blog di un amico che sta dedicando molta energia e tempo alla scoperta del mondo “smarrito” di Pier Luigi Ighina.  

domenica 10 gennaio 2010

Il senso di stare "qua".








Vivere in Terra significa vivere secondo un “senso” spirituale; che questa spiritualità si fonda e coincida anche con una certo modo logico di pensare e di essere non è casuale. Le nostre paure materializzate, l’Antisistema, hanno provveduto sapientemente ad utilizzare quello che di logico c’è nello spirito per manipolare il flusso della co creazione ad opera dell’intero genere umano. Noi tutti crediamo nella forza elettrica, nel magnetismo naturale, nella gravità che costituiscono una trinità del tutto invisibile tuttavia manifesta nella propria “impronta” in termini di effetti fisici sull’uomo e sul contesto che lo attornia. Qualcosa ci ha indotti a credere a queste forme non visibili, qualcosa ci ha autorizzati ad utilizzarle perché affini al corso dell’evoluzione “oscura” in corso dettata dall’Antisistema. Parallelamente non sono state “riconosciute” altre forze invisibili che sottintendono alle leggi del creato, una su tutte la natura dell’etere, il cosiddetto quinto elemento, oppure le forze naturali energetiche che si sprigionano dal sole e che la Terra riflette. La legge d’attrazione e la “forma” olografica e frattale del tutto, costituiscono verità troppo scomode ed evidenti per poi essere nuovamente nascoste. Ma i tempi sono irrimediabilmente maturi. Quando agli inizi del 1900 l’umanità si diede una spinta quantica eccezionale in avanti, fiorirono i primi evidenti “segni” della vera natura del creato: fu dimostrato che tutto è energia. L’uomo evolse in tutti i settori dello scibile umano e scoprì che l’Inquisizione non aveva potuto bruciare “tutto” tramite i roghi secolari nelle pubbliche piazze. Nella figura contrastata di Einstein è riassunta tutta l’incredulità dell’uomo di scienza di fronte al crollo di ogni certezza dettata dalla lunghezza di una vita intera. Con la frase “Dio non gioca a dadi” egli manifestò il ritegno e lo stupore uniti insieme, dovuti al fatto che la natura subatomica della materia non risponda alle leggi ferree della “superficie”. Einstein aprì una porta che subito preferì richiudersi subito alle spalle. L’uomo di scienza si fermava sulla soglia della porta spalancata ad osservare esterrefatto ciò che la propria immaginazione lo aveva portato ad intuire, a vedere con occhi nuovi. E si sa che proprio nella diversità e nel numero delle genti umane, una porta oramai “forzata” non potrà mai più resistere ai fragili tentativi di apertura alla quale è sempre stata esposta. Una porta oramai evidenziata, segnata sulle mappe della navigazione dei “vascelli” umani ha il tempo contato, come le dogane che segnavano i vecchi e superati confini tra gli stati e gli imperi che non esistono più. Il flusso umano è inarrestabile. A volte percepisco l’Antisistema come un blocco che non permette l’apertura della porta della Vita all’intero genere umano che spinge dalla porta opposta, ma che vede l’Antisistema indietreggiare irrimediabilmente, strisciando i piedi nel fango, al fine di opporsi alla spinta sempre più grande da controbilanciare. La massa critica che spinge è sempre più sontuosa. Il resto del genere umano, un cuore alla volta, leva forza all’Antisistema e la aggiunge alla forza che deve contrastare. Le invenzioni che hanno potuto vedere la “luce” sono state permesse proprio perché, in questa lotta, l’uomo ha conquistato spazi sempre più avanzati. Ciò che non poteva essere ancora manifestato è stato nascosto tramite uno sforzo notevole delle forze oscure; per questo motivo Tesla, Reich, Ighina e moltissimi altri sono stati “esclusi” con le modalità più adatte per i tempi che li vedevano esistere. Ma questo sforzo notevole che l’Antisistema ha dovuto mettere in gioco, lo sta pagando proprio in questi tempi, in cui l’onda umana sta per debordare gli impedimenti e i blocchi schierati sul proprio cammino. L’Antisistema nasce da noi, dalla nostra paura, è una nostra creatura che ora vuole sopravvivere mantenendo il proprio “stile di Vita”. Ma in realtà ciò che le forze oscure auspicano segretamente è di essere trasmutate nella luce tramite di noi; per questo ci sono rientrate dentro. Il “gioco” è molto sottile e sfuggevole, eppure osservandolo da questo punto prospettico assai semplice. Ogni “aspetto” del creato auspica la nostra trasfigurazione a livello di genere umano, anche il “buio” che ha compreso che necessita della “luce”. Tutto è in evoluzione. Occorre tuttavia prestare sempre grande attenzione al nostro ruolo nel delicato puzzle in via di completamento, perché basta un tassello sbagliato per spingere avanti nel tempo la fine del senso spirituale della Vita sulla Terra. L’Antisistema il più delle volte ha il controllo del nostro inconscio, ha dunque ancora enormi carte da giocare. L’inconscio umano è un grande mago potente che, una volta programmato, è difficilmente attaccabile. Dalle nostre “fortezze” interiori che costituiscono dei reami che si oppongono al cambiamento, s’elevano eserciti di contraddizioni che confondono il senso del percepito. È dentro di noi che deve nascere il cambiamento. Il “nemico” siamo noi stessi. Tutto è allineato con il Piano Divino eppure tutto è talmente sfuggevole, provvisorio, temporaneo che può dare luogo ad ogni manifestazione evidente sul piano fisico. 
Al “dividi e impera” dobbiamo contrapporre “l’unisci e consolida”…    

“Ogni uomo è in potere dei suoi fantasmi fino al rintoccare dell'ora in cui la sua umanità si desta” William Blake.