mercoledì 15 marzo 2017

Nessun paradosso.



Si tratta, quindi, di una misura “largamente universalistica” e andrebbe in direzione “dell’equità” perché supererebbe l’attuale “paradosso del nostro welfare che non copre la fasce più povere, il lavoro autonomo e gli incapienti”…
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“Qua, così” non esiste, in nessun “caso”, alcun paradosso. 
Semmai, è intuibile solo il più retorico:
Senza responsabili apparenti. Anzi, solo con responsabili apparenti…”.
Paradosso di SPS
Questa sottile “osservazione” è un mondo nel mondo, nonché un modo nel modo. 
Se hai necessità di chiariment3... non ti è chiara la “teoria” espressa da/in questo spazio (potenziale). Nell'occasione, puoi sempre chiedere un approfondimento (dato che i “canali” non mancano e sono sempre aperti, condivisi e disponibili).
Dunque, quando il “caso non esiste (poiché, nulla è lasciato al caso)”, di conseguenzanon esiste nemmeno nessun paradosso, nella sostanzialità “qua, così”. 
Il paradosso appare solo quando l’osservazione viene condotta (“è”) da una portante centrale (ad esempio) by la “formula”, che evidenzia e rileva il Paradosso di SPS (qualcosa che prende tutt3 in considerazione; compresenza immanifesta dominante e giustizia ad angolo giro ricomprese).

martedì 14 marzo 2017

L’intonaco che si stacca è una opportunità.



Tutti hanno una ragione per svegliarsi al mattino”.
Goliath
Quante persone starebbero molto volentieri a letto, al mattino, dato che la “ragione per svegliarsi” è, nella sostanza, una vera e propria palla al piede
Molte. Troppe.
Il che significa, concretamente, che il “qua, così” si riveste d’apparenza:
di solida, lucida, consapevole (strategica) apparenza.
Un po’ come continuare a sostenere che a Napoli c’è sempre il sole, ad esempio.
Perché esistono “correnti”, in grado di ispirare e sospingere, inerzialmente e gravitazionalmente, la Massa
È “normale”? 
In un certo senso, lo “è”.
Infatti, anche nella forma migliore di realtà manifesta (secondo quello che “tendi” a pensare), quella esatta stessa condizione è il frutto di un orientamento e di tutto ciò che lo ha permesso, conseguito, realizzato, concepito, autorizzato, etc.). 
È, insomma, come se tu vivessi in uno scenario adatto a manifestare, potenzialmente, qualsiasi tipo di configurazione impossibile e non immaginabile (oltre al più abbordabile concetto di possibile ed immaginabile).
Nulla è precluso.
E le “correnti” dimostrano ad ogni gradazione di sensibilità, che in atto c’è sempre un orientamento, una compressione, un “sogno auto ispirante l’umanità”, etc.
Che c’è, altresì, un senso unico che si diparte da una ragione fondamentale (che nell'immaginario collettivo, a parte gli usi e costumi, è sempre lo stessa: la compresenza immanifesta di Dio, in qualsiasi veste venga concepito ed “esposto al pubblico”).

  

lunedì 13 marzo 2017

“È (potenziale)”.



Senza consapevolezza, rimani esattamente “qua, così”, nella “tua” parte. 
Già. Ma... di quale consapevolezza si tratta?
Sì, perché… è sempre di una consapevolezza che si tratta. 
Infatti, non è possibile non avere consapevolezza.
Semmai, la differenza “è” nel tipo di consapevolezza, dal momento in cui… la sedimentazione dell’informazione, non la cancella mai del tutto (potenzialmente).
La condizione di realtà manifesta “qua, così” e di realtà potenziale, equivale – nella sostanza – alla compresenza auto deviante, immanifesta, dominante (“è già successo”) ed alla compresenza di ciò che “già sei”.
Il tutto, "mixato" ed orientato a 1) manifestare l’intenzione dominante, 2) manifestare la condizione potenziale, 3) manifestare la memoria frattale espansa (la traccia, il registro, l’informazione ambientale a tuttotondo, fedele, originale, autentica, etc. al di là di ogni tipo di deviazione, interferenza, effetto collaterale, ragione fondamentale, dualità azione/reazione, etc.) e 4) allo stesso tempo, ma più miopicamente, al/il contrario (condizione "qua, così")...
Come a dire che, allo stesso tempo, in ogni possibile configurazione ambientale di realtà manifesta, la natura infrastrutturale della caratteristica frattale espansa risulta (“è”) inalienabile, ma (ma)… la distinzione tra le parti (dominante e dominat3) è in grado di convincere tutto ciò che abita “a valle”
Fermo restando la copertura globale della memoria frattale espansa che, conseguentemente, “c’è ma non esiste e/o viceversa (la medesima situazione che ammanta la dominante)”.
Cosa genera (ispirandola), dunque, la concezione “astratta” della eggregora?