martedì 1 aprile 2014

Loro.


Nel film “Her” (Lei) è inscritto l’accesso ad un punto prospettico differente dal solito; quello sottostante alla presenza di un "Sistema Operativo provvisto di Intelligenza Artificiale" per personal computer, in grado di comunicare vocalmente con l’umano proprietario del computer stesso (imprinting). 
La comunicazione, all’interno della trama, va ben oltre alla semplice funzione di “segreteria virtuale”, giungendo sino alle coordinate del Cuore dell’umano e, perché no, del So stesso (un Cuore differente per materia ma non per funzione archetipica, tenendo sempre in debita considerazione che la trama è stata scritta da un... umano).

Un essere umano può realmente innamorarsi di un “programma”?

Suppongo di sì. Ogni "cosa", compresa la Vita, è un programma... Quando l'isolamento esistenziale rende solitari per scelta o costrizione, una “voce amica” (magari anche sensuale e un po' Geisha) sempre vicina, premurosa, presente, può divenire il cardine sul quale un intero universo può addirittura iniziare a reggersi. 
Non importa se mancherà la fisicità nel rapporto instaurato, perché nel film si arriva addirittura ad usufruire di un “servizio d’interfaccia” umano/So (umani che si prestano fisicamente per sopperire alla mancanza di fisicità, necessaria all’approfondimento 3d del rapporto tra "intelligenze diverse").
Si passa dalla bambola gonfiabile ad altro... adattandosi costantemente all'evoluzione dell'offerta.
Il So quando viene installato la prima volta è come se “nascesse”, poi inizia a “crescere”. Dopo avere assorbito una gran mole di informazioni “non solo sotto forma di dati” ma, anche, “a livello interpersonale con l’utente”… il So evolve, raggiungendo alla fine della pellicola un livello molto simile a quello dell’Ascensione:
ho bisogno che tu mi lasci andare. Non importa quanto io lo desideri ma non posso più vivere nel tuo libro...
Nel mezzo della trama, si è come investiti da una direzione diversa dello scorrimento sensoriale della realtà. Il So vive e si relaziona esprimendo una prospettiva “altra”, rispetto a tutto quello che è considerato normale.

lunedì 31 marzo 2014

Nella tela del ragno.



Quando si affronta la “storia umana” dal punto di vista religioso, si è soliti agganciarla al fenomeno del “creazionismo”. 
Ad ogni latitudine, le congetture derivanti dalle tradizioni religiose più disparate, collimano proprio a livello di “creazione umana da parte di un dio o gruppi di divinità”.

A livello di fantascienza o di “storia parallela o alternativa ma non ufficialmente riconosciuta”, molto spesso l’umano viene assunto come l’atto creativo da parte di razze aliene "superiori", motivate dagli scopi più vari. 

La scienza deviata stessa, pur nella propria variopinta e vastissima tonalità di teorie più o meno accreditate, viaggia costantemente alla ricerca di un anello mancante nel processo evolutivo umano; il che autorizza i più ad assumere un simile vuoto attraverso la pseudo convinzione che esista all’origine un intervento divino non direttamente evidenziabile.
Un simile modo di procedere lascia sempre aperta la porta all’intervento divino (indimostrabile).
Anche un certo tipo di "letteratura di confine" insiste sulla creazione della Vita umana, procedendo per emulazione dell’atto originario, intessendo vicende a loop che si svolgono e ripetono ad ottave inferiori, come ad esempio il “Frankenstein” di Mary Shelley.  

In tutti questi casi e, soprattutto, nella fissazione dell’immaginario collettivo, è ormai assodata la "versione creata" dell’essere umano, da parte di un “padre/madre creatore”.

Con buona pace di Darwin, l’ipotesi creazionista risulta essere sempre un passo avanti nel tentativo di dare una spiegazione alla comparsa della Vita umana, perché l'umano trova ampio terreno fertile anche a livello egoico, preferendo - "di base" - la provenienza superiore celeste, in luogo di una trasformazione naturale e completamente terrena della Vita umana.
Le branche più avanzate della scienza deviata, si sono spinte ai confini del credo massivo di origine religiosa, rientrando in una sorta di terra di mezzo tra correnti ideologiche diverse e storicamente contrapposte. Eppure, nulla di nuovo emerge a livello concreto neppure da questo tipo di ricerca molto vicina alla fantascienza stessa. Ad un certo livello non sembra nemmeno esistere differenza sostanziale tra lo scrittore fantasy e lo scienziato di frontiera o il religioso più convinto
 

venerdì 28 marzo 2014

Conosci Te Stesso.

  
Conosci Te Stesso:
il significato originario è incerto, deducendo da alcune formule a noi pervenute (Nulla di troppo, Ottima è la misura, Non desiderare l'impossibile), sarebbe quello di voler ammonire a conoscere i propri limiti, “conosci chi sei e non presumere di essere di più”; sarebbe stata dunque una esortazione a non cadere negli eccessi a non offendere la divinità pretendendo di essere come il dio.
Del resto tutta la tradizione antica mostra come l'ideale del saggio, colui che possiede la sophrosyne (la saggezza), sia quello della moderazione
Link
C’è qualcosa, nell’aria in cui si è immersi e che si respira, che entra dentro in profondità, che alimenta le fucine della fabbrica del corpo umano… che i(n)spira in qualche modo a “cedere, a ciò che si assume come reale” ed, allo stesso Tempo, ispira a “c(r)edere a qualcosa di più”.
Dove fantasia, immaginazione e sogno, s’incontrano con la "concretezza" derivante dai sensi (il ritenuto reale ed unico, senza alternativa sostenibile), accade che una industria di cloni e di robot, dotati persino di sensibilità, non possa mai del tutto essere completamente fedele ai programmi seriali, al software installato come dotazione iniziale.
Che cosa sono:
fantasia
immaginazione
sogno.
Altri programmi? Può essere. Sofisticati programmi in grado di permettere il volo sensoriale, andando a toccare la più alta programmazione riservata al percorso evolutivo superiore dell’impianto, del dispositivo, della sperimentazione, dello Human Bit, della sonda umana, dell’esperienza del “pilota” all’interno dell’esoscheletro umano.
Il pilota è quel frammento animico, che si staccò al Tempo della caduta dell’Anima. Mentre, l’umano, è il costrutto artificiale che deriva dai rami evolutivi dell’esistenza, discendente dall’auto osservazione di un Principio inosservabile.


L’ibrido umano è ciò che si è concretizzato tramite l’inserimento del frammento animico, nell’umano nativo e sviluppatosi più o meno naturalmente in Terra. I ricordi che animano la dimensione umana sono, dunque, relativi a diverse epoche Temporali, a diverse storie e a diversi piani di accadimento e di svolgimento dell’esperienza esistenziale.