Le parole sono alquanto “parlanti”.
Tuttavia, occorre un certo processo interiore, al fine di non rimanerne frastornati. Ancora una volta, sostanza. Esserci. Trascendere. Auto decodificare dalla “verità”, la verità (che per “te” non esiste, ma per Te c’è sempre). Ok?
Che cosa si aggiusta, di solito?
Qualcosa che si è rotto. No? Qualcosa che è lecito eseguire. Non a caso, nel termine aggiustare v’è il principio lessicale della giustizia, insito nella parola utilizzata o forgiata nel “tempo” = nell’abitudine in detto tipo di status quo (scenario reale manifesto ad immagine e somiglianza dell’essere punto di sospensione, da cui la relativa gerarchia o inter-di-pendenza altrui, conseguente).