skip to main |
skip to sidebar
Cosa provi quando “senti” il corpo?
Ecco cosa è l'ubiquità, la non località e l'essere in leva wireless.
Qualcosa che provi/senti ogni giorno e notte...
Sei conness3 a tutt3 e a tutt3 ciò, che accade non solo dentro.
Anche le sensazioni esterne fanno parte di tale sentire.
Qualcosa che può sussistere grazie alla conduttività del corpo stesso. Ovvero, alle terminazioni che pervadono ogni singolarità che sei abituat3 a chiamare e riconoscere come “tuo” corpo.
È un discorso molto interessante, dato che puoi delineare almeno due processi contemporanei:
tu, che senti (Io, anima, coscienza, ego, essere, spirito, energia, etc.)
ciò che senti (corpo, organi, pelle, calore, freddo, etc.).
Ebbene, tu… sei ciò che di fatto “è” 3l centro a cui fa riferimento tutta questa sensibilità.
L’esempio, che ti ricorda meglio, è il cervello.
Ma (ma), tu sei davvero quella sorta di astrazione (Io, anima, coscienza, ego, essere, spirito, energia, etc.) che rientra di più nell’ambito religioso, spirituale, metafisico… piuttosto che, al contrario, una sorta di “intelligenza” che prende vita dal funzionare d’assieme di tutt3 il resto?
“Le divinità vivono in eterno. Ed esistendo sempre e in ogni luogo fondano la durata e lo spazio…”.
Isaac Newton
È una bella citazione, nel senso di… significativa.
Riesce ad ispirare. Ti fa immaginare. Apre il “panorama”.
In un certo senso, entrando in tackle duro, questo pensiero ti permette di scardinare addirittura il concetto di “Dio”.
Innanzitutto, dal momento in cui il riferimento è alle divinità e non alla singolarità “Dio”.
Seppure:
Newton si dimostra estremamente scettico nei confronti sia della Chiesa cattolica, sia di quella anglicana, basando le sue convinzioni religiose sull'unicità di Dio e sulla dottrina di Ario...
Link
Il suo ragionamento “è”, dunque, basato sul potenziale sempre aperto (disponibile) di assunzione al grado di “divinità”, alias:
la “denuncia sottile” dell’esistenza del potenziale stess3.
Non solo...
Questo Spazio (Potenziale) Solido è a favore del “progresso”.
Il problema, tuttavia, sta nel fatto che “il progresso ‘qua così’ è nelle mani – intenzione – umane del Dominio”, il che rende perlomeno dubbio il progresso stesso (se confrontato con il valore assoluto ed universale della giustizia ad angolo giro, che non è e non ha alcuna prospettiva, essendo punto di sospensione).
Cui prodest (a chi giova), allora tutt3 ciò, se (se) non includi la compresenza Dominio, nella personalizzazione (caratterizzazione) del “qua (così)”?
Di fatto, sei in una mezza misura. In un nonnulla.
Nel “bel” mezzo di un deserto, di un oceano, di una foresta, di una prateria sconfinata, tra i monti impervi, lungo un’unica autostrada (via) che scambi per il “tuo” futuro.
In balia degli “elementi” e delle forze della “natura”.