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“Il lavoro nobilita… e rende liberi”:
ma chi l’ha detto?
Un momento.
Non “chi” ha proferito per prim3 tale “concetto”. Di più:
chi l’ha detto che è… così.
Tu sei al singolare:
esisti al compresente (“ora”).
Eppure, basi la “tua” esistenza su ciò che “è già success3”.
Quindi, ti basi su un certo... successo (moda, tendenza, credo).
Certo. L’esistenza è “tua”, e non… tua, proprio per questo motivo.
Perché, succedi sempre “poi”:
automaticamente.
Cioè, sei (in) una conseguenza “misteriosa (nel senso che risulta insondabile, dato che non ricordi)”, che scambi per la tua vita, dato che l’alternativa sostanziale non sembra per nulla attirare la “tua” attenzione “qua (così)”.
Qualcun3 (chi?) e non “gli eventi passati”, ti hanno preparato il terreno calpestabile.
Tuttavia, assumi il passato come “storia (maestra)”, nonostante ogni libro di storia risenta della medesima “Regia (inconfessata)”.
“Ho dimostrato che determinati suoni possono entrare in risonanza con i nostri occhi…”.
Medicus
Tanto che puoi “non vedere nulla, ma avere ‘solo’ sensazioni”:
“Non vedo nulla. Ho solo una sensazione…”.
Medicus
La vista è sopravvalutata.
Del resto, in un mondo apparente…
Nella realtà che si manifesta “qua (così)”, piena zeppa di mistero che così tanto affascina e rende “magica (affascinante)” non la vita ma (ma) la sopravvivenza.
Non è, forse, così?
Tendi a rifuggire dalla troppa “luce”, dalla troppa “chiarezza”.
Da qualcosa che sembra alquanto banale per “te”.
Perché avere ogni risposta, dal momento in cui è più entusiasmante continuare a far finta di giocare, credendoci sempre più a fondo, tanto da dimenticare che si tratta di un giogo.
Tanto da immedesimarti con le sue regole, che non lesinano dolore, sofferenza, morte, disperazione, giustizia di parte, etc. per chiunque nell’AntiSistema.
“Quanto sarebbe scialbo e noioso questo mondo, senza il mistero…”.
Medicus
“La tua mente è così tranquilla. Praticamente inutilizzata…”.
Sherlock
L’intelligenza, questa s-conosciuta.
La s-composizione “descrive e permette”, contemporaneamente.
Nella realtà manifesta “qua” (in qualsiasi versione), l’informazione è ubiqua, sempre compresente, sempre ver3 (quando esprime una falsità, ha registrato la falsità e, come tale, riporta a mente la verità circa la falsità già accaduta).
Come tale, la fake news (ad esempio) è un dipolo:
parte relativa alla falsità soggettiva (interesse, proprietà privata, strategia, etc.)
parte relativa alla verità oggettiva (memoria frattale espansa, informazione ambientale, giustizia ad angolo giro, etc.).
Ciò significa che, a prescindere, puoi sempre (sempre) auto decodificare, da te in te, ogni s-oggetto/evento(situazione) che “qua” – anche se “così” – continua a succedere.
Sì. Il nocciolo della questione - che ti ricollega alla “necessaria (logica)” compresenza immanifesta della ragione fondamentale “a monte”, Dominio – sta proprio nell’accorgerti della ripetizione:
nell’auto replicazione di un solo, unico, immane e-vento “all’alba del sorgere della società umana, che non esisti a riconfermare allorquando, senti parlare (ti viene insegnat3) e riconosci… in termini di progresso, evoluzione, legge, etc.”…