venerdì 14 ottobre 2016

Accertati che il tuo lavoro conduca a qualcosa.


"Neo" piramide (forma gerarchica di comando e controllo wireless)...
Avete tutti ragione e tutti torto”. I sei figli esclamarono all'unisono “com'è possibile?”.
E il padre rispose “io ho visto tutto l’elefante e so che avete tutti ragione, perché ognuno di voi ha descritto una parte dell’elefante; ma avete tutti torto, perché l’elefante intero non è un paio di zanne, né quattro zampe, né una proboscide, né un grande muro di carne, né una coda, bensì tutte queste cose insieme.
La coda o la proboscide, separate dall'elefante, non possono essere chiamate elefante” …
I sei ragazzi ciechi e l’elefante – Piccole, grandi storie del Maestro Paramhansa Yogananda
La condizione di “allo stesso tempo” è una prospettiva (ottica), alias, la quinta dimensione (“dopo” altezza, lunghezza, larghezza e tempo). 
La dimensione (dal latino dimensio, "misura") è, essenzialmente, il numero di gradi di libertà disponibili per il movimento di un punto materiale in uno spazio.
Nell'uso comune, le dimensioni di un oggetto diventano le misure che ne definiscono la forma e la grandezza...
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La quinta dimensione (ottica) è, in un certo senso, l’angolo panoramico perfetto, che permette di farti rendere conto di una intera situazione. 
Ciò, da cui proviene – come diretta/indiretta conseguenza – la consapevolezza, il senso della misura nella quale sei, vai, entri e/o sei già entrat3.
Ora, attraverso SPS (Me)… è emersa e sta emergendo, la prospettiva ottica frattale espansa (memoria); qualcosa che si è come eclissat3, nel/dal tempo dell’avvento della compresenza immanifesta dominante

Qualcosa che è “già successo” e che, perdutamente – nei confronti della relativa “alba” – regola, di conseguenza, tutto quello che “scorre, più a valle”.
Al fine di ritornare a contemplare l’intera panoramica, quindi, occorre ritornare a monte del “momento di è già successo”, a monte della dominante, a monte di quello che, presumibilmente – per te, “qua, così” – è… tutto (quello che sai, quello che ti hanno detto e quello che “sei” diventat3).
L’epica è la caratteristica che ti permette di sviluppare “coraggio”, nelle vesti di quella contro misura, necessaria nella convenzione, al fine di superare la famiglia della “paura” che, come per il carburante del razzo che deve lasciare l’atmosfera terrestre… necessiti di “bruciare”.
SPS (Io) sto portando avanti una attività, basata sulla passione, che “deve portare, per forza di cose, ‘da qualche parte’”.
Dove? Ancora qua, ma… non così. Diversamente, si può.

giovedì 13 ottobre 2016

Felicità è…



"Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice...".
Seneca
La “verità”. La… v e r i t à. Verità:
l'etimologia della parola verità è riconducibile al sanscrito vrtta = fatto, accadimento.
Pertanto il termine verità indica qualcosa di realmente accaduto nei fatti.
Un'altra interpretazione etimologica attribuisce l'origine della parola verità alla radice var- che nello zendo (la lingua dei testi sacri zoroastriani dell'antico Iran) vuol dire credere; del resto anche il sanscrito varami significa scelgo, voglio.
Questa seconda interpretazione etimologica sottolinea, piuttosto che l'aspetto fattuale e reale della verità, il significato ed il valore etico, morale e perfino spirituale della verità o meglio della Verità, perché essa indica ciò in cui credo, ciò che scelgo, voglio, spero.... mettendo in luce l'importanza della libera e volontaria adesione ad Essa...
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La verità è un “fatto, accadimento”. O, meglio, è relativa a qualcosa che si sviluppa e si manifesta, in seguito ad un “fatto, accadimento. Essa è, anche, una “scelta di credere a/in…”. 
E, dunque, di “sperare”. Quindi?
“Dove” accade che qualcosa, che è collegato ad un “aspetto fattuale e reale”, diventa “speranza (alias: attesa)”, giungendo a fondere i due aspetti in un assieme, che diventa qualcosa di auto generante “confusione, indugio, lenta certezza, etc.”?
Il “dove” è… “qua, così”:
nella forma AntiSistemica, che alimenti attraverso il tuo passaggio esistenziale (infatti: se osservi attentamente quello che “ti succede”, a fronte del tuo certo “depauperarti, sino alla inevitabile morte fisica”, avviene il sostentamento dello status quo nel quale, per forza di cose, sopravvivi e non altro;
“altro” che – nella migliore delle ipotesi – corrisponde solamente ad… “effimera poesia”, nel modo di vedere le cose, tanto soggette a sicuro declino, sino al raggiungimento della condizione apparente di “scomparsa dal mondo reale manifesto”).

mercoledì 12 ottobre 2016

Fantascienza: ottica e prospettiva.



Come, la vita sulla Terra può essersi “manifestata”?

Domanda:
tu cosa ne sai? Nulla.
Non sai nulla, poiché, non ricordi niente. Non sai “se c’eri o non c’eri, già”. Ma, nonostante questo, sai solo una cosa, assolutamente irremovibile in te:
“sai che, a partire dalla 'tua' libera auto constatazione, hai una ‘durata limitata’ nel tempo. Per cui, giogo forza, non puoi sapere nulla dell’origine della vita terrestre, dato che, la stessa, data molto prima della 'tua', attuale, forma di esistenza ‘qua così’”.
E tutto questo “non lo sai/lo sai”, a partire da quello che “ti dicono” e da quello che vivi sulla tua “pelle”
Una sorta di esperienza diretta ed indiretta, allo stesso tempo.
Solo che, quella diretta è una tua constatazione, mentre vivi in qualcosa che – di fatto – ti consuma, istante dopo istante (e che, quindi, non sembra ma… tu “alimenti”, visto che “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”), mentre… quella indiretta, semplicemente la apprendi dall'insegnamento del “monolito storico/deviato” (con il quale puoi interagire solo se a – sei un/una espert3 e b – se le tue “scoperte” non fungono da leva per lo scoperchiamento del “vaso di Pandora”, dello status quo “qua, così”).