venerdì 27 maggio 2016

La lente del gigantesco pensatore.


"Onde"...
Adolf Hitler Kampfbahn (Stoccarda, Germania).
Il più importante stadio di Stoccarda porta ora il nome di Mercedes-Benz Arena, ma quando venne aperto (nel 1933) era dedicato ad Adolf Hitler…
Link
Tutto si trasforma (ma lo stadio, rimane lo stadio). Ergo:
la trasformazione è apparente.

In base a cosa, “giudichi”?
Secondo quale prospettiva? In virtù di quale “interesse”?
Se la realtà manifesta “qua, così” è in sostanziale “indebitamento (collettivo)”, verso chi/cosa ha contratto il/undebito?
Ogni decisione passa attraverso persone, che “siedono” in posti nevralgici dell’infrastruttura sociale ma, questo, non è che un livello "palcoscenico", relativo alla modalità decisionale della dominante:
il suo riflesso.
L’eco di qualcosa che “non esiste, ma c’è”.
Non si può vedere l’invisibile… ma, è possibile vederne la manifestazione”.
Michel Montaud
Misura ciò che è misurabile, e rendi misurabile ciò che non lo è”.
Galileo Galilei
Ti accorgi?
Sei conscio/a che, “puoi vedere, sempre, anche laddove ti sembra che non esista nulla da… vedere”?
Ma, come puoi “guardare” – per, poi, “vedere” – se… prima non ti accorgi di una compresenza, non manifesta?
Prima della “scoperta” dell’atomo, come potevi immaginare che esisteva, dentro di te e dentro a qualsiasi “cosa”? Che l’atomo ti “riforma”? Eppure, “oggi” lo puoi vedere attraverso un mezzo ottico di riferimento scientifico
Ora, lascia perdere “quello che vedi e perché credi in quello che vedi, per mezzo della tecnologia”. Concentrati, invece, sul significato stratificato relativo a quello che “osservi”, ossia:
  • alla simbologia frattale espansa “lato tuo, centrale”.
Tu riesci a vedere l’invisibile. Ok?
   

giovedì 26 maggio 2016

L’interno dipinto di esterno.



Continuano le “curiose assonanze”, rilevate da/in SPS. Oggi è il turno di:
  • internati – “classificazione dei detenuti… Il detenuto è colui o colei che si trova in carcere o in stato di custodia cautelare o in stato di esecuzione penale. La normativa distingue chiaramente la posizione delle singole tipologie di detenuti… Per internati s'intendono coloro che sono sottoposti all'esecuzione delle misure di sicurezza detentive (colonia agricola, casa di lavoro, casa di cura e custodia, ospedale psichiatrico giudiziario)”… Link
  • internauti – “termine composto da internet e dal latino nauta(m) (dal greco nautes, che deriva da naus, nave) con cui si designa il navigatore della ReteL'internauta si muove nel ciberspazio, ambiente elettronico in cui le distanze sembrano azzerarsi e il tempo pare unico in tutto il globo (si può ricorrere all'ora universale, la cosiddetta 'internet time'). Il fatto di partecipare – ognuno di fronte al proprio schermo – a un'unica realtà interconnessa ha fatto venire in mente di proporre il concetto di cittadinanza digitale”… Link
E, ancora:
  • interno – “tra/in mezzoche sta dentroche è nell’animo nostro senza palesarsi con gli atti esteriori”… Link
Ricordi la “barca solare del Faraone (trovata, interrata, di fianco a molte piramidi)”? Il dentro/fuori, si confonde in una realtà manifesta per sovrapposizione di stati estrati
Sei dentro e, allo stesso tempo, fuori da qualcosa.
Dentro “in” e fuori “da”.
I gradi di relatività e di assoluto, si trasfigurano, assumendo toni da labirinto di Cnosso. Lì, dentro e là, fuori… costituiscono “qua, così”, lo status quo; un ambiente unico, seppure suddiviso in molti “vani”, apparentemente, diversi.
Un luogo dove le “leggi” vengono fissate in funzione della relativa (e, lì dentro, assoluta) compresenza, non manifesta, dominante.
Se riparametri questa situazione di fondo, nella realtà manifesta “qua, così”, puoi sempre ritrovare le “coordinate (in codice frattale espanso)”, per orientarti e rimanere sempre orientato/a “lato tuo, centrale”. 
Perché è portante, una simile consapevolezza?
Perché, auto mantenendoti “da te, in te, per mezzo del tutto, in ogni sua ricombinazione”, puoi ritornare ad essere la grande concentrazione di massa che, giurisdizionalmente, agisce in maniera tale da riassumere la propria sovranità originale, così ricordando “chi esattamente sei (a prescindere dall’ambiente nel quale, ora, ti ritrovi dentro).
   

mercoledì 25 maggio 2016

L’assoluto, relativo a…


Venature nel marmo, oppure...?
Il mondo è perfetto “così, com’è”… solo che, per accorgerti di ciò, lo devi osservare diversamente.
Il mondo “gode” di quella perfezione, che è tale, solo da un’altra prospettiva, rispetto alla “tua (decentralità)”.
 
Quindi, “il mondo è perfetto, se ad usufruirne senso e sostanza, è la relativa forma di dominante (un assoluto)”. Dio? Il Creatore? No.
Se vai oltre ai simbolismi, di parte (e, questi “termini” lo sono) rimane la simbologia frattale espansa che, seppure sempre compresente, sembra emergere solo quando “te ne accorgi”, conferendo un significato “reale” a ciò che, anche solo un attimo prima, ti sembrava essere qualcosa di evanescente, ossia, di “fine a se stesso (e, dunque, di non esistente sul piano della concretezza)”.
Ad esempio, il significato simbolico contenuto (rappresentato) in una “fiaba”, è per te del tutto trasparente, alias, “non ha nessun valore concreto”, seppure – se ti impegni particolarmente - tu riesca a far tuo il valore “morale” trasmesso (e ricevuto) mentre leggi, pur non riuscendo a trarne, tuttavia, alcun valore sostanziale (la conduzione di vita, procede come se nulla fosse successo e... non cambia).
Differentemente, il valore simbolico frattale espanso, ha una “copertura molto più ampia, rispetto all’usufruire di un singolo termine, in modalità ‘inaridita’”.
La caratteristica frattale espansa, necessita di una lente frattale espansa, cioè… “della tua centralità, lato tuo (un assoluto, relativo)”, che ti permette di inquadrare, allo stesso tempo (sovrapposizione coerente di stati) “la forma del mondo manifesto, relativo, ‘qua così’ e la forma mandante/dominante, alla luce della tua centralità, sovrana, assoluta (trasversalità cosciente)”.
In una simile modalità, tu diventi come l’osservatore super partes, che ha (e mantiene) in sé la panoramica del reale manifesto, estesa al massimo… dalla ragione fondamentale dominante, alla conseguente azione/reazione, o causa/effetto, dello status quo sempre attuale “qua, così”, alla “tua” realtà manifesta senza alternativa sostanziale, all’esperimento in corso d’opera, al fine di evocare e separare il virus dominante, dalla “parte sana, umana”... sino a te.