martedì 9 febbraio 2016

Il labirintico status quo (4)


Quando, la luce, incontra un "corpo di contrasto", si manifesta... illuminando e caratterizzando.
Sei nato/a nello status quo.
Qualcosa che è sempre attuale, perché viene mantenuto, come tale, per mancanza di alternativa sostanziale e, non, perché… “è possibile solo questo modo, 'qua, così', di concepire il mondo”.
La realtà è, prima di ogni manifestazione, un potenziale, un iceberg... dal quale si distaccano (non casualmente) pezzi, che insieme costituiscono il reale manifesto “qua, così” (perché inteso/scelto dalla grande concentrazione di massa, dominante… che non è l’iceberg, bensì, “il terzo incomodo”: il Dominio, il "calore/colore" che agisce sull'iceberg, affinché perda i pezzi, in sintonia con l'agente dominante).
E “se sei nato/a direttamente nel ‘qua, così’”… che ti resta da fare, se non puoi “essere ciò che già sei, ma che hai dimenticato”? Non ti resta che “piangere”, ossia… conseguire, se non ti accorgi.
Ti sei adattato/a. Hai messo radici. Hai creato una bolla nella bolla, facendotela andare bene, anche se… dentro di te, qualcosa, non riesce mai del tutto ad “accomodarsi”, perché è come se ti manca sempre qualcosa, anche quando ti sembra di avere tutto.
- E Junior?
- Non si ricorda niente. Lui, sai… non l’ha mai conosciuta veramente. Così la cosa non lo tocca molto

Il coraggioso
Qualsiasi “perdita” può essere dimenticata, nel tempo e nella diluizione mentale, facendo sempre altro. Avendo sempre “come prima cosa da fare… mille altre cose da fare”.
  

lunedì 8 febbraio 2016

Il labirintico status quo (3)


"Nascere (manifestarsi)"...
Segui il “filo logico”, ovverosia… gli effetti della frattalità espansa, nel momento in cui, consegui o ti accorgi:
la traccia mnemonica frattale espansa, "cambia", in funzione di te.
Se:
  • consegui, (non ti accorgi), le informazioni ci sono sempre ma… non te ne fai nulla
  • ti accorgi, le informazioni vengono “come a galla (ebollizione frattale espansa)”, si evidenziano ai tuoi occhi. Poi, tocca te, la decodifica d’insieme, il “trarne un senso, nella tua più autentica direzione”.
Il labirintico status quo è un “luogo parziale scambiato per totale”, per via monotematica e unilaterale, indiretta e dominante/dominata. Qualcosa che rimanda sempre ad altro (anima, Dio, spirito, al di là, etc.), procrastinando lo scioglimento di ogni dubbio, in un “secondo tempo”... che non avviene mai (loop).
Nel “qua, così”, ci nasci già dentro, per cui:
  • non esiste un ingresso fisico, una porta da aprire e/o chiudere
  • non esiste, per come ti abitui, né l’ingresso, né l’uscita
  • la “prigione perfetta”.
Nel “qua, così”, ci muori dentro, per cui:
  • anche se rinasci
  • non riesci mai a…
In cosa consiste il “filo di Arianna”?
  

venerdì 5 febbraio 2016

Il labirintico status quo (2)


 
Immagina:
un labirinto senza uscita e 1) con un solo ingresso o, addirittura 2) senza ingresso
nel quale “non entri ma ti ritrovi (ci nasci dentro)”, senza memoria alternativa sostanziale, rispetto allo status quo albergante
modello “prendere o lasciare (ossia: prendere)”.
Una dimensione fisica che deriva, come conseguenza, da una dimensione mentale "tecnologica" dominante, non manifesta ma “solo” compresente; una direzione massiva acquisita a mo’ di “comando post ipnotico”.
Qualcosa di respirato, mangiato, bevuto, aspirato, ingoiato, creduto; seducente come la tentazione continua e la relativa dipendenza…
Qualcosa del/nel quale “se non ti accorgi, non cambia mai nulla”. E se te ne accorgi, “è più dura di prima”.
Più “ritorni sensibile” e più “diventi insofferente”, motivo per il quale “ciò che esce dalla porta, rientra dalla finestra”.
Qualcosa che disinneschi attraverso il tuo "campo, più autentico, di presenza centrale, coerente", in te lato tuo (terzo stato).
Qualcosa che “ora, qua, così”, ti sembra assolutamente impossibile, perché “non è alla moda, rinunciare a tutto quello che 'si ha' (rischio), a favore di una vera e propria utopia/pazzia”.


Il rischiare non sembra proprio far parte di te, ormai.
Eppure, il "rischio ti piace" perché lo prendi sempre quando vai a scommettere o quando, ad esempio, metti al mondo dei figli (quali rischi corrono?).
Anche se in questo caso, “a rischiare sono loro”.