mercoledì 29 luglio 2015

Utile “qua, così”.


Alimentazione...
Una mucca o una pecora morte che giacciono in un pascolo sono considerate carogne. La stessa carcassa, trattata e appesa a un chiodo in macelleria, passa per cibo”.
John Harvey Kellogg
La frattalità espansa rende tutto il (con)seguente (alla forma che ordina e prevede il reale manifesto) un surrogato di quello che potrebbe essere (“è” al netto del Punto di Dominio).
Allo stesso tempo, oltre al disinnesco ed all’avvio del programma “Morte” e dei relativi effetti collaterali (corrosione temporale, consumo, consunzione, malattia, depressione, annichilimento, etc.), l’espansione frattale rende tutto il (con)seguente come qualcosa di “leggibile (d)entro”, in merito alla (ri)salita verso la fonte originaria della (f)orma emersa (reale manifesto).
Come a dire che:
tutto (ri)flette la “sua” eminenza.
La “grandezza che con(tiene)” ogni “cosa (ambito, situazione, essere vivente, etc.)” è multipla:
  • (con)tiene se stesso/a, nella formula originale, nativa, al di là di ogni disinnesco
  • con(tiene) il (ri)tratto del Dominio, sempre vivo e cospirante... in linea con il segnale (im)portante.
Che cosa (ri)splende di/in te, allora?
La tua natura? L’amore? Dio? L’anima?
Oppure è tutto questo ma diluito in un oceano molto più influente, che rende la tua memoria/consapevolezza un suono flebile da udirsi solo quando il silenzio è totale (e non lo è mai, “qua, così”)?
Il Punto di Dominio è “tutto”, quando tu vivi ma non esisti nella sostanza. Quando “tutto è compiuto”… ma tu stai ancora “attendendo al varco il nemico, cercando di precederlo”…
Ti hanno sempre parlato del Diavolo. Ti hanno sempre affascinato con l(a/e) religion(e/i).
In realtà:
che cosa ti hanno “fatto”, ment®e ti “raggiungevano (parlandoti)”?
Anzi, prima ancora di iniziare a “parlarti”?
Sei in un progetto, perché sei il progetto.
 

martedì 28 luglio 2015

Come "un rametto nella corrente".



Nella “tua” mancanza di consapevolezza, che cosa diventi?
Un rametto nella corrente.
"Eri" qualcosa di (di)verso rispetto ad "ora".
"Sei" qualcosa di (di)verso rispetto ad "ora".
Dove per “ora” devi intendere una porzione di tempo immaginario (evocato e virtuale), che non passa mai… sino a quando non cambia la (ri)programmazione a cui sei andato in(contro), vivendo progressiva(mente) “qua, così”.
Dunque:
  • “eri” e “sei”, sono stati che coincidono parallela(mente)
  • perché esiste il potenziale ed il manifesto.
Il reale manifesto è una versione “ridotta” del/dal reale potenziale:
  • possibile e impossibile
alias
  • l’(im)possibile (terzo stato).
Il terzo stato non è solo l’unione virtuale e simbolica (potenziale) della scala dei valori “abitabili” nel reale manifesto (alto e basso, freddo e caldo, sopra e sotto, etc.). Allo stesso tempo, il terzo stato non è solo/anche la fuzzy logica (le sfumature che vanno dal bianco al nero, ossia i valori di grigio nel mezzo).
Il terzo stato è, propria(mente), un di(verso) stato fisico “(ri/in)vestibile”.
L’on e off contemporane(o/i) è una condizione pratica dell’essere vivente.
Non è teoria, astrazione, virtualizzazione, evanescenza, impalpabilità, etc.
Essere nel terzo stato equivale ad aprire il proprio orizzonte, la propria “capacità”. Significa abbracciare tutto in maniera altra, (ri)uscendo ad in(quadrare) ogni ambito secondo una prospettiva espansa del “sentire”.
Uno stato fisico, dunque, e perfetta(mente) adottabile da chiunque.
Che cosa significa “vivere dal/nel terzo stato”?
  

lunedì 27 luglio 2015

Un discorso (s)fuggevole.



Fare il prete è un mestiere anacronistico. Sarebbe come fare lo spazzacamino, l’arrotino… lo zampognaro. Io non lo voglio un figlio zampognaro!...”.
Se dio vuole
  • fare il prete è un mestiere anacronistico (come arrivi, da "qua")
  • io non lo voglio un figlio zampognaro (a "qua"?).
Ogni processo intellettivo segue una logica, oppure, “(con)segue ad una logica”:
  • è il piccolo che è nel grande (1)
  • è il grande che è nel piccolo (2).
E non è la stessa cosa ma, sembra, “solo un loop”. (In)fatti:
(1) qualcosa che si ripete in seguito a (di)pendenza, avendo scordato il perché (inerzia)
(2) qualcosa che si ripete in seguito a “pendenza”, avendo ben chiaro il perché (ispirazione).
In un solo concetto: “livellazione gerarchica”.
Può, un loop, auto con(tenere) “tutto (causa ed effetti)”? No (se non ricordi che esiste anche un "terzo stato", che esiste in quanto collegamento impossibile tra le polarità emerse nel reale di riferimento comune).
Senza questa "visione", la causa sarà sempre al di fuori del loop, mentre nel loop vive solo il (ri)flesso della causa. Ergo:
  • il loop non ha in sé l’origine di se stesso, essendo un arte(fatto), una infrastruttura progettata ad hoc per (con)fondere
  • la sua “ragione” sopravvive, non manifesta, al di fuori di ciò che sembra contenuto ed orizzonte (che cela tutto ciò che è al di là).
Allo stesso tempo, la causa originale è nel loop per mezzo della frattalità espansa, che “funziona così”... essendo “neutra e neutrale” (legge e memoria) ma, anche, strumento, alias:
tendente ad (im)piegarsi alle grandi concentrazioni di massa (solitamente… una per volta).
La causa è, dunque, come (de)materializzata e teletrasportata all’interno del loop, che la replica ad “immagine e somiglianza” ma… senza connessioni fisiche apparenti e sufficienti, per cui:
  1. “tu” non (ri)esci a fartene nulla, di questa “(s)coperta originale” (acqua calda e status quo)
  2. sino a quando non muti prospettiva
  3. raggiungendo il tuo centro (terzo stato "lato tuo").