venerdì 18 aprile 2014

La funzione filtrata (ellissi/sfera).



Nei documenti letterari greci a noi pervenuti compare per la prima volta in Pindaro una concezione della natura e dei destini dell'uomo pressoché totalmente sconosciuta ai Greci dell'età precedenti ed espressione di una credenza per molti aspetti rivoluzionaria, la quale, giustamente, è stata considerata come elemento di un nuovo schema di civiltà.
In effetti, si comincia a parlare della presenza nell'uomo di qualcosa di "divino" e non mortale, che proviene dagli Dei ed alberga nel corpo stesso, di natura antitetica a quella del corpo dorme o addirittura si appresta a morire, e dunque, quando allenta i vincoli con esso e lo lascia in libertà...
Il nuovo schema di credenza consiste, dunque, in una concezione "dualistica" dell'uomo, che contrappone l'anima immortale al corpo mortale e considera la prima come il vero uomo o, meglio, ciò che nell'uomo veramente conta e vale. Si tratta di una concezione, come è stato ben notato, che inserì nella civiltà europea un'interpretazione nuova dell'esistenza umana. Che questa concezione sia di genesi orfica non parrebbe cosa dubbia…Giovanni Reale
Si parla, tra l'altro, di “documenti ritrovati”, di “nuovo schema di credenza” e di “concezione”. Ossia, di:
  • filtro (ciò che ritrovi e ciò in cui credi, è tale perché “permesso/filtrato”). Come puoi solo lontanamente immaginare che qualcosa sia stato lasciato al caso?
  • direzione (ciò che pensi di concepire ma, che come l’aria respirata, fa parte di un’atmosfera preparata e condizionata per il respiro umano). Oppure credi che l’aria sia “naturale”?
Lo so… è un inizio di articolo un po’ “forte” nelle sue tinte più sfuggevoli.

Ma è necessario che sia così. SPS va a smontare ogni certezza, favorendo l’inversione della prospettiva. Ciò che sai, ciò in cui credi è solo una delle infinite forme che può assumere questa realtà 3d. Come una lavagna che può accogliere in sé ogni tipo di tratto grafico, che tenti di dare una spiegazione, oppure che funga da auto sostegno, al fine di coprire convincentemente la propria origine “artificiale”, che l’ha concepita…
 

giovedì 17 aprile 2014

Natura dell'Artificio.


Molte cose al mondo non hanno un nome, e molte, anche se il nome ce l’hanno, non sono mai state descritte.
Susan Sontag
Susan Sontag (concedimi la battuta) alludeva, forse, al Nucleo Primo?
Le “cose” possono avere un nome naturale? Oppure, questo… “nome”, è artificiale ossia riferito a quello che qualcuno di “altamente ispirato” gli ha assegnato prima di te?
Tu hai un nome, vero? Ma è davvero tuo? Non te lo hanno dato i tuoi genitori? Tu dove sei in questa scelta? E, poi, all’anagrafe – dal punto prospettico di una macchina – non sei meglio (ri)conosciuto attraverso una cifra alfanumerica chiamata, a sua volta, coll’appellativo di “codice fiscale”?
Qual è, allora, il tuo "nome"? Ti chiami “Tizio e Caio” oppure “come una sigla di numeri e lettere”?
Cioè, tu sei solo questo? Un nome che ti hanno attaccato addosso, come una incisione su di una targhetta? 

Caspita… a cosa ti sei abituato! E, se non hai un “nome”? Beh, sono guai grossi, visto che i documenti d’identità li devi sempre avere con te. Che cosa ti succederebbe se disconoscessi questa convenzione?

Che semplicemente… non esisteresti per questa società. Ma, evidentemente, esistendo… perché proprio in carne ed ossa davanti al Giudice, verresti a costituire una sorta di paradosso dell’identità e dell’identificazione:
una macchina ti saprebbe ancora riconoscere se disconoscessi il tuo codice fiscale? Certamente, sì. È a te che spetta e tocca l’opera della dissociazione dalla serie numerica. In che modo?
Rinunciando ai tuoi apparenti “diritti” (visto che non hai il diretto accesso alla programmazione della macchina). Tu puoi anche vivere ai margini della società, ma… te la senti? E, poi, chi te lo fa fare? E perché lo dovresti fare? Non stai meglio, forse, così?

Sei in un loop: lo vedi?
 

mercoledì 16 aprile 2014

L’orientamento verso casa.


Ecco, se le luci dell’abitacolo non fossero andate in corto, non avrei mai potuto essere in grado di vederla (la scia verde fosforescente delle alghe, frullata dalle eliche delle grandi navi, che guida verso casa), quindi non si sa mai quali siano gli eventi che ti riporteranno a casa
Apollo 13

L'uomo non possiede che due certezze assolute:
il piacere e il dolore.
Esse orientano tutta la sua vita individuale e sociale.
Gustave Le Bon 
Se è vero che una macchina “ragiona/calcola” attraverso le sole due coordinate 1 e 0, allora può essere che il complesso/computer umano, ragioni/calcoli analogamente… utilizzando l’orientamento, derivante dalle sensazioni di dolore e piacere, che altro non sono che “segnali elettrici derivanti dalla circuiteria organica, (ri)traducente ciò che a livello sensorio ha captato, in relazione ad un incrocio fisico/emotivo con una realtà diversa/esterna, rispetto alla stasi/equilibrio in cui versa l’intero organismo, sinonimo di se stesso”.
Ci sono, in questa direzione, delle circostanze convenzionali, centrali nei confronti del ragionamento da cui si trae la sensazione di “essere ed esserci” (chi sei).
Le convenzioni sono relative a quel presunto equilibrio, che funge da “livello zero”, l’alterazione del quale (ri)traduce il segnale per il Pilota, nella direzione che “qualcosa è accaduto/variato”.
Il dolore o il piacere vanno, cioè, a modificare lo stato di “stand by”, che caratterizza lo Human Bit. Stato di "equilibrio convenzionale", che in realtà può equivalere a qualsiasi situazione che l’esterno provoca  (pressione) su quello interno.
Una condizione, per esempio, di schiavitù… convince per asfissia quotidiana prolungata nel Tempo, (ri)configurando l’interno ad una posizione di equilibrio del tutto particolare; non soddisfacente ma risultante del tutto “normale”, lungo l’asse del Tempo e della (im)possibilità presunta di alternativa.

Il dolore ed il piacere orientano, quindi, verso gradazioni di equilibrio diverse. Pertanto non sono, queste coordinate sensoriali, in grado di fornire una rotta esatta per il ritorno a casa del vascello umano.