martedì 18 febbraio 2014

Una sana paranoia.


Solo perché sei paranoico non significa che non ti stiano addosso.
Kurt Cobain
Potremmo azzardarci ad affermare che l'isteria è la caricatura di una creazione artistica, che la nevrosi ossessiva è la caricatura di una religione, che il delirio paranoico è la caricatura di un sistema filosofico.
Sigmund Freud
La paranoia è solo la realtà su una scala più sottile.
Philo Gant
Paranoia; il termine (che deriva dal greco παράνοια, "follia, insensatezza")… nel significato corrente più abituale, in uso soprattutto nella letteratura psichiatrica anglosassone… indica una contingenza di disturbo mentale lucido, caratterizzato dalla convinzione delirante del paziente di essere perseguitato (o, più specificatamente, dall'ideazione che qualcuno o qualcosa abbia intenzione di nuocergli). 

Questa condizione è spesso caratterizzabile come una degenerazione patologica di alcuni tratti caratteriali come la diffidenza, l'inclinazione al pregiudizio o l'insicurezza. Il sistema di credenze di tipo persecutorio viene elaborato dal paziente in modo lucido e sistematico, ovvero non viene in generale a mancare la funzione razionale. In questo senso la paranoia si può descrivere come un caso particolare di disturbo delirante
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La mia persona, per tramite di SPS, è considerabile come “paranoica”?

In pratica… scrivo da anni sempre della stessa “cosa”:
sull’esistenza di una cerchia di controllo totale, attorno/dentro alle 3d, non manifesta e… dunque… non dimostrabile senza l’utilizzo dell’Analogia Frattale, (ri)conosciuta a livello "essenziale" e valida come “prova”, oppure senza che un esponente del Nucleo Primo decida di manifestarsi pubblicamente (ma, anche in questo caso, un simile personaggio potrebbe essere tacciato di mitomania, ovverosia di... avere maturato una forma paranoide di appartenenza).
Sai? Quando narri di una forma polare, come appunto la paranoia, non è scontato ma può accadere che si realizzino forme di collegamento analogiche e non locali, con uno stato simile ma (ri)tenuto, opposto, a livello di credo popolare e per convenzione. 
In questo caso mi riferisco al termine “totalità”.
  

lunedì 17 febbraio 2014

Personalizzare il vuoto.


Squinzi: “Terrorizzati dall'economia reale. Ci sono problemi che rimangono irrisolti dall'inizio della crisi”…
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Ci sono perlomeno due dimensioni (facce), relative alla stessa realtà, che il discorso economico, affrontato per mezzo dei Media, evidenzia per contrasto; un qualcosa che emerge indirettamente dal/nel contesto “realtà e rappresentazione simbolica della realtà”.
  • l’economia reale è quella che vede le famiglie impegnate ad “arrivare a fine mese” (sopravvivere)
  • l’economica “altra” è quella che ruota attorno ad una certa “alchimia finanziaria”, che esiste al di là della sfera concreta e delineata dall’economia regolata dai limiti della Fisica.
In un caso:
esiste un mutuo (contratto) attivato per comprare una casa (fisica), a fronte di un pagamento (rata), derivante dal lavoro (fisico) del “compratore”.
Nell’altro caso:
esiste il punto sopraesposto, al quale vengono agganciate formule e prodotti “eterei” (a leva), basati su una certa “creatività” permessa, nemmeno tanto tra le righe, dalla legge.
È un doppio binario, corrispondente a due vere e proprie dimensioni, connesse tra loro in maniera non paritetica ed esprimenti un peso diverso, in termini di “direzione, spinta, effetto, dipendenza”.

La sfera virtuale della finanza descrive un circolo chiuso (vortice): i proventi rimangono ad un certo livello “dematerializzato”, mentre le perdite si trasformano in realtà fisica, cadendo nel livello sottostante dell’economia reale, proprio come per il “meccanismo” della pioggia. La direzione è univoca:
dall’alto verso il basso.
La spinta è, invece, bidirezionale, ossia:
la prima fase è virtuale (imprinting), elitaria, e corrisponde al livello dell’idea/pensiero/azione ed al Tempo diretto
la seconda fase è reale (loop), massiva, e corrisponde al livello della (re)azione ed al Tempo differito
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venerdì 14 febbraio 2014

In proiezione sul proprio schema.


La saggezza degli antichi è il ricordo di ciò che fu, un giorno, l’umanità.
La saggezza degli antichi è la (ri)prova della ciclicità delle 3d (tutto scorre e tutto torna, ma in forma diversa).
La storia si (ri)pete ma mai nello stesso modo; l’alternarsi dei modelli di (ri)presentazione indica, sottilmente, la presenza immanifesta di un principio intelligente “ordinatore”. La stessa Quantistica indica nella presenza dell’osservatore lo strumento che, allo stesso Tempo, misura e viene misurato, essendo - volente o nolente - incluso nello scenario da (ri)levare (influenza frattale).
Tutto ciò è già accaduto, è già “stato”… e lo stiamo (ri)vivendo, colorato d’altre tinte
Come andò a finire quel Mondo? Che cosa è successo e perché è successo?

Ora, il buon Piero Angela e famiglia (la propria e quella più allargata di “cloni”), ce lo raccontano da interi decenni, vero?

Le “solite cose” (ri)visitate, ogni volta, grazie ad un particolare mix di (ri)nnovamento tecnologico, di Natura spettacolare, e di una “strana dimenticanza” da parte del suo “pubblico”. 


Definisco “strano”, questo stato del dimenticare continuo, che spinge le persone a (ri)vedere sempre le medesime rappresentazioni, solo variate per leggere sfumature a livello teatrale, ma non a (ri)vedere il proprio ideale di base, relativo a quei concetti (ri)petuti nel Tempo, sin da quando erano bambini (io ricordo che, con mio padre, già vedevo Quark nei primi anni 80 dello scorso secolo).