Johann Paul Friedrich Richter
Come viene definito l’Ego?
In psicologia; la consapevolezza di sé, della propria identità.
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L’esistenza è un flusso informazionale, che conferisce la sensazione di continuamente scorrere. Questo “scorrimento” è percepito dagli umani, soprattutto e mediamente, nelle sue componenti che si agitano a livello più superficiale, affiorando molto spesso nelle 3d.
Ogni vicissitudine, registrata dal complesso Human Bit, è il relativo incontro con detti “affioramenti”.
Le correnti che alimentano lo scorrimento, replicano la struttura funzionale e gerarchica dell’Universo di questo Creatore, mediate dalla presenza umana, singola/collettiva, biodiversa e pregna di componenti e dispositivi (equipaggiamento) non del tutto padroneggiati dal proprio punto prospettico.
È come osservare dall’alto di uno scoglio, le acque che s’infrangono sulla scogliera, agitate e veicolate da correnti invisibili e tuttavia più che efficaci. La struttura dello scoglio è quella che attende, immanente, solida, emersa; l’acqua è il mezzo di trasporto per cause/effetti… il modo per manifestare l’interazione di forze non apparenti.
Gli spruzzi d’acqua che si elevano nell’aria, sospinti dal surplus di forza, sono la replica frattale della nascita della Vita sulla Terra 3d:
per il breve istante dell’incontro tra energia manifesta e non manifesta.
Questa immensa emanazione di “onde di forma” è tutta da scoprire, dal punto di vista umano.
Ma, servirà davvero – ai fini dell’evoluzione complessiva dell’individuo, decodificare e comprendere le regole che sottostanno al funzionamento della Natura?
Per ogni domanda c’è sempre più di una risposta.
La domanda nasce e viene “pubblicata” da un punto prospettico del tutto univoco, difficilmente comprensibile da ogni e qualsiasi altra forma incarnata che, a sua volta, personalizzerà la domanda e di conseguenza elaborerà una risposta “personale”.
Questo sicuro, lento ed inevitabile “non capirsi”, provoca la formazione di questa realtà 3d inversa.
Le metafore sono incarnazioni della lingua... e non vi è nessuno tra i popoli che chiami l'errore luce e la verità tenebre.
Johann Paul Friedrich Richter
Eppure, qualcosa ordina cardinalmente le macro strutture sulle quali posa l’intero edificio di questa realtà, infatti… non vi è nessuno tra i popoli che chiami l'errore luce e la verità tenebre.
Insomma, la realtà 3d emersa come “eco” del tuo essere e divenire abitudinario, è certamente "sottosopra", agganciando le funzioni più sensibili della Coscienza, eppure… non vi è nessuno tra i popoli che chiami l'errore luce e la verità tenebre.
Tuttavia, è molto spesso - questa - la via meglio inquadrante la società umana complessiva, alimentante il Pianeta Terra 3d.
Perché l’inversione di tutto, non si abbatte anche sul corrispettivo abbinamento delle particelle di linguaggio - errore/luce - verità/tenebre?
Perché, nonostante tutto, continui ad abbinare le coppie di estremi, nella medesima collocazione a cui sei abituato?
Lo capisci che la configurazione della tua mente è ribaltata, rispetto alla "morale", tuttavia qualcosa la convince sempre ed in continuazione (alimentazione) che le coppie di valori archetipo siano:
- verità/luce
- errore/tenebre.
Perché qualcosa esala dalle profondità biodiverse e continua a diffondere sentore di “fede”.
Ma, se questo qualcosa replica solo la componente biodiversa, che è in grandissima dose minoritaria rispetto alla valenza del credo più affermato e derivante dall’abitudine, allora questo “effluvio” è solo un feedback automatico derivante dalla presenza di una legge/programma:
una eco automatica e probabilmente “vuota”, seppure costituente l’involucro di un “seme”.
Ossia, il circuito complessivo (realtà manifesta 3d + componente biodiversa) si chiude perfettamente, rinsaldandosi in se stesso e cementando ogni possibile via di uscita dal loop.
Se una forza riesce a tenere conto anche dell’apporto della biodiversità, come agente minoritario ma alla base di ogni possibile cambiamento, allora questa forza avrà la possibilità di gestire in toto il programma emerso nelle 3d.
Il Nucleo Primo si avvale di questo meccanismo intelligente di controllo dimensionale, divenendo una funzione ordinata e cardinale presente nelle 3d.
Una volta manifesto, egli intende sopravvivere.
C’è una differenza tra Nucleo Primo (essenza) e Nucleo Primo (composizione), ossia che:
- l’essenza vive oltre alla sua composizione
- la composizione, rinnovandosi, nutre in continuazione l’essenza.
Il frattale che lo dimostra, anche nelle 3d, è la presenza dell’odore in ogni manifestazione vitale organica.
L’odore è direttamente “misurabile” attraverso l’equipaggiamento Human Bit. Ma le emanazioni non si fermano certamente all’odore, bensì procedono attraverso la radiazione energetica emanata a più livelli.
E queste componenti non sono direttamente rilevabili dall’umano medio.
Il vantaggio matematico posseduto da "chi non ha dimenticato", nei confronti di "chi ha dimenticato", poggia su basi di convergenza dell’esperienza, piuttosto che di allargamento/mantenimento della radiazione di fondo posseduta da tutti nel Tempo antico.
L’abitudine all’osservare a corto raggio, come l’utilizzo della vista è costretto nelle grandi città, inframmezzate dalla presenza di alti edifici, dimostra frattalmente che, ad altro livello, è avvenuta una convergenza della visuale in funzione della manifestazione fisica su quella complessiva.
Cioè, l’effetto della convergenza/semplificazione, operata dall’Anima per incarnarsi nelle 3d, provoca una serie di conseguenze nella struttura 3d stessa, di cui l’immagine dell’acqua che s’infrange sulla scogliera è un valido riferimento frattale.
Tutto quello che leggi è una “finzione”, tuttavia se adesso milioni di umani iniziassero a crederci profondamente, ben presto questa “finzione” si tramuterebbe in solida realtà.
Il Nucleo Primo, nella relativa mascheratura di tutti i suoi sottopoteri manifesti nella società umana, non lo permetterà mai…
Egli mantiene il controllo del complesso reale/immaginario/biodiverso derivante dall’osservazione di 7 miliardi di Human Bit.
Sei nella più grande storia. Ti trovi in un fiume del quale non si scorgono le sponde, per cui lo confondi per un velo di consuetudine, che si trasforma sotto l’ordinata intenzione del Nucleo Primo, in una realtà deviata, costituita della tua attenzione deviata e da Tempo e Storia deviati.
Per sua Natura, questa deviazione, ha fissato dei caposaldi nel “terreno”, a cui ti tieni saldamente, per cui la coppia di valori - verità/luce e errore/tenebre, sembra sempre la più plausibile, cardinale ed inviolabile tra le leggi a cui presti attenzione, essere e credo.
Che cosa si evince? Che l’intera opera della “letteratura, derivante dall’applicazione umana ai vari campi dello scibile” è per intero “deviata”.
Questa “ombra” proiettata su di te, ti obbliga a vedere secondo “ispirazione/imprinting”.
Quando un intero modello si struttura in maniera tanto omogenea e si trova al contempo “lontano” dalla sua conclusione del viaggio evolutivo/spirituale, significa che… quel modello è una funzione cardine dell’insieme superiore che lo mantiene possibile.
Ossia, il Creatore contempla attraverso la propria universale presenza all’interno della propria Creazione, questa “necessità” e questa, in maniera inossidabile viene a crearsi.
Tutto ciò che è nel “mezzo” dovrà interpretare la propria "parte", con vantaggi e svantaggi (parziali) inerenti, susseguenti.
Per cui… la coppia di valori - verità/luce ed errore/tenebre è un “inganno” per colui che intende evolvere e progredire la propria equazione al di fuori della cerchia massima di contenimento (Creatore).
Questo inganno è in realtà un “abbraccio paterno/materno” al figlio che presto o tardi si allontanerà da casa… secondo una funzione che evidentemente aggancia un livello superiore a quello del Creatore stesso e al quale, il Creatore, nulla può se non illudersi di mantenere il più vicino a sé i propri figli in “odore di emancipazione”.
Quindi; se ti fermi sotto all’ombra di qualsiasi “albero”, sarai soggetto alla relativa ombra.
Tutto quello che sai, deriva da quello che il controllo ha voluto che albergasse in te.
Ogni grande figura umana di riferimento, rientra in questa ottica d’intrattenimento.
Riflettici sopra per bene, se ti va e se puoi.
Anche questa definizione è una “imposizione”:
in psicologia, l’Io rappresenta una struttura psichica - organizzata e relativamente stabile - deputata al contatto ed ai rapporti con la realtà, sia interna che esterna.
L’Io organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali ed è il principale mediatore della consapevolezza.
Mentre il Sé enuclea la persona nella sua totalità rispetto all’ambiente, l’Io, inscritto nel Sé, è la struttura che percepisce sé stessa ed entra in relazione con altre persone (con il "loro" Io), distinguendole come "non-Io".
Si può immaginare l’Io come il gestore centrale di tutte le attività psichiche, che rivolge verso sé stesso e verso l’ambiente esterno generando, appunto, la consapevolezza propria e della realtà.
Non è corretto assimilare l’Io all’Ego, come si è talvolta fatto per semplice traduzione linguistica. Va specificato che l’Ego corrisponde ad una forma primordiale di Io, così come la si può notare nel bambino, orientato all’affermazione di sé ed al potere. Se valesse l’assimilazione Io = Ego dovremmo considerare che nella gestione consapevole dell'Io rientrino termini come "egoico", "egoista".
L’Io corrisponde invece ad una struttura che trascende l’Ego nella sua crescita in consapevolezza che si è affrancata, appunto, dalle pulsioni egoiche.
Il Sé in Jung.
... L'operazione psicoanalitica consiste nel cacciare l'Io dal ruolo di padrone del sistema psichico, e di conferire invece tale scettro regale al Sé quale nuova identità dinamico-relazionale in divenire, a cui l'Io sottostà come una sorta di servo fedele…
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Chi te lo dice che è così?
Per esperienza, che cosa puoi aggiungere?
Nulla, molto probabilmente, perché non ti sembra il “tuo mestiere”. Vero?
Sei rassegnato e lo si vede anche in questo ambito.
Ma non lo ammetterai mai.
Dopotutto è più semplice percepire la forza, anche senza mai manifestarla e rimanendo per questo in un ambito di utopia fine a se stessa, perché mai messa autenticamente alla prova.
Non c'è nessuno che sia dimenticato più spesso di chi dimentica: l'Io.
Johann Paul Friedrich Richter
Gli sviluppi degli ultimi due secoli hanno avuto come conseguenza la graduale disintegrazione della società tradizionale e del suo significato sociale. Ne vorrei illustrare qualcuno.
Primariamente lo sviluppo del pensiero scientifico e la tecnologia collegata ad esso; in seguito ai geni che sconvolgono il credo tradizionale con le loro visioni, come Copernico e Newton, le persone scoprono il desiderio di conoscere la realtà percepibile attraverso la ricerca e l’esperienza personale.
Il sociologo Giddens e il filosofo Ulrich Beck descrivono in modo approfondito l’influenza che deriva da questi sistemi anonimi onnipotenti.
Beck scrive che, dopo la società industriale, attualmente viviamo in ciò che lui chiama “una società del rischio”. Come singole persone non ci possiamo più ritirare nei nostri bastioni familiari o nelle situazioni private sicure. Non esistono più porte che chiudono, come ci ha fatto vedere ciò che è accaduto a Cernobyl.
Ma anche nel cuore dell’uomo ci sono dei conflitti e possono influenzare delle forze. Qui comunque l’ego individuale riesce ancora a decidere e a fare delle scelte in modo autonomo…
Le citazioni, pur rientrando nell’ambito della “deviazione”, se vengono utilizzate solo come dei riflessi frattali della biodiversità, che può emanare attraverso il complesso umano del singolo – singolo per singolo – possono essere utili per scorgere qualcosa che si trova al di là del “corpo/ombra” che ostacola la visione.
La biodiversità è probabilmente compensata dalla presenza funzionale del Nucleo Primo, ma la biodiversità che può introdurre un umano, quando osserva dal proprio “centro in equilibrio” è una forza capace di andare oltre a detta compensazione di tipo artificiale/meccanico/software.
Tanto per capirci; la citazione seguente è, mediamente, in grado di liberare biodiversità sottile difficilmente compensata dal Nucleo Primo.
Percepire gli Gnomi:
non si deve acuire lo sguardo su una determinata forma rocciosa, ma cercare di eliminarla visivamente, cercando di rilevare su di essa delle condizioni di calore differenziate. Bisogna sforzarsi di non udire, di non vedere, di non pensare o sentire.
Si tratta di concentrarsi solo sulle differenziazioni di calore che appariranno nell’anima a seconda che si percepisca una data superficie rocciosa o metallifera.
Dopodiché occorre smettere anche di concentrarsi sulle impressioni di calore, ma di farlo solo sull’eco di esse, sull’attività che esse hanno messo in moto in noi.
Tali esseri operano soprattutto in tutto quello che è di natura metallica, solida, rocciosa: sull’inanimato…
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In questo Mondo ma non di questo Mondo.
Tra le "fessure" traspare luce di vario tipo; sintonizzati su quella che si armonizza con il tuo centro in equilibrio, ossia con il Cuore – se hai bisogno di un riferimento fisico.
Di questo “non articolo”, trattieni solo quello che è armonico con il tuo Cuore.
Il resto svanirà in te subito dopo avere letto, perché tu sei sotto il controllo di un principio padre/madre molto possessivo che ti vuole bene ma "alla sua maniera".
Non lo puoi giudicare per questo, perché ogni giudizio è solo di parte ed è filtrato dalla “parte che analizza senza avere la piena consapevolezza dell’intero".
Pensa a fare il tuo.
Dipende da te.
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013
Prospettivavita@gmail.com