mercoledì 29 giugno 2011

Nascere/arrivare in modo diverso.




Prima parte.

Dall’alto di un aereo, che viaggia a 900 km/h, non si percepisce la sensazione della velocità: tutto è quasi fermo, come se stessimo 'camminando' tranquillamente. La velocità è diversa da quel punto di vista, è relativa a quella prospettiva proprio come se fosse una frequenza con una propria caratterizzazione

Cambiando frequenza, che in questo caso s’identifica con una diversa altezza, le cose cambiano. Il piano di riferimento diventa la superficie terrestre e la velocità si manifesta: la frequenza/altezza trasforma la 'sensazione d’appartenenza', da quasi ferma a velocissima. 
   
Se rimanessimo in quella situazione d’illusorio immobilismo, saremmo ‘diversi’ rispetto al vivere la densità della superficie? Certamente, sì. 

Seppure ‘immobili’, rispetto allo scenario esterno, ci si può muovere all’interno dell’aereo, ma in uno spazio delimitato, che esula da quello che succede all’esterno. Il freddo esterno non riguarda l’interno. Le condizioni atmosferiche esterne sono diverse da quelle interne, ossia l’interno è ‘artificiale’ rispetto all’esterno: l’interno è ‘illusorio’ e creato apposta per sostenere la nostra presenza. 

La carlinga ci ‘sostiene’ in ogni senso e la struttura tecnologica ha una guida propria, un pilota automatico che ‘promette’ di condurci verso la nostra meta. Ma il pilota automatico è disinseribile ed un essere umano può mettersi alla guida del velivolo al suo ‘posto’, oppure il pilota automatico può subire un guasto, una manomissione, etc. Cosa significa? 

Che siamo dentro ad un costrutto ‘meccanico/illusorio’ atto a permettere l’inscenamento di un programma prestabilito: un ologramma.

È una intelligenza ‘spaventosa’ quella che ha ‘previsto’ tutto ciò.

Giunti a questo punto della trattazione frattale della verità, io intendo sempre immaginare che questa ‘intelligenza spaventosa’ sia riassunta nel Piano Divino, sia il Piano Divino stesso. Non mi ‘costa’ nulla e lo preferisco, nel senso che prima o poi si raggiungerà il livello in cui si può emergere veramente alla luce; sempre che il concetto di ‘luce’ abbia senso una volta giunti alla Sorgente – dove tutto è luce.

Le prospettive cambiano unitamente alla nostra presenza consapevole.

La nostra ‘presenza’ muta il piano vibrazionale in cui c’inseriamo. Cosa significa il rapportarsi a questa multidimensionalità?
  
Lo scaling multidimensionale (MDS, dall'inglese MultiDimensional Scaling) è una tecnica di analisi statistica usata spesso per mostrare graficamente le differenze o somiglianze tra elementi di un insieme… In pratica questa tecnica parte con un sistema con tante dimensioni quanti gli elementi del sistema, e riduce le dimensioni fino a un certo numero N. 

Nel fare questo quindi c'è un'inevitabile perdita di informazione (loss) ed esistono quindi diversi algoritmi per fare scaling multidimensionale, che si adattano meglio alle diverse situazioni di utilizzo: in particolare si distinguono algoritmi metrici e non-metrici.
Da Wikipedia 
 
Scalando il ‘panorama’ abbiamo una perdita di informazione, ma sino ad un certo punto, come dimostrano gli algoritmi alla base della compressione dei dati. Questa ‘perdita’ è immaginabile come il vuoto di memoria che ci colpisce quando ci trasferiamo da una dimensione superiore a quella inferiore, ossia è in un certo senso ‘prevista’. Perché? 

Per vivere il 'viaggio' nella dimensione inferiore in maniera auto educativa. 

Ovvio che lo scenario 3d che ci ospita è interessato ampiamente da questa ‘falla’ nelle informazioni che lasciamo a ‘casa’. In questa maniera l’esperienza è più vera.

La perdita di informazioni non è una vera ‘perdita’, ma un filtro 'passa/non passa'. In realtà le informazioni complete subiscono un processo di ‘semplificazione’ opportuna ed inerente al ‘luogo’ che dovremo visitare, proprio come fare i bagagli per andare in vacanza: una rappresentanza di tutto quello che abbiamo in casa e che, comunque, rimane in casa e non ‘si perde’, come un 'cancellare e riavvolgere', ossia 'ripetere'.

Il movimento è relativo al Mondo percepito ma non è relativo a colui che si trasferisce. È quell’atto del trasferirsi che è senza movimento. Il resto si muove in quanto neurosimulazione realistica. Noi siamo in possesso delle chiavi per eseguire i balzi quantici tra una dimensione e l’altra, ma in questa ‘versione’ non le ricordiamo. Non le ricordiamo dal momento in cui ci identifichiamo con ‘colui che ci rappresenta qua’: con il costrutto corpo/mente.

In realtà non le abbiamo mai perdute ma sono appannaggio della realtà superiore che si muove da piano in piano, a suo piacimento: tutte le nostre Vite sovrapposte, come le dimensioni, e capaci di scorrere allo stesso tempo. Tempo che non esiste ed esiste allo stesso tempo: dipende

Ogni tentativo di ‘comprendere’ lascia indifferente la trama dell’intessuto, risulta fuorviante ed impoverente a lungo andare, perché molto presto ci convinceremo che è tutto maledettamente complesso. In realtà, la situazione in cui ci troviamo è frutto di un ‘teletrasporto’ che toglie dalla scena osservata la ‘causa prima’: la ragione del teletrasporto.

In aggiunta rimaniamo anche senza una memoria completa, per cui ‘appariamo senza avere più nessuna ragione superiore’: la dobbiamo riconquistare.
Chi ‘ci crederà’ se non ci crediamo nemmeno noi in prima persona?   


Secondo l’algoritmo di Kruskal, che troviamo risolto in Wikipedia, i 4 punti da collegare dipendono da un punto specifico, nella fattispecie ‘B’. Se oscuriamo ‘B’ gli altri punti non si ‘vedranno’. È un po’ il concetto di server nel Mondo dei computer. Si instaura una dipendenza, un collo di bottiglia, un ‘difetto’ della rete

Spento il server, gli altri computer funzionano ancora, ma allo stato individuale, ossia come singola entità, senza più avere accesso alla ‘ragione storica della massa di memoria accessibile’. La singola entità può avere degli sprazzi di informazione registrati in macchina e può avere capacità più o meno diverse di poter attivare altre modalità di connessione tra ‘simili’: infrarossi, wi-fi, Blothoot, etc. 

Ecco probabilmente come siamo ‘messi’ allo stato attuale delle ‘cose’. Stiamo attivando una nuova rete di comunicazione per, infine, giungere ancora al server dove sono immagazzinate le informazioni relative alla nostra ‘missione’. Quel 'server' non è ancora ‘casa’ ma costituisce la prima tappa da conquistare, anzi, la seconda: la prima è relativa al risveglio.

Il Conosci Te Stesso sembra la via più veloce di accesso al punto comune, in quanto ognuno di noi contiene l’intera ‘mappa’ olografica che consente di muoversi nelle infrastrutture dell’Universo.

L’algoritmo di Kruskal identifica una verità ma ad un livello ancora ‘inferiore’: non risolutivo della sete di informazione che ci contraddistingue. Un modello ‘circolare’, chiuso, accentrante come gran parte delle verità che emergono analizzando la sfera Celeste attraverso lo stato attuale della mente:

Zone Tributarie.            
Le Zone Tributarie sono i catalizzatori del risveglio del Navigatore di Totalità nello strumento umano al fine di aiutare l’umanità a scoprire il Gran Portale. Sono divise in tre distinte categorie:
 
-  Zone Tributarie del Superuniverso
-  Zone Tributarie Galattiche
-  Zone Tributarie Planetarie
 
Le Zone Tributarie del Superuniverso sono sette e costituiscono il deposito della conoscenza richiesta alla scoperta del Gran Portale per un sistema sostenitore di vita in un determinato universo. Queste sono gli archetipi di tutte le altre Zone Tributarie - sia galattiche che planetarie.
 
Le Zone Tributarie Galattiche sono anch’esse sette e hanno stretta somiglianza con le loro controparti del Superuniverso. Sono generalmente trasposte da specialisti provenienti dalla Razza Centrale e istituite vicino o dentro il nucleo galattico di una galassia sostenitrice di vita che possiede un numero sufficiente di vita intelligente senziente.
 
Le Zone Tributarie Galattiche sono poi trasposte a livello planetario come flussi di dati sensorii codificati. Di solito questo avviene poco dopo che un sistema planetario istituisce la sua prima fase della tecnologia OLIN o network di comunicazione globale.
 
I Sistemi Tributari Planetari sono una serie articolata di contributi in forma d’arte e di testi scritti creati dai membri di una specie che ha interagito adeguatamente con le Zone Tributarie Galattiche nello stato di sogno. In qualche caso, possono includere opere provenienti da altri sistemi planetari della stessa galassia. 

In generale, le Zone Tributarie Planetarie sono create in forma di libri, arte, poesia e film. Non sono flussi di dati sensorii codificati, come nel caso delle Zone Tributarie Galattiche, e sono finalizzate alla preparazione di una specie.
Wingmakers
 
Non esiste solo il modello della nascita per giungere sino a questo Mondo.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

martedì 28 giugno 2011

Persuadere secondo etica: movimento senza movimento.




In occasione del recentissimo lancio del ‘The Blueprint’ da parte di Italo Cillo, ho potuto trovare ampie risonanze tra il relativo contenuto e tutto ciò che ho conosciuto e maturato in questi anni, attraverso le letture e le stesure di articoli in SPS di natura ‘ispirata’. 

Cillo, nell’esordio della sua presentazione, afferma che:
  • il tuo Amore e la tua Passione per l’Attività che svolgi potrebbero essere la causa della tua Rovina!
  • se credi che: successo della tua Attività = dedizione alla tua passione… potresti essere vittima di un errore Fatale!
  • contro ogni previsione, la realtà è il Contrario di ciò che immagini!
Affermazioni forti. Affermazioni che condivido e che mi sento di ‘confermare’. Perché ho sentito di dover chiamare il ‘luogo dimensionale’ in cui ci siamo auto installati, con il nome di Antisistema? 

Perché la percezione di Vita è completamente ribaltata.

Come afferma Cillo: ‘tutto ciò è controintuitivo’. Eppure è così. Questa panoramica o prospettiva permette di ordinare e polarizzare il flusso informativo che viene elaborato dai nostri sensi di base e dalla mente: tutto torna. È semplice, allora, capire perché quello che vediamo accadere nel Mondo è un’aberrazione del concetto base dell’abbondanza universale: perché stiamo vivendo la sua esatta negazione.

Il potere che si occupa di questo sulla Terra 3d, è un’energia di controllo e separazione di Natura egoica. Il frattale che lo dimostra molto chiaramente è la ‘figura’ del monarca e della linea di discendenza e amministrazione del potere stesso: la nobiltà.

Nell’arco variegato descritto dalla storia deviata, tutto ciò era molto più evidente nel passato, quando la società era platealmente suddivisa e faceva parte delle proprietà di famiglie, casati, linee nobiliari, etc. le quali amministravano la Vita della massa attraverso la regolazione dell’attività nei campi, il loro mantenimento nell’ignoranza, l’evidente stato di guerra continuo, le malversazioni più disparate, l’unione d’intenti con il potentato delle religioni: una vera e propria società a delinquere insomma. Non c'è punto di vista che tenga... a parte, paradossalmente, il Piano Divino.

Un altro evidente frattale è la nascita di organismi nazionali e sovranazionali, poi, come quelli che possiamo conoscere con nomi pittoreschi, quali ‘Mafia’.

Che cosa rappresenta la figura di un Dittatore, oggi? Viene molto spesso evidenziato, dagli organi dei mass media, come questa figura sia assolutamente negativa. Il potere più grande che giudica quello più piccolo. Potere più piccolo che è fatto ad immagine e somiglianza di quello più grande. Potere più grande che si ‘trasforma nella forma’ ma non nella sostanza, e per fare questo, mette in risalto l’opera delle sue sfere minori, facilmente sacrificabili alla luce del cambiamento che sta avvendendo in tutto il Sistema Solare. 

La caduta e la cacciata, imminenti, di Gheddafi esprime lo ‘sgancio’ del Dittatore da parte della struttura madre da cui deriva per ‘ispirazione’. È un capro espiatorio che serve a ‘ciò che rimane’ per insabbiare lo stato dell’arte. 

La massa rimane confusa ed è come gettare manciate di sabbia negli occhi. Ma è un tentativo terminale di un potere in fuga, che teme per la propria sopravvivenza: l’atto finale che conduce alla ‘resa’. Un modello a ‘cupole’ che perde pezzi. 

Il sistema finanziario globale è pronto per collassare su se stesso. 

I Governi stanno facendo qualcosa per evitare la caduta? Per nulla. Hanno tirato i remi in barca. Perché? Perché s’intuisce quando non c’è più nulla da fare. I generali nazisti lo capirono già molto tempo prima che gli eventi iniziassero a precipitare, che ‘era finita’. Lo si ‘sente’… 

Esiste tuttavia anche una stretta figura di irriducibili che non riescono a contemplare altra via al di fuori  di quella tracciata, ed il vero pericolo viene da costoro, i quali hanno molto probabilmente il controllo militare della situazione. Il Pianeta è grande e la popolazione numerosa: se si agisce con la forza sulle masse, queste si metteranno su un cammino di fuga, dando luogo al caos che permette ad un regime che sta cadendo a pezzi di poter dire ancora la sua attraverso l’uso della forza e la possibilità di risolvere le ‘cose’ tramite azioni dirompenti e violente.

Il codice che si instaura in situazioni di questo tipo è di tipo ‘marziale’, e i diritti delle persone vengono messi in secondo piano, per cui cosa deve accadere per far sì che questo ritorno di fiamma militare non possa procurare troppi danni? 

Occorre un potere esponenzialmente superiore che intervenga finalmente con decisione.

Esiste, allo stato delle ‘cose’, un simile potere sulla Terra odierna? Sembra proprio di no. Per cui l’intervento richiesto deve giungere da ‘fuori della Terra’. Il frattale è l’esistenza dell’Onu e la sua capacità di autorizzare interventi di Polizia internazionale

La corruzione dell’Onu è da tenere in considerazione in funzione del potere imperante allo stesso livello di rappresentanza, ma al livello superiore di ‘ispirazione’ la sua figura è concepita come organismo necessario in funzione del dato momento storico che intercorre. Ossia, venendo meno il potere 3d che influenza l’Onu, l’Onu stesso recupera la sua funzione ideale ed equilibrante.

Ciò che deve giungere da ‘oltre la Terra’ non è un Salvatore ma una manifestazione massiva di esistenza oltre le nuove Colonne d’Ercole: probabilmente la manifestazione di una Federazione Galattica

Il concetto di ‘Salvatore’ è legato ad una prima fase del risveglio globale. Ora è di estrema utilità agganciare un modello concettuale legato all’appartenenza di un ordine superiore, dove per ‘appartenenza’ occorre dare un significato più esteso del mero atto ‘dell’appartenere’.

Per appartenenza intendo la libera adesione ad un modello esistenziale nuovo, diverso da quello scolpito per tanto tempo nel concetto di paradigma attualizzato

Le dinamiche che occorrono in Terra 3d lo dimostrano a pieno. Il modello sociale umano attuale è contestualizzato nella Verità olografica e frattale, la quale scorre dappertutto senza possibilità di essere cancellata dalla struttura dell’energia. Per questo ognuno di noi è ‘diverso’ e le impronte digitali confermano senza ombra di dubbio questa vera e propria ricchezza. La materia è intrisa di Verità

Stiamo cambiando.

Tutto nell’Universo è energia caratterizzata da una vibrazione, la quale è modulabile attraverso una frequenza: il ritmo oscillatorio della Terra, la frequenza Shumann, sta passando da 8 a 13 Hertz.

La frequenza si alza, la vibrazione si alza, l’energia si alza; cosa significa? 

Che gli organismi presenti sulla Terra e la Terra stessa sono sottoposti ad un cambiamento. Un essere vivente ed uno apparentemente inanimato sono caratterizzati da una diversa vibrazione esistenziale: entrambi sono però ‘vivi’, senzienti

L’innalzamento vibrazionale comporta delle modifiche anche fisiche. 

Si dice che per contenere più luce, il corpo deve divenire più cristallino: ossia deve adattarsi anche fisicamente. Tra il primo film delle Cronache di Narnia ed il secondo, ad esempio, la Natura ha smesso di parlare con gli esseri umani; è cioè intervenuto un cambiamento vibrazionale, in questo caso negativo, che ha permesso la creazione di una barriera tra regni diversi della Creazione: è quella una fase di ‘discesa’ nella densità della materia

Oggi viviamo l’esatta fase opposta, ossia quella dell’ascensione: un fenomeno naturale di ri salita del ‘cammino’. Un ritorno verso 'casa' attraverso una situazione individuale e di massa molto più ricca rispetto all’antica venuta: a questo è servita questa esperienza nelle 3d.

Il suono è una manifestazione legata alla Creazione; Steiner ci dice che in un futuro procreeremo attraverso l’utilizzo della ‘voce’, per cui il concetto di differenza sessuale non avrà più senso alcuno. Diverremo organismi a sessuati, dal punto di vista odierno della ‘visione’. Ossia ci avvicineremo al concetto di ‘verbo’ o di ‘respiro di Brahma’:

Come il lampo che illumina la tenebra, dal Nulla scaturisce il Verbo. Esso è il principio ordinatore, nerbo della sostanza: Il Verbo trasforma la Sostanza Prima, la ordina, la conosce tutta e la irrora di nuova vita.
Link 
 
La continua azione di espansione e contrazione, genera entro lo spazio un moto, che gli orientali chiamano ‘respiro di Brahma’. Nella metafora che Dio, respirando, emani e ritiri l'universo, così da farlo ciclicamente scomparire e ricomparire.
Link 
 
Mère parla di ‘movimento di coscienza’ senza movimento: ‘noi siamo costretti ad usare parole che parlano di movimento perché per noi tutto si muove sempre, ma questo mutamento di coscienza non è un movimento…’.

Ecco una riflessione d’una lungimiranza tale da permettere di ri comprendere un’alternativa: il movimento senza movimento – la presenza totale… 

La Luna che mostra sempre la stessa faccia verso la Terra: curioso, vero? La Luna è l’astro a noi più vicino e l’unico direttamente osservabile ad occhio nudo. Ebbene, cosa vediamo direttamente, senza la necessità di avere una strumentazione altamente tecnologica e costosa? Che ‘non si muove’.

Certo, la spiegazione fisica e razionale c’è, ma non è questa la ‘chiave’ di lettura a cui io alludo in questo articolo. La famosa esclamazione ‘eppur si muove’ è alla base del movimento ‘fisico’ della Luna: il desiderio, l’intenzione di osservare il movimento, di poter partecipare, di poter usufruire della sua ‘compagnia’

Un modello ispirante in cui ci sentiamo ‘soli e abbandonati’ senza quel movimento: ed il movimento, infine, è giunto proprio secondo il nostro desiderio. Movimento che contribuisce al perpetrare l’inganno del paradigma olografico in corso: la matrice che ci ha.

Movimento che permette di ‘misurare’ lo spazio ed il tempo ed, al dunque, la nostra presenza 3d.

Domani la seconda parte.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 27 giugno 2011

Momento psichico e deja vu.




Quest’oggi vorrei scrivere a proposito di una ‘sensazione’ molto strana che 'mi prende' sempre più ultimamente. Non ho ancora ben compreso di cosa si tratti e come venga scatenata. So solo che la vivo con sempre maggiore intensità e con frequenza progressiva. Di cosa si tratta: ecco.  

Che cosa è un ‘deja vu’?
 
'No, tempo, non ti vanterai del fatto che io cambi! I tuoi monumenti, per me, non sono nulla di nuovo... solo nuove vesti per cose già viste' – Shakespeare.

L'esperienza del déjà vu è accompagnata da un forte senso di familiarità, ma di solito anche dalla consapevolezza che non corrisponde realmente ad una esperienza vissuta (e quindi si vive un senso di ‘soprannaturalità’, ‘stranezza’ o ‘misteriosità’): l'esperienza ‘precedente’ è perlopiù attribuita ad un sogno. In alcuni casi invece c'è una ferma sensazione che l'esperienza sia ‘genuinamente accaduta’ nel passato… Alcuni ritengono che il déjà vu sia il ricordo di sogni

L'ipotesi è che, seppure vengano solitamente dimenticati prima del risveglio, i sogni possano lasciare qualche traccia non comune all'esperienza presente nella memoria a lungo termine. In questo caso, il déjà vu potrebbe essere il ricordo di un sogno dimenticato con elementi in comune all'esperienza presente.
Da Wikipedia 
 
Sin dalla tenera età mi sono sempre capitati simili episodi, come penso capitino a gran parte di noi, tuttavia una volta, non ricordo in quale circostanza, riuscii a ‘smentire’ la sensazione di un deja vu, ricordando esattamente la similarità della scena vissuta/osservata, in quel momento, con un’altra vissuta in precedenza: ricordo che per molto tempo non provai più nessun fenomeno di deja vu

Come se la mente si fosse deprogrammata o, forse, ‘offesa’ per un simile atto di coordinamento fra ricordi assolutamente legati a questa Vita, ossia ben identificabili e riassumibili secondo una fredda logica di somiglianza. Dunque tutta la poesia legata ad un simile ed affascinante ‘momento’ va gettata per intero nel ‘cestino’? 

Penso proprio di no. Perché? Perché, dopo qualche anno, iniziai ad avere/vivere una diversa modalità di deja vu: molto più profonda, intensa e apparentemente complessa rispetto alla sua ‘prima’ versione

Ecco dei brevi esempi:
  • se passo davanti ad edifici, d’ogni tipo e caratteristica, ‘sento’ che viene instaurata una strana sorta di comunicazione tra me e ciò che sto osservando
  • andando in giro in bicicletta, molto spesso vengo colpito da intensi flussi di informazioni che si abbattono su di me come se fossi una vera e propria calamita.
Rispetto ad un deja vu ‘classico’ questi ‘nuovi’ momenti sono molto più intensi ed avvolgenti. È come entrare in una nuvola di emozioni diverse o monotematiche, dipende. L’esempio più lampante è quello dell’aereo che s’infila in un enorme banco di nubi bianche, 'intercettato' solo quando vola ad una certa altezza. 

Al di sopra e al di sotto, le nubi non interferiscono, ossia occorre che s’instauri una eguaglianza d’altitudine che, nella fattispecie, può corrispondere ad una vibrazione dell’essere

Che cosa rappresentano questi episodi, estremamente profondi ed alteranti il momentum che vivevo sino ad un attimo prima d’infilarmi nella ‘nube’? Molto probabilmente: uno stato di coscienza ‘alterato’. Quindi, non solo un innesto mnemonico legato ad una somiglianza vissuta o pseudo vissuta, ma molto di più. Il termine che riesco ad agganciare quando ciò accade è: connessione.

Nel ‘Diario di Mère’, la cara amica Loredana ha trovato una sorta di spiegazione di quello che potrebbe accadere. Penso che si tratti della medesima cosa che capita anche a me. Per ora leggiamo alcuni passi dal suo prezioso diario, con la consapevolezza che si tratta di un incrocio sincronico, per cui molto attendibile:

Avevo avuto dei ricordi che mi avevano sempre colpito per il loro carattere particolare… Era come provare… non si può dire proprio l’emozione, ma una certa vibrazione emotiva di una data circostanza. Perché è questa la cosa piena, che rimane, che dura. E allora, viene insieme una percezione un po’ vaga, un po’ sfocata, delle persone che c’erano, delle circostanze, degli avvenimenti – ecco cos’è che crea il ricordo psichico. Spesso non sono per niente gli avvenimenti che la mente considera più memorabili o più importanti in una Vita; ma i momenti in cui, appunto, lo psichico ha preso parte – ha preso parte coscientemente – all’avvenimento. È questo che rimane...

Che cosa è questo ‘essere psichico’?

La domanda di un suo allievo potrà rendere più chiare le idee:

di Vita in Vita le vibrazioni dell’essere sviluppano, arricchiscono e formano la personalità che sta dietro la personalità di facciata. Allora come fa l’essere psichico, appesantito da queste vibrazioni e questi ricordi, a restare libero?
 
Considero, per quello che posso percepire io, l’essere psichico come l’Anima o una sua estremità individualizzata nella mia incarnazione. I tempi della Pnl affinchè avvenga una nuova programmazione nella mente, sono di circa 21 giorni. L’amico Carlo intensifica questa espressione, affermando che mediamente occorre quel numero di giorni affinchè tutte le nostre personalità diverse emergano in noi mentre stiamo vivendo

Una volta che tutte le personalità hanno ‘registrato’ il cambiamento in ‘presa diretta’, il cambiamento stesso può radicarsi in noi. 

Cosa rappresentano queste personalità diverse, che rispecchiano parti anche opposte della nostra ‘appartenenza’? Forse il nostro carattere? Le nostre ‘Lune’? I nostri lati diversi che esprimiamo quando cadiamo in contraddizione con noi stessi? La nostra mancanza di coerenza? Il fatto stesso di avere una intera famiglia di parti dentro di noi, ci rende quel complesso sfuggevole di intima e profonda capacità di essere, in realtà, sempre diversi. Un deja vu ci colpisce intesamente proprio perché ricollega in qualche modo ‘scene coerenti’, come se fossero delle ripetizioni in un’orchestrazione sempre diversa

Nella ciclicità degli eventi, ci può stare una lettura come questa, pur essendo inserita nella biodiversità più assoluta. Secondo me, la ciclicità rispecchia una forma di ‘economia’ naturale, un loop a cui 'tutto tende', un mix di stretta dipendenza per la mente che come una tossicodipendenza assume le vesti, che per default tendono a ‘placarla’ in un mare illusorio di quiete e controllo

Come se la mente fosse alla ricerca di un lido in cui potersi lasciare andare, finalmente, in santa pace. Una modalità di fuga da tutto e da tutti, persino dalle proprie ‘ombre’ che attanagliano la visuale, il respiro, l’attimo presente tramite il ‘resto’ del tempo vissuto e da vivere.

Il meccanismo della reincarnazione è un esempio svuotato di valore dal fatto che tutti sentono di essere stati Napoleone, Giulio Cesare, Cleopatra, etc. Ossia tutti hanno un ‘ricordo’ di sé legato a personaggi famosi della storia; per questo motivo la ‘morale’ logica moderna tende a dire che ‘ciò non è chiaramente possibile’. Ma leggiamo cosa dice ancora Mère:

Quando uno mi viene a dire: io ero quello lì, io ero quello là’ e così via, per me sono solo storie. Si tratta invece di forze, di stati di coscienza che si manifestano in date individualità, in certi momenti di una loro Vita e che, qui o lì, hanno avuto un concreto contatto con la Materia. E tutte queste cose – un poco alla volta, un poco alla volta – si mettono assieme una dopo l’altra, formando un essere cosciente... 

Non che io sia stata questa o quella persona tutta la Vita: sono stata il momento psichico importante di quelle esistenze… Adesso che tutto sta come venendo al pettine, le cose riemergono così, in quanto parte del lavoro. Perché… le cellule, al momento in cui avevo avuto queste visioni, vi avevano partecipato, in parte: nel senso che ne avevano sentito la vibrazione, dentro di loro; tutte quelle vibrazioni hanno partecipato insomma alla formazione di tutte queste cellule, e adesso loro le rivivono. Sicchè ora hanno una possibilità di ampliarsi, di differenziarsi, di sintetizzare, di coordinare certe cose. Con l’impressione di avere vissuto così da tanto, ma tanto tempo.

Questa meravigliosa e stringata spiegazione/sensazione è meritevole di fare comprendere come così tante persone possano pensare di avere vissuto antiche gesta relative allo stesso personaggio: semplicemente agganciamo un ‘potenziale’, un legame psichico inerente a quel dato accadimento. È come se guardassimo un film alla televisione pubblica: ognuno di noi lo può fare

Quando usciamo da una sala cinematografica, per qualche minuto ‘siamo’ il personaggio principale; ci muoviamo e pensiamo come lui. Ecco, probabilmente agganciamo un segnale di questo tipo: una modalità dell’essenza replicabile, respirabile, indossabile, proprio come il concetto di ‘maschera’ pirandelliana: uno, nessuno, centomila.

Ora, però, intendo arricchire ulteriormente questa visuale appena descritta, andando ancora molto più al di là della descrizione di primo approccio con un deja vu. Abbiamo detto che:
  • non che io sia stata questa o quella persona tutta la Vita... sono stata il momento psichico importante di quelle esistenze
  • adesso che tutto sta come venendo al pettine, le cose riemergono così, in quanto parte del lavoro
  • le cellule, al momento in cui avevo avuto queste visioni, vi avevano partecipato, in parte... nel senso che ne avevano sentito la vibrazione, dentro di loro.
Per come sto vivendo io queste sensazioni, sempre più intense e, dunque, ‘opera del lavoro’, posso riassumere che:
  • il momento psichico è legato ad una coordinata spazio/esistenziale e inerente ad una particolare ‘vibrazione’ del presente che attualmente ci caratterizza.
L’esempio è quello di procedere in bicicletta per le vie che, progressivamente, ‘conosciamo’, attraverso un particolare stato d’animo ‘predisposto ‘alla introiezione, alla sensibilità verso l’esterno, come a dire ‘con le antenne levate’ o aperti alla ricezione

A quel punto, allora, potremo agganciare dei potenziali legati al tal luogo che stiamo attraversando.

A me capita che, passando per la piazza centrale di vecchi piccoli paesi, sia letteralmente investito da ondate psichiche di ricordi, nostalgia, urletti di bimbi gioiosi, immagini di vecchi portoni di cortili in cui le rondini avevano i loro nidi… Riflessi di me oppure di altri?
 
Penso, in realtà, che si tratti di una stretta miscellanea di ‘aromaticità’ e quel ‘punto’ sia il frutto di una connessione ad un’ingresso nella ‘matrice’, come se avessimo trovato una porta Usb a cui collegarci al fine di scambiare ‘dati’ o 'punti di vista'

In quel momento tutto è idoneo alla connessione ed allo scambio. Il momento psichico non è solo nostro ma comune, s’innesta come un affluente nel letto del fiume maggiore. È certamente opportuno vivere quella sensazione e sincronicamente auspicabile interscambiare esperienze relative a tempi diversi. Il mix che permette di ‘navigare’ oltre il punto di giunzione è relativo alla nostra particolare vibrazione: quella è la chiave di accesso

Il frattale esistente nelle 3d è costituito dai punti di accesso a internet tramite wi-fi… senza la ‘chiave’ di accesso il segnale non viene colto e la ‘rete’ rimane inaccessibile.

Molto spesso sento una grande ‘tristezza’ provenire dalle case che fiancheggio. Edifici ‘spenti’ che languono in una bassa energia o nell’energia dei trascorsi, che rimane impaludata in circoli viziosi. L’Antisistema ha consentito lo sviluppo di edifici del tutto inadeguati al sereno e salubre scorrimento della Vita 3d.

Case che esprimono una simile funzione irradiando energie emozionali negative – emotività o momento psichico che mi avvolge quando sono in uno stato d’animo particolare. Quel preciso ‘istante’ non è mio, non mi appartiene, ma viene agganciato e vissuto come tale e, molto spesso, confuso con un nostro lato che ci sfugge

L’opportunità di quel momento sarà tale da contraddistinguere ciò che ci ‘appartiene’ da quello che ci ‘assale’. 

Scindere questi due diversi lati della medaglia corrisponde a conoscere meglio se stessi e quello che ci circonda come diretto frutto della nostra ‘immagine’ interiore: in quel senso la tristezza e la nostalgia provate/sentite, diventano il riflesso di qualcosa che davvero ‘lamentiamo’, ma non nella Natura dell’osservato in quel momento. 

Le differenze sottili tra i 7 livelli degli specchi Esseni sono notevoli.

Sto ‘lavorando’ ad una versione ampliata del concetto di reincarnazione, di cui la visione d’insieme, espressa oggi, è una parte costituente importante.
 
Ighina sosteneva che la reincarnazione non esiste

Pur rimanendo convinto che siamo eterni, inizio a maturare l’idea che quell’uomo non stesse esprimendo un punto di vista tanto bizzarro. Secondo me, e mi fermo qua per oggi, la reincarnazione ‘è vera e falsa’ allo stesso tempo, proprio come la scienza dei quanti ci ha insegnato ‘filosoficamente’ a percepire. 

Il punto di differenza o di momento psichico, fa la differenza. Da ‘dove’ osserviamo? Gli stati possibili in cui possiamo trovarci non sono due ma, bensì, tre:
  1. on
  2. off
  3. on/off.
Il terzo stato quantico ‘on/off’ è quello più ‘magico’, in cui tutto è possibile e rappresenta il momento presente.

La miscellanea tra tutte le possibili combinazioni. 

Il punto prospettico da cui osserviamo lo scorrere degli eventi con ‘viva’ partecipazione ‘psichica o animica’.
 
Quel ‘momento’ in cui il regista afferma ‘ciak, si gira’

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com