martedì 17 maggio 2011

Partecipare senza separazione (2).



Ecco la seconda parte dell’articolo.


Non importa cosa si dica o cosa si trasmetta, importa l’ottenimento di quell’entità del risultato, ossia la partecipazione separativa della massa. Gli ‘attori’ siamo noi e lo sono anche gli speaker e gli addetti ai lavori. 


Ognuno di noi è un ‘attore’. 

La televisione non è altro che un frattale del gioco della Vita. Abbiamo visto, nel recente passato, chi siano i diretti responsabili della nascita, propagazione e mantenimento di questo ecosistema: le entità parassite che ‘ci hanno’. Entità che devono essere inquadrate necessariamente da un livello superiore dell’osservazione e della consapevolezza. Per cui il loro operato è da inquadrarsi da un unico punto di vista evolutivo di ogni Human Bit sulla via del ‘Conosci te stesso’. 

Una via scambiata come egoica solo a prima vista, superficialmente, senza consapevolezza. Per capirlo meglio dobbiamo aumentare il focus su questa vera e propria dinamica o corrente esistenziale

Il mondo è sempre più egoista? 

Abbiamo ordini ed associazioni, organizzazioni e strutture, albi ed altri tipi di unioni identificate proprio da una forma di appartenenza di stampo protettivo e conservatore ed, infine, di tipo egoico. È una cosa buona o cattiva? Dipende dal chi è, e dal dove si è, ad osservare

In realtà questo riflesso non è giudicabile. 

Perché? Perché è solo una emanazione dell’evoluzione in corso, basata proprio sulla concezione conoscitiva di se stessi: è un frattale grossolano, dunque l’associarsi per difendere un proprio ‘diritto o privilegio’, del più che diretto flusso evolutivo sempre in corso. Un frattale che si espone al giudizio di chi non appartiene ad un determinato ‘ordine o gruppo’. Un frattale tuttavia esemplificativo, in quanto esponente di un ingrandimento del ‘singolo alla ricerca di se stesso’ ed, in questo, capace di evidenziare il fenomeno evolutivo del ‘Conosci Te Stesso’. Mi scuso per le ripetizioni, ma è un concetto un po’ complicato da esemplificare.

Cosa è una ‘class action’?

 
Negli Stati Uniti la class action svolge un’importantissima funzione di regolazione del mercato e di controllo dei rapporti tra singoli cittadini e soggetti giuridici più forti, come le multinazionali, le banche, le assicurazioni… La class action realizza una duplice funzione: da un lato consente un effettivo accesso alla giustizia ai singoli cittadini, dall’altro si pone quale meccanismo di deterrenza e di controllo nei confronti delle condotte illecite poste in essere dalle imprese… La decisione del giudice vincola tutti coloro che si trovano nella stessa situazione del soggetto che agisce, anche chi non ha aderito o partecipato al giudizio... (negli USA, non in Italia).
Da ‘Azioni di classe? Vai sul sicuro’ – Guide ai Diritti / Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino.


Ecco ancora i due tipi di partecipazione separativa e condivisiva, questa volta tracciata da nazione a nazione. Mettersi insieme e farsi valere al fine di ottenere un qualche cosa di condiviso pur riguardante ogni singolo partecipante. Esistono delle dinamiche nelle dinamiche che rendono complesso il comprendere le correnti evolutive in corso.  


Un esempio sono i 7 specchi esseni che ‘narrano’ differenze sempre più profonde della messaggistica universale all’opera. Se il primo specchio è facilmente osservabile, il settimo è veramente ben ‘nascosto’, anche se abbiamo sempre la possibilità di aumentare la nostra ‘visione’ osservando da un piano diverso la struttura panoramica. Salendo di vibrazione o consapevolezza, possiamo trascendere le differenze nascoste nei riflessi degli specchi tridimensionali.  

Ad esempio è più facile capire cosa succede in una nazione se osserviamo da fuori della nazione stessa: saremo più lungimiranti e meno dediti al ‘rumore di fondo’. Anche questo è aumentare la nostra consapevolezza, la nostra vibrazione personale. 

Entrare a far parte del personale di un’azienda permette di vedere le cose in maniera diversa da tutti coloro che ne fanno parte da anni. La nostra visuale è sgombra da forme pensiero imperanti, ma sarà sufficiente trascorrere del tempo, anche non molto, al fine di esserne invinghiati a nostra volta. Cosa succede? 

Che il nostro campo energetico si accorda a quello più forte dell’intero ‘gruppo’. Il nostro cammino personale passa da quello del gruppo. Non sarà certamente un caso, tuttavia esistono infinite gradazioni di quella immagine in cui ci siamo addensati. Quanto decideremo di stanziare? E perché? Sono domande bizzarre se non siamo in sintonia con noi stessi e se non viviamo nel momento presente eterno

La dinamica espressa da Facebook nel tentativo di ottenere l’autorizzazione di tutti noi, nel riconoscere come ‘concreti e affidabili’ i crediti maturati nel circuito omonimo, rende molto bene l’idea del come sia potuto accadere l’espandersi, la materializzazione, delle forme di monetizzazione in vigore nei Paesi del Globo al giorno d’oggi. 


Che differenza c’è tra il Monopoli e la realtà percepita? 

Nessuna se non il nostro grado di ‘viva’ partecipazione. Senza la nostra presenza attiva, un dollaro ed un soldo del Monopoli sono assolutamente uguali: carta contro carta

Un Mondo basato sul denaro, come fine, richiede una partecipazione di tipo separativo. 

La torta è una sola e finita e noi partecipiamo, competiamo, per averne una fettina, a differenza della partecipazione spirituale/condivisa che prevede una torta che aumenta esponenzialmente attraverso il nostro ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’. 

Partecipare alla gioia altrui è espandere la gioia stessa, dunque gioire con gli altri per un qualcosa che è di altri rappresenta un potenziale che difficilmente riusciamo a comprendere. No? Come può essere che io possa gioire per un risultato altrui ed ottenere il medesimo stato d’animo? Non lo possiamo comprendere sino a che ‘ragioneremo’ con lo strumento dell’avere, del materiale. 

Ciò che si espande, come diretto risultato della nostra partecipazione, è un qualcosa che esula dal materiale, un qualcosa di etereo come l’Amore, ad esempio. Un qualcosa, però, in grado di smuovere persino le montagne. Il ‘Conosci Te Stesso’ si applica sia che siamo con gli altri, sia che siamo con noi stessi. Entrambe le forme di partecipazione ci spingono verso quella  direzione, per cui è chiaramente comprensibile che una simile via è solo all’apparenza giudicabile come egoica. L’astensione dal giudizio evidenzia ancora la via interiore. Tutto è inerente alla conduzione verso la propria illuminazione.
 
Quando lo capiremo? Non si getta via nulla della Vita, di ogni istante, di ogni battito di cuore o di ogni respiro. Non esistono errori o svalutazioni del Sé che rechino impedimenti definitivi. Quando lo riusciamo ad 'agganciare', allora tutto prende una colorazione diversa. La gioia interiore si espande perché entra in risonanza con quella degli altri e ci ritroviamo felici senza nemmeno sapere il perché, per default


Questo meccanismo lo conosciamo molto bene, ma esattamente girato al contrario, vero?

Quante volte ci siamo sorpresi ad essere tristi senza motivo? Forse è meglio se mi limito a parlare per me, perché a me è successo molte volte. Il fatto è che sono certo che questo meccanismo è reale ed esprime una verità; perché? Perché non appena mi sono chiesto ‘perché sono triste? Che motivo ho?’, ebbene la tristezza è passata all’istante. Che cosa vuole dire? 


Che la tristezza mia era la tristezza di un 'altro'. Che non mi apparteneva, ma che catturavo per risonanza o per sensibile lontananza da me stesso. In questi casi la nostra sensibilità conduce a noi, come un’antenna, ciò che magneticamente ci identifica in un determinato momento. È solo rimanendo ‘presenti’ che riusciamo ad illuminare ciò che stiamo vivendo

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 16 maggio 2011

Partecipare senza separazione (1).






L’articolo di oggi è un ‘mezzo articolo’, ossia la seconda parte sarà disponibile domani. Perché? Perché, in maniera del tutto eccezionale, sarò assente da casa per due giorni interi. Allora ho pensato, ai fini della continuità di SPS, di scrivere in questa maniera pre-programmata, proprio come si può agire sull’impianto del riscaldamento domestico o sull’impianto d’irrigazione del giardino

Abbiamo a disposizione i cosiddetti ‘automatismi’. 

Che cosa rappresentano, sottilmente o frattalmente, questi ‘dispositivi’? Il riflesso dei condizionamenti e della programmazione inconscia. L’umanità crea sempre ad ‘immagine e somiglianza’


Anche il ‘nuovo’ è in realtà sempre rispecchiante il ‘profondo’. Diciamo che non si inventa mai nulla, ma ci si ‘limita’ a riscoprire ciò che non è mai andato perduto nei piani sottili dell’energia’. Insomma, nulla di nuovo sotto al Sole, ma solo se facciamo parte del ‘Sole’...


Dal nostro punto prospettico ‘terrestre’, invece, la percezione innovativa del ‘nuovo’ è un manto di vivo interesse. È come assistere ad una continua ‘prima visione’, senza avere consapevolezza che il ‘copione’ è già esistente ad altri livelli. È un po’ quello che succede, ad esempio, tra programmi televisivi di Paesi diversi; il programma di successo americano viene clonato ed adattato per il pubblico italiano


Ci sono ‘storie’ di questo tipo un po’ dappertutto e la dinamica è sempre strisciante. Diciamo che il fine conduttore è il raccogliere l’interesse della gente, la sua osservazione. Ma a quale scopo? Sarebbe sin troppo facile dire che il vero scopo è quello del ritorno economico e del condizionamento, oppure del semplice intrattenimento o educazione, vero? No, lasciamo questi luoghi comuni, queste verità tridimensionali, al tempo che trovano. Cerchiamo di andare oltre, in quanto lo Spirito di SPS è proprio quello di evidenziare e trascendere, unire e condividere, osservare le chiavi Ascensionali, i modelli frattali all’opera, il corso evolutivo dell’Opera, etc. Quindi?

Perché si necessita del consenso della gente, della ‘massa’? Perché senza quel tipo di ‘consenso’ o di ‘partecipazione al gioco’, nulla sarebbe possibile ai fini della manifestazione e  dell’estensione auto-esperienziale. Un esempio? Eccolo:
  
Facebook, ti pago se guardi la pubblicità.
Pagati per guardare la pubblicità. È questa l'ultima mossa di Facebook, frutto di un accordo con TrialPay, società proprietaria di una piattaforma chiamata DealSpot con cui gli sviluppatori possono inserire pubblicità nelle loro applicazioni pensate in chiave social.

 
Dieci centesimi di dollaro per ogni spot.

 
Face book ha dunque introdotto un programma che offre ai propri utenti un incentivo finanziario per guardare i video promozionali di aziende inserzioniste sul network: un credito, ossia la moneta del social network, per ogni filmato guardato da cima a fondo, equivalente a dieci centesimi di dollaro. Finora i crediti sono stati solo una delle possibili forme di pagamento accettate da Facebook, non prevista da tutti gli sviluppatori ma, a partire da luglio, diventerà obbligatorio per tutti consentire agli utenti di utilizzare i credits per l'acquisto di beni e saranno previsti incentivi per coloro che li useranno come moneta preferenziale


Gli utenti potranno poi usarli anche per acquistare oggetti 'reali' a prezzi scontati, attraverso il servizio di offerte geolocalizzate Deals, lanciato da Facebook pochi mesi fa.
Da Yahoo 

  
Questo è un modello ‘impositivo’, che ‘scende dall’alto’, di una posizione dominante. Facebook lo può fare o, almeno, ci può provare. Ma l’ultima parola è sempre delle persone in termini di partecipazione


Ma cosa è la ‘partecipazione’? Cosa si intende?
 
Il verbo ‘partecipare’ ha un largo uso nel linguaggio ordinario: fra i più evidenti e correnti, è quello in cui il partecipare, nell’ambito di una concezione quantitativa, è un vero ‘partem capere/far parte’ di qualche cosa, e suppone sempre che un tutto qualsiasi, nel campo degli interessi concreti, si sia scisso in parti, che vengono poi distribuite ai partecipanti. In questo caso il ‘partecipare’ ha tutto il suo significato forte di prendere una parte fra le altre parti, sia come ricevere reale, sia come prendere una parte con esclusione formale delle altre parti.

 
Possiamo definire questo tipo di partecipazione, una partecipazione quantitativa, che nella sua intellegibilità è una nozione del tutto chiusa, che non pone alcun problema: problemi sorgono invece quando, applicato alla qualità e agli altri predicamenti quel significato si oscura e sembra andare incontro alla contraddizione.

 
Il linguaggio ordinario presenta tanti altri usi del termine ‘partecipare’, e non sempre in essi è implicata la divisione di un tutto preesistente, anzi a volte questo tutto manca: ‘partecipare’ alla gioia o al dolore ad esempio.

 
In base a ciò, si può dire che il ‘partecipare’ nell’ordine quantitativo affetta direttamente l’oggetto della divisione mentre nel ‘partecipare’ morale la partecipazione riguarda il modo...

 
La ragione formale della partecipazione ‘morale’, o meglio il suo fondamento, non è dato dall’oggetto stesso, quanto dai legami particolari che i partecipanti possono stringere con colui il quale per primo compete l’oggetto della partecipazione: legami di amicizia, di parentela. Mentre nei rapporti quantitativi la ‘comunanza’ era un effetto della partecipazione, in quelli d’ordine morale affettivo, la comunanza è invece la radice del partecipare.

 
Siamo quindi di fronte a due significati quasi antitetici e in sé inconciliabili, poiché guardano alla realtà sotto punti di vista del tutto disparati: nell’ordine metafisico che tutte queste esigenze del ‘partecipare’ sono ridotte in ben legittime proporzioni.

 
Più facile dell’etimologia latina, sembra quella offerta dalla lingua greca, che è la madre legittima del termine, ove, se il significato resta più vago, è insieme meno esclusivo del latino ‘partem capere’… Il greco non sembra suggerire immediatamente ‘partem capere’… ma piuttosto ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’
Da www.filosofico.net 

  
Abbiamo le due ‘consuete’ strade davanti a noi:

  1. ‘partem capere/far parte’ di qualche cosa
  2. ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’
Ossia:
  • separazione
  • condivisione
Se le due strade sono entrambi percorribili, possiamo tuttavia osservare che le dinamiche ‘imposte dall’alto del potere Antisistemico’ sono relative alla prima modalità che riconduce nuovamente al ‘divide et impera’. 

I Media trasmettono ordini subliminali separativi.

Difficilmente a livello globale/nazionale possiamo ascoltare messaggi del tipo condivisivo, se non nell’ordine di appartenza alla famiglia della paura. Come aprono i telegiornali usualmente? Musica secca e decisa, tono dell’anchorman secco e deciso, notizie secche, decise, e soprattutto sempre negative

Un ‘carico’ che se sentito tutti i giorni della nostra Vita, induce a sviluppare dipendenza da quel tipo di notizie.

Esistono molte realtà familiari in cui l’assistere al tg significa 'incendiarsi' tutte le sere, ad esempio. Proprio mentre si mangia e, dunque, mentre si ingoia anche quelle notizie

L’analogia frattale è sempre all’opera. Dunque a cosa puntano le trasmissioni televisive? Alla partecipazione separativa della massa. Separati da sè e dagli altri...

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

venerdì 13 maggio 2011

Scuotendo l’albero.




Vivere nella densa struttura tridimensionale è illudersi. Tutto è illusorio e tutto ha una spiegazione. Come possono coesistere questi due aspetti? Dando Vita ad un paradosso: il nostro Mondo

Un Mondo alla rovescia in cui strutturare concretamente il ‘fumo’ invisibile del pensiero, del pre-pensiero, dell’intuizione, dell’ispirazione, della fantasia, dell’immaginazione, della creatività, della Natura divina di cui siamo portatori inconsci. Una ‘mano’ smisurata sta scuotendo l’albero. La genie umana ha ripiegato le proprie ‘ali’, dimenticando il ‘sapore del vento’ e del volo oltre l’apparenza. 

Questo vero e proprio processo di ‘caduta nel sonno’ è scolpito nella figura contrastata della discesa negli Inferi di Lucifero:

Lucifero o Lucifer è una divinità della luce e del mattino della mitologia romana, corrispondente alla divinità greca Eosforo o Fosforo (‘Torcia dell'Aurora’), nome dato alla ‘Stella del mattino’… Più precisamente, Lucifero è considerato essere il nome di Satana prima della sua precipitazione dal Cielo da parte di Dio, e dunque la sua connotazione angelica. Accanto alla coppia umana Adamo/Eva, secondo una tradizione, corrisponderebbe la coppia Michele/Lucifero, intravedendo nell'uno il capo delle schiere angeliche, nell'altra il riferimento degli angeli resisi indipendenti da Dio, con la loro scissione e la conseguente precipitazione negli Inferi.
Da Wikipedia 
 
Ora, rileggiamo un brevissimo passo di quanto asseriva Rudolf Steiner nella sua famosa conferenza sugli ‘Influssi luciferici, arimanici e asurici’:

Queste entità luciferiche hanno dato all’uomo la speranza della libertà; d’altra parte gli hanno anche dato la possibilità del male, la possibilità di cadere nelle passioni e nelle brame sensuali.

Ecco la separazione, la ‘creazione’ del concetto convenzionale del bene e del male. Un atto che avviene ‘dentro’, nella ‘profondità’ del Corpo Astrale ad opera delle forze luciferine. Ecco che, allora, la frase riportata in Wikipedia, inerente la coppia Michele/Lucifero, ‘intravedendo nell'uno il capo delle schiere angeliche, nell'altra il riferimento degli angeli resisi indipendenti da Dio, con la loro scissione e la conseguente precipitazione negli Inferi’, è possibile interpretarla in questa maniera:

la separazione che avviene nell’alto corrisponde alla formazione frattale della medesima ‘immagine’ anche nel basso. La separazione ‘alta’ è l’inizio dell’esperienza creativa ad opera dell’Assoluto, o il Big Bang che la scienza Antisistemica ‘registra’ in tutto noi. La formazione frattale ‘bassa’ è la risposta nella densità vibrazionale che accade ‘ad immagine e somiglianza’.

Nell’immaginario collettivo che ‘funziona’ appunto per immagini o archetipi, ecco la configurazione neuronale delle due immagini di Angeli e Demoni. Nel caso in questione, Lucifero è descritto come un ‘Angelo caduto’, ossia nella sua descrizione è ancora contenuta la sua ‘origine’ comune con le entità del bene. Una sol cosa

E chi è, allegoricamente, Lucifero? Beh, mi sembra chiaro che corrisponda a noi: al genere umano

Chi è ‘caduto’ sulla ‘Terra’? Noi. Perché? Per osservare proprio questa distinzione di quello che era indistinguibile se mantenuto nella sua interezza. La ‘precipitazione negli Inferi’ è la descrizione dello scenario 3d relativo alla Terra

La verità ci segue, è stata solo diluita in virtù del processo omeopatico dell’energia, ma la sua ‘potenza’ non è stata in alcun modo intaccata. Cogliere la sua impronta è, ora, il compito di uomini e donne apertisi al processo Ascensionale condotto progressivamente dal proprio risveglio.
 
Alla luce di questa dinamica non è possibile scorgere nessuna differenza tra bene e male, perché si trascende ogni distinzione, accedendo allo spazio superiore dal quale esse si diramano. Si ‘sale’ di livello. Ma, alla luce di questa dinamica, ossia se non avessimo ‘dimenticato’, che esperienza ‘vera’ avremmo potuto fare nella tridimensionalità? Cosa avremmo potuto imparare di tanto denso anche da fare male? 

Tutto è opportuno.

E a qual fine la schiera degli spiriti arimanici ha tentato l’uomo? L’ha tentato al fine che egli ritenesse solo cosa materiale tutto ciò che esiste nel suo ambiente; al fine che egli non potesse scorgere attraverso tale elemento materiale il vero sostrato della materialità, ossia lo spirituale. Se in ogni pietra, in ogni pianta, in ogni animale l’uomo avesse veduto lo spirituale, mai egli sarebbe caduto nell’errore e perciò nel male; bensì, se su di lui avessero influito solo gli spiriti del progresso, l’uomo sarebbe stato preservato da tutte le illusioni a cui sempre dovrà soggiacere se si fonderà soltanto sulla testimonianza del mondo dei sensi.
Influssi luciferici, arimanici e asurici – Rudolf Steiner

Ecco che la formazione dei movimenti ‘solidi’ dell’Illuminismo e del Verismo, ad esempio, possono essere meglio inquadrati sotto questa luce rivelatrice della motricità che muove il ‘tutto’. Queste dinamiche sono la logica risultante del processo della condensazione dell’energia che deriva come diretto abbassamento della vibrazione dell’Essere ‘Angelico’, che intende ‘fare esperienza di quello che è’. 

Lo stesso processo descritto da Steiner è riconducibile a Lucifero stesso, ossia la sua caduta è l’origine della nostra caduta che, in quanto tale, esprime ‘solo’ il frattale della caduta 'superiore'. Come a dire che il processo di esperienza contenuto in quello superiore dell’evoluzione, parte da molto in ‘alto’: dal Creatore stesso.

L’evoluzione è immanente in relazione alla sfera del Creatore: è in lui ‘contenuta’. Il Creatore è presente in ogni ambito dell’evoluzione e contiene in Sé ogni fine e ogni inizio. L’opera di trascendenza è a ‘carico’ dell’illusorietà della sua ‘discendenza’: il trascendere la separazione al fine di ‘tornare a Casa’.

Gli Human Bit conducono alla Sorgente le informazioni relative alla propria esperienza e, in questo modo, permettono il fluire della Creazione, chiudendo il ‘circuito’.

La sindrome dell'accento straniero è una rarissima disfunzione neurologica che appare in seguito a un ictus o a un forte trauma cranico, costringendo le persone appena svegliate dal coma a riabilitare le proprie funzioni linguistiche con un accento diverso da quello che si conosce. Dal 1941 al 2010 sono stati recensiti in letteratura scientifica solo una cinquantina di casi.
 
Sebbene gli accenti modificati siano a volte di una precisione impressionante, pare che le parti danneggiate del cervello che ospitano le funzioni linguistiche siano quelle che determinano la lunghezza delle vocali o l'intensità del suono, caratteri molto importanti per la determinazione di un accento. Questo significherebbe che si tratta solo di un'impressione nelle persone che ascoltano il paziente, il quale inoltre non si renderebbe subito conto del cambio di accento finché non gli viene fatto notare.
Da Wikipedia 
 
Tutto è illusorio e tutto ha una spiegazione.

Si parla di aree danneggiate del cervello, tentando di dare una spiegazione logica per il corso del paradigma vigente. Ci si ‘ferma’ a questa immagine di ‘imperfezione’, di ristrettezza di capacità, come se la Natura avesse commesso degli errori, evidenziando di fatto una condizione di tensione e di ‘lotta’ con la Natura stessa

Nella supposizione di dover sopravvivere, la nostra capacità co-creativa modella uno scenario di sopravvivenza. 

Che altro potrebbe fare questo potere che s’emana da quello che è scritto nell’inconscio? Che significa che ‘Matrix ci ha'?. Che l’Antisistema ci ha conquistati a livello inconscio, molto vicino alla nostra ‘centrale di potere’. Molto più vicino rispetto all’area del conscio, ad esempio. Area che utilizziamo normalmente e che corrisponde alla mente di superficie che, come un burattino, agisce rispondendo agli influssi sensoriali dell’ambiente recepito come esterno a se stessa. Questo ‘cortocircuito’ produce ulteriore separazione da Sé e dagli altri

È un meccanismo di logica sottile e un altro capolavoro di strategia delle ‘entità parassite’.
 
‘Una moderna pianificazione assomiglia in modo impressionante allo spartito d'una composizione orchestrale, dove le diverse risorse di uomini e di mezzi rappresentano gli strumenti, ed i loro compiti i rispettivi tempi: ebbene, ogni singola risorsa deve iniziare con precisione cronometrica e con tempismo - al momento giusto - e deve suonare la sua parte nell'armonia generale, appunto per non risultare fuori tempo o stonata’.
Sir Basil Liddell Hart

La Blitzkrieg (in italiano guerra lampo), è una tattica militare teorizzata in Germania principalmente da Alfred von Schlieffen e Hans von Seeckt a partire dal 1914, durante la Prima Guerra Mondiale, ed utilizzata per la prima volta dalle grandi unità tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, basata sull'utilizzo combinato di truppe meccanizzate, aviazione, artiglieria e corazzati in una o più manovre rapide e travolgenti volte a sfondare le linee nemiche nei loro punti più deboli per poi procedere all'accerchiamento ed alla distruzione delle unità isolate, senza dar loro la possibilità di reagire, dato il costante stato di movimento delle unità attaccanti

Perno essenziale della Blitzkrieg è l'unità (Einheit). 

Essa è organizzata in cunei di sfondamento corazzati, supportati da fanteria d'assalto. Le unità corazzate garantiscono alle truppe attaccanti una forte superiorità di fuoco e di movimento laddove queste indendono sfondare. Inoltre l'ampio utilizzo di unità meccanizzate permette una costante fluidità allo schieramento, permettendo rapide conversioni, e rendendo più agile l'eventuale rettifica del piano di attacco.
Da Wikipedia
 
L’uomo compie frattalmente quello che i propri sensi profondi recepiscono essere funzionante ad altri livelli, nemmeno presi in considerazione dalla logica imperante. Azione che rappresenta esclusivamente la legge dell’analogia frattale sempre all’opera, come il vento o le correnti marine attorno e sul Globo.
 
Le origini della Blitzkrieg sono oscure… Anche se considerato uno stile di guerra moderno, le basi strategiche del Blitzkrieg sono vecchie almeno quanto la guerra stessa. Strategie simili vennero impiegate da Alessandro Magno nell'epoca classica; Napoleone ne era maestro; e furono impiegate su scala più piccola da entrambe le parti nella prima guerra mondiale…
Da Wikipedia 
 
Le basi strategiche del Blitzkrieg sono vecchie almeno quanto la guerra stessa’. E la guerra è molto ‘vecchia’. Esiste da quando l’uomo si è rassegnato alla sopravvivenza. Per cui questa operatività deriva dall’alto e descrive una analogia attuata da ‘forze’ che esulano il piano tridimensionale.

Flächen und Lückentaktik: tattica 'delle superfici e dei vuoti'. Una volta penetrati in forze oltre le linee nemiche, gli attaccanti dovevano sfruttare al massimo la mobilità appena acquisita, evitando di dissanguarsi in scontri settoriali contro i capisaldi nemici (superfici) ma 'scivolando' negli spazi liberi o debolmente difesi (vuoti). 

L'obiettivo, infatti, non era l'eliminazione fisica del nemico, ma la riduzione della sua capacità operativa. Per questo i target di missione erano in questa fase le linee di comunicazione radio e stradali, i depositi, le stazioni ferroviarie ed i comandi.
Da Wikipedia 
 
Capite? Siamo stati ‘tagliati fuori’. Il tempo è stato deviato. La storia è stata deviata. Tutto è stato capovolto. I valori scambiati per debolezze e viceversa ‘… Scivolando negli spazi liberi o debolmente difesi (vuoti)…’.

Tutto torna se osserviamo dal punto di vista dell’analogia frattale. Basta leggere una qualsiasi fonte, in punti significativi del messaggio, fosse anche una fonte che narra di cucina o di storia dell’abbigliamento, non cambia l’esito dell’osservazione deduttiva attuato in questa forma di lungimirante penetrazione del tessuto esistenziale. Perché? Perché la verità è dappertutto e come il Creatore è ubiqua.

L'ubiquità è la capacità di trovarsi in più luoghi nello stesso momento. La parola deriva dal latino ubique che significa ‘in ogni luogo’. La filosofia medioevale utilizzava questa proprietà per spiegare la capacità di Dio di essere presente contemporaneamente in ogni posto del suo creato. Secondo l'Antico Testamento Dio possiede sia l'ubiquità che l'onnipresenza, ovvero la capacità di trovarsi in tutti i luoghi in un dato momento.
Da Wikipedia 

Come espresso dall’immagine dell’occhio di Ra, l’occhio che tutto vede, oggigiorno le web cam, le camere immesse in ogni cellulare di nuova generazione, i satelliti, etc. rappresentano proprio la realizzazione, più o meno inconscia, da parte di una parte dell’umanità di ‘replicare’ la stessa immagine di ubiquità. Se tutte queste immagini giungessero in una ‘stanza’ contemporaneamente, ebbene, non saremmo molto lontani dal concetto precedentemente espresso. Se poi, le nanotecnologie 'respirate in noi' inviassero loro segnali relativi ad ognuno di noi, la ‘tracciabilità’ sarebbe totale e il concetto di onnipresenza sarebbe esattamente riprodotto

In questa realtà gli ‘strati’ dei potenziali sono tutti presenti allo stesso tempo.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com