sabato 31 luglio 2010

Punti prospettici diversi.




L’uomo è ignorante, nel senso che “ignora” perché ha “dimenticato”. Come si diceva nel mitico film  “I tartassati”, un film del 1959 con Totò e Aldo Fabrizi per la  regia di Steno, nello strepitoso dialogo tra Louis De Funes, il consulente fiscale, e Totò nei panni del Cavalier Torquato Pezzella:

Consulente fiscale: Lei è un ignorante!
Cavalier Torquato Pezzella: In materia fiscale!

Magnifico! Questo breve dialogo ci racconta come tutti noi siamo ignoranti in qualche ambito dell’esistenza. Gli uomini enciclopedia sono esistiti tempo fa e, ancora oggi probabilmente ne esisteranno, tuttavia più la “ricerca” umana va avanti e più si allarga il bisogno, la necessità, di aumentare la capacità di memoria, proprio come per i computer multimediali dell’ultima generazione. Ci accorgeremo, andando avanti in questa direzione, che l’area di memoria nella quale memorizzare i nostri “dati” individuali, esiste già in Natura ed è libera, accessibile ed illimitata, ma risiede in un ambito extrasensoriale, per cui deve ancora essere “trovata”. Per questo motivo l’uomo moderno sta diventando uno “specialista”; per molti motivi si è specializzato in qualche ambito. Tutti insieme gli uomini formano, in questo modo, una squadra molto efficace ed operosa, proprio come le comunità di formiche ed api, ad esempio.  

Nell’uomo però è il lavoro retribuito il collante che mantiene insieme le persone, mentre in Natura è un segnale quantico di appartenenza il perno attorno al quale la comunità ruota.

Mutando il punto di vista prospettico, possiamo osservare come il concetto di lavoro e di conseguenza del denaro, si trasmuti in un qualcosa di oltremodo opportuno ai fini della crescita comunitaria. Quello che intendo dire è che la schiavitù percepita dalla moltitudine quando va al lavoro è un punto di vista personale che non tiene in considerazione le armoniche superiori di quello che “succede” sulla Terra.

Le attività lavorative mantengono insieme delle squadre di persone, creando sinergie che mai sarebbero potute emergere in assenza di una simile coercizione. È un concetto vicino al paradossale, come tante volte abbiamo potuto descrivere anche su questo Blog. L’attività da eseguire su se stessi è quella di elevare il proprio punto d’osservazione, cosa non facile quando si corre da mattina a sera.

Un esempio di quello che intendo dire è contenuto nel film d'animazione Bee Movie, di cui riporto una breve trama:

"Dopo giusto 3 giorni di College, un'ape di nome Barry Bee Benson resta sorpreso e amareggiato quando vede che ha una sola possibilità di carriera, il miele. Alla ricerca di nuove prospettive si avventura fuori dall'alveare ed infrange una delle regole cardine del mondo delle api: parla cioè con un'umana, una fioraia di New York City  di nome Vanessa Bloom. Barry rimane sconvolto nell'apprendere che gli umani usano e mangiano da secoli il miele delle api, e infine realizza che la sua vera vocazione è quella di intentare una causa contro la razza umana per il furto del loro prezioso miele. Barry vince la causa e tutto il miele del mondo viene confiscato e restituito alle api. Barry e Vanessa però presto scoprono che, una volta tornato il miele di tutto il mondo alle api, queste non hanno più un lavoro vista l'abbondanza del prezioso bene. Barry realizza anche che senza l'impollinazione i fiori e tutta la vita vegetale è destinata a morire così come tutta la vita sulla Terra vista la mancata produzione di ossigeno... 

... Subito dopo, le api tornano al loro lavoro e ridanno il miele agli umani, capendo che senza il loro miele e il loro verde questi non possono essere felici e lo stesso vale per le api che senza il loro lavoro non sanno che fare, in definitiva, sia api che umani ora stanno molto meglio".
Fonte: Wikipedia
 
Prendiamo con le molle alcuni concetti e soffermiamoci sul concetto del lavoro che si evince dalla trama, sopratutto questo:

"... le api che senza il loro lavoro non sanno che fare...".
  
Ricordo che molti neo pensionati sviluppano grossi problemi quando il mondo del lavoro li lascia "liberi", in quanto non sanno più cosa fare.

Ecco allora delinearsi un teatrino nel quale ognuno di noi è allo stesso tempo protagonista e comparsa, nel momento in cui “flette” il proprio punto di vista identificandosi troppo con la situazione, ossia mantenendo troppo “spazio” tra “colui che guarda” e “colui che è osservato”. Senza questa “sincronia” tra le due parti che vibrano a diversa velocità, si procura uno strappo nella manifestazione densa, percepita, della Vita, proprio come abbiamo visto negli scorsi giorni attraverso la breve descrizione della Legge d’Ottava, degli intervalli naturali, degli shock addizionali, etc.

Mi sono sempre chiesto, vedendo l’opera costruttiva dell’uomo, quanto una tale opera sia perfetta, bella, eloquente, funzionale. Mi riferisco a quelle opere che l’uomo costruisce quando lavora bene e la logica del profitto non è tale da compromettere l’esito della sua stessa attività. E mi riferisco ad ogni ambito esistenziale umano. Il lavoro umano genera assoluta perfezione, identificata nell’attimo in cui è stato eseguito. Ossia la perfezione a cui alludo è figlia del proprio tempo e non è assoluta. Se oggi siamo in grado di costruire grattacieli in un certo modo, quel modo è perfetto per i tempi presenti. È una perfezione che sfugge ai più ma esiste ed è costantemente sotto ai nostri occhi, soprattutto adesso che gli occhi sono diventati multimediali.

Le persone, prese collettivamente, si lamentano sempre; generano un’onda di insoddisfazione. Perché? Perché vivono nella testa e negli interessi degli altri, sono invidiose, giudicano, sono egoiste. Quando vivono nella propria testa e nei propri interessi si smarriscono entro i campi vibrazionali del passato e del futuro. Lontani dal presente, scorrono con i propri pensieri lontani dal proprio cuore e lontani dalla comprensione che tutto attorno a loro è perfetto ed opportuno.

La perfezione è anche di questo mondo, altroché!

E solo che sfugge perché si è impegnati a rasentare l’inverosimile. In un vortice, una nube di paure l’uomo sfugge in realtà solo a se stesso. Ma è sempre stato così? Probabilmente si. Altrimenti non si spiegherebbe la linea direzionale impartita dall’evoluzione, anche se, molto spesso, nelle “cronache” dell’antichità si narra di una “caduta” del genere umano. La Legge dell’Ottava esprime una verità anche difficile, quando descrive la possibilità di almeno due stalli per ottava che, nel tempo, possono anche invertire la direzione impartita originalmente. Dunque, può essere che l’uomo sia effettivamente “tornato indietro”. Ma quando Gurdjieff esprime il concetto che le ottave creatrici ed evolutive possono anche andare “controcorrente”, si comprende che l’evoluzione va, comunque, avanti anche se la creazione “torna indietro”. È una questione di punto prospettico e attesa, dunque di spazio e tempo, almeno in questa parte del tessuto universale.

Come si inseriscono le attività aliene sulla Terra in questo ambito? Forse proprio come degli shock addizionali necessari alla Vita sulla Terra per uscire da un lungo tempo di stasi, o intervallo d’ottava, nel quale l’umanità intera era piombata secondo la probabilità espressa dalla legge universale dell’Ottava. Da questo punto d’osservazione notiamo come tutto sia sempre e solo opportuno se “spennellato” lungo le anse del tempo. Certo, un uomo normale non può ancora avere una simile “vista”, o visione degli eventi su una scala temporale tanto lunga, però un uomo che lavora su se stesso la può ricordare, percepire, immaginare, credere, sentire…

 Nella meccanicità umana, qualcosa è subentrato approfittando della situazione; osservando delle creature divine che si sono messe tanto alla prova, dimenticando chi esse stesse siano, nella logica dei grandi numeri e dell’abbondanza di Vite e di forme dell’Universo, ci stava che qualche entità cercasse di prendere profitto da una simile e ghiotta opportunità. L’Antisistema nasce proprio in questo senso, ma esso stesso è opportuno per la crescita evolutiva della Vita in generale.

Il lavoro, molto spesso, è sacrificio e sofferenza. Anche in questo caso siamo noi che facciamo la differenza, perché abbiamo quello che ci siamo meritati, nel senso che abbiamo quello che la legge d’attrazione, manovrata da noi, ha attirato a noi. Ma siamo certi che la legge d’attrazione sia manovrata da noi? Io assolutamente no, visto che il tutto funziona a livello inconscio ed, abbiamo visto, come nel nostri inconsci ci scriva qualcun altro. Ormai la “matassa” è talmente avvolta su se stessa che è difficile svolgerla da capo a capo. È tutto vero e falso e, ad onde o a spintoni, si procede attimo dopo attimo, a muoversi e ad affaccendarsi, mentre a volte, forse, sarebbe meglio rimanere un po’ fermi nell’attesa che uno spiraglio faccia capolino.

Forse è per questo motivo che sono “previsti” degli intervalli naturali nello scorrere degli eventi.

Un aspetto dell’antichità sul quale sono certo, in riferimento all’intelligenza umana, è che non è mutata affatto né è superiore oggi a quella di ieri. L’uomo non si misura in questo senso. L’uomo non è misurabile in nessun senso, né è campionabile o classificabile, anche se si presta in questo senso per via della sua grande differenziazione; differenziazione che è da leggere solo ed esclusivamente come ricchezza e manifestazione di abbondanza della Creazione. È una forza questa biodiversità che, invece, è sempre stata causa di problemi e fonte di cieco razzismo.

Ciò che l’uomo antico ha fatto era perfetto, così come l’uomo moderno è in grado di fare oggi. L’intelligenza e la perfezione sono un binomio risonante quando alla base c’è una immaginazione ed una volontà coese nel “remare” nella stessa direzione. Quando l’ignoranza lascia posto, trasmutandosi, alla conoscenza, il buio alla luce.

È un punto prospettico superiore, una sinfonia, una danza, una orchestra che suona estasiata, questa Vita di meraviglie…    

L'ubiquo e-Sprit (20).



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venerdì 30 luglio 2010

La preghiera: una tecnologia molto "costosa".




In questi ultimi giorni l’aria è tornata “respirabile” dopo il gran caldo afoso della pressoché interezza del mese di luglio. Un mese importante che ha condotto una grande energia veicolata dal Sole e raccolta dal Cosmo, ad irraggiarsi anche sulla Terra, colpendo la “cintura” o pellicola della Vita organica che la ricopre “affettuosamente”. Ho scritto ieri della Legge d’Ottava, così come la espresse Gurdjieff un secolo fa, ribadendola ai propri allievi russi. Ebbene ho la chiara sensazione di essermi imbattuto in un qualcosa di molto importante ed allo stesso tempo “efficace”. La chiave che lega un mondo invisibile a quello tangibile può essere davvero la comprensione della struttura “musicale” della Vita; come se questo aspetto “sonoro” emerso attraverso lo studio delle armoniche musicali costituisca la punta dell’iceberg dell’intera orchestra della Creazione. La punta dell’iceberg è visibile, mentre la rimanenza del “corpo” è totalmente nascosto dalle “acque”.

La Natura frattale delle “cose” insegna ad osservare e intuire il "grande" dall’osservazione del "piccolo", di tutto ciò che è “emerso” alla percezione diretta inequivocabile dei nostri sensi di base. In questo caso della percezione ed usufruizione della musica, ossia di ciò che conosciamo.

La Legge d’Ottava va a spiegare ogni modalità o “ansa” della Creazione, persino il modello contorto e diametralmente rovesciato con il quale siamo alle prese in questi tempi di trasformazione silente.

Dal mio canto posso tranquillamente affermare che ho percezione di una società, oramai globale, nella quale l’ingiustizia si è trasferita direttamente al “posto di guida”, ossia presso gli organi di giustizia e legiferazione. La testa che guida il paese, i paesi, le associazioni di ogni tipo, le organizzazioni più disparate, etc. sono cadute nelle mani dell’ingiustizia e dell’illegalità. L’immoralità e la mancanza di etica che emergono da ogni punto il nostro sguardo si possa posare, sono talmente evidenti che suona molto strano che la gente non scenda in piazza seriamente.

Non intendo con questo dire che urge una rivoluzione! Intendo evidenziare che la mancanza di una reazione da parte della massa è indicativa dello stato di drogaggio in cui, la massa stessa versa inesorabilmente.

La “rana” è sempre più bollita.

Temo addirittura che, leggendo queste mie frasi, non si comprenda nemmeno del proprio stato ipnotico e che, tutto, sia ritenuto assolutamente nella normalità. Quando Gurdjieff parla di “shock addizionali”, riferiti alla Legge d’Ottava, nei due intervalli che si creano naturalmente durante il suo “scorrere”, mi è subito chiaro che, in questo momento, ne stiamo vivendo proprio uno o ci stiamo accingendo ad uscirne.

Lo shock addizionale è tuttavia in corso, proprio nella “figura” di una vasta onda energetica che sta pervadendo e scuotendo il “tessuto”  spazio temporale che ci contiene ed avvolge.

“L’uomo macchina non può fare niente. A lui, come attorno a lui, tutto accade. Per fare, è necessario conoscere la Legge dell’Ottava, conoscere i momenti degli intervalli, ed essere capaci di creare gli shock addizionali necessari”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Nel proverbio “il pesce puzza dalla testa” è contenuta la verità e la denuncia frattale che il tutto è rovesciato. Le responsabilità sono sempre equidivise, in quanto il resto del corpo ha provveduto quantomeno ad accettare la formazione della testa, tuttavia il resto del corpo, ossia la maggioranza, non si accorge di essere stato ingannato dalla testa. La testa ha dimostrato di avere capacità di auto conservazione molto forti e determinate e di essere, a sua volta, lo stato cuscinetto di un qualcosa di ancora più forte: l’Antisistema.

Ossia fa comodo che la testa rimanga al suo posto,  ma solo sino ad un certo punto, perché “tutto scorre”. Come è potuto succedere che l’Antisistema sia sopravissuto allo scorrere del tempo, agli intervalli della Legge dell’ottava? Attraverso una grande conoscenza di questa e di altre leggi universali ed attraverso l’utilizzo della creazione di shock addizionali meccanici, come ad esempio lo scoppio di guerre mirate proprio a compensare la deviazione delle forze impressa dal fluire della Legge d’Ottava.

Se leggiamo la Natura e l’industria della guerra nel corso della storia umana comunemente accettata, ossia manipolata, è evidente che c’è una "mente" superiore che ha sempre condotto le operazioni di supervisione dello svolgimento delle operazioni di preparazione alla guerra. Le guerre sono sempre state volute da una certa "elite", per compensare quelle forze naturali che avrebbero spinto i “piani dell’Antisistema”, ad un certo punto, a fermarsi e poi invertire la “rotta”.

C’è una “regia” che la sa molto lunga!

Gli imperi si sono succeduti con estrema continuità della loro testa; come non vederlo? C’è una sola linea di condotta occulta che li unisce tutti: l’Antisistema.

Le diverse etnie e razze che sono state concentrate sulla Terra, sono sempre state veicolate da un potere superiore che conosceva e conosce come mantenersi sempre sulla "cresta dell’onda".

Questo potere non ha radici terrestri; osserva da un altro “luogo”…

Esso stesso non si mischia essendosi già mischiato nel passato.

Questo potere ha necessità di grande energia per rinnovare i propri propositi: ha necessità della nostra energia per sopravvivere. 

Per cui facciamo attenzione al congegno molto potente della preghiera.

Perché preghiamo? Perché ci manca qualcosa. E questo qualcosa lo chiediamo a chi?

Con questo atto dichiariamo la nostra impotenza e ci mettiamo nelle “mani” di un qualcosa di non ben definito. Questo qualcosa non è il Creatore, perché il Creatore è colui che ha creato tutto per permettere  a noi di evolvere tramite l’azione dell’esperienza. Tutto ciò che abbiamo è opportuno e assolutamente libero in Natura, tramite l’abbondanza stessa della Natura. È questa la prova inequivocabile della presenza e dell’opera del Creatore: la sua infinita generosità applicata a tutto ciò che ha creato con Amore incondizionato. 

Chi sono allora quelle entità che l’uomo prega, alle quali l’uomo si rivolge quando è disperato? Le divinità meccaniche costruite nel tempo dall’opera dell’Antisistema. Entità limitate che hanno necessità di energia per sopravvivere. Chiamiamole entità extraterrestri o aliene, o come vogliamo: rimangono dei parassiti che si nutrono dell’energia umana.

L’atto del pregare è un trasferimento di energia da un punto ad un altro, dove per punto si intendono le persone. La nostra energia la trasferiamo quantisticamente a qualcun altro. Il principio dei vasi comunicanti vale solo in fisica e, dunque, a livello tridimensionale o denso della materia. A livello quantico invece, l’energia viene assorbita dal “vaso” a maggiore forza o energia: vaso che di certo non è il nostro ma quello della divinità alla quale ci stiamo rivolgendo.

Da qua è facile capire come la nostra energia ci venga sottratta, proprio come noi facciamo con tutti gli animali da allevamento intensivo.

La Natura, nei panni della Creazione, risponde a specchio all’opera dell’uomo; attraverso la comparsa o la scomparsa di nuove forme di Vita, proprio come successe con l’eliminazione dei dinosauri che non avrebbero permesso, o avrebbero ostacolato, lo sviluppo della specie umana sul pianeta. Che i dinosauri siano stati cancellati dall’opera di un meteorite o da altro, poco importa: la cosa certa è che sono scomparsi.

Gurdjieff parla di onde o ottave discendenti o ascendenti e di fondamentali e subordinate, a seconda della loro “ramificazione” o vicinanza al “tronco” dell’albero della Vita. È singolare e basilare comprendere questo aspetto delle ottave:

“Il pensiero occidentale, che non sa nulla né delle ottave né della legge del tre, confonde le linee ascendenti con quelle discendenti e non capisce che la linea d’evoluzione si oppone alla linea di creazione, vale a dire che l’una va contro l’altra, come se andasse controcorrente”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Si parla di “Legge del Tre” che riguarda l’opera di forze positive, negative e neutralizzanti; una legge superiore alla Legge dell’ottava. Si parla di evoluzione e creazione, associate in questo modo:
  • ottave discendenti creatrici
  • ottave ascendenti evolutive
Ancora una volta ci imbattiamo in un concetto di inversione nel termine “controcorrente” utilizzato in precedenza per chiudere l’ultima citazione.

Questa inversione che si nota soprattutto nel mondo concreto, da noi direttamente percepito, è una illusione. Una concreta illusione nata con il nostro silente ma determinante permesso.

Invece di pregare indirizzandoci verso qualcosa di non ben definito, lavoriamo su noi stessi e cerchiamo di ricordare “chi siamo”. Il lavoro su se stessi è l’unica cosa che ci permetterà di raggiungere la felicità e completare la nostra evoluzione. Pregare altri è tracciare un solco tra noi e gli altri, è dichiarare la nostra impotenza e delegare la nostra forza, la nostra possibilità, agli altri.

Crediamo in noi stessi; tutto il resto accadrà di conseguenza e non permettiamo più che gli "altri" scrivano il futuro attraverso il nostro utilizzo, attraverso di noi, attraverso il nostro potere divino creativo. Visualizziamo un guscio di energia protettiva attorno a noi, sempre ed in ogni circostanza; un "filtro" protettivo naturale innocuo.

“Soltanto nelle ottave di ordine cosmico, ascendenti o discendenti, le vibrazioni si sviluppano in maniera conseguente e ordinata, mantenendo sempre la direzione presa all’inizio”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Capite? Le ottave di ordine cosmico vanno dritte al “bersaglio”. Sempre!
Il Piano Divino, secondo voi, è una ottava di ordine cosmico? Oh-Yes!

Dunque?

Siate felici, fiduciosi e continuate a ricordare "chi siete".

Ma quanti avranno letto l’articolo sino a qua? Tempo al tempo…