Stiamo parlando di Prahlad Jani, il santone indiano di 84 anni che, da 72, sopravvive senza mangiare e senza bere. La prodigiosa qualità sarebbe dovuta a una pratica ascetica nota come breatharianismo, che in realtà Prahlad Jani sostiene di aver acquisito all'età di otto anni come dono di una divinità.
Per 10 giorni, un team medico lo ha tenuto sotto stretta osservazione in un ospedale dello stato settentrionale del Gujarat, nella città occidentale indiana di Ahmedabad. Il Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), afferente alla Difesa, sembra che intenda impadronirsi del suo segreto. Ma senza risultato. Non vi è, al momento, alcuna spiegazione scientifica.
Monitorato dalle telecamere giorno e notte, sottoposto ai più disparati esami, è risultato avere la struttura organica di un 25enne. Quindi? Abbiamo chiesto un parere al professor Alberto Battezzati, docente di Nutrizione presso l'Università degli Studi di Milano. Che si è dimostrato piuttosto scettico sull'argomento. Anche se possibilista su diversi aspetti della questione
Professore, è possibile che una persona sopravviva per 72 anni senza bere né mangiare?
Non lo ritengo possibile. Sulla base di comprovate esperienze, non esiste la benché minima possibilità che un evento del genere possa verificarsi”.
Fonte: Yahoo
I professori non ritengono possibile che un uomo possa vivere nemmeno 15 giorni senza bere nè mangiare, figuriamoci 72 anni. Ma allora quest’uomo che hanno davanti? Come lo spiegano? Che cosa pensano che simboleggi? Pensano che ci sia sotto un trucco?
Semplicemente lo ritengono impossibile e il cervello cancella l’evidenza, come quell’uomo, condizionato sotto ipnosi a non vedere la propria figlia, che vedeva attraverso il suo corpo posizionato proprio davanti a lui. Succedono cose strane a questo mondo e, sinceramente, sono sempre successe; altrimenti le leggende e le metafore non avrebbero senso. La stranezza di un evento è retaggio del grado di conoscenza e consapevolezza raggiunto da coloro che esaminano il caso. Sappiamo che, nel corso della storia, gli avvenimenti “scomodi” o ritenuti impossibili, sono stati ostinatamente eclissati; in pratica sono stati insabbiati sotto una coltre di indifferenza generale.
Mantenete il popolo lontano dal “libero pensare”, attraverso una condotta giornaliera di impegni vari, non da ultimo un lavoro “esteso” lungo l’intera giornata diurna, ed il popolo si “spegnerà” lentamente con il trascorrere del tempo. Dategli, nel tempo libero, svaghi che lo mantengano sempre lontano dal proprio sé, come la televisione, lo sport, i videogiochi, etc. Il resto, il popolo, lo compirà per propria volontà: sesso, ricerca di emozioni forti, alcool, droga, gioco d’azzardo, etc. Cosa rimane? Forse un barlume di lucidità per chiedersi: “Ma quest’uomo vive veramente senza nutrirsi?”. E chi ce la fa? La volontà di approfondire dura qualche minuto al massimo; la prima ricerca su internet verrà deviata dalla prima notizia di gossip o di altre amenità.
Per i più tenaci avverrà un approfondimento che porterà, nel giro di qualche giorno, a scontrarsi con amici e colleghi, parenti e familiari, poi tutto scemerà senza colpo ferire, come polvere sollevata da uno straccio asciutto che ricade al suolo inesorabilmente. Qualcuno lo scriverà in un blog, suscitando l’ilarità di quei pochi che leggeranno distrattamente l’articolo.
Non avendo la possibilità di verificare di persona, nessuno ci crede veramente. Ma se fosse nostro nonno, nostro padre, nostro fratello? Cambierebbe qualcosa in noi? Voglio dire, con l’esempio “vivo” riusciremmo a rimanerne tanto sbalorditi da “aprire gli occhi”? Oppure ci abitueremmo a questo caso di isolato sensazionalismo? In fondo nel Guinness dei primati ci sono cose pazzesche; le stesse prestazioni sportive a livello professionistico sono mirabolanti. Avete mai pensato a cosa significa saltare in alto oltre i 2 metri e quaranta? O saltare in lungo nove metri? O assistere alla gara dei superman dei cento metri piani?
Fenomeni? Casi isolati? Lo sport porta alla massima evidenziazione i campioni; coloro che hanno la marcia in più. E tutti gli altri? Mi sono sempre chiesto come fa una persona a considerarsi un “campione del mondo”, quando due terzi della popolazione mondiale fa fatica a tirare sera. Quanti campioni potenziali ci sono tra questa marea di gente che vive di stenti? L’esempio pratico è dimostrato dagli sviluppi esponenziali, ottenuti dalla popolazione di colore, da quando la loro condizione è diametralmente cambiata, da qualche decennio a questa parte. Abbiamo persino un presidente degli Stati Uniti adesso! Ai tempi delle olimpiadi di Berlino, sotto agli occhi di Hitler, vinse 4 medaglie d’oro, Jesse Owens, un atleta di colore americano. Però a tal proposito possiamo leggere su Wikipedia la seguente ed interessante testimonianza:
"È leggenda assai diffusa, ma si tratta di narrazione priva di fondamento, come dichiarato dallo stesso Jesse Owens, il rifiuto di Hitler di riconoscerne le vittorie... Ma anzi mentre l'atleta statunitense passava sotto la tribuna d'onore venne salutato da Hitler con un gesto della mano al quale egli rispose.
Lo stesso ricorderà più tardi come a "snobbarlo" non fu Hitler ma Roosevelt, che non gli inviò mai nessuna lettera di congratulazioni, ma anzi cancellò il loro incontro già in programma in quanto preoccupato della reazione elettorale delle grandi masse del sud statunitense".
Come possiamo notare, la verità è sempre diversa da quello che le parole, nel tempo, “disegnano” nella memoria della gente. Ricordiamo ancora, infatti, che viviamo in un mondo letteralmente alla rovescia. Il caso Hitler è il frattale del caso Saddam Houssein: né diavoli, né angeli, ma vittime di un potere più grande di loro. Lo stesso potere che, ancora oggi più che mai, ci mantiene lontani dalle domande sensate e dalle risposte in grado di scoperchiare la “pentola” che bolle a fuoco lento.