mercoledì 5 maggio 2010

Lo strano caso della "verità" scomoda.





“Il suo volto abbronzato segnato dal tempo, gli occhi che sprizzano vitalità, la barba bianca che contrasta col rosso acceso del suo vestito, l’abito tradizionale dei devoti alla dea Ambaji; tutto questo sta facendo il giro del mondo.
Stiamo parlando di Prahlad Jani, il santone indiano di 84 anni che, da 72, sopravvive senza mangiare e senza bere. La prodigiosa qualità sarebbe dovuta a una pratica ascetica nota come breatharianismo, che in realtà Prahlad Jani sostiene di aver acquisito all'età di otto anni come dono di una divinità.
Per 10 giorni, un team medico lo ha tenuto sotto stretta osservazione in un ospedale dello stato settentrionale del Gujarat, nella città occidentale indiana di Ahmedabad. Il Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), afferente alla Difesa, sembra che intenda impadronirsi del suo segreto. Ma senza risultato. Non vi è, al momento, alcuna spiegazione scientifica.
Monitorato dalle telecamere giorno e notte, sottoposto ai più disparati esami, è risultato avere la struttura organica di un 25enne. Quindi? Abbiamo chiesto un parere al professor Alberto Battezzati, docente di Nutrizione presso l'Università degli Studi di Milano. Che si è dimostrato piuttosto scettico sull'argomento. Anche se possibilista su diversi aspetti della questione
Professore, è possibile che una persona sopravviva per 72 anni senza bere né mangiare?
Non lo ritengo possibile. Sulla base di comprovate esperienze, non esiste la benché minima possibilità che un evento del genere possa verificarsi”.
Fonte: Yahoo

I professori non ritengono possibile che un uomo possa vivere nemmeno 15 giorni senza bere nè mangiare, figuriamoci 72 anni. Ma allora quest’uomo che hanno davanti? Come lo spiegano? Che cosa pensano che simboleggi? Pensano che ci sia sotto un trucco?

Semplicemente lo ritengono impossibile e il cervello cancella l’evidenza, come quell’uomo, condizionato sotto ipnosi a non vedere la propria figlia, che vedeva attraverso il suo corpo posizionato proprio davanti a lui. Succedono cose strane a questo mondo e, sinceramente, sono sempre successe; altrimenti le leggende e le metafore non avrebbero senso. La stranezza di un evento è retaggio del grado di conoscenza e consapevolezza raggiunto da coloro che esaminano il caso. Sappiamo che, nel corso della storia, gli avvenimenti “scomodi” o ritenuti impossibili, sono stati ostinatamente eclissati; in pratica sono stati insabbiati sotto una coltre di indifferenza generale.

Mantenete il popolo lontano dal “libero pensare”, attraverso una condotta giornaliera di impegni vari, non da ultimo un lavoro “esteso” lungo l’intera giornata diurna, ed il popolo si “spegnerà” lentamente con il trascorrere del tempo. Dategli, nel tempo libero, svaghi che lo mantengano sempre lontano dal proprio sé, come la televisione, lo sport, i videogiochi, etc. Il resto, il popolo, lo compirà per propria volontà: sesso, ricerca di emozioni forti, alcool, droga, gioco d’azzardo, etc. Cosa rimane? Forse un barlume di lucidità per chiedersi: “Ma quest’uomo vive veramente senza nutrirsi?”. E chi ce la fa? La volontà di approfondire dura qualche minuto al massimo; la prima ricerca su internet verrà deviata dalla prima notizia di gossip o di altre amenità.

Per i più tenaci avverrà un approfondimento che porterà, nel giro di qualche giorno, a scontrarsi con amici e colleghi, parenti e familiari, poi tutto scemerà senza colpo ferire, come polvere sollevata da uno straccio asciutto che ricade al suolo inesorabilmente. Qualcuno lo scriverà in un blog, suscitando l’ilarità di quei pochi che leggeranno distrattamente l’articolo.

Non avendo la possibilità di verificare di persona, nessuno ci crede veramente. Ma se fosse nostro nonno, nostro padre, nostro fratello? Cambierebbe qualcosa in noi? Voglio dire, con l’esempio “vivo” riusciremmo a rimanerne tanto sbalorditi da “aprire gli occhi”? Oppure ci abitueremmo a questo caso di isolato sensazionalismo? In fondo nel Guinness dei primati ci sono cose pazzesche; le stesse prestazioni sportive a livello professionistico sono mirabolanti. Avete mai pensato a cosa significa saltare in alto oltre i 2 metri e quaranta? O saltare in lungo nove metri? O assistere alla gara dei superman dei cento metri piani?

Fenomeni? Casi isolati? Lo sport porta alla massima evidenziazione i campioni; coloro che hanno la marcia in più. E tutti gli altri? Mi sono sempre chiesto come fa una persona a considerarsi un “campione del mondo”, quando due terzi della popolazione mondiale fa fatica a tirare sera.  Quanti campioni potenziali ci sono tra questa marea di gente che vive di stenti? L’esempio pratico è dimostrato dagli sviluppi esponenziali, ottenuti dalla popolazione di colore, da quando la loro condizione è diametralmente cambiata, da qualche decennio a questa parte. Abbiamo persino un presidente degli Stati Uniti adesso! Ai tempi delle olimpiadi di Berlino, sotto agli occhi di Hitler, vinse 4 medaglie d’oro, Jesse Owens, un atleta di colore americano. Però a tal proposito possiamo leggere su Wikipedia  la seguente ed interessante testimonianza:

leggenda assai diffusa, ma si tratta di narrazione priva di fondamento, come dichiarato dallo stesso Jesse Owens, il rifiuto di Hitler di riconoscerne le vittorie... Ma anzi mentre l'atleta statunitense passava sotto la tribuna d'onore venne salutato da Hitler con un gesto della mano al quale egli rispose.
Lo stesso ricorderà più tardi come a "snobbarlo" non fu Hitler ma Roosevelt, che non gli inviò mai nessuna lettera di congratulazioni, ma anzi cancellò il loro incontro già in programma in quanto preoccupato della reazione elettorale delle grandi masse del sud statunitense".

Come possiamo notare, la verità è sempre diversa da quello che le parole, nel tempo, “disegnano” nella memoria della gente. Ricordiamo ancora, infatti, che viviamo in un mondo letteralmente alla rovescia. Il caso Hitler è il frattale del caso Saddam Houssein: né diavoli, né angeli, ma vittime di un potere più grande di loro.  Lo stesso potere che, ancora oggi più che mai, ci mantiene lontani dalle domande sensate e dalle risposte in grado di scoperchiare la “pentola” che bolle a fuoco lento.

 

martedì 4 maggio 2010

Eco di casa.




Da oggi scriverà anche mia moglie Silvia in questo Blog, con minore frequenza della mia, ma di tanto in tanto ella ci arricchirà della sua sensibile presenza; cercheremo di ampliare “l’offerta di prospettiva” sul mondo che cambia. Silvia ha grande istinto e passione, fra l’altro, per la cucina. In questi anni mi ha deliziato con gustosi piatti sempre un po’ particolari e sfiziosi, poi progressivamente ha cambiato visione, reinventandosi un modo diverso di stare in cucina. Una nuova modalità vibrazionale frutto del cammino spirituale e dell’aumento della consapevolezza.

Silvia è la mia Musa, è la mia fortuna ed il mio vanto.

Sono felice ed orgoglioso di poter procedere nella nostra avventura insieme, condividendo anche l’aria che respiriamo. Insieme è più facile, fra l’altro, “resistere” a quella piccola peste di nostro figlio Nahele di cinque anni e mezzo :)

Queste poche righe servono per dare il benvenuto a Silvia e ad introdurre la nuova pagina che è stata creata apposta per accogliere una sua necessaria presentazione ed alcune sue iniziali riflessioni: l’eco di casa di Silvia.

Wow…


Senti l’odore della terra assetata.

Ascolta la danza delle gocce
sui fili d’erba.

Piove col vigore
della necessità.

Piove con l’energia
di una invocazione
e di una evocazione.

Di lontano
la cima di un cipresso,
da dietro una casa
illuminata dalle saette,
appare come un fantasma
che vaga sui tetti.

Piove il desiderio
di rinfrescare
le anime e i corpi.

Piove sui tetti, sugli alberi,
sulle macchine e
su di noi,
desiderosi del contrario,
ogni volta che abbiamo
quel che abbiamo…

Piove di Silvia

 

Quell'estate che iniziai ad andare in bici.






È da circa tre settimane che ho ripreso le attività sportive all’aria aperta, nella fattispecie… gran sgobbate in bicicletta. Al mio ritmo e per il mio livello, faccio circa 17 km al giorno, percorrendo sia strade asfaltate che in terra battuta. Abito nella periferia di Vigevano, dunque gli spazi verdi non mancano; anzi, appena uscendo dalla città ci si trova immersi in un contesto d’altri tempi, tra risaie piene d’acqua, in questo periodo, e campi di tenero frumento; insomma gli scenari di Leonardo Da Vinci che, da queste parti, fece grandi opere di progettazione idrica. I papaveri hanno iniziato a spuntare sul finire di settimana scorsa, mentre gli alberi sono già verdissimi e l’erba molto alta per via della pioggia e del caldo. I colori pastello del Glicine si abbinano ai gialli intensi dei fiori di erbe di cui non so il nome; le "stelle" bianche dell'aglio selvatico  impreziosiscono i bordi delle strade di campagna e i sottoboschi.  

Andando in bici per questi lidi, ci si “espone” ad una confortevole visione per i sensi logici, sin troppo impegnati a “misurare” ogni aspettativa, prerogativa, prospettiva, etc. Un po’ di sano relax ci vuole. Non ho l’abitudine di trotterellare in bicicletta, per cui mi impegno anche a migliorare resistenza allo sforzo, fiato, gambe, circolazione, etc. Questo per dire che non esco solo per guardare il paesaggio, ma anche per “stancarmi” in maniera sana. D’accordo, c’è un po’ di smog per via delle immancabili auto e camion, però non mi lamento… è sempre meglio di quando i fumatori erano liberi di intossicarmi passivamente

Perché scrivo questo? Perché l’anno scorso ho fatto il medesimo allenamento, partendo un po’ più tardi rispetto al 2010, ed alla fine ho fatto più di mille chilometri. Delle gran sudate in pieno solleone, tra miriadi di libellule, insetti vari, gazze ladre, cornacchie, corvi, aerei, etc. Cosa mi è successo questo inverno? Non ho avuto nemmeno un raffreddore. Spese mediche pari a zero. Non che questa notizia sia tanto eclatante, però se aggiungo che venivo da anni di tosse cronica dovuta, secondo me, a stress e tipologia di Vita… ebbene, allora la “cosa” cambia. Ho trascorso nottate intere a tossire e a dare la colpa a tutto ed a tutti; starnuti infiniti appena alzato al mattino. Ho pensato all’allergia alla polvere, alle energie nefaste delle reti Hartmann e Curry, all’umidità del luogo dove, da più di un anno, passo le giornate, al mio stato di bronchite che da piccolo mi aveva minato anni e anni di Vita e che aveva costretto i medici di allora a sforacchiarmi di punture e a imbottirmi di antibiotici, dopo avermi levato anche le tonsille a tre anni. 

Con l’età dello sviluppo, poi, tutto era passato facendo sport. Ecco la memoria storica, le sinapsi dormienti.

Da qualche anno avevo iniziato a sviluppare ancora sintomi di oppressione polmonare; sino all’estate scorsa! Voglio rendere nota questa mia vicenda, perché a costo zero e senza rivolgermi a nessun medico, ho trasmutato la condizione della malattia cronica, in una nuova forma di equilibrio “compatibile” con il nuovo cammino spirituale intrapreso. Posso confermare che, dunque, le allergie non esistono, o comunque si possono superare senza ricorrere a nessun farmaco, perché posso stare nella polvere o in mezzo ad un campo di erbe, con pollini vari ed in qualunque periodo dell’anno, posso stare con i gatti e toccarli senza stare male e senza trasformarmi in viso, infatti gli occhi non mi lacrimano più e non arrossiscono. I polmoni sono liberi adesso. 

Per anni sentivo come una enorme mano che mi stringeva a livello polmonare. Cosa ho fatto d’altro, oltre che pedalare? Ho modificato l’alimentazione radicalmente. Ho fatto una pulizia del Colon. Ho seguito un percorso spirituale che ha portato il mio essere al centro di ogni “cosa” e non più in periferia del vortice esistenziale. Mi voglio bene e mi accetto sempre di più. Ho evitato di esprimere giudizi sulla gente. Ho iniziato a comprendere che tutto risponde al nostro volere, sia conscio che inconscio. Ho inserito un Cleanergy sotto al letto (Zamperini santo subito).

Rimettendo "ordine" in me, la Vita ha iniziato a mutare frequenza. Ho preso decisioni coraggiose, responsabilmente condivise con mia moglie Silvia, che non smetterò mai di ringraziare. Che dire? Che il flusso della Vita tesse un “arazzo” senz’altro più in linea con le mie prospettive e che, tutto quello che ancora deve quadrare, sicuramente lo farà in tempi brevi. Non mi interesso di politica perchè divide, non guardo i telegiornali, non leggo i quotidiani, sono estraneo alle “lotte” sociali di quartiere per ogni “dettaglio”. Ho smesso di temere il futuro perché il futuro è fatto di piccoli passi, istante dopo istante, da mantenere sempre con noi, con la nostra essenza. L’essere presenti a sé stessi è una dote necessariamente da sviluppare. Essere consapevoli di quello che facciamo e di quello che “ci” succede. Sviluppare la responsabilità per ogni nostra "movenza", per ogni nostro pensiero, per ogni nostra manifestazione vibrazionale.

Tutto qua! Una ricetta davvero semplice, eppure incredibilmente difficile da mettere in atto senza un atto di “coraggio” di base: provarci con equilibrio e costanza e non per “moda”.