sabato 20 marzo 2010

La massa critica al posto del simbolo dell'eroe.





Il 14 maggio 2010 torna al cinema la premiata ditta Russel Crowe&Ridley Scott con una nuova versione di Robin Hood, l’eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri. A questo link, trovate il trailer in italiano http://www.youtube.com/watch?v=5L3v7W8lOFg.

Nelle versioni cinematografiche c’è sempre spazio per la figura dell’eroe, così come nelle versioni a cartoni animati. L’eroe raffigura un mito che giunge da lontano, l’archetipo dell’essere giusto ed equilibrato che non accetta il sopruso, la violenza, l’usurpazione, le angherie ai danni dei più deboli. Gli eroi sono sempre esistiti. Di tanto in tanto ne nasce uno nel mondo. Sono dei distillati preziosi di ragion d’essere. Di eroi la società ne ha sempre bisogno, perché la società è sotto scacco da tempo immemorabile ormai. C’è voglia di eroi.  E nella sofferenza si trova l’humus perfetto per la nascita degli eroi. Così come i “contrari” rappresentavano lo strumento d’equilibrio per la società dei nativi americani, gli eroi configurano il modello globale che tenta di alzare la china di fronte all’energia di “stress” dell’Antisistema. Ma chi sono gli eroi oggi? Dove sono? Chi me ne segnala uno “vivo”? 

Ho trovato in rete, su Youtube questo splendido film che parla della “Leggenda di Ip Man” ; un grande film che narra della dominazione giapponese in Cina, che per 8 anni tentò di piegare lo spirito del dragone rosso cinese, sino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale con la resa incondizionata del Giappone. Costui era un maestro di Kung Fu che praticò ed insegnò lo stile Ving Chun. Nel film è veramente impressionante la concentrazione, la bellezza e la fluidità dei “gesti”. Ip Man insegnò anche a Bruce Lee. Osservando il mondo da angolazioni diverse ma “alte”, è facile comprendere come l’uomo sia diverso solo nei tratti fisici e nel colore della pelle, ma in realtà sia identico quando viene “piallato” dal rullo compressore della violenza e della guerra, che è uguale a tutti i livelli. 

I sentimenti e le reazioni sono sempre le stesse: la nascita di un eroe

Senza una figura carica di questa energia i popoli rimangono chiusi entro se stessi. Si ha dunque bisogno di un “simbolo”, di una forma d’onda da seguire e replicare, perché il lavoro vibrazionale fatto dall’Antisistema è totale e pressoché perfetto. Gli uomini morranno nella paura senza la nascita di un eroe. È sempre stato così nel corso della storia. Sarà sempre così anche adesso e nel futuro? Forse adesso serve una massa critica eroica, più che un singolo essere dotato di questa caratteristica unica. E questa massa critica c’è già. È già pronta da tempo ormai. Si muove dietro le fila, in silenzio come il perfetto eroe che non perde tempo in teatralità da film quando non servono o non sono prioritarie. Gli esseri umani che oggi sembrano pecorelle in fila per essere tosate, sono in realtà leoni. Non lupi nei confronti dei propri esseri come ci hanno insegnato tempo addietro. Noi siamo leoni pronti a scattare contro le “fruste” di coloro che miseramente non hanno trovato altro modo di soggiogare un intero pianeta, scegliendo di confondersi nelle dimensioni invisibili dell’umanità. Staccando l’uomo dalle proprie origini, dalle radici dello spirito. Seducendo e scoccando frecce tossiche e cariche di droga. Un piano ideato migliaia di anni fa. Una pazienza elefantiaca. Un potere lungimirante che ha approfittato delle pieghe e della flessibilità del piano divino. Tenebre all’opera fuoriuscite dalle “cantine” del Creatore. Oscurità che diventerà in questo modo “evidente”. Piano divino che si completerà stringendo a tenaglia e trasmutando il “male”. Noi siamo eroi che hanno accettato di venire qua in missione speciale, al fine di salvare e concludere il “gioco”. Eroi che nella loro fase consapevole hanno accettato di “paracadutarsi” in un luogo che ci avrebbe tolto la “memoria”. Eroi della prima specie, della prima ora… Gloria a tutti noi.  

 

venerdì 19 marzo 2010

David Icke senza "veli".




Mi sono avvicinato al mondo di David Icke, in maniera “responsabile” solo da poco; non ho ancora letto tutti i suoi libri, eppure mi sembra di conoscerlo da sempre. Questo succede perché c’è una relazione che va oltre il piano della mente, in quello “spazio” dove esiste l’energia del campo vibrazionale della coscienza. Una simile familiarità spiega molte cose. Spiega perché siamo più vicini o più lontani alle persone e/o alle “cose”. Siamo in pratica un mix, una miscellanea, una pozione magica che bolle nel calderone delle possibilità
 
Su Youtube si trova una intervista ad Icke a questo link
 
È molto interessante perché mette in risalto gli inizi relativi al suo risveglio. Ed in quei sintomi ognuno di noi può riconoscere i propri. Il processo è simile per esseri simili. I meccanismi che spingono a lasciare quello che si “ha” o meglio che si crede di avere, come il lavoro, sono meccanismi strani, quasi perversi secondo una logica ferrea tipica del mondo duale. Poi ognuno può anche non credere che la Vita di Icke sia andata in quel modo, certo! Ma allora smetta per favore anche di credere a quello che sostengono le religioni, la pubblicità, la storia, etc. Chi ce lo dice che è andata così? Uno storico o David Icke per me pari son.

Di Icke mi piace il discorso relativo al punto di osservazione. È molto simile a quello che sostengo io, quando scrivo che ci sono diversi punti di “vista” nell’osservare la realtà percepita.
 
È come se tanti “me” stessero seduti su di un colle a vedere. 
 
Ognuno ad altezze diverse di questo colle. Ognuno dunque vedrebbe le “cose” da un piano dimensionale diverso. E man mano che il punto ottico si alza, anche la visuale si espande e dunque la consapevolezza di quello che circonda l’osservato. È come se la coscienza stesse in alto ad osservare la mente che costruisce il mondo dei sensi in funzione di determinati stati vibrazionali decodificati dal cervello. Il fisico sta sul piano più concreto e “piatto”; sta a valle diciamo, e crede di vivere e di essere solo un “fisico”. La mente diventa la sua padrona. La coscienza osserva e testimonia l’ambito esperienziale.

Ognuno di noi può scegliere di mettersi sul piano della coscienza e, per questo, accettare di vedere ogni cosa che capita al fisico come un grande gioco di riflessi e di esperienze. Tutto qua. Quando Icke dice “che rideremo per una settimana quando scopriremo la verità” penso che abbia ragione; e percepisco già le mie risate liberatorie. Icke è passato dai riflettori della televisione, sotto ai quali conduceva programmi sportivi, e dai palcoscenici della politica alla pubblica derisione, quando iniziò a sostenere la sua nuova “verità”. Una nazione intera che lo derideva; la potente Inghilterra intera. Quella nazione “utilizzata” dai fratelli Wachowski per ambientare le trame realistiche di “V for vendetta”: l’Inghilterra domina! Il teatro scelto dalla coscienza di Icke per delineare le trame del proprio “gioco”.

Quando ci accorgiamo di classificare, di credere, di imparare a memoria, di essere un personaggio in carne ed ossa, stiamo scegliendo dal punto di vista della mente. La coscienza “è” e basta. Dovrebbe essere sufficiente questo per farci comprendere che siamo molto di più di carne ed ossa messe insieme per lavorare una Vita intera; anche se non è il lavoro il problema, bensì le modalità di lavoro, il tipo di lavoro, la finalità del lavoro, il perché, il come, il quando, il dove… un lavoro che quasi sempre è contro le proprie passioni e dunque il nostro “essere”.  
 
Questo andare “contro” quello che si “è”, porta a confondersi, a perdersi e ad osservare il mondo dalla sua superficie, senza slancio ne prospettiva. I significati sfuggono se ci stiamo nel mezzo e ne siamo perturbati. Da qua il famoso detto “cane che si morde la coda”.

Siamo pervasi da antiche conoscenze scolpite nei monumenti, ad esempio, oppure nelle leggende. Ma non le capiamo più. L’Antisistema le ha scalpellate via dai nostri campi vibrazionali terreni. Ricordo sempre che il senso di tutto ciò è sempre auto educativo. È una grande concertazione che porterà i frutti della grande semina, in virtù del piano divino. All’opera ci sono forze senza limiti che plasmano i mondi dai primordi. Non saranno interferenze aliene, ne quelle dell’ego che potranno deviare per molto il cammino di una umanità lanciata verso i verdi campi delle praterie dell’Universo.

Correre a piedi nudi sulla verde erba fresca, senza distruggere nessun “filamento”; con le ali ai piedi… ed il vento ad “incoraggiarci”…
 

giovedì 18 marzo 2010

Derivati Milano, a giudizio i "soliti noti"; potere ai bambini.




Il gup di Milano Simone Luerti ha rinviato a giudizio oggi al termine dell'udienza preliminare tutti gli imputati del procedimento per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano per la vendita di derivati: si tratta di quattro banche estere e 13 persone.

Lo hanno riferito fonti legali e giudiziarie. Il prossimo 6 maggio davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano si dovranno presentare le banche: Jp Morgan, Deutsche Bank, la filiale londinese di Ubs e quella di Dublino di Depfa Bank, insieme a due ex funzionari del Comune di Milano e 11 funzionari degli istituti di credito.

Il procedimento ha al centro uno swap trentennale che risale al 2005 tra il Comune di Milano e le banche. La pubblica accusa sostiene che gli imputati abbiano truffato il Comune di Milano, guadagnando illecitamente oltre 100 milioni di euro. Alcune delle banche coinvolte hanno negato ogni addebito ribadendo piena fiducia nei propri dipendenti.

Ubs ha emesso una nota in cui ribadisce che "non è stata commessa frode da Ubs o da suoi dipendenti nei confronti del Comune di Milano". "Ubs e i suoi esponenti sono fiduciosi che riusciranno a dimostrare nel corso del processo", fra l'altro, che il Comune di Milano non ha avuto danni dall'operazione e che Ubs non ne ha tratto illeciti guadagni.
"Ci difenderemo con forza dalle accuse avanzate e siamo certi che la solidità della nostra posizione in relazione agli addebiti contestati verrà dimostrata nel corso del dibattimento. Riteniamo che i dipendenti di J.P. Morgan coinvolti abbiano agito con professionalità e in modo appropriato", recita una nota della banca Usa.

Anche Deutsche Bank attraverso un portavoce ha preso posizione sul tema. "Riteniamo che le nostre argomentazioni siano fondate e saranno dimostrate nel corso del procedimento giudiziario. Ribadiamo inoltre la piena fiducia nell'integrità dei nostri dipendenti coinvolti nella transazione", dice il portavoce.

Primo processo penale sul tema.
Secondo il pm Alfredo Robledo si tratta del primo caso di un processo penale sul tema. "C'è solo un precedente di una sentenza amministrativa in Inghilterra alla fine degli anni 90 - ha detto il magistrato ai giornalisti dopo la decisione del giudice - In questa sentenza si diceva che i Comuni non dovrebbero comprare derivati dalle banche".

"E' la tappa di un percorso - ha aggiunto commentando il provvedimento di rinvio a giudizio - Un passaggio delicato, ma un passaggio". Come detto fra gli imputati ci sono due persone che all'epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di funzionari del Comune di Milano, tre funzionari di Ubs, due di Deutsche Bank, quattro di Jp Morgan e due di Depfa Bank.

Le indagini.
L'indagine fa luce su uno swap trentennale del 2005 tra il Comune di Milano e le quattro banche su un bond bullet da 1,68 miliardi di euro in scadenza nel 2035.
Nella vicenda le quattro banche sono imputate come persone giuridiche per illeciti amministrativi previsti dalla legge 231 del 2001 che impone alle aziende la costituzione di modelli organizzativi per prevenire gli illeciti.

La procura ha sostenuto nella sua richiesta di processo che gli indagati avrebbero detto "falsamente" che la struttura proposta al Comune "avrebbe consentito una riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico dell'Ente nella misura di 57 milioni 326.070 euro così prospettando tale proposta come conveniente" per il Comune.
In realtà invece, secondo l'accusa, il prodotto offerto a Palazzo Marino "non rispettava il valore complessivamente nullo di uno swap all'atto della sua stipula, secondo la prassi e la condotta di mercato".

Secondo l'accusa, i due funzionari del Comune coinvolti avrebbero poi "indotto in errore" il Consiglio e la Giunta comunale che, dando il via libera all'emissione obbligazionaria nei termini previsti dalle banche, "procuravano l'illecito profitto, definitivamente acquisito (...), e mantenuto occulto nei confronti dell'Ente territoriale" per 52 milioni 689.907 euro (di cui 3 milioni 972.606 euro a Ubs Ltd, 10 milioni 379.893 a Deutsche Bank, 31 milioni 144.808 a JpMorgan e 7 milioni 192.601 a Depfa Bank) "con pari decremento patrimoniale del Comune di Milano, cui cagionavano danno di rilevante gravità".
Fonte: Yahoo notizie

Leggendo questo articolo di "economia", o meglio di “orrore economico”, possiamo notare i soliti ingredienti anti etici ed immorali che oramai imperversano nel tessuto sociale; questo “modo di fare” basato sul modello imperante dei grandi livelli del potere economico, riesce da sempre a sfuggire a quel processo massivo di autocoscienza che la massa dovrebbe sviluppare, al fine di interrompere una modalità perversa di gestione, a cascata, delle dinamiche stesse del vivere quotidiano. Sono sempre i soliti nomi, delle medesime “istituzioni finanziarie” in gioco. Sempre quelli. Le persone coinvolte cambiano, le “pedine” sono diverse ma i nomi delle società coinvolte sono sempre quelli. È veramente pazzesco come ogni volta si stenda un pietoso velo di indifferenza e di levata generale di sguardi. Mai che un processo simile giunga alla sua logica e legale conclusione. Non è semplicemente possibile perché, altrimenti, il vaso di Pandora si potrebbe aprire, facendo uscire le voci di tutti i “venti” imprigionati frattalmente. 
Ancora una volta i giochi illusori riescono a rispondere persino all'evidenza di una macro truffa. 
Queste Caste sono legate a braccetto l’una con l’altra e, la caduta di una, corrisponderebbe alla caduta dell’intero status quo. Stiamo a vedere cosa succede questa volta. Siamo a Milano e non negli USA; chissà che l’impulso dei nuovi tempi riesca a sfociare in un qualcosa di finalmente diverso.

La cosa che mi ha sempre meravigliato è la classe dei “difensori” legali; sempre disposti a difendere il potere del “soldo”. Se prendiamo un bambino e gli spieghiamo semplicemente cosa è successo, capirà subito di che cosa si tratta: una truffa! 
I bambini dovrebbero esprimersi in merito alla giustizia. 
La loro “logica” è pura e non determinata dal potere economico in gioco. In loro non vi è nessun “obbligo di nobiltà”.