venerdì 19 marzo 2010

David Icke senza "veli".




Mi sono avvicinato al mondo di David Icke, in maniera “responsabile” solo da poco; non ho ancora letto tutti i suoi libri, eppure mi sembra di conoscerlo da sempre. Questo succede perché c’è una relazione che va oltre il piano della mente, in quello “spazio” dove esiste l’energia del campo vibrazionale della coscienza. Una simile familiarità spiega molte cose. Spiega perché siamo più vicini o più lontani alle persone e/o alle “cose”. Siamo in pratica un mix, una miscellanea, una pozione magica che bolle nel calderone delle possibilità
 
Su Youtube si trova una intervista ad Icke a questo link
 
È molto interessante perché mette in risalto gli inizi relativi al suo risveglio. Ed in quei sintomi ognuno di noi può riconoscere i propri. Il processo è simile per esseri simili. I meccanismi che spingono a lasciare quello che si “ha” o meglio che si crede di avere, come il lavoro, sono meccanismi strani, quasi perversi secondo una logica ferrea tipica del mondo duale. Poi ognuno può anche non credere che la Vita di Icke sia andata in quel modo, certo! Ma allora smetta per favore anche di credere a quello che sostengono le religioni, la pubblicità, la storia, etc. Chi ce lo dice che è andata così? Uno storico o David Icke per me pari son.

Di Icke mi piace il discorso relativo al punto di osservazione. È molto simile a quello che sostengo io, quando scrivo che ci sono diversi punti di “vista” nell’osservare la realtà percepita.
 
È come se tanti “me” stessero seduti su di un colle a vedere. 
 
Ognuno ad altezze diverse di questo colle. Ognuno dunque vedrebbe le “cose” da un piano dimensionale diverso. E man mano che il punto ottico si alza, anche la visuale si espande e dunque la consapevolezza di quello che circonda l’osservato. È come se la coscienza stesse in alto ad osservare la mente che costruisce il mondo dei sensi in funzione di determinati stati vibrazionali decodificati dal cervello. Il fisico sta sul piano più concreto e “piatto”; sta a valle diciamo, e crede di vivere e di essere solo un “fisico”. La mente diventa la sua padrona. La coscienza osserva e testimonia l’ambito esperienziale.

Ognuno di noi può scegliere di mettersi sul piano della coscienza e, per questo, accettare di vedere ogni cosa che capita al fisico come un grande gioco di riflessi e di esperienze. Tutto qua. Quando Icke dice “che rideremo per una settimana quando scopriremo la verità” penso che abbia ragione; e percepisco già le mie risate liberatorie. Icke è passato dai riflettori della televisione, sotto ai quali conduceva programmi sportivi, e dai palcoscenici della politica alla pubblica derisione, quando iniziò a sostenere la sua nuova “verità”. Una nazione intera che lo derideva; la potente Inghilterra intera. Quella nazione “utilizzata” dai fratelli Wachowski per ambientare le trame realistiche di “V for vendetta”: l’Inghilterra domina! Il teatro scelto dalla coscienza di Icke per delineare le trame del proprio “gioco”.

Quando ci accorgiamo di classificare, di credere, di imparare a memoria, di essere un personaggio in carne ed ossa, stiamo scegliendo dal punto di vista della mente. La coscienza “è” e basta. Dovrebbe essere sufficiente questo per farci comprendere che siamo molto di più di carne ed ossa messe insieme per lavorare una Vita intera; anche se non è il lavoro il problema, bensì le modalità di lavoro, il tipo di lavoro, la finalità del lavoro, il perché, il come, il quando, il dove… un lavoro che quasi sempre è contro le proprie passioni e dunque il nostro “essere”.  
 
Questo andare “contro” quello che si “è”, porta a confondersi, a perdersi e ad osservare il mondo dalla sua superficie, senza slancio ne prospettiva. I significati sfuggono se ci stiamo nel mezzo e ne siamo perturbati. Da qua il famoso detto “cane che si morde la coda”.

Siamo pervasi da antiche conoscenze scolpite nei monumenti, ad esempio, oppure nelle leggende. Ma non le capiamo più. L’Antisistema le ha scalpellate via dai nostri campi vibrazionali terreni. Ricordo sempre che il senso di tutto ciò è sempre auto educativo. È una grande concertazione che porterà i frutti della grande semina, in virtù del piano divino. All’opera ci sono forze senza limiti che plasmano i mondi dai primordi. Non saranno interferenze aliene, ne quelle dell’ego che potranno deviare per molto il cammino di una umanità lanciata verso i verdi campi delle praterie dell’Universo.

Correre a piedi nudi sulla verde erba fresca, senza distruggere nessun “filamento”; con le ali ai piedi… ed il vento ad “incoraggiarci”…
 

giovedì 18 marzo 2010

Derivati Milano, a giudizio i "soliti noti"; potere ai bambini.




Il gup di Milano Simone Luerti ha rinviato a giudizio oggi al termine dell'udienza preliminare tutti gli imputati del procedimento per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano per la vendita di derivati: si tratta di quattro banche estere e 13 persone.

Lo hanno riferito fonti legali e giudiziarie. Il prossimo 6 maggio davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano si dovranno presentare le banche: Jp Morgan, Deutsche Bank, la filiale londinese di Ubs e quella di Dublino di Depfa Bank, insieme a due ex funzionari del Comune di Milano e 11 funzionari degli istituti di credito.

Il procedimento ha al centro uno swap trentennale che risale al 2005 tra il Comune di Milano e le banche. La pubblica accusa sostiene che gli imputati abbiano truffato il Comune di Milano, guadagnando illecitamente oltre 100 milioni di euro. Alcune delle banche coinvolte hanno negato ogni addebito ribadendo piena fiducia nei propri dipendenti.

Ubs ha emesso una nota in cui ribadisce che "non è stata commessa frode da Ubs o da suoi dipendenti nei confronti del Comune di Milano". "Ubs e i suoi esponenti sono fiduciosi che riusciranno a dimostrare nel corso del processo", fra l'altro, che il Comune di Milano non ha avuto danni dall'operazione e che Ubs non ne ha tratto illeciti guadagni.
"Ci difenderemo con forza dalle accuse avanzate e siamo certi che la solidità della nostra posizione in relazione agli addebiti contestati verrà dimostrata nel corso del dibattimento. Riteniamo che i dipendenti di J.P. Morgan coinvolti abbiano agito con professionalità e in modo appropriato", recita una nota della banca Usa.

Anche Deutsche Bank attraverso un portavoce ha preso posizione sul tema. "Riteniamo che le nostre argomentazioni siano fondate e saranno dimostrate nel corso del procedimento giudiziario. Ribadiamo inoltre la piena fiducia nell'integrità dei nostri dipendenti coinvolti nella transazione", dice il portavoce.

Primo processo penale sul tema.
Secondo il pm Alfredo Robledo si tratta del primo caso di un processo penale sul tema. "C'è solo un precedente di una sentenza amministrativa in Inghilterra alla fine degli anni 90 - ha detto il magistrato ai giornalisti dopo la decisione del giudice - In questa sentenza si diceva che i Comuni non dovrebbero comprare derivati dalle banche".

"E' la tappa di un percorso - ha aggiunto commentando il provvedimento di rinvio a giudizio - Un passaggio delicato, ma un passaggio". Come detto fra gli imputati ci sono due persone che all'epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di funzionari del Comune di Milano, tre funzionari di Ubs, due di Deutsche Bank, quattro di Jp Morgan e due di Depfa Bank.

Le indagini.
L'indagine fa luce su uno swap trentennale del 2005 tra il Comune di Milano e le quattro banche su un bond bullet da 1,68 miliardi di euro in scadenza nel 2035.
Nella vicenda le quattro banche sono imputate come persone giuridiche per illeciti amministrativi previsti dalla legge 231 del 2001 che impone alle aziende la costituzione di modelli organizzativi per prevenire gli illeciti.

La procura ha sostenuto nella sua richiesta di processo che gli indagati avrebbero detto "falsamente" che la struttura proposta al Comune "avrebbe consentito una riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico dell'Ente nella misura di 57 milioni 326.070 euro così prospettando tale proposta come conveniente" per il Comune.
In realtà invece, secondo l'accusa, il prodotto offerto a Palazzo Marino "non rispettava il valore complessivamente nullo di uno swap all'atto della sua stipula, secondo la prassi e la condotta di mercato".

Secondo l'accusa, i due funzionari del Comune coinvolti avrebbero poi "indotto in errore" il Consiglio e la Giunta comunale che, dando il via libera all'emissione obbligazionaria nei termini previsti dalle banche, "procuravano l'illecito profitto, definitivamente acquisito (...), e mantenuto occulto nei confronti dell'Ente territoriale" per 52 milioni 689.907 euro (di cui 3 milioni 972.606 euro a Ubs Ltd, 10 milioni 379.893 a Deutsche Bank, 31 milioni 144.808 a JpMorgan e 7 milioni 192.601 a Depfa Bank) "con pari decremento patrimoniale del Comune di Milano, cui cagionavano danno di rilevante gravità".
Fonte: Yahoo notizie

Leggendo questo articolo di "economia", o meglio di “orrore economico”, possiamo notare i soliti ingredienti anti etici ed immorali che oramai imperversano nel tessuto sociale; questo “modo di fare” basato sul modello imperante dei grandi livelli del potere economico, riesce da sempre a sfuggire a quel processo massivo di autocoscienza che la massa dovrebbe sviluppare, al fine di interrompere una modalità perversa di gestione, a cascata, delle dinamiche stesse del vivere quotidiano. Sono sempre i soliti nomi, delle medesime “istituzioni finanziarie” in gioco. Sempre quelli. Le persone coinvolte cambiano, le “pedine” sono diverse ma i nomi delle società coinvolte sono sempre quelli. È veramente pazzesco come ogni volta si stenda un pietoso velo di indifferenza e di levata generale di sguardi. Mai che un processo simile giunga alla sua logica e legale conclusione. Non è semplicemente possibile perché, altrimenti, il vaso di Pandora si potrebbe aprire, facendo uscire le voci di tutti i “venti” imprigionati frattalmente. 
Ancora una volta i giochi illusori riescono a rispondere persino all'evidenza di una macro truffa. 
Queste Caste sono legate a braccetto l’una con l’altra e, la caduta di una, corrisponderebbe alla caduta dell’intero status quo. Stiamo a vedere cosa succede questa volta. Siamo a Milano e non negli USA; chissà che l’impulso dei nuovi tempi riesca a sfociare in un qualcosa di finalmente diverso.

La cosa che mi ha sempre meravigliato è la classe dei “difensori” legali; sempre disposti a difendere il potere del “soldo”. Se prendiamo un bambino e gli spieghiamo semplicemente cosa è successo, capirà subito di che cosa si tratta: una truffa! 
I bambini dovrebbero esprimersi in merito alla giustizia. 
La loro “logica” è pura e non determinata dal potere economico in gioco. In loro non vi è nessun “obbligo di nobiltà”.
 

mercoledì 17 marzo 2010

B17, oltre al Boeing la Vitamina.





Quest’oggi mi sono imbattuto nel lavoro di un uomo che merita tutta la nostra attenzione, perché il suo tentativo di portare a conoscenza della comunità di una diversa modalità per guarire da malattie, definite dalla imperante medicina allopatica come “incurabili”, è stato come usualmente succede “tarpato” coi soliti mezzi a disposizione della casta che comanda:

"Libro del  Dott. Giuseppe Nacci: “Mille piante per guarire dal cancro senza chemio”,  libro on-line, di circa 800 pagine, liberamente scaricabile da internet da vari siti a cui e' stato regalato es.: www.mednat.org, dopo la chiusura del proprio sito www.lecurenaturali.com , su.... “pressioni” dell’Ordine dei Medici di Trieste...che di fatto con un "ricatto" (altrimenti lo radiano dall'albo per i contenuti.....che qui riportiamo)... gli impediscono di aprire e mantenere un proprio sito web!".
Fonte: http://www.mednat.org/cancro/balla_ricerca_cancro.htm

Il suo libro “Mille piante per guarire dal cancro senza chemio” lo si può scaricare liberamente da questo link: http://www.mednat.info/files/Nacci%20libro.pdf

Il Dott. Nacci è sicuramente quello che, nella cultura degli Indiani d’America, veniva appellato un “contrario” (link), ossia colui che per equilibrare le “cose”, si prendeva la responsabilità di fare tutto quello che gli altri non facevano usualmente; persone di questo tipo venivano poi ricompensate dal “Grande Spirito” con la conoscenza della guarigione. Infatti costoro molto spesso divenivano i guaritori della comunità, gli Sciamani, gli uomini sacri che avevano il coraggio di sfidare la “consuetudine” del quieto vivere.

La vicenda di Nacci ricorda da vicino, ad esempio, quella del Dott. Hamer (link), “reo” di avere scoperto e gettato le basi della medicina del “futuro”; medicina per la quale ogni malattia ha un senso biologico e, in quanto tale, funge da segnalatore di un, non sempre evidente, stato di “insofferenza” verso le dinamiche spirituali della Vita.

Signori, qua si va oltre alla figura del medico di famiglia; qua si sono posate le pietre miliari della conoscenza e consapevolezza che sarà routine in un prossimo, e speriamo vicino, futuro.

Nacci mette in risalto le proprietà curative naturali delle erbe ed in generale dei rimedi che Madre Natura ci mette liberamente a disposizione. Solo per questo motivo, si comprende come il suo “lavoro” sia da tenere in altissima considerazione.
Ad esempio la sua affermazione, “Regala un semino di mela e di altra frutta a tutte le persone che conosci, spiegando loro che tutti (in realtà tranne i semini degli agrumi) i semi di frutta contengono la vitamina B 17 mette in relazione questa importante e “sconosciuta” vitamina, alla possibilità di un aiuto concreto e notevole alla guarigione del cancro.

Ovvio che, dal mio punto di vista, se un cancro si è sviluppato in noi è perché c’è un disequilibrio interiore che emerge dalla sfera della spiritualità e, un rimedio esterno, potrà anche fare guarie, però se non si rimuove la causa dello squilibrio “esistenziale” la malattia tornerà.
Cerchiamo di vedere le “cose” dal punto prospettico più alto, perché noi siamo molto di più di un corpo che si ammala o che è in salute.
Anzi, ne approfitto per ribadire il mio punto di vista: una volta che si è raggiunta una condizione di pseudo salute, ossia di ritenuta condizione di buona o ottima salute, interroghiamoci in merito alla domanda “Sono in salute, e adesso?”. Lo scrivo perché sembra che una persona che sta “bene” o crede di stare bene, in realtà, non approfitta di questo stato di grazia per approfondire il significato della Vita, bensì pensa a “godere” di questo stato psicofisico, allontanandosi in questo modo dalla costruzione di un “centro” stabile e virtuoso. 
 
Debbo anche ammettere che, oggi, la condizione di “ritenersi in salute” è divenuta anch’essa illusoria.
 
Non riusciamo più nemmeno a riconoscere uno stato di salute psicofisico spirituale, da uno stato di salute “ordinario” o percepito come il fatto di “non avere i soliti acciacchi o dolorini vari”. In pratica la ciclicità della malattia porta, di tanto in tanto, al miraggio di essere in salute, stato di grazia che dipende solo ed esclusivamente da un momento di “vuoto” della malattia che dipende dal nostro “smarrimento” interno. Una volta che il ciclo della malattia riprende ricompaiono tutti i sintomi e si torna a “precipitare” come “qualche giorno, mese, anno prima”.

Il tempo confonde e “sfugge” l’attenzione verso la tendenza a cui siamo maggiormente protesi.