lunedì 1 marzo 2010

Ballando alla luce della Vita.





Questo articolo è un riflesso di me e di coloro che, in risonanza, oggi si sentono “accartocciati” su se stessi, come una carta di caramella pronta ad essere gettata distrattamente nel cestino o per terra. Non so quale sia il motivo. Non so il perché.
Vedo dalla finestra un pallido sole che tenta di bucare la coltre di nebbia, inondando il tutto di una luce argentea; gli alberi addormentati sono nere figure contrastate, intrecci caotici di rami dalle diverse dimensioni e fattezze.
Non so perché sono uscito dalla notte in preda a questa dimensione; ricordo a malapena le ombre vaghe del sogno, senza per questo riuscire a metterlo a fuoco o a nudo.
Mi “punge” lo stomaco e nemmeno la musica sembra portare sollievo. Avrei voluto scrivere della neurotossina Alluminio, ma non riesco, non ce la faccio. A dire la verità, sembra che oggi nessun argomento sia per me piacevole da affrontare. Come da una coltre di pesante fumo, le forze sono schiacciate, risucchiate via, appiattite, rese inerti. Ma forse più che di forze occorre intendere di “centro” dell’essere, o meglio, di equilibrio energetico che manca.
Il pensiero o il fato mi portano a Proust e a quegli istanti di magia alchemica che ci introducono in veri e propri mondi solamente allontanati dal e nel tempo. Paesi che abbiamo percorso e conosciuto camminando lungo le vie delle nostre Vite, mentre ci affaccendavamo a respirare e a sopravvivere.

“Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra  un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di “Maddalena”. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva reso indifferenti le vicissitudini della Vita, le sue calamità, la sue brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l’amore, colandomi d’un essenza preziosa: o meglio questa essenza non era in me, era me stesso”.
“E ad un tratto il ricordo… (da “La strada di Swann” dell’opera “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust).

Proprio allo stesso modo, anche senza introduzione di cibo, qualche giorno fa mi è successa una cosa analoga; ho agganciato immagini senza luce ne contrasto, confuse e caotiche, che hanno “sollevato” pezzi di Vite trascorse chissà quando, annotate da qualche parte. Non ho memoria nemmeno per la causa scatenante questa evocazione che, sono certo, mi ha invece restituito dei “sapori”. Pazzesco a dire, lo so. Eppure è andata proprio così. Ho percepito “sapori” di un qualcosa che è stato, al contrario di quello che è successo all’amico Proust che, proprio tramite un sapore, ha evocato il ricordo. Che meraviglia siamo. È vero?

Il sapore è, per me, una “porta” verso la dimensione del passato; una porta che è possibile varcare nelle due direzioni del tempo circolare, dello schieramento eterno che è già interamente svolto tutto attorno a noi. Nelle nostre diversità non esistono chiavi uniche di lettura, ed è questa la forza più devastante del genere umano: la biodiversità ad ogni livello.
“L’assaporare la Vita” non è solo una emanazione poetica o un frase fatta, ma è una energia, una inclinazione, una prospettiva in risonanza con il flusso di abbondanza della Vita stessa. Come “descritto” magistralmente in Ratatuille, l’assaporare il cibo non è mangiare la prima cosa che capita senza chiedersi nulla, ma ascoltare l’altissima sinfonia che si sprigiona dall’unione di quel mix magico, da quella alchimia di sapori e musica che innalzano il corpo a livello dello spirito pur rimanendo nella fisicità e, per questo, inondandolo del sapore vero del senso della Vita…

Il Sole sta abbracciando alberi, nebbie e creato… nella musica di Avatar i miei “nodi” iniziano a sciogliersi, la matassa a sbrogliarsi, l’animo a spalancare le ali inumidite dalla notte…

Grazie...
 

domenica 28 febbraio 2010

Se le vincite del Superenalotto fossero delle illusioni?





Partiamo dalla notizia, datata dicembre 2009, che ora in stazione potremo intrattenerci, attendendo il treno, con le nuove ed allettanti sale da gioco nate da un accordo commerciale tra le Ferrovie e Lottomatica. Con l’inaugurazione della sala giochi nella stazione ferroviaria di Savona, si è dato ufficialmente il via a questa nuova modalità di intrattenimento. Spero non sia questa la "soluzione finale", trovata dai vertici delle Ferrovie, per ovviare ai ritardi cronici inerente la circolazione ferroviaria. 
 
La cosa certa è che, in questo modo, alle persone si offre la possibilità di svuotare del tutto il portafoglio, attendendo quel treno tanto sospirato. 
 
L’inaugurazione della nuova sala giochi ha visto intervenire  il Ministro Scajola, il quale ha espresso il seguente punto di vista:

"Non mi piace. Non ritengo che il gioco sia educativo. Un mio caro amico per il gioco d'azzardo ci è morto", al che non si è fatta attendere troppo la risposta di Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia; infatti rispondendo al ministro ha minimizzato: "E' un esercizio commerciale".
Mi chiedo; perché il Ministro Scajola ha partecipato se non d’accordo con detta iniziativa? Forse perché non poteva fare altrimenti? E quella sua espressione non è un modo “sottile” di sfuggire alle eventuali critiche dell’opinione pubblica?

Mentre la voce di Moretti risuona “per quella che è”, ossia veritiera, quella del Ministro distorce una dimensione personale piuttosto ambigua.
La scommessa vincente è, infatti, quella delle ferrovie e di Lottomatica che hanno dalla loro parte, la non indifferente fortuna che hanno speso gli italiani solo nel 2009 in giochi&scomesse varie.  
 
Una media di 2,5 Euro al giorno a testa, circa 75 Euro al mese, 900 Euro all’anno. 
 
Oltre 50 miliardi di Euro raccolti nel corso del 2009 nel campo della fortuna e dei giochi in Italia che, nella classifica mondiale, per quanto riguarda la spesa per persona nel settore del gioco e delle scommesse, si piazza al quinto posto.
Sino a qua i fatti sanciti dalla raccolta statistica e dagli incassi; poi si va sulla fantascienza pura quando si asserisce che:
Naturalmente, si gioca per vincere e molti ci riescono: sempre in media, degli 883 Euro investiti, ne sono tornati sotto forma di vincita 609.
L'uscita netta ammonta quindi a 274 euro in dieci mesi (quasi un euro al giorno).

E poi questo altro dato “indicativo”:
Nella divisione fondamentale fra giochi basati sulla fortuna e giochi in cui prevale l'abilità, la scelta degli italiani è chiara, puntando per l'84% sulla ricerca della fortuna e per il 16% sull’abilità dei pronostici.
Allora, dopo questo lungo preambolo, veniamo al dunque.

Ecco l’Antisistema in azione ancora una volta:
  • coinvolge le istituzioni, ossia le persone che ricoprono quelle cariche, nonostante il loro diverso “principio”
  • influisce sulle decisioni degli organi aziendali, perseguendo le solite logiche iper commerciali a tutto campo, senza remore di alcun tipo
  • sfrutta dei cronici difetti delle infrastrutture in maniera tale da perseguire ancora più efficacemente i propri “intenti”
  • evita il più a lungo possibile le risoluzioni di tipici problemi massivi, come il ritardo e l’ammodernamento delle carrozze ferroviarie, deviando l’attenzione della clientela verso strumenti di “ipnosi”, chiaramente funzionanti, come il gioco d’azzardo legalizzato
  • crea, in tal modo, nuovi “adepti” o tossicodipendenti dell’azzardo alla fortuna, pescandoli da un bacino completamente estraneo, proprio come una stazione ferroviaria che “richiama” ogni tipo di cittadino.
  • A livello energetico non risolve, ovviamente, nulla anzi ingarbuglia ancora di più le “acque”
Con 2,5 Euro al giorno di ogni italiano io avrei la ricetta per mettere in funzione un “motore” di ben altro calibro, chiamato Re-distribuzione etica del reddito!

Se, infatti, dovessi chiedere anche solo 1 Euro al giorno per soddisfare questo intento, collezionerei delle grandi e sonanti pernacchie.
Per poi osservare come questo “1 Euro” venga sperperato nei più disparati ambiti e modi, in virtù di un potere di acquisto oramai vicino al ridicolo. Quelle che erano le 2000 vecchie Lire in carta, oggi sono divenute pochi grammi di metallo senza distinzione di valore, letteralmente gettate via in 1000 ed 1 modi diversi.

E vengo al punto centrale del presente articolo; ossia le vincite. È per me vera e propria fantascienza quel dato che ho riportato poc’anzi. Sicuramente è una mia libera interpretazione, però non mi risuona per niente veritiera, nel senso che è troppo generosa nei confronti dei giocatori. Certamente ci saranno una moltitudine di vincite realizzate e non incassate per vari motivi, però il mio grande dubbio che vela solo una certezza è questo:

In Italia vige l’anonimato per coloro che vincono, ossia non si è menzionati ufficialmente e pubblicamente sulla “Gazzetta Ufficiale”. Certo si pagano le tasse sulla vincita, però il controllo si limita alla riscossione che, penso, sia “anonima”. Insomma è come se lo Stato si accontentasse di essere certo di intascare la tassa del 6% sulle vincite e stop. Ma perché? Perché in altri “paesi” invece le persone vincenti vanno a finire in televisione o sul giornale? Perché?

Il pensare comune “tradisce” questa linea: “Se fossi io a vincere vorrei che non lo sapesse nessuno. Pago le tasse e basta. Altrimenti mi ritroverei pieno zeppo di “amici”, parenti, amici degli amici che mi chiedono denaro, e poi la mia sicurezza sarebbe messa in pericolo”.

Quindi siamo tutti d’accordo con questo anonimato? In una Italia che fa la coda per apparire in televisione, una persona che ne acquisisce a pieno il “diritto”, declina una simile opportunità? I rotocalchi televisivi ed i giornali farebbero a gara per averci a “casa” loro. Ed il vincitore potrebbe ancora di più aumentare l’empatia dovuta al momento magico ed “arrotondare” con qualche copertina, qualche intervista, un libro, etc. Per quanto riguarda la sicurezza personale, non penso sia un problema, in quanto di ricchi ce ne sono a bizzeffe in giro; perché dovrebbero rapire proprio il nuovo milionario? Agendo con gli opportuni “accorgimenti” la situazione sarebbe sempre sotto controllo. I pericoli derivano semmai dalla poca abitudine a “maneggiare” tanto denaro, e un simile pericolo è strisciante sia nell’anonimato che nel pubblicizzare la propria vincita.

Ecco però la situazione che si viene a creare a livello di “controllo”. Se l’anonimato impera a ragion di legge, le vincite possono anche essere immaginarie, ossia possono anche non esistere e, pertanto, non assegnare quella parte delle giocate relative al montepremi. Pensiamo ai cento e passa milioni di Euro che recentemente erano in palio con il Superenalotto. Chi può dire che sono o non sono stati assegnati? 
 
Chi controlla in un regime, ancora una volta, immaginario?
 
Questo meccanismo mi ricorda tanto il sistema delle Banche e le loro magiche potenzialità di moltiplicare il denaro ricevuto in custodia, in termini di possibilità di erogazioni di prestiti.
È ancora lo stesso principio badate. Vere e proprie illusioni “garantite” dalla legge.

Su 50 miliardi di Euro di raccolta, a ben vedere, almeno metà dovrebbe tornare ai giocatori; in realtà quanti saranno fisicamente incassati? Secondo me solo le piccole vincite esigibili subito in tabaccheria e poche altre eccezioni...
Oltre a certe somme, entriamo nel mondo delle apparenze, dei miraggi pubblici, nei vuoti di memoria della massa…

In questo buco nero che inghiotte denaro senza fine di continuazione, è impresa ardua invertire il senso del flusso…

“Meditate gente, mediate”… 
 

sabato 27 febbraio 2010

Il fiore della Vita è una bussola che indica la "via".






“Il primo codice parla dell’Anima dell’Universo e della tua stessa Anima. Devi scoprire il tuo desiderio più intimo e la ragione della tua esistenza. Altrimenti ti perderai e rimarrai prigioniera di domande quali: Chi sono? Cosa è la Vita? Cos’è la Morte? Chi è Dio?...”
Fonte: “Life Codes” di Patty Harpenau

Il sincrodestino parla attraverso tutto quanto è possibile “animare” e veicolare verso il diretto interessato che ha “smosso” una risposta evocando una domanda. Le domande sorgono spontanee, affiorano alla “superficie” della mente dal fondo della coscienza; mosse dallo spirito di “curiosità” verso la Vita. Lo stesso spirito che contraddistingue tutti i bimbi che, ad occhioni aperti, osservano per la prima volta un “fenomeno” sconosciuto o solo dimenticato.

Oggi mi sono imbattuto nel libro sopraccitato, nel solito ipermercato, il solito giorno della settimana, nelle solite modalità, secondo la solita prassi…  
 
Eppure il sincrodestino ha “trovato” il modo di raggiungermi anche disperso nell’abitudine. 
 
Ha saputo precedermi e prepararmi un “messaggio”, una risposta, un segno atto a continuare il cammino intrapreso. C’era una unica copia, come al solito; mi ha attirato tra i tanti libri esposti a decantare le proprie “doti” e mi ha “convinto” ad abbassarmi per prenderla nelle mani. Sfogliandolo, ha iniziato subito a “parlarmi”; la qualità delle immagini e le fattezze di ciò che osservavo mi rapiva e convinceva. Decisi di comprarlo. Non appena mi incamminai lo guardai bene sul retro per vedere il prezzo e, cosa vidi? Che era rovinato. Tornai indietro per cambiare copia, ma mi accorsi che c’era solo quella, messa davanti ad una fila di altri libri tutti identici ma diversi dal “mio”. Lo aprii bene, lasciandolo sfogliare quasi in automatico e mi accorsi che almeno una trentina di pagine erano rotte e piegate all’interno, causando addirittura l’impossibilità di girarle ad una ad una per leggerle. Come un cerchio nel grano. Decisi allora di lasciarlo dove lo avevo trovato. Non lo dovevo comprare. Una volta a casa, facendo una ricerca su internet ho trovato il modo di scaricare le prime 29 pagine offerte a titolo promozionale. In quelle 29 pagine si trovava il messaggio per me; esattamente tra la pagina 27 e la pagina 28. Proprio alla fine dell’assaggio dell’opera.

Ecco il messaggio, che è anche una conferma:

“Devi scoprire il tuo desiderio più intimo e la ragione della tua esistenza”.

Ragazzi e ragazze, signori e signore, fratelli e sorelle, l’Universo ci parla, ci  ascolta, ci vuole bene…

Viviamo dal cuore e… chiediamoci “dove siamo”; chiediamoci se siamo nel flusso della Vita oppure ai margini. Chiediamoci che cosa desideriamo di più in “profondità”! Occorre chiarire la nostra intenzione, il nostro “senso”, il perché siamo qua, con quale missione da compiere…

Ora ho avuto la conferma di quello che avevo già compreso: 
 
Io sono” sulla Terra per completare la mia evoluzione ed allo stesso tempo per  contribuire ad evocare e rendere pubblico il grande inganno, la inimmaginabile illusione che avvolge l’intero pianeta, il sintomo che delinea la causa della nostra amnesia; la paura che ha permesso la nascita dell’Antisistema.

Ecco qual è la mia missione in questa Vita.

Vivo per onorare questo impegno!