Durante il fine settimana di San Valentino, è uscito nelle sale cinematografiche, “Tra le nuvole”, il nuovo film con protagonista George Clooney. Questa produzione dell’industria cinematografica globale, questo sforzo creativo, risulta gradevole al “palato”, lasciando un retrogusto di “amarezza” nel finale. Si può senz’altro dire che, a tratti, sia persino profondo e che la figura interpretata da Clooney corrisponda all’evoluzione di un uomo polarizzato "nell e dall" Antisistema, che solo con gli anni e l’esperienza e tramite certi ingredienti di “base personali, riesce ad assumere un senso spirituale della Vita. La parte interpretata dall’ex medico di prima linea di "E.R." è quella di un “tagliatore di teste”, a prima vista, molto freddo e distaccato, che viene pagato per annunciare il licenziamento ai malcapitati di turno.
“Quanto è pesante la Vostra Vita?”
Quel senso di amarezza al quale alludevo pocanzi, è il frutto di una visione arida e sterile dello spettacolo cinematografico, dietro al quale, non lo dimentichiamo mai, ci sono delle menti, dei propositi, delle necessità. Non ci si fermi a questo aspetto, legato all’amarezza che traspare dal senso di “impotenza” di un uomo che ha, quello che vuole, ma sino ad un certo punto; che ha quello che vuole ma non quello che vorrebbe. Calandosi in questa parte, in colui che, mentre assiste allo svolgimento della trama, sviluppa amarezza e senso di vuoto, ci si guarda, in realtà, allo specchio. A me viene naturale pensare ad un’altra modalità di visione delle “cose”, e cioè questa.
Mi sono convinto, “so che”, ogni aspetto della manifestazione energetica della discesa dell’Anima in Terra è necessario, in qualche modo, ai fini dell’evoluzione, del senso, del perché della Vita.
Una opportunità. Chi è in grado di vedere le ampie volute delle ali di un licenziamento? Le enormi possibilità che si aprono davanti alla propria esistenza “libera”. I sogni riposti nel cassetto che tornano a prendere “Luce”. Chi? Questo uomo è un angelo che prepara le anime incarnate e dimentiche ad “andare alla deriva”; moderno Caronte che traghetta viaggiatori secondo le proprie volontà inconsce. Una guida essenziale perché umana, vicina, soidale come un vero Amico e non una fredda comunicazione via internet capace di togliere ogni residua speranza.
“Lei non dovrebbe rincuorarmi? - Io faccio aprire gli occhi; è una rinascita”
Chi la fa l’aspetti. Il protagonista riceve profondi scossoni durante il tempo di svolgimento della pellicola, va in crisi, rompe il proprio modello esistenziale; apre gli occhi e tenta di “cambiare”. Il finale non è vuoto e rassegnato, è comprensione del proprio ruolo, della propria missione: “ad ognuno il suo”.
In questo film i “licenziati” sono solo delle comparse; il bello della trama è anche questo ribaltamento della scala dei pesi e delle misure. È un ribaltamento dei piani che, chi sta vivendo quel particolare momento della cessazione di un rapporto lavorativo, forse farà fatica a “digerire”, ma che, se compreso, apre le porte del mutamento.
“Cogli l’attimo”; cambia il punto prospettico di osservazione della Vita.
Questa sera in televisione verrà trasmesso “V for vendetta”; la quintessenza estremizzata di questo "ragionamento". La vivida, pungente, rivoluzionaria visione dei fratelli Wachowski, innestata nei piani dell’immaginazione collettiva. Come un “cavo” pirata innestato nelle strutture dell’Antisistema. Una meraviglia “tesa” nel concetto dell’uno…
“Provate a pensare ai vostri bei ricordi, ai momenti più belli della vostra Vita: eravate da soli? La Vita è meglio in compagnia”