"Egli" è conscio di essere “tutto”, ma è anche conscio che non “comprende” esattamente cosa significhi essere “tutto”.
sabato 23 gennaio 2010
Il Ben Ten che è in noi.
Vorrei fare una veloce riflessione sul “dove mi trovo” nel cammino spirituale della “consapevolezza” e della “comprensione”. Di tanto in tanto è “utile”, secondo me, soffermarsi, fare tappa, analizzarsi serenamente, convergere attorno al nucleo in formazione della propria essenza. Sono certo che questo “momento” possa essere utile anche a coloro che sono in risonanza con la mia energia. Per parlare del “dove” occorre inserire anche i vari “perché” che hanno delineato la “sponda del fiume”… Questi perché hanno catalizzato risposte che sono state da me “accettate” proprio perché ritenute convincenti, ossia contrassegnate dal “marchio” della profondità o altezza animica. Questo “momento” è una fotografia che sicuramente muterà nel tempo. Non è pertanto una verità assoluta ed indeformabile, bensì una “tappa” della semovente esistenzialità, dedita a cambiare, mutare forma, evolvere. Sono sicuro che ciò che mi sto accingendo a scrivere desterà stupore e mi sottoporrà a giudizio, ma non importa perchè "questo è il mio sentire". Dunque!
Esiste un solo ed unico “principio” creatore (Assoluto)."Egli" è conscio di essere “tutto”, ma è anche conscio che non “comprende” esattamente cosa significhi essere “tutto”.
"Egli", nel tentativo di comprendersi, capisce che sono presenti nelle sue infinite fattezze sia il male che il bene, ma non le può discernere; non le può “osservare” da quella “posizione” unica. È come sapere di avere nella “cantina” del proprio infinito palazzo, qualcosa di molto spiacevole, ma di non poter scendere a “vedere” perché non si trova più la cantina.
Il Creatore intende dunque vivere tutti i propri “aspetti” al fine di trasmutare quelle parti di sé potenzialmente dannose per una evoluzione allo stadio “successivo” (eh si, perché esiste anche uno stadio successivo, dal momento in cui esso è definito “Creatore” ed “Assoluto” da me che sono una sua infinita parte. Dunque io esisto grazie a lui e lui viene identificato da me, osservato da me e dunque io mi riferisco a lui da una condizione minuscola che lo vede come unico principio, ma in realtà descrivo solo l’unico principio che posso discernere. Ciò non equivale a dire che sia l’unico principio, anzi disegna potenzialmente il processo opposto, ossia che ci siano anche infiniti Creatori di infiniti Universi - il livello successivo, appunto).
Il Creatore si scinde dando luogo all’Universo pluridimensionale.Le sue “scintille” divine, le anime, involvono “scendendo” i piani vibrazionali dell’energia “primaria”. Nella loro discesa o “caduta”, la vibrazione più lenta dà luogo alla condensazione dell’energia formando la materia e tutte le sue infinite forme e varietà. Per questo la Natura è tanto bella e varia e perfetta, perché riflette la bellezza pura dell’anima come per un principio di vasi comunicanti.
L’Universo diventa lo spazio di manovra dell’anima, la quale deve prima “scendere” per poi “risalire” alla sorgente con il frutto del proprio percorso esistenziale. Perché? Perché così il Creatore potrà evolvere avendo perfettamente “idea” di cosa si nasconda nelle proprie “cantine” – consapevolezza. Il “piano successivo” prevede il massimo controllo del “sé” e non si accede senza avere la padronanza assoluta dell’Assoluto. Tale padronanza la si ottiene solo “vivendo fisicamente tutte le variazioni sul tema”.
E c’è di più; il Creatore ha talmente fiducia nella sua “linea di luce” che conferisce il libero arbitrio alla sua progenie, ossia si apre ad una infinita promessa d’amore e di fiducia verso ogni sua “scintilla”, certo che al “ritorno” gli si ripresenterà vestita di sola luce. È dunque una grandissima apertura di fiducia verso la creazione che, nascendo da esso, ne rappresenta l’intero potenziale nel bene e nel male. È come un gigantesco mezzo di trasmutazione o di consapevolezza per “colui che osserva”.
La Vita popola l’Universo secondo le più svariate modalità, differenze, adattamenti, fusioni, risonanze, etc. Nel processo di discesa dell’anima, le forme “decorano” i mondi disponibili. Sulla Terra il processo umanoide giunge molto più “tardi”; il fatto che la Madre Terra sia collocata in un raggio esterno della Via Lattea lo dimostra, oltre al fatto che la Via Lattea stessa non è tra le più “datate” galassie dell’Universo.
Come diretta conseguenza della discesa ai piani più densi dell’energia dell’anima della Madre Terra, un vero e proprio essere vivente, la Vita biologica si sviluppa in maniera lineare ed integrata, dando luogo ad una perfetta “catena” della Vita innestata ancora nei piani dello spirito, proprio come si "descrive" Eiwa in Avatar. In questo ambito si sviluppa sul pianeta una razza umanoide naturale molto simile ai gorilla, facente parte della “forma” che si libera dalla condensazione dell’anima.
Nel frattempo le razze umanoidi, ad immagine e somiglianza del Creatore, hanno già una storia alle proprie “spalle” e sono molto più avanti dell’uomo nel “processo”. Alcune forme di Vita umanoide hanno già iniziato la “risalita” verso i piani ad energia più sottile, la cosiddetta ascensione. Si formano le schiere angeliche o forme illuminate di Vita. Queste “schiere” dall’alto della propria consapevolezza comprendono che è loro responsabilità aiutare ed assistere tutte la altre forme di Vita che nel processo seguono a ritroso.
Come lato opposto della “medaglia” le energie legate all’ombra, discese anch’esse dal Creatore (dalle sue “cantine”) hanno guadagnato potere dando luogo al proprio intento di “tornare al Padre-Creatore”, sull’onda del libero arbitrio che, di fatto, rende possibile ogni tipo di “scenario”. Ecco che nell’Universo si sono formate schiere di esseri di luce e schiere di esseri di ombra. Tale conflitto si espande naturalmente in tutto l’Universo, giungendo dunque anche sulla Terra, un luogo, sino a quel momento, primitivo, primigenio, utilizzato per fare esperimenti come quelli relativi ai dinosauri ed ai grandi cetacei e delfini. Il “caso” volle che diverse razze stellari scesero sulla Terra per motivi legati alla scienza, al business, alla razzia, etc. Tra tali razze alcune erano ancora in una fase del processo legato all’ombra, nel senso che la loro evoluzione tecnologica non era stata seguita ancora da una altrettanto evoluzione dello spirito. A causa di questa mancanza di consapevolezza, alcune razze stellari (Anunnaki in primis) eseguirono esperimenti di natura genetica sulla forma ominide già presente sul globo terrestre, dando luogo all’uomo moderno che, di fatto, appare dal nulla in epoca Sumera.
Queste razze aliene, nel tempo pur non apparendo più tra le folle, disegnano un piano di controllo totale sull’umanità in via di formazione, utilizzando l’umanità stessa come “matita” magica per co creare e dare alla libera manifestazione fisica il loro piano di “risalita” verso il Creatore, nei panni del “lato oscuro” che torna al Padre, utilizzando l’opportunità conferita dallo stesso e descritta dal libero arbitrio. Nasce l’Antisistema sulla Terra. L’Antisistema, in realtà, nasce dall’uomo stesso, costretto a credersi solo, abbandonato, separato dal Creatore, vinto dalla paura di vivere senza un senso superiore. Un sistema di credenze idoneo a fare smarrire l’umanità viene sapientemente insufflato a livello inconscio. L’antico potere e l’antica saggezza viene soppressa o insabbiata. Le ere caratterizzate dagli imperi si susseguono, diciamo tra un’era glaciale e l’altra. Scompaiono Lemuria ed Atlantide fallendo i propri cicli ma dando luogo, allo stesso tempo, ad una evoluzione spirituale dell’uomo perché “nulla è per caso”. L’attuale ciclo vitale viene ancora caratterizzato dai fallimenti dei cicli precedenti, ma risulta diametralmente sviluppato nei propri processi sottili legati ai piani superiori. Purtroppo risulta anche completamente bloccato, irretito dal controllo totale, dentro e fuori della propria biologia, da parte dell’Antisistema. Come a dire che l’uomo di oggi è pronto ad ascendere per via del tempo che sta scadendo, ma sarà l’uomo stesso a decretare il proprio successo o il proprio ulteriore fallimento. Le energie in gioco sono estremamente potenti, perché le “ombre” hanno il potere del controllo su miliardi di anime bloccate nei piani più densi, ma le loro parti individualizzate negli Avatar umani, hanno ancora la capacità di liberarsi dal giogo, se solo riuscissero a risvegliarsi “dall’incantesimo”.
Con l’avvento del 2012 penso che il tempo accelererà il processo. Le razze più evolute nella luce si mostreranno pubblicamente, in quanto un simile atto risulterà quanto di più efficace possano fare per aiutare il genere umano, oltre a poter contare su un tipo di energia nuovo, proprietario della nuova dimensione che stiamo già “conoscendo”.
Questo post, che sembra molto buono per una trama di un film di fantascienza è quanto, secondo me, è successo nel “nostro” Universo. E scrivendo ciò, sono anche certo che la vera trama possa essere addirittura ancora più “avvincente” e complicata. Una cosa certa è che non siamo soli nell'Universo. Tra le "pieghe" di questo articolo c'è molto di non detto per questioni dii spazio-tempo; questo è solo un veloce sunto. Ad oggi sono giunto sino a questo punto :)
E mi sentivo di condividerlo…
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Il mio pensiero.
venerdì 22 gennaio 2010
LuciaStove, scalda il "cuore".
Esiste un certo tempo nel quale le notizie particolarmente “sensate” si colorano di una valenza, come dire, quasi profetica; come se gli organi di diffusione di massa intonassero il suono del corno Vichingo che, dall’alto dei fiordi, annunciava il ritorno delle navi cariche di uomini e di “merci” e perciò annunciando un motivo di festa. Ieri le notizie provenienti da oltreoceano, da parte del presidente USA Obama, in relazione ad importanti imposizioni e restrizioni al modo di fare “affari” da parte delle banche americane, mi aveva colpito in maniera particolare; ed in effetti ha colpito anche i mercati globali, tramite un calo molto marcato. Tale diminuzione drastica delle contrattazioni mi fa sorridere. Ma come? Si annunciano misure che vanno nella direzione di cambiare quella modalità che ha dato luogo alla grande crisi internazionale ed i mercati rispondo in questo modo? Questo mi fa capire, ancora di più se era necessario, da chi sono “rappresentati” i mercati internazionali. Le borse si comportano come un branco di lupi affamati, per i quali l’importante è solo il profitto e non la modalità con la quale lo si raggiunge. C’è chi sostiene che le misure annunciate ieri da Obama non siano rappresentative di una vera volontà di cambiare, ma io sono fiducioso. Obama non può smantellare le infrastrutture di un “modello” con simili “radici” in maniera netta e brusca, perché il mondo cadrebbe in preda al panico e il cambiamento potrebbe essere peggiore del male da trasmutare. Io credo in quell’uomo quando denuncia che non può sostenere la visione dei grandi bonus dati dalle banche ai propri manager in un periodo in cui erano del tutto fallite e in virtù degli aiuti statali ricevuti. Aziende troppo grandi per fallire si diceva; un vero e proprio paradosso che deve finire.
L’altra notizia profetica alla quale dobbiamo dare un seguito tutti noi, senza lasciarla sparire nel nulla, è questa:
LuciaStove, nasce a Tortona la soluzione per portare energia e biochar nei villaggi
di Marco Magrini
La vita di Nathaniel Mulcahy è cambiata il 29 ottobre 2004. Fatto sta, che quel 29 ottobre cade dalle scale e si rompe letteralmente l'osso del collo. I soccorsi arrivano quasi cinque ore dopo e lo trovano ancora vivo, solo perché la sua cagnetta aveva usato il muso per tenergli la testa sollevata, e il corpo e le zampe per reggergli la schiena. «Senza di lei sarei morto», racconta Mulcahy, oggi 44enne. «Da quel giorno, ho deciso che non volevo più lavorare per far ricca un azienda, ma per migliorare il mondo. A tempo pieno». È così che, mentre lavorava su un progetto per migliorare la vita degli haitiani, ha inventato la LuciaStove, oggi un marchio registrato. Con cinque pezzi di alluminio, anche in Africa possono costruirsi un fornello pirolitico – capace di combustione senza ossigeno – che si alimenta con foglie, rami o scarti agricoli, che produce pochissimo monossido di carbonio (una delle principali cause di morte, nelle cucine del terzo mondo) e che lascia il solo residuo del biochar, il carbone vegetale: un potente fertilizzante, da reinserire nel più virtuoso dei cicli agroalimentari. «La sua particolarità – spiega Mulcahy con irrefrenabile entusiasmo – è che sfrutta attentamente la dinamica dei fluidi per ottenere una combustione con un efficienza del 93%, contro il 7-12% di un fuoco aperto». E il procedimento è replicabile su larga scala. Tutti i pirolizzatori del mondo sono chiusi, per tenere fuori l'ossigeno. Invece, la LuciaStove è miracolosamente aperta in alto: basta gettarci dentro della biomassa, accenderla e, dopo pochi secondi, il calore prodotto innesca la pirolizzazione, aiutata da un piccolo ventilatore laterale. Dagli ugelli in alto – disegnati in modo da sfruttare tre diversi vortici che si creano all'interno – esce un gas sintetico, fatto di idrogeno, metano e monossido di carbonio. Il quale, bruciando forma una specie di cappa che consuma l'ossigeno impedendogli di entrare, ma al tempo stesso esercita un "tiraggio" verso il basso che fa entrare l'azoto. «Tre etti di biomassa – spiega Mulcahy – bruciano per quasi un'ora e mezzo, regalando energia termica e, alla fine, lasciando come residuo un etto di biochar. Il quale, è un eccellente fertilizzante ed è capace di stoccare per secoli l'anidride carbonica che era nelle piante». La WorldStove, l'azienda fondata da Mulcahy per commercializzare la sua invenzione, sta già discutendo con «importanti aziende italiane dell'agroalimentare» (che lui non vuole ancora nominare) per adottare il procedimento su scala industriale. «Ci sono aziende che spendono fino a 30 euro a tonnellata, per smaltire i propri scarti. In questo modo, avrebbero energia gratis per i propri bisogni produttivi (o per venderla alla rete sotto forma di elettricità), e anche un fertilizzante naturale da reimmettere nel ciclo», con un conseguente, minor uso dei fertilizzanti chimici. Ma la commercializzazione? Non doveva salvare il mondo? «La WorldStove vende già questa tecnologia in Canada sotto forma di caminetti ecologici, visto che lì la combustione della legna è stata vietata. E abbiamo ricevuto una commessa per produrre 1,4 milioni di fornelli per ammodernare tutte le saune della Finlandia», dice Mulcahy con un sorrisetto malizioso. «Tutti fondi che servono per finanziare la distribuzione della LuciaStove nel Terzo Mondo a prezzi bassissimi, sottocosto, con la formula del microcredito». Migliaia di esemplari sono già stati spediti in Uganda, Indonesia, Zaire, Cameroon, Malesia, Mongolia e Costa d'Avorio. Un intoppo c'è: il ventilatore che affianca la LuciaStove, richiede corrente. «Ma lo abbiamo già risolto con tre diverse soluzioni – risponde Mulcahy – una delle quali sfrutta la gassificazione coassiale del fornello, autogenerando l'elettricità per la ventola. Anzi, anche di più: ci si può ricaricare il cellulare». Di fatto, per efficienza, facilità d'uso e per i benefici ambientali che comporta, la LuciaStove è un'invenzione che potrebbe far parlare di sé. È frutto dell'intuizione di un momento? «La mia cagnetta, stava ormai molto male», racconta Mulcahy. «Un giorno, mi ha appoggiato teneramente il muso sulle gambe. Mi sono messo a pensare e ho avuto il mio momento eureka. Poi, quando ho finito di mettere su carta le mie idee, lei se n'è andata».
Come avrete intuito, si chiamava Lucia.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/risparmio-energetico/frontiere/luciastove-biochar.shtml?uuid=68d0d23e-0edb-11de-b874-530b20f3f76e&DocRulesView=Libero
Detto e fatto, oggi la sua invenzione sta convincendo tutti. Ha inventato LuciaStove, una stufa per cucinare e riscaldare, che non inquina, perché non brucia legno o combustibili minerali, bensì il gas che si sprigiona dagli scarti agricoli (pula, noccioli, residui). Non solo: dopo la generazione di calore, resta il biochar, un carbone vegetale che cattura l'anidride carbonica (antieffetto serra), trattiene l'acqua e migliora la fertilità dei terreni. "Alcuni amici avevano finanziato la costruzione di una scuola a Haiti. Ma i bimbi non la frequentavano perché impegnati a raccogliere legnetti per il fuoco. Sono un ingegnere: ho cercato di migliorare l'efficienza delle loro stufe. Ho venduto la mia casa per avviare, con 300mila dollari, la produzione industriale delle parti della stufa più delicate, qui in Italia. In un solo pacco, in cui si spedirebbe una sola stufa della concorrenza, al costo di 60 euro riesco a inviarne 18. Il prezzo unitario di una stufa base (un cubo di 15 cm) è di 12 euro. Dal 2008 il progetto è decollato. Abbiamo ricevuto ordini per due milioni di stufe". Ora Nat lo invitano alle Nazioni Unite. E arrivano sponsor come l'italiana AlmoNature, che finanzia il progetto. E Nat ha anche un sogno di crescita culturale per tutti. "Grazie a LuciaStove, che produce elettricità, anche i computer potranno diffondersi capillarmente".
L’altra notizia profetica alla quale dobbiamo dare un seguito tutti noi, senza lasciarla sparire nel nulla, è questa:
LuciaStove, nasce a Tortona la soluzione per portare energia e biochar nei villaggi
di Marco Magrini
La vita di Nathaniel Mulcahy è cambiata il 29 ottobre 2004. Fatto sta, che quel 29 ottobre cade dalle scale e si rompe letteralmente l'osso del collo. I soccorsi arrivano quasi cinque ore dopo e lo trovano ancora vivo, solo perché la sua cagnetta aveva usato il muso per tenergli la testa sollevata, e il corpo e le zampe per reggergli la schiena. «Senza di lei sarei morto», racconta Mulcahy, oggi 44enne. «Da quel giorno, ho deciso che non volevo più lavorare per far ricca un azienda, ma per migliorare il mondo. A tempo pieno». È così che, mentre lavorava su un progetto per migliorare la vita degli haitiani, ha inventato la LuciaStove, oggi un marchio registrato. Con cinque pezzi di alluminio, anche in Africa possono costruirsi un fornello pirolitico – capace di combustione senza ossigeno – che si alimenta con foglie, rami o scarti agricoli, che produce pochissimo monossido di carbonio (una delle principali cause di morte, nelle cucine del terzo mondo) e che lascia il solo residuo del biochar, il carbone vegetale: un potente fertilizzante, da reinserire nel più virtuoso dei cicli agroalimentari. «La sua particolarità – spiega Mulcahy con irrefrenabile entusiasmo – è che sfrutta attentamente la dinamica dei fluidi per ottenere una combustione con un efficienza del 93%, contro il 7-12% di un fuoco aperto». E il procedimento è replicabile su larga scala. Tutti i pirolizzatori del mondo sono chiusi, per tenere fuori l'ossigeno. Invece, la LuciaStove è miracolosamente aperta in alto: basta gettarci dentro della biomassa, accenderla e, dopo pochi secondi, il calore prodotto innesca la pirolizzazione, aiutata da un piccolo ventilatore laterale. Dagli ugelli in alto – disegnati in modo da sfruttare tre diversi vortici che si creano all'interno – esce un gas sintetico, fatto di idrogeno, metano e monossido di carbonio. Il quale, bruciando forma una specie di cappa che consuma l'ossigeno impedendogli di entrare, ma al tempo stesso esercita un "tiraggio" verso il basso che fa entrare l'azoto. «Tre etti di biomassa – spiega Mulcahy – bruciano per quasi un'ora e mezzo, regalando energia termica e, alla fine, lasciando come residuo un etto di biochar. Il quale, è un eccellente fertilizzante ed è capace di stoccare per secoli l'anidride carbonica che era nelle piante». La WorldStove, l'azienda fondata da Mulcahy per commercializzare la sua invenzione, sta già discutendo con «importanti aziende italiane dell'agroalimentare» (che lui non vuole ancora nominare) per adottare il procedimento su scala industriale. «Ci sono aziende che spendono fino a 30 euro a tonnellata, per smaltire i propri scarti. In questo modo, avrebbero energia gratis per i propri bisogni produttivi (o per venderla alla rete sotto forma di elettricità), e anche un fertilizzante naturale da reimmettere nel ciclo», con un conseguente, minor uso dei fertilizzanti chimici. Ma la commercializzazione? Non doveva salvare il mondo? «La WorldStove vende già questa tecnologia in Canada sotto forma di caminetti ecologici, visto che lì la combustione della legna è stata vietata. E abbiamo ricevuto una commessa per produrre 1,4 milioni di fornelli per ammodernare tutte le saune della Finlandia», dice Mulcahy con un sorrisetto malizioso. «Tutti fondi che servono per finanziare la distribuzione della LuciaStove nel Terzo Mondo a prezzi bassissimi, sottocosto, con la formula del microcredito». Migliaia di esemplari sono già stati spediti in Uganda, Indonesia, Zaire, Cameroon, Malesia, Mongolia e Costa d'Avorio. Un intoppo c'è: il ventilatore che affianca la LuciaStove, richiede corrente. «Ma lo abbiamo già risolto con tre diverse soluzioni – risponde Mulcahy – una delle quali sfrutta la gassificazione coassiale del fornello, autogenerando l'elettricità per la ventola. Anzi, anche di più: ci si può ricaricare il cellulare». Di fatto, per efficienza, facilità d'uso e per i benefici ambientali che comporta, la LuciaStove è un'invenzione che potrebbe far parlare di sé. È frutto dell'intuizione di un momento? «La mia cagnetta, stava ormai molto male», racconta Mulcahy. «Un giorno, mi ha appoggiato teneramente il muso sulle gambe. Mi sono messo a pensare e ho avuto il mio momento eureka. Poi, quando ho finito di mettere su carta le mie idee, lei se n'è andata».
Come avrete intuito, si chiamava Lucia.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/risparmio-energetico/frontiere/luciastove-biochar.shtml?uuid=68d0d23e-0edb-11de-b874-530b20f3f76e&DocRulesView=Libero
Detto e fatto, oggi la sua invenzione sta convincendo tutti. Ha inventato LuciaStove, una stufa per cucinare e riscaldare, che non inquina, perché non brucia legno o combustibili minerali, bensì il gas che si sprigiona dagli scarti agricoli (pula, noccioli, residui). Non solo: dopo la generazione di calore, resta il biochar, un carbone vegetale che cattura l'anidride carbonica (antieffetto serra), trattiene l'acqua e migliora la fertilità dei terreni. "Alcuni amici avevano finanziato la costruzione di una scuola a Haiti. Ma i bimbi non la frequentavano perché impegnati a raccogliere legnetti per il fuoco. Sono un ingegnere: ho cercato di migliorare l'efficienza delle loro stufe. Ho venduto la mia casa per avviare, con 300mila dollari, la produzione industriale delle parti della stufa più delicate, qui in Italia. In un solo pacco, in cui si spedirebbe una sola stufa della concorrenza, al costo di 60 euro riesco a inviarne 18. Il prezzo unitario di una stufa base (un cubo di 15 cm) è di 12 euro. Dal 2008 il progetto è decollato. Abbiamo ricevuto ordini per due milioni di stufe". Ora Nat lo invitano alle Nazioni Unite. E arrivano sponsor come l'italiana AlmoNature, che finanzia il progetto. E Nat ha anche un sogno di crescita culturale per tutti. "Grazie a LuciaStove, che produce elettricità, anche i computer potranno diffondersi capillarmente".
Info: http://worldstove.com, worldstove@gmail.com
Fonte: http://www.millionaire.it/content/view/3025/67/
Sarà nostra responsabilità, non fare insabbiare questa fantastica notizia, questa realtà di tipo nuovo, questa energia assolutamente meritevole di manifestarsi in un mondo che lo necessita tantissimo e che se lo “merita”; l’età dell’oro è oramai giunta tra di noi. Ovvio, “oro” inteso come “luce”.
Fonte: http://www.millionaire.it/content/view/3025/67/
Sarà nostra responsabilità, non fare insabbiare questa fantastica notizia, questa realtà di tipo nuovo, questa energia assolutamente meritevole di manifestarsi in un mondo che lo necessita tantissimo e che se lo “merita”; l’età dell’oro è oramai giunta tra di noi. Ovvio, “oro” inteso come “luce”.
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LuciaStove.
giovedì 21 gennaio 2010
Una nuova normalità, ma il Timolo è sempre là.
Se invece della crisi è meglio pensare a una fase di “nuova normalità”, come insegna un indirizzo consolidato Oltreoceano e come ha ribadito già nel 2009 la società di consulenza McKinsey, c'è da pensare che anche il marketing dovrà seguire un corso “nuovo” a partire da quest'anno. Sotto osservazione è il consumatore dell'era “new normal”, le abitudini e quello che si aspetta dai marchi, la chirurgica scelta prima di ogni mossa. “Le strategie dei grandi gruppi stanno tenendo conto di questi mutamenti strutturali”, spiega a ItaliaOggi Marco Mazzù, partner di McKinsey, “e il crescere della tecnologia, le labili barriere tra momenti di lavoro e privati, la possibilità di essere costantemente connessi in rete, ma anche i cambiamenti demografici, indicano che bisogna uscire dalle strategie tradizionali di comunicazione e intraprendere un percorso integrato e orientato ai micro-mercati. Il principale risultato”, racconta Mazzù, “è una modifica del processo decisionale, come insegnano i casi Lego o ancora di Audi dove il 10-15% delle idee per nuove strategie e prodotti sono arrivate direttamente dalle scelte dei navigatori-clienti”.
Fonte: http://it.finance.yahoo.com/notizie/marchi-attenti-al-passaparola-italoggi-0c07291f6b84.html?x=0
Fonte: http://it.finance.yahoo.com/notizie/marchi-attenti-al-passaparola-italoggi-0c07291f6b84.html?x=0
Questa notizia proveniente dagli attenti osservatori legati allo studio dei cambiamenti sociali, ai fini di una migliore consulenza strategica da offrire ai propri ed importanti clienti, quali le grandi multinazionali, non è assolutamente da trascurare. Cosa dimostra? Che il cambiamento è in atto. Che le espressioni “nuova normalità” oppure “era new normal” indicano addirittura un fortissimo cambiamento, non solo in atto, ma già sufficientemente maturo da essere seriamente studiato e preso in considerazione. Cosa dimostra ancora? Che noi, la massa, individuo per individuo, dettiamo il respiro dello svolgimento delle tendenze di comportamento. Per questo motivo è tanto importante il controllo da parte dell’Antisistema. La crisi internazionale dovuta agli “errori” dell’economia drogata dal debito ha comportato una modifica nel paradigma in auge sul pianeta. Quanto sia voluto e quanto sia accaduto non è dato sapersi. Diciamo che esiste un piano nel piano nel piano; cicli superiori ed inferiori che si intersecano e determinano le evolventi che scrivono il futuro. Cosa ci indica ancora questa notizia? Che attraverso il nostro libero scegliere e non il semplice adattarsi, la massa sarebbe in grado di determinare la propria volontà ai fini della costruzione di un mondo migliore, più etico, morale, equilibrato. Tutto il "resto" si dovrebbe semplicemente adeguare. Ma cosa manca per far si che ciò avvenga? Che la massa sviluppi un senso di sé, una capacità di coordinamento, una modalità di intendere la Vita coesa, solidale, unitaria. Perché non può ancora succedere? Perché la massa è stata individualizzata, divisa, chiusa nei propri interessi, resa egoistica, separata dagli altri, senza fiducia, limitata nelle proprie capacità decisionali, annichilita. Non potremo, tutti noi, farcela senza un apporto “esterno”, senza un aiuto almeno in termini di “energia”. Occorre guardarsi dentro e comprendere che in noi esistono tutte le risposte ma, allo stesso tempo, necessitiamo di aiuto esterno perché, altrimenti, sarà molto difficile risalire la china. L’aiuto esterno dobbiamo però “meritarcelo”, infatti deve essere la risposta, il riflesso, di una nostra chiara richiesta e la conseguenza di una presa di coscienza e di responsabilità del nostro ruolo nei processi chiave di co creazione. Insomma, come dire che se non lo vogliamo o se siamo indotti a non volere il cambiamento, non lo avremo; saremo rispettati in questo, oppure avremo un cambiamento "pilotato" e fine a se stesso. Se, nonostante tutto, il cambiamento sembra fare capolino, anche se in termini solo di frattale, di esempio nel piccolo che rispecchia però le dinamiche delle grandi “manovre”, significa che il volere di una certa massa critica viene rispettato. La massa critica è pronta sul globo già da tempo. Lavora per tutta l’umanità. La massa critica è costituita da tutti quegli individui che hanno “compreso” cosa essi siano in “realtà”. Essi, un cuore alla volta, stanno lavorando sui piani superiori dell’uomo, al fine di manifestare fisicamente il potenziale della “nuova umanità” piuttosto che della “nuova normalità”. Coloro che si limitano a registrare gli accadimenti sociali, quando si accorgeranno dei cambiamenti in corso, li comunicheranno ai propri importanti clienti e, quest’ultimi, si adegueranno per causa di forza maggiore. Solo quelle aziende che comprenderanno queste dinamiche potranno pensare di sopravvivere e di avere un senso all’interno della danza della Vita. È solo una questione di tempo e, fatto non secondario, una questione di scelta globale da parte della massa. Da ciò si evince come sia importante sfuggire alla presa dell’attuale focus di pensiero imperante ed imperniato attorno al ruolo dell’uomo-predatore. L’umanità non è un virus per questo pianeta, ma rappresenta lo spirito di evoluzione e di integrazione con il “tutto”. Se l’aiuto in termini di “energia” sta spirando per noi dal Cosmo, significa che a livello di potenziale eterico l’uomo sta rispondendo alla “chiamata”, al “senso biologico e spirituale di stare qua. Noi, in ogni caso abbiamo ed avremo sempre il mondo che sceglieremo di plasmare consciamente oppure inconsciamente.
Ecco una riflessione pratica basate sull’osservazione di ciò che ci sta intorno. Mi preme far comprendere che questo fatto non devono essere usato per incolpare le aziende o la pubblica amministrazione, ma per far comprendere quanto ancora siamo “distanti” dall’equilibrio (il frattale da capire è: se una azienda mi tratta così “male”, quello è il mio riflesso, o meglio, il riflesso medio globale umano. Ok. Ho capito devo ancora lavorare su me stesso per essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo”. Sino a quando quella azienda vedrà il mio nuovo modo di essere e lo interpreterà nei soli due modi possibili, adeguandosi oppure estinguendosi”).
Cosa indica secondo Voi questo frattale?
Alcool denaturato
Definizione
L'alcool denaturato è reso inadatto per uso alimentare e farmaceutico industriale mediante l'aggiunta di sostanze denaturanti. I denaturanti sono sostanze che vengono aggiunte generalmente ai prodotti cosmetici contenenti alcool etilico per renderli di gusto sgradevole. Gli alcoli denaturati sono designati con denominazione INCI “ Alcohol Denat.” . L'Alcohol Denat. è alcool etilico denaturato con uno o più agenti denaturati conformemente alla legislazione nazionale in vigore in ciascuno Stato dell'Unione Europea.
Composizione dell'alcool etilico denaturato destinato alla fabbricazione delle profumerie e dei prodotti cosmetici.
L'alcole etilico destinato alla fabbricazione delle profumerie e dei prodotti cosmetici di cui all'art. 1 della Legge 11 ottobre 1986, n. 713 deve essere denaturato mediante l'aggiunta, ad ogni ettolitro di alcole, delle seguenti sostanze:
a-Denatonium benzoato: grammi 0,8; alcool ter-butilico(TBA): grammi 78,8.
b-Dietil ftalato: grammi 500; alcool ter-butilico (TBA): grammi 78,8;
c-Alcool isopropilico: grammi 5000; alcool ter-butilico (TBA): grammi 78,8;
d-Muschio naturale o sintetico: grammi 39,5; alcool ter-butilico (TBA): grammi 78,8;
e-Timolo: grammi 500.
Le formulazioni di cui alle lettere a e b devono essere utilizzate per la preparazione delle profumerie alcoliche, quelle della lettera c per i prodotti liquidi e trasparenti ed in particolare per le lacche ed i prodotti per capelli, quella della lettera d per deodoranti creme ed altri prodotti per la pelle e quella della lettera e per prodotti per l'igiene dei denti e della bocca.
Denaturante utilizzato per prodotti per l'igiene dei denti e della bocca (dentifrici, collutori, paste gengivali, ecc....).
L'art 2 della 524/96 consente l'uso del denaturante di cui alla lettera e (Timolo: grammi 500) nei prodotti per l'igiene dei denti e della bocca. Il Timolo è classificato, dalla F.U. (Farmacopea Ufficiale) XI ed., tra le sostanze da tenere in armadio chiuso a chiave, tabella n.3 (chiamata comunemente tabella dei veleni).
La scheda di sicurezza MERCK relativa al Timolo, in accordo con la Direttiva 2001/58/CE e 1999/45/CE, riporta le seguenti indicazioni: ”Nocivo per l'ingestione. Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico”; tra le indicazioni tossicologiche sono riportate ulteriori informazioni: ”Dopo inalazione della polvere: irritazione delle mucose, tosse, dispnea. Dopo contatto con la pelle: ustioni. Dopo il contatto con gli occhi: ustioni. Dopo ingestione: irritazioni delle mucose della bocca, della faringe, dell'esofago e della zona gastrointestinale. Effetti sistemici: disturbi al SNC disturbi cardiovascolari. Effetto tossico su: reni, fegato. Effetto potenziato da: alcool etilico.
Fonte: http://www.salvelocs.it/alcool-denaturato.htm
Osservate il connubio “Timolo-dentifricio-scheda di sicurezza Merck”… sigh!
Una cosa da sapere: quando si legge una etichetta con gli ingredienti, l’ordine di apparizione degli stessi è determinato dalla loro rilevanza in termini di “peso” in percentuale contenuto nel prodotto esaminato. Il primo della lista è quello più presente. Leggete per favore le etichette. Ci danno una mano a capire.
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