lunedì 4 gennaio 2010

L'Avatar Uomo.







"(Ansa) - Roma, 3 Gen - Giulio Tremonti concorda con il monito del Papa contro le previsioni sul futuro, da quelle degli oroscopi a quelle degli economisti.
'E' un pensiero molto profondo. Il futuro degli uomini dipende dagli stessi uomini e volerlo sapere è arroganza e superstizione', dice il ministro dell'Economia che aggiunge: 'Il futuro non è un destino fisso, un progresso o un declino inevitabile. Il nostro futuro dipende da noi, dalla nostra libertà, dalla nostra saggezza, dalla nostra speranza".

Fonte: http://it.finance.yahoo.com/notizie/papa-tremonti-il-futuro-dipende-da-uomo-ansa-de78b2ee91c5.html?x=0

In ogni religione presente sul globo si narra di un “albero della Vita”; ebbene, senza entrare nei particolari, penso che se uno stesso aspetto dell’Universo viene messo in luce da così tante prospettive, significa che si vuole esprimere, descrivere, una “verità”. La foto di apertura dell’articolo l’ho scattata qualche mattina fa; i raggi del sole illuminavano le gocce d’acqua che lo stesso calore procurato aveva prodotto, sciogliendo le formazioni di brina della notte fredda. Ossia la fonte di luce cosmica determina lo stato di “consapevolezza” delle molecole d’acqua; tramite la vibrante presenza del proprio timbro energetico, la luce porta quel calore atto a trasmutare, a cambiare persino l’apparenza. Le vibrazioni fluttuanti della luce “colorano” la Vita. Se rimaniamo ad occhi chiusi assaporando i primi raggi di Sole caldi in una mattina d’inverno, scopriamo il significato della Vita stessa; l’andare avanti, lo scorrere verso il bacino di “raccolta”. Quella carezza gentile in forma di calore, mantiene un contatto tra quella parte di noi, solo sopita, ed il “nesso” animico che “spera” nel risveglio. Ciò che d’estate giunge persino a “dare fastidio”, d’inverno regala la gioia di un contatto piacevole, necessario. La prospettiva cambia con la stagione e con noi “dentro”. Oggi la neve scende copiosa da un cielo bianco dal quale, diffusa, s’emana ancora luce gentile, senza ombre, capace di saturare i colori e di renderli addirittura più brillanti e “vivi”. È fantastico questo nostro mondo cosparso di magia alla quale non crediamo più, eppure crediamo ancora. In un contesto di paradossi, camminiamo certi di quello che “vediamo”, ma cosa vediamo in realtà? La realtà che riusciamo a percepire in maniera molto limitata. Ma come limitata? I sensi non sono facoltà estremamente sviluppate che ci hanno permesso di uscire dalle nebbie della sopravvivenza? Dalle grotte dell’uomo primitivo? Certo. La verità passa anche da questa “latitudine”, così come da tante altre, circondando il mondo di una fitta maglia di “panoramiche”. E ognuno sceglie la propria. I sensi servono e sono serviti ad uno scopo ben preciso: andare avanti. Come la funzione dei raggi di Vita del Sole, anche i sensi permettono di “progredire” alba dopo alba. La funzione di ogni sviluppo biologico sulla Terra ha sempre un compito ed un "senso" ed, in genere, un tempo; quello che per l’uomo significa dare una data di scadenza ad un suo prodotto “deperibile”. Tutto è limitato nel tempo e dal tempo, anche la nostra forma e le sue peculiarità. Andare avanti, dunque. La capacità di pensiero e d’immaginazione hanno forgiato questo mondo, tramite ciò che i sensi trasmettevano, attraverso i sensi che di rimando fornivano un certo livello di simbiosi con il mondo circostante; tale “associazione” ha generato dentro e fuori limiti e convinzioni di avere il “controllo”. Il frattale da osservare è proprio la modalità di “crescita” basata sull’esperienza dei sensi, proprio come per la cellula il passaggio sensorio delle sostanze dalla propria membrana superiore ha determinato l’evoluzione e la formazione del nucleo centrale e dunque dello sviluppo della propria unicità ed intelligenza. Dall’ascoltare l’interazione con l’esterno si è modificata la Vita sulla Terra. Tramite analisi dell’input esterno ma anche di sinergia con la “sostanza” interna e con la propria volontà insita di “superare” le ritenute avversità del clima, prima e della presenza animale e dei propri simili, poi. L’intervento di altri fratelli più evoluti, discesi dalle stelle, è registrato anch’esso nelle “cronache” mitologiche e nelle credenza religiose filtrate di tutto il mondo. L’evoluzione in corso è opera di molte “mani”. Aprire la mente anche a questa “possibilità” renderebbe il genere umano meglio assortito con la linea della creazione. Come quando un certo giorno, l’uomo si accorse che la Terra non poteva essere piatta, dopo avere “errato” per centinaia di anni nelle false convinzioni che l’ignoranza della luce generava. Persino immemore della sapienza che giungeva da lontano e che sussurrava delle “visioni” lungimiranti della nostra natura. L’albero della Vita è una struttura sensibile ed intelligente che mantiene ogni cosa al “proprio posto”; che alimenta tramite strutture energetiche il costrutto esistenziale in ogni sua forma. Questo albero esiste perché viene descritto da tutte le angolazioni umane. Non lo si vede perché immerso nella scarsità della luce. Per questo occorre immaginarlo e nel compiere questo “sforzo”, andiamo avanti. Tutto è progettato per condurre “avanti”. I rami dell’albero della Vita sono infiniti e ricordano l’espansione di un tessuto nervoso. Proprio come in Avatar, gli uomini prendono il controllo del corpo “indigeno” (l’Avatar appunto) al fine di fare esperienza e di muoversi su un pianeta sconosciuto, l’anima è scesa in Terra attraverso lo sviluppo di terminazioni nervose che, con il tempo e le diverse priorità, le hanno permesso di controllare sempre di più il veicolo fisico umano. Quel sistema nervoso che Steiner definisce “un riflesso diretto dell’Universo”. Si intuisce il filo nascosto dalla trama e dalle esigenze spettacolari del prossimo ed imminente “lavoro” dell’industria cinematografica americana. La verità è cosparsa nel tutto:

  • uomini tecnologicamente evoluti che scendono su un pianeta sconosciuto per portare via del materiale nativo, un tipo particolare di minerale presente in gran quantità sul pianeta
  • un pianeta che contiene già la vita umanoide
  • uomini che per meglio adattarsi alle condizioni di vita del pianeta, utilizzano la propria scienza al fine di costruire degli “esoscheletri” biologici da comandare tramite il proprio tessuto nervoso
  • questi Avatar, una volta a terra, sono sottoposti alle leggi fisiche del nuovo mondo, le quali hanno capacità trasformanti ed interagenti con la propria e precedente “realtà”
  • uomini che muovono veicoli fisici con un intento, con una missione e che interagiscono con la Vita già presente in loco
  • uomini che cambiano la propria prospettiva nel tempo
Leggendo i libri di Zecharia Sitchin ricordiamo gli Anunnaki, o Nefilim ricordati nella Bibbia come i “Giganti” ma che letteralmente significa “Coloro che sono stati gettati giù”, ossia che sono scesi dal cielo. Costoro sembra che avessero delle esigenze di estrazione dell’oro terrestre. E sembra che abbiano lasciato ampie tracce del proprio passaggio in Terra; non da ultima la loro “immagine” nella nostra specie. Geneticamente loro sono in noi. Le loro caratteristiche di combattività, capriccio, sofisticazione, ambizione, arte, scienza, ricchezza e povertà, giustizia e morale, etc. contraddistinguono il genere umano. Sembra che tutti noi abbiamo il compito di ripulire non solo il nostro karma o destino, ma persino il loro, e ciò va proprio nello spirito unitario della creazione che, a cerchio, unisce gli eventi, le cause e le conseguenze, i ”perché” al “dove”, al “come”, al “quando” al “in che modo” nel rispetto della propria volontà di intendere e volere.
Se decidiamo di ascoltare, in cuor nostro nasceranno i “segni” come moderne stimmate o”marchio” della presenza divina presso l’indefinitezza dell’uomo. L’espressione in apertura di articolo, evidenzia proprio questo secondo me: è l’uomo che si sceglie la via attraverso le proprie “sensibilità”, marchiato dal passato ma forgiato nello spirito. Occorre lavare l’onere, il peso, del “marchio” subìto, onorando l’origine ed elevarsi trasmutando se stessi mediante alchimia di ciò che è già presente in se stessi: il marchio d’origine o spirito di trasfigurazione.
I due “marchi” hanno peso e significati diversi e sono “tesi” a dare ed a togliere nel pieno rispetto delle leggi universali…
La foto d’apertura di un albero di casa mia è la stessa che segue, alla quale è stata tolta quasi completamente la “luminosità”. Ecco che d’incanto abbiamo una immagine dell’Universo. Una mancanza di luce che permette di vedere le “stelle” e che devia la nostra consapevolezza verso quei puntini luminosi, ignorando la struttura nascosta dall’assenza di luce: l’albero della Vita.






domenica 3 gennaio 2010

Guidare il cambiamento.



 


“C’è mai stata una invenzione più bella di quella dell’automobile? Da quando esiste ha reso la nostra vita più piacevole ed ha contribuito alle grandi rivoluzioni della società. Ma oggi è ancora in sintonia con la società?  Perché qualcuno può viaggiare mentre altri possono a malapena spostarsi? Perché il piacere di alcuni deve pesare sulla vita di altri? Perché godere della nostra vita oggi, implica una minore qualità della vita domani? Noi di Renault crediamo che sia ora di cambiare le cose.  Crediamo che il piacere di un viaggio non debba essere solo di chi guida ma di tutti quelli che lo circondano. Crediamo che sicurezza non significhi utilizzare manichini nei crash test, ma impegnarsi per salvare persone e vite. Crediamo che il riscaldamento del pianeta non sia solo una questione di gas di scarico, ma una sfida da affrontare nella sua totalità: prima, durante e dopo. Crediamo sia ora di diffondere l’auto elettrica. Perché ci guidi di nuovo verso un futuro diverso, nel rispetto delle persone  e della vita. Renault. Drive the change. Renault vi augura un felice anno nuovo”.

Questo spot pubblicitario di una multinazionale, come Renault, (premiato in ambito internazionale) è stato, secondo me, anzi per me, il più bel regalo ed il migliore augurio per affrontare positivamente il 2010. Analizzando queste parole, sapientemente scelte dai creativi del mondo pubblicitario, il cuore entra in risonanza con il messaggio che esse stesse conducono verso tutti i fruitori televisivi e non. Sono sicuramente parole che sottintendono ad una scelta di cambiamento operata dalla casa francese automobilistica. Uno dei player globali di questo importante settore dell’economia mondiale. Forse proprio uno dei costruttori più in difficoltà, più schiacciato dai numeri della crisi internazionale. Non deve sfuggire questo importante aspetto della crisi, perché dalla crisi nasce l’opportunità di “cambiare”. Questa onda di numeri negativi non giunge affatto per caso, come ogni aspetto di questa realtà. Ma è solo il “nodo che giunge al pettine”. È solo una questione di tempo e, prima o poi, gli eccessi si “pagano”. Le soluzioni basate sul debito non sono sostenibili nel lungo periodo. Io non sono un economista, ma lo “sento”. È solo saggezza del buon padre di famiglia, come lo siamo tutti quanti. Allora perché ci troviamo in questa situazione che, noi tutti, abbiamo permesso? Leggiamo le parole dello spot Renault; facciamole nostre con il cuore. Sentite l’onda del cambiamento? Capite perché, a questo punto, la crisi è necessaria? Comprendete perché occorre distruggere prima di costruire? Perché con fondamenta “marce” non si costruisce solidità, bensì castelli di carta come le montagne di debito virtuali che pesano SOLO sull’ultimo anello della catena: quello dove siamo noi. Questi debiti diventano reali solo per il cittadino di “base”. Sulla casa che ha acquistato esiste il vero valore, mentre tutto il resto è virtuale. Però è giunto il momento che anche il virtuale inizi a pesare nei bilanci delle banche e compagnia bella che, seppure ancora “sofisticati”, appaiono perlomeno “poco affidabili”. Il cambiamento è già tra di noi. Renault è la prima casa internazionale che annuncia una modifica nel paradigma globale. Renault è parte dell’Antisistema; ha prosperato perché “utile” ai fini dell’Antisistema. Eppure ora annuncia a tutto il mondo un ribaltamento dei valori. Non conosco il management di questa azienda, ma presumo che ai vertici sia avvenuto un cambiamento di uomini. Ma fosse solo anche una strategia per sopravvivere, va bene comunque ai fini del Piano Divino. Il settore automobilistico è troppo importante per non essere uno dei primi ad evidenziare una cambio radicale nell’orizzonte, nella modalità di fare “azienda”. Infatti insieme alle strutture economiche più consolidate, come banche ed assicurazioni, è stato tra i primi ad essere spazzato via dalla crisi. La massa critica che alimenta la nuova energia che spira sul pianeta, inizia a manifestare i primi segni di un nuovo “sogno” che coinvolgerà progressivamente ognuno di noi. Le "cose" stanno già cambiando. È sufficiente notare il fenomeno. Sembra che tutto sia fermo, invece il tutto non è mai stato così “liquido ed in pendenza”. Obama ha accettato un gravoso incarico, pur sapendo che sarebbe stato “parificato”, per valore morale, ai suoi precedenti. A parte il premio Nobel vinto, la gente e molti influenti economisti non lo vedono più di buon occhio, perché egli è ritenuto il continuatore della “crisi”, avendola fermata, non avendo fatto nulla per cambiare e permettendo che il potere delle grandi lobby continui ad imperversare facendo il bello ed il cattivo tempo. In realtà Obama lavora dietro alle quinte. Già il fatto di occupare quella “posizione” rende possibile ad una nuova energia, irradiata anche da lui, di agire per la prima volta direttamente nei cardini del potere “esecutivo”. La riforma sanitaria in atto negli USA è qualcosa di storicamente unico. Sembra ai più un altro intrallazzo per le aziende assicurative, ma non è così. Da valore alla gente. La fa sentire più vicina, più tutelata; opera all’interno della gente un aumento della fiducia nella Vita. La campagna internazionale dei vaccini contro l’influenza A, è stata avallata anche da Obama, ma occorre notare il lavoro di cesello che egli mette in mostra, al fine di non “sparire” prima del tempo da questo piano dimensionale. Come dire: un passo avanti e tre quarti indietro. Il risultato è comunque sempre positivo. E ciò che non viene enfatizzato dall’opinione pubblica, questa volta, sono certo che “lavora” per tutti noi.
Le parole dello spot Renault sono la vetta di un “isola” che sta emergendo tra le energie vetuste su e tra i continenti. È l’inizio dell’opera. La cima dell’iceberg. Ciò che è ancora sotto al livello della manifestazione fisica, è una massa determinata a spingere molto in alto il movimento in corso. Tale massa si avvale del favore della Madre Terra e delle energie cosmiche che spirano da tempo sopra tutti noi. Siamo protetti. Siamo amati. Siamo una sola cosa…

Grazie di cuore Renault!
Auguri di cuore Mondo!

"Non lasciate che la forza di gravità del Vostro pianeta appesantisca la Vostra coscienza. Eravate già a conoscenza dell'effetto della gravità sugli oggetti materiali, ma è stato solo di recente, grazie ai viaggi spaziali, che avete cominciato a nutrire il sospetto che essa costringa e limiti anche la Vostra coscienza".
Da "Trasmissioni Stellari" di K.Karey




sabato 2 gennaio 2010

Intrisi di "verità".








Siamo stati talmente indotti a crederci separati ed impotenti che non esitiamo a credere di avere bisogno di un integratore o di un “succo” naturale miracoloso, per equilibrarci, stare meglio, guarire, etc. Abbiamo accettato questa visione delle “cose” solo dopo avere perduto la “conoscenza” che gli Antichi possedevano da tempi immemori. Gli ultimi a possederla furono coloro che furono arsi vivi nei roghi della Santa Inquisizione, ma per fortuna gli “ultimi non sono stati gli ultimi”. Nella biodiversità umana, il “sapere” ha sempre trovato il modo di destreggiarsi tra infinite difficoltà e possibili terminazioni, per cui in un certo senso ha sviluppato doti proprie di “mimetismo” camaleontico. Il sapere o conoscenza o verità si è sparpagliato come zucchero a velo sopra ad ogni aspetto della “realtà” percepita. Come un eterno caleidoscopio di giochi ad effetto, egli ha interagito con la pressoché totale ampia cerchia dello sviluppo umano, sia esso fisico sia esso mentale, sia esso sacro sia esso profano. In ogni singola molecola, atomo, particella subatomica, singolo costrutto umano la verità è presente. Diluita in maniera diversa, altalenante eppure sempre "attiva", attorcigliata oppure evidente, difficile soprattutto da agganciare alla verità di colui che a turno osserva. Come un puzzle complicato, un estremo rompicapo, la verità porta alla saggezza. Saggezza di unire i “puntini” per chiudere i “cerchi”, le ampie spirali che conducono alla convergenza nel loro punto d’origine. Sulla scuola Madre Terra non esiste in realtà il difficile o il facile; esiste quello che si sa e quello che si ignora. O quello che ancora non si sa. Tutto è raggiungibile solo grazie ad un cammino dettato dal proprio intento di “conoscere”, “giungere a…”.
“Aiutati che il cielo ti aiuta” – recita la saggia “tradizione” racchiusa nei proverbi.
“Volere è potere” – recita un altro “detto”.
Tra queste due verità, una lo è maggiormente dell’altra, pur essendolo nella loro accezione entrambe. La seconda modalità “vibrazionale” non è completa perché manca il “preambolo” qualificante, l’aspetto necessario senza il quale la volontà da sola “non basta”: l’immaginazione. La prima modalità “vibrazionale” è completa e solamente limitata dall’impegno profuso, dal Karma e dalla “lunghezza” raggiunta dal libero arbitrio. In ogni caso l’atto dell’aiutarsi è sufficiente per meritarsi perlomeno una “risposta” olografica, frattale, una eco, un riverbero dall’Universo. Colui che si vuole bene può fare del bene. Il substrato sul quale “poggiamo” determina la qualità del terreno esistenziale ed il magnetismo agganciato alla nostra “visione della realtà”. Credere che una pillola si possa sostituire a Dio, a noi, non porta molto lontano; semmai l’effetto placebo può servire per trovare una via di fuga dalla gabbia nella quale ci siamo chiusi. Ma oltre ad un breve “lampo” in termini di opportunità, ciò che si ingurgita dall’esterno non serve a gran chè. In questi termini la verità è ancora presente anche nella pillola miracolosa perché la verità è stata sparsa ad arte nel tutto. Tutte le vie sono buone e nessuna via porta direttamente alla trasmutazione della propria esistenza. Diciamo che occorre più volte scegliere, sentire, partecipare, cambiare, evidenziare, decidere…
Nel film Sherlock Holmes le verità si sprecano e solo esigenze cinematografiche allontanano dal ricalcare questa nostra realtà comunemente percepita. Secondo tempi diversi e secondo un “piano” tuttora in auge. In alcuni punti della “visione” le emozioni erano talmente forti da portare la mia essenza ad includersi nella trama del film. Come se io fossi il regista. È ovvio che anche le sale cinematografiche hanno lo scopo, similmente alla televisione, di ipnotizzare e provocare lo strappo con la propria anima, tramite meccanismi scientifici altamente evoluti che sfiorano già il futuro prossimo. Tuttavia la verità è dappertutto. Anche in una sala cinematografica colma di persone che trangugiano popcorn e Coca Cola. Il “messaggio” giunge da tutte le parti ed in ogni modo. Persino per coloro che sono già staccati dalla propria anima. Perché nulla è perduto per sempre in ambito spirituale. Nulla. Non credete mai a chi Vi dice il contrario. Noi siamo eterne scintille divine. Non ci fermiamo nemmeno davanti all’evidenza di una realtà dimensionale, perché la “magia” ci guida e ci nutre e ci protegge. La nostra forza latente è talmente grande da spezzare ogni sorta di “incantesimo”, come nella migliore tradizione delle fiabe animate per bambini.
Sino al punto di non ritorno sarà così. È questo punto che occorre non superare. Ed in cuor mio credo che nemmeno il punto di non ritorno potrebbe fermarci per l’eternità. Sarebbe solo una questione di tempo…
Mi sono spinto troppo oltre le “Colonne d’Ercole”, mi fermo qua.     

“Il cervello destro "sa", il cervello sinistro "indovina" e ipotizza.
Gli unici limiti sono le proprie convinzioni.
Lo sviluppo di queste doti porta potere, e il potere porta responsabilità.
Il nostro potere personale ci permette di controllare la nostra vita. Non deve servire a controllare le vite altrui. Possiamo mostrare ad altri cosa debbono fare per ottenere questo controllo, ma non dobbiamo farlo per loro. Noi siamo responsabili solo di noi stessi, e a prescindere dalla bontà delle intenzioni, abbiamo la responsabilità di non interferire coi piani di vita degli altri. È questa la responsabilità del potere”.
Da “Il potere mentale” di E.Hoffman