“Con moto perpetuo si intende un regime di funzionamento di una macchina in cui viene creata energia in contraddizione con i principi della termodinamica. Secondo la definizione di Max Planck:
« È impossibile ottenere il moto perpetuo per via meccanica, termica, chimica, o qualsiasi altro metodo, ossia è impossibile costruire un motore che lavori continuamente e produca dal nulla lavoro o energia cinetica »
(Max Planck, Trattato sulla termodinamica, Dover (NY), 1945)
Originariamente, si considerava "moto perpetuo" un moto che si mantenesse costante nel tempo senza intervento esterno, in quanto prima della formulazione newtoniana delle leggi della dinamica si riteneva che un corpo per muoversi avesse sempre bisogno di apporto di energia; tuttavia oggi questa definizione non è considerata rigorosa in quanto sono stati trovati esempi di moto indefinito, ad esempio il moto degli elettroni a livello atomico ed il moto dei corpi celesti”.
Fonte: Wikipedia
Quello che ci ha insegnato Leonardo è che, tramite l’osservazione della Natura è possibile, con buona dote pratica e di conoscenza, riprodurre i suoi “meccanismi” perfetti. Egli trae sempre spunto da questo tipo di osservazione; egli che non era un letterato, un dotto di prima categoria, ma un autodidatta sempre disposto ad imparare ed a mettersi in gioco, proprio come lo spirito “bianco” di un bambino. Questa mostra avvicina noi a Leonardo e ce lo rende comprensibile. C’è calore ed umanità in questa idea. C’è spirito nuovo di collaborazione e condivisione. Perché io, ad esempio, non credo a questa versione delle “cose”:
Ruota a ballotte sull'impossibilità del moto perpetuo
"O speculatori dello continuo moto, quanti vani disegni in simile cerca ave' creati! Accompagnatevi colli cercator d’oro"
Al tempo di Leonardo è molto acceso tra gli studiosi il dibattito sulla possibilità di realizzare il moto perpetuo. È qui rappresentato un dispositivo di mezze ruote con pesi all'interno, in grado di ricadere alternativamente per forza di gravità. Questo studio fornisce a Leonardo la prova dell'impossibilità per l'"umano ingegno" di fabbricare un dispositivo per il moto "continuo".
Codice Forster II, foglio 91 r. 1490 ca.
Fonte: http://www.museoscienza.org/leonardo/invenzioni/ruotaballotte.asp
Leonardo era troppo acuto e "sottile" per esprimersi in piena libertà in un mondo ed in un tempo ancora troppo pericolosi. Egli era vegetariano perchè aveva compreso l’essenza della Vita, ed era rispettoso del valore della Vita. Un uomo con una tale sensibilità, sono certo, non aveva limiti. E ciò che non ha reso manifesto vorticava comunque nell’ampio “bacino” della sua anima. Egli ha sparso “semi” che hanno fruttato più avanti o che frutteranno più avanti. Con la sua “vibrazione” ha portato avanti un processo di elevazione di una società ancora troppo attaccata alla carne ed alla spada. Poi, essendo anche uomo di carne ed ossa, riusciva a progettare anche armi per la guerra, tuttavia questo chiamiamolo espediente gli garantiva di poter vivere presso il centro di potere del tempo, e da quella posizione, essere più vicino alle persone da influenzare sottilmente. Del Leonardo più occulto si sa ben poco o nulla, ma sono certo che lo spessore dell’uomo non poteva prescindere anche da questa visione complementare del piano della creazione. Per ora accontentiamoci di questa notevole apertura, visitando una mostra concepita secondo l’occhio moderno che “chiede” la partecipazione di tutti i sensi coinvolti non solo nell’osservazione, ma nella comprensione attraverso anche il tatto e l’udito. Le emozioni che scaturiscono sono forti ed intense; garantito. Proprio quello che cercava, anche, di fare con un “ipotetico” pubblico di usufruitori della sua opera (ricordiamo che Leonardo, nei suoi libri collezionava appunti e disegni per se stesso; scriveva per sé); Per terminare riporto questa citazione:
“In polemica con i maghi, Leonardo scrisse alcune delle sue pagine più belle a favore della pittura; infatti, quella capacità di dominare la mente umana che i “negromanti” cercavano nei riti magici, secondo il genio di Vinci è una virtù propria di quegli artisti che, con l'artificio della prospettiva e dei colori, sanno evocare nello spettatore le più diverse senzazioni”.
La spiegazione della concezione evolutiva narrata dai Wingmakers al genere umano, tratta proprio di questo:
"Gli elementi principali del materiale dei WingMakers sono:
- romanzo
- arte visiva
- musica
- poesia
- filosofia
- scritti vari
- mitologia integrata e multilivello
Secondo Giuliano Kremmerz ognuno di noi “vede” la propria versione del mondo e per trascendere questa “variante” si necessita del raggiungimento di uno stato “inerte” o “neutro”; proprio quello che, secondo me, aveva Leonardo di fronte all’osservazione della Natura, sua maestra di Vita e, dunque d’ispirazione:
"Spesso poeti, improvvisatori, romanzieri, sono i più perfetti medi appunto perché conservano la loro neutralità: credendo di far cosa di arte dilettevole, non si preoccupano di ciò che scrivono o cantano e lasciano parlare integralmente l'ermete loro. L'aspetto delle cose che colpiscono i nostri sensi, benché costante alla fotografia, nella riproduzione delle tinte varia col variar della luce. In noi, che abbiamo naturalmente un meccanismo di riproduzione superiore al semplice obiettivo fotografico, l'aspetto delle cose varia non solo per differenze luminose, ma per lo stato morale in cui ci troviamo quando le cose prendiamo in esame. Ciò dimostra che la visione del mondo, in cui si può leggere il bene e il male, ha tanti aspetti soggettivi diversi per quanti sono gli uomini e per quanti possono essere nello stesso uomo gli stati e le sfumature passionali".
Fonte: “La porta ermetica”