venerdì 4 dicembre 2009

Quell'in-genio di Leonardo.






Ieri sera presso l’auditorium San Dionigi di Vigevano è continuato il ciclo di incontri "A tu per tu" con Leonardo, ed è stata la volta di presenziare all'incontro con Mario Taddei, una delle anime curatrici della mostra "Il laboratorio di Leonardo" che, sino al 5 aprile 2010 sarà possibile visitare (link: Mostra su Leonardo). Ebbene sono rimasto affascinato dalla particolare concezione che sottintende l’esposizione al pubblico di un “mondo lontano”, come quello relativo a Leonardo, trasposto in una luce del tutto riequilibrante ai fini di “coloro che guardano”. L’intento è dunque quello di rendere luminoso ciò che, secoli di voluta velatura e setacciatura dei contenuti, avevano reso addirittura urticante, fine a se stesso, vuoto. Infatti il “cosmo” Leonardiano dato in pasto alla massa è sempre stato costituito dalle opere più conosciute e dai significati più addomesticati. Oltre a questa struttura concessa era difficile andare, per l’uomo medio; come se un grande censore avesse congelato e sezionato un’opera immensa al fine di renderla usufruibile dalla massa, reclamante, secondo principi di “esposizione mirata”. Cosa contraddistingue allora questa nuova modalità di avvicinamento ad un mondo così lontano e poco disponibile? L’approccio verso l’apertura dei “libri per appunti” di Leonardo verso il mondo dei bambini. Questa “scusa” ha permesso di by passare alcune strozzature dell’Antisistema, come preso di sorpresa da una “mossa” quasi inaspettata; del resto è la stessa metodica che permette ai “geni” della Pixar&Co. di far “passare” sugli schermi di tutto il mondo mirabolanti ed illuminanti messaggi di speranza ed evoluzione in barba al “controllo” imperante. L’opera intrapresa da Taddei e Zanon è monumentale. Il lavoro che è dietro alla consultazione digitale delle pagine del Codice Atlantico, ad esempio, è senza precedenti. Come se l’equipe che ha realizzato l’impresa si sia dovuta immergere nella mente, nella prospettiva e nel “mondo intero” che contraddistinse Leonardo. Infatti partendo dalla scansione digitale ad alta definizione dei disegni di Leonardo, tramite l’utilizzo di una tecnologia all’avanguardia proprietaria e sviluppata ad hoc, è oggi possibile sfogliare elettronicamente e con effetti di animazione tridimensionale, la creatività illimitata di quell’uomo capace di “agganciare il bacino cosmico delle opportunità”. Il tutto viene orientato verso il mondo dei bambini che, necessitando di accompagnamento, attirerà anche il mondo degli adulti. Vedere quelle pagine che si animano, pulite dal tempo e dagli “schizzi” di coloro che si aggiunsero alla matita di Leonardo dopo di lui conferisce una sensazione di estasi, di vicinanza all’uomo scomparso solo fisicamente. I bambini si rendono conto che possono toccare, comprendere, fare, stimolati dall’interfaccia di una mondo a loro più consono: quella computer grafica che volenti o nolenti li attende e li riguarderà sempre da più vicino. Il motore di animazione dei videogiochi muove le animazioni delle invenzioni di Leonardo, rendendo possibile comprendere “come possono funzionare e non come potevano funzionare”. È possibile capire il meccanismo che permette il movimento, osservarlo da vicino, fermarlo, quante volte si vuole. Per la mente in crescita di un bimbo è oro colato. E per gli adulti si tratta di provare la meraviglia che non hanno potuto vivere da piccoli, dato che “non è mai troppo tardi”. Il genio di Leonardo viene vissuto dal suo interno, perché è possibile osservare i manoscritti meglio che se si possedessero gli originali, ingrandendo e osservando parti e sezioni che i libri non riportano per questioni di “impaginamento”. In questa maniera riusciamo a “capire”, a comprendere i principi che permettono alle “sue” macchine di muovere e muoversi. È infinitamente più facile perché deriva dall’osservazione di modelli in movimento. Con questa opera è possibile trasformarsi addirittura in studiosi e “scopritori”, perché i misteri ancora irrisolti attorno alla figura di Leonardo sono ancora molti, e l’acutezza neutra di un “osservatore” non del mestiere può giungere dove “colui che è avvezzo all’arte del mestiere” non riesce più ad arrivare. Nei “libri” si trovano appunti e disegni, ma anche sensazioni, umori, note biografiche, cenni di vita, etc. Questo software è in vendita, lo stesso che è consultabile direttamente in loco, per la modica cifra di 30 euro. Potrebbe essere un ottimo regalo di Natale. Nel “Codice Atlantico” digitalizzato, ho visto ieri sera, passare le immagini a gran velocità delle macchine Leonardiane, e sono riuscito a scorgere anche la pagina relativa al “moto perpetuo”…

“Con moto perpetuo si intende un regime di funzionamento di una macchina in cui viene creata energia in contraddizione con i principi della termodinamica. Secondo la definizione di Max Planck:
« È impossibile ottenere il moto perpetuo per via meccanica, termica, chimica, o qualsiasi altro metodo, ossia è impossibile costruire un motore che lavori continuamente e produca dal nulla lavoro o energia cinetica »
(Max Planck, Trattato sulla termodinamica, Dover (NY), 1945)
Originariamente, si considerava "moto perpetuo" un moto che si mantenesse costante nel tempo senza intervento esterno, in quanto prima della formulazione newtoniana delle leggi della dinamica si riteneva che un corpo per muoversi avesse sempre bisogno di apporto di energia; tuttavia oggi questa definizione non è considerata rigorosa in quanto sono stati trovati esempi di moto indefinito, ad esempio il moto degli elettroni a livello atomico ed il moto dei corpi celesti”.
Fonte: Wikipedia

Quello che ci ha insegnato Leonardo è che, tramite l’osservazione della Natura è possibile, con buona dote pratica e di conoscenza, riprodurre i suoi “meccanismi” perfetti. Egli trae sempre spunto da questo tipo di osservazione; egli che non era un letterato, un dotto di prima categoria, ma un autodidatta sempre disposto ad imparare ed a mettersi in gioco, proprio come lo spirito “bianco” di un bambino. Questa mostra avvicina noi a Leonardo e ce lo rende comprensibile. C’è calore ed umanità in questa idea. C’è spirito nuovo di collaborazione e condivisione. Perché io, ad esempio, non credo a questa versione delle “cose”:

Ruota a ballotte sull'impossibilità del moto perpetuo
"O speculatori dello continuo moto, quanti vani disegni in simile cerca ave' creati! Accompagnatevi colli cercator d’oro"
Al tempo di Leonardo è molto acceso tra gli studiosi il dibattito sulla possibilità di realizzare il moto perpetuo. È qui rappresentato un dispositivo di mezze ruote con pesi all'interno, in grado di ricadere alternativamente per forza di gravità. Questo studio fornisce a Leonardo la prova dell'impossibilità per l'"umano ingegno" di fabbricare un dispositivo per il moto "continuo".
Codice Forster II, foglio 91 r. 1490 ca.
Fonte: http://www.museoscienza.org/leonardo/invenzioni/ruotaballotte.asp

Leonardo era troppo acuto e "sottile" per esprimersi in piena libertà in un mondo ed in un tempo ancora troppo pericolosi. Egli era vegetariano perchè aveva compreso l’essenza della Vita, ed era rispettoso del valore della Vita. Un uomo con una tale sensibilità, sono certo, non aveva limiti. E ciò che non ha reso manifesto vorticava comunque nell’ampio “bacino” della sua anima. Egli ha sparso “semi” che hanno fruttato più avanti o che frutteranno più avanti. Con la sua “vibrazione” ha portato avanti un processo di elevazione di una società ancora troppo attaccata alla carne ed alla spada. Poi, essendo anche uomo di carne ed ossa, riusciva a progettare anche armi per la guerra, tuttavia questo chiamiamolo espediente gli garantiva di poter vivere presso il centro di potere del tempo, e da quella posizione, essere più vicino alle persone da influenzare sottilmente. Del Leonardo più occulto si sa ben poco o nulla, ma sono certo che lo spessore dell’uomo non poteva prescindere anche da questa visione complementare del piano della creazione. Per ora accontentiamoci di questa notevole apertura, visitando una mostra concepita secondo l’occhio moderno che “chiede” la partecipazione di tutti i sensi coinvolti non solo nell’osservazione, ma nella comprensione attraverso anche il tatto e l’udito. Le emozioni che scaturiscono sono forti ed intense; garantito. Proprio quello che cercava, anche, di fare con un “ipotetico” pubblico di usufruitori della sua opera (ricordiamo che Leonardo, nei suoi libri collezionava appunti e disegni per se stesso; scriveva per sé); Per terminare riporto questa citazione:

“In polemica con i maghi, Leonardo scrisse alcune delle sue pagine più belle a favore della pittura; infatti, quella capacità di dominare la mente umana che i “negromanti” cercavano nei riti magici, secondo il genio di Vinci è una virtù propria di quegli artisti che, con l'artificio della prospettiva e dei colori, sanno evocare nello spettatore le più diverse senzazioni”.
Fonte: http://www.giordanoberti.it/html/articoli_leonardo.htm

La spiegazione della concezione evolutiva narrata dai Wingmakers al genere umano, tratta proprio di questo:
"Gli elementi principali del materiale dei WingMakers sono:
  • romanzo
  • arte visiva
  • musica
  • poesia
  • filosofia
  • scritti vari
  • mitologia integrata e multilivello
I WingMakers sono una presentazione multimediale..."
Fonte: WM-Introduzione_al_Progetto_Wingmakers.pdf

Secondo Giuliano Kremmerz ognuno di noi “vede” la propria versione del mondo e per trascendere questa “variante” si necessita del raggiungimento di uno stato “inerte” o “neutro”; proprio quello che, secondo me, aveva Leonardo di fronte all’osservazione della Natura, sua maestra di Vita e, dunque d’ispirazione:

"Spesso poeti, improvvisatori, romanzieri, sono i più perfetti medi appunto perché conservano la loro neutralità: credendo di far cosa di arte dilettevole, non si preoccupano di ciò che scrivono o cantano e lasciano parlare integralmente l'ermete loro. L'aspetto delle cose che colpiscono i nostri sensi, benché costante alla fotografia, nella riproduzione delle tinte varia col variar della luce. In noi, che abbiamo naturalmente un meccanismo di riproduzione superiore al semplice obiettivo fotografico, l'aspetto delle cose varia non solo per differenze luminose, ma per lo stato morale in cui ci troviamo quando le cose prendiamo in esame. Ciò dimostra che la visione del mondo, in cui si può leggere il bene e il male, ha tanti aspetti soggettivi diversi per quanti sono gli uomini e per quanti possono essere nello stesso uomo gli stati e le sfumature passionali".
Fonte: “La porta ermetica”


giovedì 3 dicembre 2009

DNA e controllo.






Tutto è vibrazione, dove per “tutto” intendo ogni cosa visibile ed invisibile. La naturale rappresentazione dell’aspetto visivo, ai fini della percezione umana, è una frequenza di oscillazione compresa nell’ambito dello spettro elettromagnetico della luce che va dal rosso al violetto. Che è come dire che guardiamo dal foro della serratura di una porta chiusa e che equivale a comprendere “ciò che ci sta attorno”, con la comprensione che può avere un bimbo nei suoi primi giorni di vita. La scienza infatti ci dice che usiamo per meno del 10% le facoltà del nostro cervello e che esiste un buon 90% del DNA umano definito come “scarto”. Allora, se utilizziamo il nostro 8/9% di cervello “disponibile” ed uniamo questi aspetti appena descritti:
  • limitatezza della “comprensione” testimoniata a specchio dalla scarsa percezione della radiazione della luce
  • limitato utilizzo del cervello
  • grande accumulo di DNA definito di “scarto”
Cosa possiamo dedurre a partire da questi punti inequivocabili?
  • la Natura ha generato “forme” di vita pressoché perfette
  • nel migliore dei modi
  • in equilibrio con il resto della creazione
  • utilizzando “ingredienti” necessari e mai superflui
Quindi?
Che la limitata capacità dell’uomo di “comprendere” è direttamente proporzionale alla quantità di materiale di DNA ritenuto di “scarto” dall’attuale grado di evoluzione della scienza umana. Anche in questo caso il meccanismo di specchio e riflesso non lascia dubbi; il 90% del materiale genetico non preso in considerazione si riflette direttamente sulla capacità umana di non prendere in considerazione il 90% della propria essenza, ossia l’intero livello spirituale legato alla nostra natura divina. Inoltre la specie umana si è proprio caratterizzata per il fatto di produrre rifiuti o materiale, appunto, di scarto. Non ci dovremmo scandalizzare a leggere queste righe e/o nel fare certi ragionamenti “fuori dagli schemi”, perché noi siamo andati fuori dall’equilibrio, siamo in disarmonia con quello che ci circonda, e la nostra società rispecchia pienamente questo “fenomeno” producendo in maniera sconsiderata “materiale di scarto”. I modelli vitali e di business umani sono proiettati a generare “rifiuti”. La società dell’uomo rischia di diventare una discarica. L’uomo produce rifiuti danneggiando il sistema nel quale è innestato; sistema in equilibrio perfetto senza la nostra presenza. In questo aspetto mi trovo concorde con quanto sussurrato in Matrix dall’agente Smith a Morpheus:

“Desidero condividere con te [Morpheus] una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura. (Agente Smith)”.
Fonte: Wikiquote

L’attivazione del DNA silente è il perno attorno al quale ruota il “cambio dei tempi” e l’energia cosmica sta progressivamente risvegliando questa “massa” di possibilità inespresse; per questo l’Antisistema tenta in tutti i modi di bloccare questa azione “naturale” che possiamo appellare evoluzione. Attraverso quello che mangiamo, respiriamo, indossiamo, pensiamo, facciamo, immaginiamo, etc. l’Antisistema ci programma, boicotta, schiavizza, dal di fuori e dal di dentro. L’intero sistema ghiandolare è come impaludato e reso inservibile ai fini della propria e più alta funzione di apertura verso il mondo superiore, dagli zuccheri che praticamente hanno invaso ogni tipo di alimentazione o abitudine di alimentarsi, della vita “moderna”. Esistono studi che denunciano questa attività di ammorbamento progressiva del nostro organismo, ma non sono ritenuti veritieri, solo perché rientrano in parametri decisi dalle regole dell’Antisistema stesso; attraverso il condizionamento di massa e tramite il controllo del linguaggio. Infatti se uno studio “non gradito” viene classificato con etichetta “esoterico, occulto, paranormale, etc.” ecco che automaticamente risulta come bollato di inattendibilità. Una sorta di imprimatur o di censura trasparente che trasforma la gente stessa in censori, senza nemmeno la necessità di istituire organizzazioni apposite che, nel passato, hanno testimoniato solo un errore in termini di "troppa evidenza". Oggi i veri censori dell’Antisistema siamo noi. In realtà dipende tutto da noi. Persino l’esistenza dell’Antisistema.

“Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami.... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo. (Morpheus).
Se non sei uno di noi, sei uno di loro. (Morpheus) [Gli Agenti]”
Fonte: Wikiquote

Ecco la trovata geniale, l’evoluzione dell’Antisistema; entrarci dentro e utilizzare direttamente noi stessi per governare noi stessi. Noi stessi che lo abbiamo generato! Curioso e geniale. Un cerchio perfetto, in linea con l’operato della Natura, la quale non genera “scarto”. L’energia Vitale è una caratteristica comune a tutti gli esseri viventi e rappresenta la connessione eterna ed interagente con l’ambiente circostante. Il controllo di questa energia determina la qualità e la funzione stessa della vita. Ecco allora che l’inaridimento della conoscenza antica trova proprio un senso, nello schiacciamento dell’uomo verso il pavimento della propria prospettiva superiore. Attraverso l’aumento della capacità di elaborare del nostro cervello e di ragionare, siamo stati ingabbiati. Di pari passo all’evidente cammino tecnologico umano, ci siamo anche auto confinati nelle nostre dimore personali, lontani dagli altri, tracciando un solco tra il “sé” e gli “altri”. Abbiamo scelto questa via oppure ci è stata indotta? Diciamo che ci troviamo in uno stato di sonno ipnotico, mantenuti da una serie di meccanismi che abbiamo progettato noi stessi e che hanno fatto il loro tempo. Solo che non riusciamo più a svegliarci. I sensi superiori ci chiamano, come il trillo di una sveglia programmata da… noi stessi tanto tempo fa. E nel sonno immaginiamo una vita che riflette la condizione di “non riuscire a…”, pertanto il nostro sonno descrive un “moto” agitato, convulso, dove qualcuno ci ha preso l’anima e ci controlla, un incubo insomma. Com’è la nostra vita? Quella che riteniamo essere la nostra “vera” vita? Ci piace? La consiglieremmo ad un nostro amico che vive su di un altro pianeta e che avrebbe intenzione di “trasferirsi” quaggiù? Pensiamoci seriamente fratelli miei.
Pensiamo al ruolo che hanno le nostre cellule nell’organismo, alla loro intelligenza che esula dal "timbro" a loro impartito dal DNA. Pensiamo che le nostre cellule si sono evolute attraverso le “sensazioni”, i segnali che traevano dal passaggio, dall’attraversamento delle sostanze della loro membrana esterna. I segnali esterni sono alla base dell’evoluzione cellulare, in quanto le cellule sono formate dalle sostanza di questo mondo, sono un processo legato all’evoluzione naturale, mentre il DNA ha una natura per così dire, diversa e “superiore” e, proprio per questo motivo, risulta annichilito, allontanato dalla sua vera funzione. Eppure in entrambe queste “dimensioni” è sempre più dimostrato che l’operato della psiche umana coinvolge direttamente ogni processo esistenziale, persino quelli legati alla evoluzione (vedasi ad esempio l’opera di Bruce Lipton). Pertanto controllando la nostra psiche si controlla il futuro. Sino a quale punto ci vorremo spingere prima di aprire gli occhi? Ciò che abbiamo “creato”, un guardiano che ci doveva proteggere, ora è fuori controllo, o meglio “fa ancora il proprio dovere”; proprio come il super computer Hall 9000 che prende il controllo dei sistemi vitali dell’astronave nel film “2001 odissea nello spazio”.

“HAL, macchina "incapace di commettere errore" ne commette proprio uno nel prevedere il guasto all'elemento AE-35 dell'antenna principale del Discovery, diventando improvvisamente inaffidabile per l'equipaggio ed il controllo missione sulla Terra. Temendo di venire disinserito tenta di eliminare l'intero equipaggio. Come ben descritto nel romanzo di Clarke 2001, per motivi di segretezza e per non sottoporre a stress i comandanti Bowman e Poole, HAL ed i membri in animazione sospesa sono i soli al corrente dello scopo reale della missione, ovvero indagare su una trasmissione aliena diretta verso l'orbita di Giove. Tuttavia HAL non è stato istruito sul motivo della reticenza e dunque la sua mente entra in un conflitto di priorità, tra la salvaguardia della missione e quella degli astronauti. Mentre HAL tenta di far trapelare qualche indizio a Bowman, avverte un guasto all'antenna principale. Il conflitto si somatizza proprio sul collegamento tra la nave ed il controllo a Terra. In 2010 il dottor Chandra denuncia un'intromissione della Casa Bianca nelle direttive impartite al computer, ignorando la sua incapacità di dissimulazione al contrario di "persone abituate a mentire molto facilmente”.
Fonte: Wikipedia


mercoledì 2 dicembre 2009

Viaggiare nello spartito musicale della Creazione.





Nella attuale stesura del copione della crisi economica internazionale, gli Stati hanno comprato “tempo” ( come testimonia anche il ministro Tremonti) iniettando quantità spropositate di denaro, stampato fresco, nei gangli vitali delle strutture di veicolazione della “moneta”. Hanno dunque barattato energia denaro con energia tempo, ottenendo uno stop momentaneo delle evolventi in corso, e spostando il peso del debito accumulato dal privato al pubblico. Ma il modo di “fare” business non sta cambiando. 
“Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario” G.Orwell. 
A quale verità si riferiva l’illustre letterato inglese? Sappiamo benissimo che siamo immersi in un piano dimensionale in cui la verità regna sovrana; è tutto vero! Infatti per ognuno dei 6 miliardi di umani abitanti della Terra, la propria visione delle “cose” corrisponde alla propria verità. Lo spazio/tempo in cui viviamo porta alla manifestazione di quello al quale maggiormente pensiamo; e dato che pensiamo in maniera quasi continua alle nostre paure, ecco che le nostre paure vengono a manifestarsi. Le nostre paure sono una verità. Viviamo tra i due limiti imposti dalla dualità, ed entrambi descrivono verità in un mondo di illusioni. Viviamo tra i due emisferi degli opposti, veri entrambi. Chi, dunque, può dire di essere nel vero o di sostenere il contrario, in una struttura che fa da specchio ai nostri pensieri? Ognuno si specchia negli altri e ne riceve un diretto riflesso. Ognuno vive la propria verità. "Alzando" la nostra consapevolezza, possiamo iniziare a scorgere, tuttavia, un livello di verità più grande; quello imposto da una organizzazione che si è ritagliata un simile compito, grazie al consenso degli “attori” che hanno votato e lottato per questa scelta. La verità dell’Antisistema. Vediamo cosa si intende per “totalitarismo”:

“Il concetto di totalitarismo è un idealtipo usato da alcuni scienziati politici e storici per enucleare le caratteristiche di alcuni regimi nati nel XX secolo, che mobilitarono intere popolazioni nel nome di un'ideologia o di una nazione. Il termine totalitarismo, inoltre, è usato nel linguaggio politico, storico e filosofico [1] per indicare "la dottrina o la prassi dello Stato totalitario", cioè di qualsiasi stato intenda ingerirsi nell'intera vita anche privata dei suoi cittadini, al punto da identificarsi in essi o da far identificare essi nello Stato”.
Fonte: Wikipedia

L’Antisistema nasce dalle nostre paure esteriorizzate, imprime con il tempo uno stato di totalitarismo, nutrendosi del flusso di energie che i suoi costruttori (tutti noi) hanno bruciato al fine di portarlo alla manifestazione, ed irrorando i costruttori con il diretto riflesso di ciò che li ha animati e caratterizzati nel relativo processo creativo: la paura. L’Antisistema rappresenta le nostre paure manifeste, nasce da questa componente umana, e riesce a far identificare i cittadini nello Stato che si identifica nei cittadini…
Che cosa è un “idealtipo”? La comprensione sfugge leggendo le definizioni classiche, però questa che riporto, fa comprendere qualcosa:

"L'idealtipo è da considerare come una connessione "ideale", indipendente dalla realtà del caso in esame: la connessione è evidente ma non necessariamente reale, per cui il rapporto tra idealtipo e caso singolo è quello di un'"interpretazione (Deutung)".
Fonte: Wikipedia

A prescindere dal suo significato storico/letterale, che per me lascia il tempo che trova, cerco invece di “sentire” quello che questo termine e questa porzione di definizione mi evocano in profondità; cioè ad una connessione ideale, una interpretazione, una  illusione, un incantesimo, una verità. Passando da uno stato all’altro giungiamo, ancora una volta, ad una verità percepita; partendo da un pensiero o addirittura dall’immaginazione, giungiamo ad una verità:
  • una connessione ideale      (che prevede una mente che “osserva”)
  • una interpretazione        (che instaura una prospettiva)
  • una  illusione              (che manifesta l’intento)
  • un incantesimo         (che copre le altre verità)
  • una verità.            (che diventa evidente per la massa)
I piani delle diverse verità si intersecano in maniera indissolubile: comprendere “dove” ci si trova non è facilmente accessibile, perché non riusciamo più a vedere la “mappa” con la scritta “voi siete qui”. In realtà questa mappa non è mai scomparsa, è sempre al solito posto, solo che i nostri sensi si sono fatti irretire dalla struttura melense dell’abitudine imposta dal modo di vivere legato al cosiddetto benessere moderno votato sempre maggiormente alla visione esterna e materiale di noi stessi. L’incantesimo trova proprio evidenza nelle abitudini, che così vengono definite:

"Azioni eseguite meccanicamente e in maniera reiterata: si agisce in un determinato modo perché si è sempre agito così. Nello studio sociologico, le abitudini costituiscono una regolarità che rende le azioni prevedibili e garantiscono così la corrispondenza tra aspettative e comportamenti, rendendo possibile agli attori il controllo e la gestione del contesto".
Fonte: www.sociologia.tesionline.it

È ovvio che nel caso dell’umanità i processi sono invertiti ma solo in maniera apparente, ossia gli attori siamo sempre tutti noi, anche se comprendiamo che uno sparuto gruppo di “persone” ha il controllo planetario. Pertanto i veri attori sembrano caratterizzare questa elite, anche se invece rimaniamo sempre e solo tutti noi i veri e diretti responsabili di quello che "accade". Abbiamo semplicemente manifestato ed avuto ciò che volevamo: demandare ad "altri" il controllo e perderci nelle nostre paure.
È complicato cercare di rendere evidente e comprensibile quello che “percepisco” di questo mondo; a volte si susseguono delle vere e proprie immagini dei piani costituenti la struttura che sottintende al gioco della vita; ciò che è giudicabile vero è falso e vero allo stesso istante e viceversa. Questo succede perché il nostro punto di vista è troppo “basso” per comprendere quello che è “sopra”. Il piano divino scorre nell’eterno e ha, per così dire, pazienza infinita, perché quello che conta maggiormente è il “viaggio”. Dalla percorrenza del viaggio si impara appunto a “viaggiare”, a conoscere e sviluppare saggezza. Si cresce e si evolve durante il viaggio e non quando si arriva a “casa” e si depongono le valigie per lasciarsi andare, stanchi e soddisfatti, sul divano per finalmente “riposare”. La meta non è in discussione. La “casa” è sempre li ad attenderci. Allora cerchiamo di goderci al massimo questo viaggio attraverso la nostra evoluzione, attraverso il tempo e lo spazio delle numerose esperienze e chiediamoci “perché siamo qua?”. Il solo chiederselo apre orizzonti nuovi, spinge come una piacevole brezza le vele del nostro vascello animico. Gettiamo le abitudini nell’oceano della trasmutazione. Apriamo gli occhi per discernere la giusta rotta. Ed aumentiamo la consapevolezza che una nave senza equipaggio e con solo il capitano, è destinata ad un ben magro destino… lo smarrimento.

Noi lasciamo il porto
per il mare aperto
la nave va
s’alza il vento piano
siamo già lontano
la nave va
guarda il mare si muove già
guarda più in là
Contro il cielo nero
sopra un mare duro
la nostra nave va
la tempesta è sopra noi
qui sopra di noi

Arriveremo vedrai
sì io te lo giuro
l’arcobaleno vedrai
sì io son sicuro
vedrai…

“Il viaggio” - Mango