mercoledì 4 novembre 2009

L’influenza A è una normale influenza.



Oggi è nuvoloso e nella mia mente si addensano, a prima vista, nubi di dubbi in merito alla pandemia relativa al virus H1N1. Puntando al link ufficiale del “Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali” (http://www.ministerosalute.it/video/videoFull.jsp ) leggiamo queste indicazioni salva-vita, frutto di profondi studi accademici e professionali: 
  1. Lavati con cura e spesso le mani con acqua e sapone
  2. copri il naso e la bocca con un fazzoletto quando tossisci o starnutisci e gettalo subito nella spazzatura
  3. se hai dimenticato di lavarti le mani non toccarti occhi, naso o bocca: il virus dell'influenza si trasmette cosi
  4. ricordati di aprire sempre le finestre per cambiare l'aria
  5. se hai febbre, raffreddore, difficoltà respiratoria, tosse e mal di testa resta a casa e chiama il medico di famiglia
Lo slogan della campagna di comunicazione istituzionale apparsa in tv ( con testimonial d’eccezione Topo Gigio, il personaggio ideato da Maria Perego, che ne ha concesso alla Presidenza del Consiglio l'utilizzo gratuito ) è: "L'influenza A è una normale influenza, con queste 5 regole si combatte meglio".
Ma allora, dico io ( domanda retorica ), se è una normale influenza perché tutto questo baccano mediatico?

Poi leggo una mail di Italo Cillo nella quale si evidenzia come tutti i vaccini in circolazione siano delle pozioni pregne di porcherie di ogni tipo; persino di sostanze vietate e tossiche, degne di essere paragonate a vere e proprie “armi” di tipo chimico/batteriologico ( solo che, solitamente, sono i cosiddetti terroristi che le utilizzano e non gli Stati verso i loro cittadini ).
Poi in una mail del “Giardino dei libri” e di “Macrolibrarsi” giunge un avvertimento/pubblicità, in relazione alla stesura di un nuovo libro sul tema ( l'autore del libro è Il Dott. Roberto Gava, uno specialista del settore ), nelle quali si recita:
Tutto quello che devi sapere per tutelare davvero la tua salute e quella dei tuoi cari:

  • l’influenza A/H1N1 è molto contagiosa ma poco pericolosa;
  • i vaccini antinfluenzali sono praticamente tutti inefficaci e comunque meno utili delle più comuni e banali misure di igiene personale; 
  • i vaccini antinfluenzali e i farmaci antivirali possono essere molto pericolosi per alcuni soggetti;
  • il vaccino contro l’influenza A/H1N1 è totalmente inaffidabile, sia perché non è stato sufficientemente sperimentato, sia perché la sua efficacia è del tutto teorica, sia perché la sua innocuità è completamente ipotetica e infine perché sarà un vaccino che conterrà alte dosi di mercurio e di un adiuvante tossico che è stato aggiunto per cercare di accrescerne la bassissima efficacia; 
  • l’irremovibilità con cui l’OMS porta avanti la sua politica pro-vaccinazione di massa è tanto sospetta quanto antiscientifica e molti ricercatori si chiedono cosa si nasconde dietro questa vaccinazione. 
E questi due punti seguenti mi hanno molto colpito, perché danno evidenza a quello che, nella nostra realtà, nella nostra convinzione più radicata, si sta sempre più facendo “spazio”:
  • Questa pubblicazione nasce da un attento e approfondito studio di tutta la letteratura scientifica sull’argomento e, in particolare, è il frutto della consultazione dei ricercatori che sono notoriamente indipendenti dalle spinte commerciali che muovono i grandi interessi sanitari.
  • Noi siamo i primi responsabili della salute nostra e dei nostri figli e se demandiamo ad altri il compito di salvaguardarla, rischiamo di perderla, talvolta anche in modo irreversibile.
Perfetto! Pensiamo, in questo senso, a chi/coloro ai quali abbiamo demandato l’altissimo compito di proteggerci e tutelarci. Come si stanno comportando? Cosa stanno facendo? Cosa significa il loro comportamento in relazione alla natura olografica, frattale, quantica, etc. di tutte le cose?
Ecco in realtà, secondo il meccanismo degli specchi Esseni o meccanismo di specchio e riflesso ( tradotto e mascherato dalla fisica meccanica in principio di azione/reazione, o terza legge di Newton che dir si voglia, ed estraniato però dal contesto evolutivo umano ) cosa significa la manifestazione sul piano delle 3D ( la realtà da noi percepita come vera ed unica ) di questa influenza e relativa operazione mediatica e di business:
è un moto di responsabilizzazione a “crescere” e divenire i diretti fautori della nostra realtà
Non mi voglio ulteriormente dilungare e malignare sul profitto stellare delle case farmaceutiche, perché è tutto “rumore di fondo”. Quello che conta è sviluppare, manifestare, credere nella nostra capacità di auto responsabilizzarci al di fuori di ogni allarme mediatico e al di fuori di ogni giudizio, credenza, paradigma in auge, supposizione, o grida di “al lupo al lupo”. In pratica questa è una nuova lezione da imparare sulla nostra beneamata “nave scuola” Madre Terra; un pianeta, una casa che è viva e senziente. Un essere vivente che si è accollato l’enorme responsabilità di accudirci e crescerci in linea con la perfezione del piano divino…
“Aiutati che il ciel ti aiuta”  


martedì 3 novembre 2009

Raggi di vita.



Oggi brilla il sole; raggi di luce sfavillante penetrano dalla finestra nell’ambiente dove sono. Ne cerco un fascio e mi lascio andare in esso. Ad occhi chiusi vengo ricoperto di arancione, quasi rosso. Quel senso di calore esterno che mi passa dentro mi dona la sensazione precisa della pienezza della vita; in ciò comprendo di essere vivo e felice di esserlo. È ancora una volta una manifestazione di appartenenza alla Terra, alla sinfonia cosmica della vita in ogni sua forma…
Questa consapevolezza di essere vivo e di apprezzamento e gioia, costituiscono il ponte tra l’essere e l’avere. È come dialogare con la Natura e con gli spiriti elementari in essa contenuti… ed aprirsi al mondo del non visibile. Nel mondo delle cosiddette gerarchie spirituali, costituito dagli esseri che esistono al di la dell’uomo che vive sulla Terra per il quale esiste solo la manifestazione fisica della gerarchia coi suoi primi 4 gradini:
  • regno minerale
  • regno vegetale
  • regno animale
  • regno umano
Al di sopra della condizione umana inizia un mondo, che è possibile afferrare solo sino ad un certo punto, grazie “alla conoscenza di ciò che trascende i sensi fisici”. In questo mondo soprasensibile abbiamo la continuazione dei quattro scalini conosciuti, nonché gli attributi delle potenze che vi albergano:
  • le immaginazioni
  • le ispirazioni
  • le intuizioni
  • le idee
  • i pensieri
L’uomo trova in questo mondo i pensieri e le idee ed, elevandosi, trova anche gli altri tre aspetti tramite i quali si immerge nel mondo della spiritualità. Quindi prima che il mondo esistesse, esisteva la saggezza dalla quale è emerso; saggezza come disegno o forma potenziale del mondo stesso. Il senso della nostra manifestazione fisica sulla Terra è anche questo: unire il mondo terrestre alle gerarchie spirituali. Tutto sulla Terra è inerente alla nostra funzione di “ponte” tra “sopra e sotto”. Quando Ighina parla di ritmo sole/Terra intende proprio questo, come in Steiner quando egli narra del ritmo nell’educazione scolastica, ad esempio. Nella nostra ciclicità evolviamo in sinergia con le forze naturali presenti nell’ambiente in cui ci siamo collocati. L’antichissima sapienza ha raccontato tutto ciò ma in una maniera che, oggi, è difficilmente comprensibile, eppure taluni passi hanno ancora la potenza di trascendere l’incomprensione, facendo intuire “profondamente l'esistenza umana nei suoi rapporti con le gerarchie” ( dal canto divino della Bhagavad-Gita, cap. VIII, versetto 23 ):
« Io ti spiegherò, o uomo che cerchi la verità, (così viene tradotto di solito), a quali condizioni sottostanno gli eletti da Dio quando abbandonano la Terra, varcando la soglia della morte per rinascere o non rinascere più. Voglio dirti: Guarda il fuoco, guarda il giorno, guarda la quindicina della Luna crescente, guarda i mesi nei quali alto splende il Sole. Coloro che muoiono nel fuoco, nel giorno, nel periodo della Luna crescente, nel periodo in cui alto sta il Sole, varcando la soglia della morte vanno a Brahma; quelli invece che muoiono nel segno del fumo, nella notte, nel periodo della Luna calante, durante i mesi in cui basso sta il Sole, quando si dipartono da questa Terra e varcano la soglia della morte, vanno solo nella luce della Luna e ritornano ancora su questa Terra ».

"Ogni cosa che circonda l'uomo nel mondo fisico si riconduce ai cosiddetti quattro elementi. Oggi la nostra moderna scienza materialistica non bada più a quei quattro elementi. Tutti sanno che quei quattro elementi si chiamano: terra, acqua, aria e fuoco. Come la terra o il solido si trasforma in liquido, così per la scienza dello spirito l'aeriforme si trasforma in fuoco; il fuoco è un elemento tanto sottile da compenetrare tutti gli altri elementi; esso compenetra l'aria e la rende calda; e così l'acqua, e anche la terra. Mentre dunque gli altri tre elementi sono per così dire separati, vediamo l'elemento del fuoco compenetrare ogni cosa. Noi possiamo percepire il calore anche senza toccarlo esternamente. L'essenziale è che possiamo avere la sensazione del calore toccando un corpo che ha un dato grado di calore; possiamo percepire il calore esternamente come percepiamo i tre altri elementi, ma percepiamo il calore anche nelle nostre condizioni interiori. Perciò l'antico sapere, già presso gli Indiani, faceva notare: la terra, l'acqua e l'aria si percepiscono solo nel mondo esterno; il calore è il primo elemento che può essere percepito anche interiormente. Il calore o fuoco ha dunque, per così dire, due lati: uno esterno che ci appare quando lo percepiamo esteriormente, uno interno quando noi stessi ci sentiamo in un dato stato di calore. L'uomo sente il suo grado di calore interno, ha caldo, oppure ha freddo; invece non si occupa gran che, coscientemente, delle sostanze aeriformi, liquide o solide che sono in lui, ossia degli elementi aria, acqua e terra esistenti in lui. Per così dire, egli incomincia a sentire se stesso soltanto nell'elemento del calore. L'elemento calore ha un aspetto interno e uno esterno. Così per la scienza dello spirito il fuoco formò sempre il ponte fra l'esterno materiale e l'animico che può essere percepito solo interiormente dall'uomo. Si dice anche: il fuoco sta al confine tra il mondo esternamente percepibile, materiale, e ciò che è eterico, spirituale, che non si può più percepire esteriormente."
Tratto da “Le Gerarchie Spirituali” di Rudolf Steiner.

Che meraviglia il calore di questi caldi raggi di sole; ritrovo in essi la carezza dei “giganti” all’opera. In fondo il Sole non è una massa infuocata? E non è il Sole che permette la Vita nel sistema Solare? Proprio il Padre Solare venerato da sempre nei tempi remotissimi dell'uomo sulla Madre Terra... Padre, Madre, Figlio; la divina Trinità. Grazie di cuore...

lunedì 2 novembre 2009

Il "pioggiare" emozionale ed il "fermo" del tempo.


 


Oggi piove; particelle di tempo e di energia polarizzate conciliano lo stato meditativo naturale. La sinfonia globale delle gocce d’acqua riverbera echi del sé assopito come un gatto alla finestra. Oh, quale bellezza d’estasi il perdersi entro un simile manto di carezze…
Ognuno se lo dovrebbe concedere di tanto in tanto, secondo i ritmi della Madre Natura, a prescindere dal ciclo produttivo umano. Con le gocce d’acqua, lanciate al galoppo verso di noi, assaporiamo l’unione col cielo e con l’intenzione divina. E lunghi brividi e senso di completezza col tutto e, prima ancora, con noi stessi: meraviglioso. Odo e provo l’emozione dell’appartenenza al creato. Dentro di me tutte le stelle e le galassie del tempo. Fuori di me il nulla dal quale siamo nati. Nel cerchio continuo di questa parte di evoluzione…
 

Lunghe e palpabili sensazioni di piacere, come energia sconosciuta, si libravano irregolari lungo il corpo immobile, vivide. Quasi riuscissero a sollevarlo nell’aria, mantenendolo nell’oblio delle sensazioni. In quell’assurda ed allo stesso tempo preziosissima affinità romantica legata ai ritmi della natura…… gocce piene che s’infrangono contro ogni cosa. Simili a vibrazioni capaci di tornare indietro nel tempo, agli antichi giorni. Il grido della terra, ma anche il suono levigato, arrotondato, come un coccio di bottiglia dal mare. Una bolla. Un soffio capace di assumere i comandi della psiche, un breve dono di serenità, un circolo chimico chiuso, una droga ….. il suono stereo della pioggia. 
Silenzio.
Come in un film, la colonna sonora in questa buia notte è lo scroscio della pioggia. Ovunque. E nient’altro. Costante nel proprio repentino ripetersi.
Passano in rassegna le immagini della città deserta  ma, nel grande e ritrovato ordine,  ciò che anima il silenzio è solo il ragno fluido dell’acqua piovana su e tra ogni qual cosa: a velarne i contorni, a mutarne le apparenze, quasi si divertisse. Lo scroscio della pioggia sulla città ansiosa di riprendere la vita…..
“… Sai che di notte nel sogno
si alzano città e genti,
mostri e fate Morgane
dagli spazi misteriosi dell’anima,
sono la tua immaginazione ed opera, te stesso,
sono il tuo sogno…..”
Da “ Il mondo un nostro sogno “ di H. Hesse.

E’ notte e tutto tace entro il manto di acqua cadente……
Persino i lampioni stradali nel riversare le loro docce di luce sulle vie ammutolite, sembrano prostrarsi a quel ritratto di sommaria infatuazione. Come fiori avvizziti desiderosi di riabbracciare il giorno. Tristezza? Lo potrebbe sembrare. Certo, un animo che si ritenga felice lo potrebbe anche pensare. Ma nel momento in cui lo pensasse, sarebbe poi tanto sicuro di esserlo veramente? (….Sommaria infatuazione ….).
Lo spirito della notte, il mistero, il rumore incessante della pioggia ed infine il sogno a coprire la maschia avanzata del tempo:
                …ed il mondo immenso vive il tuo respiro ( H. Hesse ).
Da “Prospettiva Vita“.


"Il subconscio rappresenta i nove decimi della nostra identità, cioè la parte più grande di noi stessi. Possiamo paragonarlo a un vecchio un po' pigro che non vuole esser disturbato. Il vecchio signore legge il giornale, fuma forse la pipa, coi piedi nelle pantofole. E' stanco di rumore, di agitazione; anni di esperienza gli hanno insegnato a proteggersi da tutte le interruzioni e distrazioni superflue.
Il subconscio, come un vecchio un po' sordo, non sente, quando lo si chiama per la prima volta. La seconda volta fa il sordo perché non vuol sentire, perché non vuol essere disturbato. La terza, si irrita perché l'intruso gli dà fastidio mentre avrebbe voglia di leggere i risultati delle corse, e rifiuta ogni sforzo. Insistete, ripetete la vostra fede e finalmente il 'vecchio' sussulterà, e allorché la vostra affermazione sarà radicata nel vostro subconscio avrete la fede automatica."
Da “I SEGRETI DELL'AURA”.

A me piace scrivere fermando il tempo, descrivendo quel fermo immagine sensoriale che scaturisce dall’osservazione di sé fuori e dentro di sè… il tempo, fermo, viene poi rilasciato progressivamente descrivendolo emozionalmente…
 

Ben presto giunse la luce. L’alba fu bellissima, mostrando un sole crescente ed un po’ giocoliere, che lentamente si staccava dalla linea dell’orizzonte; il rosso era perfettamente racchiuso in una forma sferica, tanto d’apparire simile ad un palloncino colorato e riempito ad elio, scappato dalle mani di qualche ragazzino distratto. Quella ch’era sembrata una leggera venatura luminescente era divenuta, in seguito, quel simbolo di fuoco impresso nel dna di ogni principio vitale, raggiungendo apici impensabili.
Tutte le notti si congedano rimettendo lo spettacolo della prima luce, quasi interpretassero il sogno, la fame, di un intero pianeta.
E la luce scavò sentieri per ogni luogo, invadendo e riconquistando, a memoria e pacificamente, le opportune porzioni di spazio; colei che parla nel nostro presente d’aspetti del proprio passato, appare simile ad un antiquario per il quale, lo scorrere del tempo assume i precisi connotati della preziosità.
Raggi di luce splendevano su di un coccio, verdognolo, di bottiglia; altri risvegliavano il sonno della fauna, in parte impreparata, simili ad una sveglia naturale dalla fluttuante puntualità. Si divertivano, persino, a duellare con le forme materiali esistenti, nel tentativo di pennelleggiare fogge d’ombra tremule, chissà, come per esorcizzarne il possibile ritorno in massa. Il nuovo giorno sorse veloce , recando con sé una schiera di rumori silenti, voci di madre natura, come il delicatissimo schiudersi dei fiori, nei campi, o la frenetica attività del becco di un pulcino all’interno dell’uovo o, ancora, il quasi immobile e regolare volo delle rondini, fisse nella propria perfezione. E l’uomo?
Una fila di macchine ciancianti inondò il manto stradale, ululante d’orrore alla solita furia pendolare, poi, il silenzio di un semaforo, che, solitario, durante la notte aveva quietamente commutato per ore, fu destato con risolutezza dalle ingiurie di due automobilisti insofferenti. Gli scarichi presero a ruttare biossido di carbonio, fermi in code fumanti di centinaia di metri. Gli ultimi avanzi della vegetazione ricordavano i resti storici di antiche civiltà; arbusti scheletrici ed impolverati chiedevano l’elemosina lungo nidiate di serpi in catrame già rovente. Da qui la routine: lo sferragliare del tempo ad un ritmo di cinque settimi.
Scoccarono le sette e trenta minuti, le otto ed, ancora, le otto e mezza, infine le nove; era un flusso, la piena, che doveva per forza passare.
Una sinfonia inevitabile, geremiade di una società tanto cacofonica quanto poliedrica: coriandoli diversi, come gettati dagli spalti di uno stadio.

Da “Prospettiva Vita“.

Questa è la storia di un gattone che, una notte, sfidò il “mostro” della strada…
Nel cuore della notte un grosso gattone nero, dall'aria alquanto arruffata, quatto quatto stava attraversando la placida strada. Un ombra nelle tenebre. Il lungo  viale, in ogni direzione lo si guardasse, appariva dormiente. Una fila di alberi, incredibilmente rigogliosi, lo adornava su ciascuno dei due lati, formando un tunnel naturale ancora più buio della notte. Dal fogliame, reso fluttuante da un alito soave di vento, traspariva la maculata immagine della luna; fissa, oltre quel continuo ondeggiare, quasi a scandire il ritmo dell'eternità. Piovigginava. In lontananza, il rumore di una moto in accelerazione, lo mise sull'attenti. Le orecchie, delicatamente appuntite, si mossero, automatiche, tese a valutare l'entità del possibile pericolo. Era fermo, in prossimità di una linea bianca tratteggiata della mezzeria viabile. Silenzio. Fu attirato dai moscerini che volteggiavano attorno ad una piantina illuminata della città. Ripetitivi. Il semaforo, lampeggiante a quell'ora, duecento metri più avanti, dipingeva, sui muri di una casa, strane figure spiritate. Ogni volta uguali ma, sfuggevoli, indecifrabili.  Magiche. Un improvviso gorgoglio risalì da un tombino stradale, poi ancora il silenzio. Il gattone, peraltro conosciutissimo da quelle parti, mosse gli occhi attorno al mondo li per li visibile. "Seduto", con la coda adagiata ed uniforme al folto pelo disordinato, prese a leccarsi, a turno, le zampe anteriori, strofinandosele, poi, sull'enorme faccione da cartoons. Comunque attento. Inaspettatamente un rumore si fece largo in lontananza. Sempre più intenso ed insistente. Alzato di scatto il muso tondo, le orecchie tornarono a muoversi all'unisono ed in varie direzioni. Gli occhi gialli, come la luna, si ravvivarono, trasformandolo nella creatura leggendaria, capace di incutere anche paura. Rimase immobile, con il resto del corpo, usufruendo della tiepida unione con il manto di catrame cittadino. Era quella la vita di un animale ? In costante attesa del pericolo ? Una macchina apparve lungo il viale, uscita da una via laterale .... ( prima marcia ) ... i fari, durante la svolta, parvero arrancare nel buio, successivamente "riguadagnarono" la carreggiata ..... ( seconda marcia ) .... il gattone si rizzò sulle quattro zampe muovendo qualche lieve ed affrettato "passo" verso il centro della corsia ..... ( terza marcia ) .... il rumore di quel mostro lo angosciava. Era terrorizzato ..... ( quarta marcia ) ..... due colpi di luce accecante lo investirono, paralizzandolo .... ( quinta ) .... le gomme trasmettevano a terra tutta la potenza e la pressione dei cavalli motore. Per quanti suoi simili ciò era equivalso all'ultimo rumore udito in vita ? L'auto si spostò il più possibile sulla destra, lampeggiando veloce con gli abbaglianti. A cento chilometri all'ora, avrebbe spolpato quel povero gatto, ma non riuscì minimamente a rallentare. Era una forza superiore che s'irradicava progressivamente nella volontà. Il nazistico effluvio di provare potere su di altri. Il gattone si trovava sempre là.  In mezzo alla strada ed in rotta di ... collisione. Sempre più vicino, come un matador. Quasi fosse costituito da cemento armato. Poi, vincendo l'assurdo, con un balzo si trasferì sul ciglio della strada, restando vigile nell'accompagnare, con lo sguardo, il mostro battente in ritirata. Vide due luci rosse adornarlo posteriormente, ed altrettante manifestarsi poco dopo. Infine il rumore scemò progressivamente, sino a quando tutto ritornò alla calma. E fu di nuovo silenzio. Lo aveva sconfitto. Tanto valeva riprovarci !?!.

Da “Prospettiva Vita“.

 " ..... che meraviglia il fuoco di quelle pallide pupille
         di quei chiari fanali
         di quei viventi opali
         che fissi mi contemplano .... “.
                  " Il gatto " / I fiori del male - Baudelaire.