- al ‘di sopra’ il Karma non esiste
- al ‘di sotto’ il Karma esiste.
Il genere umano ha permesso che questa legge divenisse forma pensiero inconscia e che si fissasse nel Mondo percepito come reale, dopodichè, la stessa legge è divenuta ‘viva’ perché alimentata dal genere umano stesso, anzi necessitante del genere umano al fine di auto alimentarsi.
Occorre liberarsi da ogni forma di oscuramento della luce e persino una legge cosmica si può prestare per una simile azione, o meglio la propria funzione può anche prestarsi per un occultamento della verità secondo un modello lungimirante di auto educazione evolutiva. È come avere per padre un genitore molto severo che attua e persegue metodi perlomeno discutibili.
Con la prossima citazione vedremo come il Karma si è potuto espandere, ingrossare tra le fessure di un’umanità disarmonica ed in completa predazione dei sensi più fisici dell’esperienza 3d. Siamo nel 1400 circa e possiamo notare come già il modo di fare/essere umano fosse ben delineato sotto ad una evidente modalità arrivistica che non ha nulla da invidiare alla moderna mentalità legata al culto del denaro.
Attorno al 1448 Gutenberg ritornò a Magonza, dove nel 1450 costituì una Societas con il banchiere Johann Fust, che contribuì con 1600 fiorini (o gulden), e l'incisore Peter Schöffer (o Schäffer), allo scopo di stampare la cosiddetta 'Bibbia a 42 linee' sulla base della Vulgata.
A Fust, però, non interessava tanto produrre un capolavoro quanto far soldi. I frutti del suo investimento stavano tardando ad arrivare. I rapporti tra i due soci divennero tesi e nel 1455 - proprio nel momento in cui le Bibbie venivano completate - Fust pretese la restituzione del prestito.
Gutenberg cercò di continuare la sua opera aprendo un’altra tipografia. Alcuni studiosi gli attribuiscono altro materiale stampato che risale al XV secolo. Ad ogni modo, nessun’altra sua opera a stampa raggiunse la magnificenza e lo splendore della Bibbia delle 42 linee. Nel 1462 Gutenberg subì un altro duro colpo. In seguito a lotte per il potere all’interno della gerarchia cattolica, Magonza fu bruciata e saccheggiata.
Da Yahoo
Da notare il nome del banchiere ‘Fust’, molto vicino a quel ‘Faust’ di trascorsa memoria, ambientato originariamente proprio 'attorno' agli anni in cui visse Gutenberg:
‘Con Faust ho preso un abbaglio... è stato un errore colossale, memorabile... Quel miserabile non ce l'aveva affatto l'anima, e per questo sembrava ne traboccasse: era posseduto soltanto da un'inestinguibile frenesia progettuale, del continuo fare e disfare, senza altro scopo che l'azione di per se stessa...’.
Fernando Savater, 1993, Creature dell'aria - Monologo XII Parla Mefistofele
Da Wikipedia
Di quale Karma ‘soffriva’ Gutenberg per attirarsi addosso una simile sventura? E tutto ciò corrisponderà poi al vero? I suoi discendenti avranno ereditato anche queste sofferenze, molto simili alle ‘sofferenze’ che in gergo tecnico denunciano le banche allorquando parlano di crediti inesigibili.
Da questo punto di vista, ‘tutto’ è sempre stato sotto l’estensione del Piano Divino, controllato all’Origine.
E la differenza sul piano della ‘partecipazione e non dell’appartenza’ o sul piano di una consapevole partecipazione/appartenenza è tutta descritta dal focus che siamo in grado di ‘fare’, mantenendo la prospettiva allargata oltre al piano di ‘sofferenza’ 3d, dal quale occorre evitare di giudicare.
Osservando da una montagna, il panorama è interamente visibile.
Ora, il debito globale Karmico è corrisposto dal debito globale economico che attende ogni nuovo nato: è un gigantesco frattale, abbiamo detto, che parla molto chiaro in merito alla situazione energetica/spirituale/evoluzionistica in cui si versa.
- al ‘di sopra’ il Karma/debito non esiste
- al ‘di sotto’ il Karma/debito esiste.
Che cosa è un credito inesigibile?
Secondo quanto disposto dal terzo comma dell'art. 66 T.U.I.R, le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso…se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali. Ai fini della deducibilità fiscale si palesano, pertanto, due fattispecie:
1) quella per cui il debitore è oggetto di procedure concorsuali (art. 66 T.U.I.R. e art. 11 DPR 42/88), ad esclusione dell'Amministrazione controllata la quale non rientra fra le procedure per le quali è presunta la perdita in quanto concessa nel presupposto della “comprovata possibilità di risanare l'impresa" (art. 187 Legge Fallimentare). In questa circostanza lo stato di insolvenza, ufficialmente dichiarato dall'Autorità Giudiziaria, costituisce garanzia indiscutibile per portare a perdita il credito, che da inesigibile 'di fatto' diviene inesigibile 'di diritto' e quindi totalmente deducibile.
2) Quella per cui il debitore non è oggetto di procedure concorsuali ma esistono elementi 'certi e precisi', diversi da quelli al punto 1, comprovanti l’irrecuperabilità del credito e la sua deducibilità, ma la cui fondatezza spetta al creditore dimostrare.
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Si parla di ‘perdite’ che per essere considerate deducibili e non tassabili, devono soddisfare dei requisiti. In analogia frattale deduco che questi ‘requisiti’ identificano una possibilità sempre aperta di poter contare su una ‘remissione dei debiti’.
Raggiunto quel punto: tutto muta d’aspetto.
Parlano una lingua che non ci 'soddisfa' più, purtroppo. Perché è una lingua avvolta nella semplicità di un concetto reso lineare proprio per fini di comprensione.
La Matrice smette di ‘averci’.
Anche Einstein la pensava così a proposito del piano che ha creato un ‘problema’ e la nostra collocazione spazio/temporale. Da dove 'osserviamo'? Il gap è racchiuso per intero nella differenza di potenziale che ci contraddistingue, nel nostro proiettarci in un ambito piuttosto che in un altro... più ‘allargato’.
Questo ‘punto’ lo possiamo vedere in ogni ambito, che sulla Terra 3d è sempre ciclico, quindi oscilla da un minimo ad un massimo proprio come un pendolo, dal ‘bene al male’ e viceversa, ad esempio:
Il cervello produce in ogni istante migliaia di segnali contraddittori in gara l’uno con l’altro. Ascoltarne il flusso e catturarne il senso è come registrare il frastuono dello stadio di San Siro in una domenica di derby e voler capire cosa sta dicendo il signore seduto in tribuna in settima fila al posto 34.
Il fatto è che ogni domanda di nuovo brevetto viene immediatamente trasmessa dagli uffici delle Camere di Commercio all’ufficio brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico che, ancora prima di guardarla, la passa alla sezione brevetti del ministero della Difesa che ha il vero ‘jus primae noctis’ sull’invenzione (è l’art. 198 del decreto legislativo n.30 del 2005).
Da Wired nr.110 – Te lo leggo nel pensiero. Chi vuole fermare Riccardo Prodam?
Esiste sempre un ‘punto’ unico di convergenza, inserito in una struttura a multilivello vibrazionale, in una spirale o vortice, che ha una funzione simile a quella del teletrasporto.
La gravità è fisica ma è anche una illusione in quanto bilanciando le forze la si rende neutra. La nostra ‘presenza’ è la forza…
Usare i due emisferi in sincrono... questa è la (funzione) totale.
Osservando bene Iside e Nephti, si nota come esse tocchino, ossia riattivino i due emisferi del Faraone, ovvero l'Iniziato. Ma se andiamo a fare un parallelo fra quest'opera in pietra e la lama dell'Innamorato, le analogie sono sorprendenti.
Tutto è Uno... per il miracolo della Cosa Una.
Traggo dai commenti all’articolo delle vere e proprie preziosità:
L'analogia è perfetta…Consultando un libro di significati geroglifici mi risulta quella di Iside corona reale con lo scettro, quella di Nephti rappresenta una figura reale; la cosa che incuriosisce è che il Faraone porta tutte e due. Questa è un'altra conferma che in lui sono in sincronicità entrambi gli emisferi-parti del cervello-anima. Veramente bello. Il messaggio esoterico dei Tarocchi è sorprendente... Chi ci pensava che l'Innamorato rappresentasse l'Iniziato, che deve equilibrare, intrecciare alla perfezione, portare alla sincronicità entrambe le parti di Sé? E non solo in un unico aspetto, ma in tutta la sua molteplicità. (Valerio)
È un ricevere da entrambe le energie rappresentate dalle dee. Per realizzare l'unità le due forze devono annullarsi quindi c'è bisogno di tutte due. Le due corone indossate dalle dee e riunite in una corona unica sul capo del Faraone, essotericamente parlando rappresentano l'alto e il basso Egitto, con l'unione delle due terre in un'unico regno le corone si assemblano e rappresentano l'unione. Esotericamente, per la legge del ‘come in basso così in alto’ le due corone unite rappresentano ‘l'unione delle due forze’ in un'unico centro (l'essere del Faraone) e le due dee ne celebrano il rito: toccano il capo del faraone con una mano mentre le altre, che non sono visibili nel bassorilievo, si stringono dietro le spalle del faraone per unire le due energie, annullarle, e trasmettere la forza nuova risultante dalla loro unione. (Laura)
Si dice che all'atto dell'imbalsamazione di un defunto, alcuni organi venissero trattati con deferenza e immessi nei canòpi, mentre il cervello, estratto dal naso, veniva buttato nella spazzatura. Io penso che una volta che quest'organo abbia raggiunto un tot di potenziale energetico, diciamo così, finisca il suo compito e possa essere dato al gatto. (Lestat)
Le dee non toccano il capo del faraone (sede del cervello) ma il copricapo, in un punto superiore alla posizione della testa cioè nel punto dove avverrebbe il ‘coronamento’ dei chakras (ecco perchè la corona) e il passaggio nella dimensione superiore... (Laura)
Tarocchi dell'Antico Egitto
Da tutto ciò si deduce anche che la forza di gravità è neutralizzabile da quell’essere che è in equilibrio dentro di sé. La Fisica si ‘sposta’ lasciando il passo ad un ‘passo diverso’, un passo vicino alle regole che strutturano l’energia in materia. Gesù, infatti, camminava sulle acque…
Che meraviglia.
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com