La verità è sempre ‘sconvolgente’. Perché? Perché va ad impattare con un sistema di abitudini che si è radicato nella percezione d’esistenza umana. A quale ‘verità’ mi riferisco?
Ad una verità spirituale riflessa da una verità 3d.
Un esempio potrebbe essere questo:
Giglio: Schettino, scatola nera rotta, non registrava da 15 giorni.
La scatola nera della Costa Concordia era rotta, non registrava da 15 giorni. È quanto emerso dall'interrogatorio di garanzia del comandante Francesco Schettino e agli atti dell'inchiesta dei pm di Grosseto.
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Giglio: Costa pianificava 'inchini' per pubblicita'? Pm indagano.
I pm di Grosseto stanno indagando sulle dichiarazioni rilasciate durante l'interrogatorio di garanzia dal comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, che aprono scenari in cui potrebbe rimanere seriamente coinvolta la Costa Crociere.
Secondo Schettino infatti non solo ‘la Costa era al corrente della prassi ricorrente degli inchini in tutto il mondo’, ma addirittura ‘l'inchino al Giglio del 13 gennaio venne pianificato e voluto prima della partenza da Civitavecchia per ragioni pubblicitarie’, ha affermato Schettino.
C'è inoltre un altro particolare rivelato dal comandante della Costa Concordia e cioè che i comandanti della società si sfidavano in quelle acrobazie molto spesso, e l'inchino del Giglio doveva essere la 'risposta' di Schettino a precedenti 'acrobazie' di un suo collega, Massimo Garbarino.
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Senti, senti, cosa sta emergendo da questo 'incidente'. C’è veramente da rimanere sbigottiti da tanta ‘disinvoltura’, sia da parte del Comandante, sia da parte della Costa S.p.A. La sicurezza delle persone, molto spesso in viaggio per motivi davvero ‘unici’, verrebbe ‘dopo’ le questioni egoiche e di business.
La scatola nera, che non registra, è molto simile all’effetto dell’indossare delle cuffie per isolarsi dal resto del Mondo, ossia ‘non sentire’:
‘La privazione sensoriale causata dalle cuffie è un problema, perché spesso i segnali acustici sono importanti quanto quelli visivi’. Insomma, andarsene in giro ascoltando a tutto volume i Led Zeppelin equivale a camminare bendati…
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La verità spirituale sottintesa è questa ‘rinuncia’ al ‘sentire’ ed alla mancanza di responsabilità e coerenza. In generale questo genere di ‘lezioni’ riguardano, per ‘osmosi’, tutti coloro che erano sulla nave, passeggeri compresi. Ancora più in generale, riguarda l’intera società che è in 'ascolto' sulle frequenze dei Mass media.
Che cosa si ‘ascolti’ è un dato di fatto, le cronache Antisistemiche, mentre rimane un dato soggettivo il ‘come’ si ascolti e il ‘cosa’ rimanga in profondità di quell’ascolto.
Vado al dunque, ossia a quello che mi preme mettere in risalto quest’oggi:
l’ascoltare alla luce di quello che si intuisce dentro di sé.
Solitamente, o con altissima probabilità, l’ascolto dei rumori della Vita, di quello che succede intorno a noi, è unidirezionale, cioè, dall’esterno verso l’interno. Abbiamo imparato a livello abitudinario a subire questo tipo di processo e viene difficile accettare che, invece, il processo possa anche svolgersi al ‘contrario’.
Chi si sente il fautore del proprio destino oggigiorno, immersi in un oceano di problemi legati a mille situazioni differenti che si accavallano? È persino più ‘comodo’ sentirsi fuscelli nella corrente, piuttosto che ‘agire attivamente al fine di provare a se stessi che in realtà si è sempre al timone della propria nave’, anche nell'apparente sventura.
Poi, può succedere che durante la visione, e l’ascolto, di un film, o di una particolare musica, si senta in profondità un potenziale enorme ‘adagiato sul nostro fondo’. La ‘vibrazione’ con la quale si entra più o meno in risonanza è tale da evidenziare quella grande possibilità d’innesco esistente in ognuno di noi.
Solitamente non dura per più di una decina di minuti, poi lo scenario si chiude e riprende il rumore di fondo della mente di superficie, carica di programmi abitudinari e di contenimento. Rimane solo una sorta di ‘ricordo’, di memoria dell’esperienza vissuta, di quell’ascolto vestito da effetto tonico e rinvigorente.
Ecco. Allora cerchiamo di ascoltare tutto quello che giunge sulle ali del presente. Questo tipo di ascolto deve essere tale da coinvolgere tutti i sensi, per cui l’ascoltare è relativo ad ogni senso umano. È chiaro che stiamo rimanendo in un ambito 3d della percezione. È sufficiente, anche se il risultato dell’ascolto sensoriale deve essere processato da altre capacità più sottili, come ad esempio, l’intuito e la visione prospettica inerente alla presenza miscelata di diverse tipologie di leggi, Cosmiche e Planetarie, auto esistenti.
La storia deviata appartiene al tempo deviato e, più in generale, all’Antisistema, ossia alla polarizzazione di questo ‘scenario 3d’ ad opera nostra. Andiamo allora ad ‘ascoltare’, alla luce di una maggiore consapevolezza, alcuni significati nascosti nel racconto del Mito o di chissà quale altra mancanza di luce.
La 'vicenda' delle Termopili, per esempio. Sappiamo tutti di questo grande sacrificio, ad opera di un pugno di valorosi soldati contro un esercito imponente. Ma cosa sappiamo? Che, in fondo, è stata una guerra come tante altre e che, quel ‘gesto’, è stato uno dei tanti eroismi, spesso ignorati dalle cronache, di cui ogni guerra è costellata.
Invece io intendo andare ‘oltre’. Cioè?
Intendo alludere a quella ‘diluizione’ delle forze esterne al fine di conoscere se stessi. Il numero non conta nulla se lo si riporta, se lo si diluisce, attraverso la conoscenza del ‘territorio’, ossia frattalmente di se stessi.
La resistenza partigiana è da sempre la più difficile da sgominare per un potere o un esercito invasore. Perché? Proprio perché il ‘partigiano’ conosce le anse della terra che difende. Nel mito delle Termopili c’è tutto questo: è la dimostrazione di una ‘conoscenza’ che va al di la della forza da affrontare, forza che veicolata nella maniera più opportuna può essere completamente disinnescata dal territorio stesso in cui ‘si è’.
Non mi importa se Leonida e i suoi fidati rallentarono solamente l'avanzata di Serse, una divinità aliena ancora fisicamente sulla Terra. Mi importa evidenziare il valore aggiunto che trascende dal Mito: la conoscenza del proprio 'luogo' esistenziale.
Lo scenario 3d mette sempre a disposizione i ‘mezzi e gli strumenti naturali’ per affrontare ogni tipo di sfida o esperienza umana e non. In questo caso abbiamo una diluizione del numero, una sua semplificazione, un effetto leva nelle due direzioni, in virtù della maggiore conoscenza del ‘territorio’. Non è solo forza, coraggio, intelligenza… no, il significato va davvero ‘oltre’, sino a raggiungere il più saggio dei ‘consigli’ che giunge dall’antichità: conosci te stesso. Tutto il resto viene di conseguenza…
In Matrix abbiamo le due fasi dell’incontro tra Neo e Smith:
- Neo entra in Smith. L’effetto è liberatorio per Smith
- Neo assorbe Smith, dandogli l’impressione opposta. L’effetto è trasmutatorio per Smith.
Che altro?
- Nella prima fase, Smith è potenzialmente chiunque si trovi in Matrix e non sia un ‘ribelle’, ossia un ‘risvegliato’. La sua presenza è distribuita in tutti ed è, per questo motivo, un principio silente, non visibile
- Nella seconda fase, Smith è libero dai condizionamenti della struttura di controllo dell’Architetto, per cui è manifesto, perché progressivamente libera il proprio potenziale nascosto da ogni persona, alla stessa maniera di una invasione virale.
Dunque:
- Smith solitamente era invisibile, seppure ‘presente’ in virtù di un potenziale
- Smith diventa poi visibile, cioè si manifesta nel Mondo come entità auto esistente, assumendo il controllo dei suoi ‘contenitori’, o meglio, delle proiezioni dei suoi contenitori esistenti in Matrix.
Quello che mi preme evidenziare è l’emersione del ‘principio Smith’: un principio ‘demoniaco’, di controllo sovrasensibile finalmente manifesto, a sua volta sotto il controllo di 'leggi' superiori. Cioè?
Una vera e propria ‘trappola’ tesagli dalle ‘circostanze’.
Nulla è per caso, per cui la sua emersione è il frutto di un ‘volere superiore’, di un ‘Piano’:
vederlo per ‘prendergli le misure’, ossia accompagnarlo nella luce.
Neo, dandogli l’impressione di essere conquistato, in realtà lo conquista, assorbendolo dentro di sé, proprio dove è più ‘forte’, essendo completamente centrato nella propria presenza. Neo, in quel momento, incarna il principio dell’unione con il tutto, persino con il proprio ‘nemico’, che lo rimette nella neuro simulazione sensoriale, temendo che il virus Smith potesse mettere a repentaglio la propria ‘infrastruttura’.
Fare 'di necessità, virtù'.
Neo rappresenta il sistema immunitario dell’organismo Matrix. Smith è paragonabile ad un tumore che cresce ‘libero’ all’interno del 'corpo'. Esso è liberato da una nuova energia, dalla ‘conoscenza’, e ciò mette in evidenza come tutto sia in ‘evoluzione’.
Nella biologia umana, il tumore, ci dicono, è un effetto dovuto al caos cellulare. Si parla di comportamento anomalo e di ‘pazzia’ di alcuni ceppi cellulari. In realtà il sistema immunitario compie solo il proprio dovere, attaccando, in pratica parti di sé, in quanto ‘percepisce’ l’agente invisibile, il potenziale di controllo invasivo, e si muove di conseguenza.
Il sistema immunitario è anche un 'rilevatore' altrui...
Non esiste errore n’è pazzia, in questo atto, ma semplicemente l’evidenza di un controllo silente parassitario, che esiste nei piani sovrasensibili dell’esperienza umana 3d.
La sua presunta 'pazzia' è un campanello d’allarme, un frattale dell’aggressione ‘esterna/interna’ del potere invasivo, che utilizza il genere umano come batterie di carica.
L’ascolto mi porta ancora a comprendere quella modalità, quel grande potenziale inespresso relativo all’applicazione dell’analogia frattale, ossia l’emersione e l’indagine investigativa relativa all’evidenziazione delle tracce sottili lasciate dal Controllo, allo stesso modo dell'abbandonare impronte digitali ‘invisibili’, ma sino al momento in cui non ci si autorizza a rilevarle e a ritenerle sufficienti, in virtù di ‘prove’, dell’esistenza altrui in un certo ‘luogo’.
Mi viene in mente la modalità procedurale di Einstein, il quale era in grado di proiettarsi con l’immaginazione, oltre alla linea di frontiera conosciuta, oltre al limite 'attuale', mediante una spinta capacitiva slegata dalla necessita immediata di dare una spiegazione a quello che ‘si aspettava di vedere’.
Una tenuta stagna di quello che ‘ci si aspetta’, semplicemente lasciandosi andare per le terre inesplorate del ‘pensiero’. Un talento molto vicino a quello naturale del bimbo, di immaginare Mondi impossibili ma ‘graditi’.
Il fatto di mettere da parte, nella parte iniziale dello 'slancio', la pesante mole della mente razionale, lo ha portato ad esplorare nuove ‘terre’ isolate dall’acqua dell’invisibilità nelle 3d. Come se si fosse trovato su di un’isola mai vista dalla solita angolazione della percezione abitudinaria relativa all’orizzonte visto dalla ‘costa’ o terraferma. Il costruire un ponte tra l’isola e il continente, è venuto dopo la scoperta dell’isola. Infatti chi costruirebbe un ponte per raggiungere il ‘nulla’?
Deve necessariamente ‘venire dopo’. La mente razionale, invasa dal Controllo, non permette tanto facilmente questo tipo di 'slancio', se non per ritenerlo 'opera di fantasia' o di scherno.
Il metodo della divinazione si basa proprio su questo principio: lanciare ‘qualcosa’ per aria e osservare cosa va a formare, ad esempio.
È come fare carotaggio in una distesa di ghiaccio o fra gli strati di roccia ed analizzare, al fine di comprendere non solo il passato, ma anche il futuro più probabile alla luce degli avvenimenti.
Utilizzando l’analogia frattale è possibile, dunque, esplorare nuove possibilità della nostra capacità di co creazione.
Comprendendo una verità a qualsiasi livello, la si può espandere ai due lati della percezione - sopra/sotto - e, per così dire, esplorarla nel corso del tempo. È possibile lanciare vettori esplorativi in 'terre impossibili' e renderle fertili della nostra presenza (l'analogia la troviamo nell'esplorazione dello Spazio, in virtù della propria auto determinazione).
Una presenza confusa per una maledizione per il ‘territorio’, dal genere umano stesso, se preso massivamente, ma invece una benedizione per l’emersione di ogni possibilità, ‘depurata’ progressivamente dalla sua conoscenza, ad opera dell’umano stesso.
Come se fossimo uno strumento di ‘bonifica’ del possibile emerso dall’impossibile, in virtù di un momento presente eterno in perfetto scorrimento ‘nomade’. Fautori di ‘valore aggiunto’…
Sempre meno ‘sconvolti’ da quello che 'siamo', da quello che possiamo essere in grado di far emergere e dalla verità che sottintende.