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giovedì 21 dicembre 2023

Moto riduzione. Principio.


La macchina del fango, e non solo! 

C’è un “livello” da r-ac-cogliere. Da… accorgersi. L’idea la dà perfettamente il quando, da bimbo, ti sei reso conto di una “cosa”. E da quel momento tutto si è fissato una volta per tutte. Dai piccoli aspetti, che piccoli non sono mai. A quelli grandi, enormi, infiniti… che sono ancora quei “piccoli” aspetti che si disdegnano poiché “figurati”. Quindi, il “piccolo” che si fa piccolo, è uguale al grande che si fa “grande”, alias, sfuggevole. Un messaggio, però. 

Allora, non è molto meglio - al fine di rendersi conto sostanzialmente - assumere il “piccolo” e da lì agganciare or dunque persino lo sfuggevole? 

L’esse-Re che non esiste; c’è… si trova proprio “lì”: in tale sorta di “equazione” che p-rende l’umano e lo rende in-umano oppure “umano”. Perché? Bè, che ne dici se tutto questo rientra in una strategia? Sì, proprio come nei pav(im)entati “film”. Il livello da agganciare, auto ricordare, è quello dove scorre ancora la diretta. Dove si decide almeno per sé. Dove sei libero, allora. Senza “virgolette”. Quel livello è uno stato dell’esse-Re:

l’esserci. Un... Princip-io.

Così, “giù dalla torre” sei stato gettato tu; ognuno è “precipitato” in tal modus. Il “caduto” è l’accaduto: l’essere già successo che nessuno ricorda più, avendo subito il taglio netto del reset. Follia? Ma no: “complottismo”. La società in toto è immersa in un campo di apnea, dove manca l’ossigenazione necessaria per rinsavire. Per riaversi dal trauma occorso. Per evitare di continuare lungo questa direzione asfittica o, meglio, ideale per ben altro interesse. A chi può stare a cuore una simile landa desolata dell’esserci? A quel carattere che l’industria rappresenta fedelmente. E che la gerarchia ritrova nel relativo, assoluto, vertice, la cui verticale dipende dal centro di comando e coordinamento: 

che si può intuire attraverso, ad esempio, l’epilogo della II serie di Loki. 

Al centro di tutto, che tiene le redini, che intesse i fili del “destino”, etc. etc. etc. chi c’è? Ecco