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lunedì 13 febbraio 2012

Il frattale del Tao.




È tempo di cambiamenti; infatti, tanto per fare il verso alla pubblicità: ‘L’unica cosa certa è il cambiamento’.

Comunque, certo o non certo, il cambiamento è alla base della legge della biodiversità. Si potrebbe dire che è un suo ‘postulato’ o un effetto, che ‘prende forma’ allorquando le ‘forze’ Cosmiche e Planetarie, di cui l’umanità è una comune rappresentante in termini di co creazione, si miscelano per dare luogo alle manifestazioni esistenziali 3d.  

Ciò a cui pensiamo di assistere, cioè allo spettacolo della ‘Natura’ e a tutte le sue sfumature, dipendono dal nostro ‘comportamento’, dove con quest’ultimo termine si deve intendere l’intera struttura di potere racchiusa nella nostra sfera individuale e collettiva. La ‘miscela’ di leggi diverse, quelle poco sopra accennate, che percepiamo come un qualcosa di così grande da essere inarrivabile, in realtà ci ‘assistono’ nel processo di Vita e di conoscenza di se stessi.

L’umano, perfettamente integrato nella sua centralità e potere, è 'al di sopra' degli effetti di queste leggi e all’altezza del Piano Divino, del quale è una diretta emanazione.

È una questione di consapevolezza, ovviamente. Quando si soffre, nelle 3d, la sofferenza è ‘autentica’ pur essendo solo una ‘parte’ del Tutto che ci contraddistingue. La ‘sofferenza’ ci sta semplicemente dicendo – ‘Tu sei lì’. Null’altro. Non sta giudicando. Sta solo eseguendo un ‘compito’. Ella è come un nostro riflesso

Se smettessimo di ‘ammalarci’ ogni volta che si ‘accende una spia’ e mettessimo semplicemente in funzione una modalità più ampia dell’osservazione di noi stessi e degli eventi che ‘attiriamo’ tutt’attorno, allora potremmo procedere con fare molto più sicuro verso la nostra maggiore conoscenza.

Questa modalità di non consapevolezza è molto simile a quello che accade quando si manifesta la malattia in noi. Cosa facciamo? Andiamo dal medico. Come se quella malattia piombasse su di noi all’improvviso e fosse essa stessa causa di se stessa. No, la ‘causa’ è il nostro ‘comportamento’ e il ‘delegare’ alla classe medica il compito della nostra guarigione, nel tempo, ha significato perdere ancora maggiormente il ‘controllo di noi stessi’

Ci siamo come ‘spenti’, adagiati sul fondo. 

Tanto c’era sempre qualcuno che ci poteva guarire in qualche modo. Questo è un processo molto antico, che nasce addirittura con lo sciamanesimo, nel momento in cui diventa ‘elitario’, ossia nel momento in cui nella ‘tribù’ s’inizia a parlare di una persona che guarisce, mentre tutti gli altri ‘dipendono da lui per stare bene’.

Il frattale ‘moderno’ è la medicina allopatica, caduta nelle mani Antisistemiche, votata all’osservazione della causa apparente. Non intendo, con questo, demonizzarla, in quanto per le cure di pronto soccorso e di determinati interventi chirurgici è assolutamente basilare, anzi… la medicina allopatica è, con le religioni, tra le poche ‘branche del sapere umano’ ad affermare l’esistenza delle entità parassite, ossia degli organismi virali, ossia quei diretti frattali che testimoniano, al pari di quello che si vede in Natura, della manifestazione fisica di forme viventi, più o meno microscopiche, ‘parassite’. 

Anche l’informatica, il Mondo dei computer, ci narra dell’esistenza di forme ‘virali’; infatti persino nell’ambito al silicio di pc e cellulari esistono i cosiddetti ‘virus’. In quella sede è opportuno notare come l’esistenza del virus sia da mettere in relazione all’intenzione umana di generarlo ad ‘immagine e somiglianza’ dell’impulso sovradimensionale che ‘ispira’ inconsciamente. Molte volte questi ‘virus’ sono delle retro ingegnerie di modelli di debugging utilizzati dai programmatori per verificare il proprio lavoro

Da notare, altresì, che abbiamo anche in questo caso ‘coloro’ che traggono un beneficio dalla progettazione e diffusione virale dei programmi ‘nocivi’ al maggior numero di computer possibile. Chi sono? Tra le righe, le case produttrici di ‘antivirus’.

Ecco il frattale del Mondo alla ‘rovescia’: chi 'protegge' è lo stesso che diffonde la causa opprimente.

Alludevamo, pocanzi, al cambiamento come atto strutturale insito nelle 3d. Questa notizia, a tal proposito, ‘rischia’ di procurare un vero terremoto in ambito sportivo calcistico, ossia in quella sorta di ‘reame incantato’ nel quale i ‘cittadini’ sono tutti milionari in Euro e appaiono come distaccati dal contesto 3d, da cui traggono la loro linfa vitale di denaro, fama, etc.  

Il calcio si apre al tetto salariale.
Per combattere la crisi economica, il Levante ha deciso di auto-imporsi un tetto salariale sugli ingaggi, con valore massimo fissato a 500.000 euro: non saranno più tollerate 'escursioni' al di sopra di questa cifra. 

Il club granota è il primo a fissare una soglia ben definita: svolta nel calcio?
 
Cinquecentomila euro all'anno, non uno in più. Che, di per sé, fanno comunque una bella cifra, con cui vivere in maniera più che dignitosa. E se qualcuno dovesse avere richieste maggiori sarà libero di firmare, sì, ma per un'altra squadra. Il Levante non ammette più contrattazioni che superino il mezzo milione di euro per la stipula dei contratti dei suoi giocatori: la squadra valenciana ha deciso di auto-imporsi un tetto salariale ben definito per abbassare i costi fissi ed evitare, dunque, gravi buchi nel bilancio in un periodo economico di per sé già estremamente complicato.
 
Il pesante giro di vite adottato dal Levante è una grande novità all'interno della Liga e nel calcio in senso lato: certo, i club minori che militano nei principali campionati sono costretti, giocoforza, a una gestione più oculata degli ingaggi e, di conseguenza, a rinunciare a giocatori importanti, ma il caso della formazione granota è unico, perché è la prima a fissare con precisione una linea oltre la quale è vietato andare. Cinquecentomila euro, appunto. In questo senso, se un giocatore punta già di per sé a strappare un contratto migliore, saprà già che sarà inutile provare a bussare alla porta del Levante; di contro, un giocatore che accetterà di imbastire una trattativa con la seconda squadra di Valencia, saprà a cosa andrà incontro.
 
Ovviamente il tetto salariale vale anche per i giocatori già in organico: il centrale difensivo David Navarro, che ha un ingaggio di un milione di euro, sarà costretto a tagliarlo della metà se vorrà continuare a giocare nel club granota anche nella prossima stagione. Se il salary-cap resterà sempre una parola incomprensibile per i grandissimi club come Real Madrid e Barcellona, l'imposizione di un tetto salariale sulla falsariga di quanto proposto dal Levante potrà invece essere una soluzione per le altre squadre del campionato spagnolo, e non solo

un'idea che potrebbe attecchire ovunque in Europa, quanto meno per aiutare i club a fare chiarezza sin da subito: 

o questi soldi qui, o niente, cambiare aria.
Link 
 
È una questione di tempo, come lo è stato per ogni ‘rivoluzione’. 

Il 'contrasto tra Mondi' è diventato talmente stridente da infastidire anche un ‘sordo’. In un contesto che cambia possibilmente in ‘meglio’, occorre attendersi la manifestazione del ‘nuovo’ all’insegna di valori diversi rispetto al ‘vecchio’ o, meglio, rispetto all’attuale forma di paradigma. Osserviamo da vicino il meccanismo perverso del Pil, un sistema di calcolo tramite il quale la moderna economia ‘misura’ il livello di crescita o di 'de crescita' degli Stati e, dunque, del Mondo. 

Il Pil tiene conto di tutto, anche degli effetti nefasti che accadono nel Mondo. Per cui una guerra, paradossalmente e nel medio periodo, fa addirittura ‘bene’ al Pil di una Nazione. Logicamente ci sarà una Nazione che subirà e una che ‘godrà’ apparentemente della situazione. Pensiamo al meccanismo usuale messo in atto durante tutte le guerre:
  • uno Stato attacca un altro Stato per un certo ‘motivo’
  • la distruzione è più o meno distribuita
  • uno dei due Stati alla fine della guerra ha ‘vinto’
  • le politiche economiche si rimettono in moto per la ricostruzione di entrambi i Paesi.
Si distrugge per cambiare degli ‘assetti’ e per infine tornare a costruire. Non solo. Il Pil misura anche l’indotto economico generato dal malessere, dagli incidenti, dagli infortuni, etc. 

Maltempo, Adoc: ultimo weekend costato a romani 440 euro spese extra.
‘Il weekend di maltempo è costato in media 440 euro alle famiglie romane’. Lo sostiente Carlo Pileri, presidente dell'Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori), che aggiunge: ‘Cento euro di spesa per l'acquisto delle catene, il cui prezzo è più che raddoppiato in concomitanza della neve, una vera e propria speculazione. Dato che le catene sono pressochè introvabili, soprattutto per le vetture più comuni, chi non ha potuto acquistarle ed è stato multato sarà costretto a pagare in media 250 euro di sanzione. L'allarme neve ha provocato anche un aumento dei prezzi dei beni alimentari, con un aggravio di spesa per i romani pari a 120 euro, il 30% in più di quanto normalmente speso mensilmente’.

Secondo il presidente di Adoc, inoltre, ‘il maggiore consumo di energia elettrica e gas ha comportato un aggravio di spesa pari a 50 euro, i rialzi della benzina fino a 1,85 euro al litro hanno causato un aumento della spesa pari a 80 euro, il prezzo di un pieno. Infine, per lavare le auto, sporcate da neve e sale, il costo è di 15 euro. Totale, quasi 450 euro di spesa in un solo weekend’.
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Il maltempo ha dunque generato un innalzamento del Pil. Ma è 'crescita' quella identificata dal Pil?

Quel denaro speso in più dalle famiglie viene registrato come ‘crescita’ dello Stato. È tutto misurabile in termini di maggiori o minori introiti, di proiezioni mancate o rispettate, di annunci superiori o inferiori alle attese. È tutto ‘relativo’ perché illusorio…

Riguardo alla spinosa vertenza greca, non ancora definita, Monti ha detto di non avere aspettative eccessive sul lavoro dell’Eurogruppo. Sono stati fatti sforzi importanti ed è importante raggiungere un accordo, ma quando qualcosa è meno atteso è più facile perseguirlo
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Questa frase suona un po’ sibillina, tuttavia ‘quando qualcosa è meno atteso è più facile perseguirlo’ equivale, secondo me, a mantenere lontana l’opinione pubblica da questioni troppo ‘delicate’ e relative al ‘controllo’ dell’opinione pubblica stessa. È l’applicazione consapevole di quel ‘distacco’, necessario al fine di non generare ‘potenziale superfluo’, per come lo intende il ‘virtuale’ Vadim Zeland

È l’assumere il proprio compito, lo stare nei ‘ranghi’ delle proprie mansioni, nella tranquillità che ciò che interessa accadrà. È una virtù dei ‘forti’, questa e, in soldoni, significa essere consapevoli del proprio potenziale di co creazione e del proprio ruolo.

Osserviamo il ‘vecchio’ come stenta a ‘lasciare andare’. Si ostina a radicarsi nella struttura energetica che sta lentamente ‘scivolando via’.

Codice disapplicato.
Premafin ha verificato la sussistenza, per gli amministratori non esecutivi, dei requisiti di indipendenza dichiarati. Il cda ha deciso di ‘disapplicare’, tra i criteri enunciati dal Codice di autodisciplina delle società quotate, approvato da Borsa italiana, quello che prevede che non possa essere considerato indipendente il soggetto che sia stato amministratore della società per più di nove anni negli ultimi 12, ‘ritenendo che la semplice durata dell`incarico, disgiunta da ulteriori elementi di valutazione nel caso concreto, non costituisca elemento idoneo di per sé a inficiare l`indipendenza di professionisti qualificati’…
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Questa è ‘paura’. Paura di perdere la posizione guadagnata nei livelli Antisistemici, per cui ci si ostina a circondarsi degli stessi individui ‘ci cui ci si fida’.

Da qualche settimana a questa parte sembra che gli investitori internazionali abbiano deciso che l’Europa non è più in pericolo, tanto che i mercati obbligazionari dell’area euro hanno fatto spallucce anche all’ipotesi di default della Grecia…
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Chi sono ‘gli investitori internazionali’? Essi hanno deciso che… 

Ci si rende conto, mediamente, che il Mondo è amministrato da ‘pochi’? Sembra una favoletta, ormai. Dirlo o scriverlo suscita esclamazioni del tipo: ‘Ancora con queste storie?’. 

Matrix has you.

Whitney Houston è stata trovata morta in un hotel di Beverly Hills. Aveva solo 48 anni. L'annuncio è stato dato dalla sua rappresentante, Kirsten Forster, che però non ha rivelato le cause della morte. La Houston lottava da anni contro la dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti…
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Osserviamo le routine come siano ben radicate nel substrato delle 3d. Ecco il caso di un altro ‘Vip’ morto nelle consuete circostanze dubbie, atte a costituire un simbolo perpetuo da consacrare all’industria del business 'post mortem' a beneficio altrui

Anche lei, la tenera Whitney, che mi faceva battere forte il Cuore da adolescente, se n’è ‘andata’ in maniera tragica, nella solita camera d’Hotel. Bah. Pace a lei e grazie per quello che ha fatto di bello al Mondo intero.

Infine, vediamo come gli opposti si attirino e come il ‘paradosso’, per questo paradigma, governi le vicissitudini 3d:

la piccola era glaciale.
Tra la fine del 1200 e l'inizio del 1800 la Terra fu investita da una piccola era glaciale: un periodo di freddo intenso, con picchi da inverno Siberiano, che in alcune zone del pianeta rese la vita davvero difficile ai nostri antenati. 
 
Secondo uno studio condotto dall'Università del Colorado il calo di temperature fu innescato da un periodo durato circa 50 anni di massicce eruzioni vulcaniche nelle aree tropicali.
 
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione grazie all'analisi di alcun reperti vegetali risalenti a quel periodo carote di ghiaccio prelevate in vari punti del Polo Nord e informazioni raccolte dai sedimenti lacustri.
 
Un modello realizzato al computer ha permesso di ipotizzare, circa 800 anni fa, un'attività vulcanica così intensa da diminuire l'insolazione del pianeta: il materiale emesso dai vulcani emise anche grandi quantità di solfati e aerosol che riflessero la luce del Sole verso lo spazio. 
 
'È la prima volta che qualcuno ha chiaramente identificato la causa fondamentale del periodo freddo che innescò la Piccola Era Glaciale', ha spiegato Gifford Miller dell'Università del Colorado.
 
'Le nostre simulazioni - ha spiegato il ricercatore - dimostrano che il freddo prodotto dai vulcani può aver innescato una reazione a catena che ha interessato i ghiacci polari e le correnti oceaniche diminuendone la temperatura generale e conseguentemente la loro attività'…
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Il freddo prodotto dai vulcani: che meraviglia di espressione!

Le eruzioni vulcaniche, ossia un simbolo di fuoco e calore, sono dunque in grado di procurare l’effetto opposto: il freddo. Tramite copertura della luce del Sole, ovviamente. 

È interessante questo accostamento di ‘valori’. 

Viene in mente la condizione geografica particolare, a cui abbiamo dato il nome, Islanda

una terra di fuoco e ghiaccio.

Un luogo della Terra che ricorda molto da vicino il simbolo dello Zen:


Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

venerdì 27 gennaio 2012

Cambiamento e inerzia: azione e reazione. Reset.




Chi prende l'umanità con le sue illusioni, e tenta con esse di influenzarla, non deve essere biasimato.
Ernest Renan

Partiamo da questa riflessione da ‘sotto alla doccia’:
  • il Foscolo concepisce la ‘dottrina delle illusioni’ - come fuga dal sé
  • Zeland evidenzia il meccanismo dei ‘pendoli’  - come fuga dalle illusioni del sé.
Il primo si rifugia nelle illusioni, il secondo evidenzia proprio questo meccanismo. La differenza è vettoriale, ossia nella direzione intrapresa dal processo della consapevolezza. Un’altra differenza è insita nel tempo in cui vivono i due personaggi. Possiamo osservare le ‘abitudini’ di oggi, o il paradigma in auge, dalla diretta osservazione di alcune radici già esistenti ai tempi del Foscolo:

il Foscolo vive in un periodo delicato della nostra storia, un periodo di crisi, di passaggio. Fatti importanti sconvolgono la società europea: rivoluzione francese, imprese napoleoniche, Restaurazione, società segrete e movimenti liberali...

Vive il dramma spirituale della sua generazione.
Essendo un intellettuale molto sensibile ed impegnato, egli vive il dramma spirituale della sua generazione, una generazione combattuta fra ideali rivoluzionari e desiderio di pace, fra materialismo ed ansia religiosa, fra razionalismo ed idealismo, fra arte neoclassica e tendenze romantiche...

Riflette le contraddizioni del suo tempo.
Ed il Foscolo riflette pienamente le contraddizioni del suo tempo: il suo pensiero e la sua poetica sono pieni di dubbi, oscillazioni, scelte contrastanti.

Ha una vita inquieta.
La sua stessa vita appare inquieta, disordinata, tumultuosa:

una vita tipicamente romantica. Al di là di ogni calcolo e buon senso, il poeta si abbandona spesso ai sentimenti, ai folli amori, alle roventi passioni...

Una vita, quindi, in balìa di un cuore che, come egli stesso amava dire, è ricco di vizi e di virtù: capacissimo di battersi per gli ideali più nobili quanto di perdersi dietro agli istinti più bassi (come l’amore per il gioco, il lusso...), pronto spesso al dirompente furore dell’impegno politico, ma anche disposto, talvolta, a chiudersi rigidamente in se stesso.

Un carattere senza pace, senza equilibrio: egocentrico, scontroso, insofferente...

Diventa illuminista, ateo, materialista.
Perduta la fede cristiana, egli aderisce pienamente alle filosofie illuministiche: si sente razionalmente ateo e materialista. Per lui sono valide solo le conoscenze che derivano dai sensi e dalla ragione; l’universo è un meccanismo che si autoregola: un ciclo perenne di nascita, morte e trasformazione della materia; e l’uomo è un semplice ingranaggio di questo organismo: si muove ed agisce in base a forze meccaniche: istinti, passioni, lotta per la sopravvivenza...

Foscolo, dunque, è un pessimista.
L’uomo, dunque, vive in un mondo senza speranze, senza verità assolute, senza entità ultraterrene. La vita è un drammatico errare senza scopo verso il 'nulla eterno'. Da ciò deriva il radicato pessimismo del poeta, la sua disperata angoscia esistenziale. 
 
Ma avverte il fascino dei grandi ideali.
Ma se la ragione gli detta simili considerazioni, la sua profonda sensibilità lo porta intimamente a diffidare di queste concezioni meccanicistiche. Il Foscolo intuisce che una vita basata solo sul materialismo esasperato, sarebbe un’esistenza vuota e squallida. Egli avverte il fascino del trascendente, l’ansia di infinito, egli avverte la necessità di credere in più alti ideali, negli ideali, di verità, libertà, giustizia, patria, bellezza, amore... 

Ed elabora la sua 'religione delle illusioni'.
D’altro canto egli si rende perfettamente conto che tali valori sono  solo illusioni momentanee (l’amore prima o poi finisce; la bellezza sfiorisce; gli ideali politici non si realizzano...) ma vi si aggrappa lo stesso con passione perché senza di essi, afferma, 'io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor di più) nella rigida e noiosa indolenza'.

È questa la sua 'religione delle illusioni': una religione la cui fede è sempre messa a dura prova: spesso all’uomo che si rende conto della caducità degli ideali, non rimane che il suicidio.
È quello che succede all’Ortis: visto il fallimento di ogni sforzo patriottico, vista l’impossibilità di un amore felice, vista l’incapacità di dare un nobile senso alla propria vita, egli si suicida eroicamente. E lo stesso Foscolo, in più di una occasione, invoca la morte come fine di tutti i suoi travagli.

Fra cui spicca la poesia come 'eternizzatrice di valori'.

Ma fortunatamente questa 'teoria delle illusioni' non ha sempre risvolti così pessimistici, se non altro perché fra le illusioni, fra i miti, fra i valori più alti c’è la poesia

la più grande espressione di umanità e civiltà: la sola in grado di eternizzare i valori (e con essi gli eroi e i poeti).
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Fin dall’infanzia ci hanno insegnato a sottometterci alla volontà altrui, a fare il nostro dovere, a servire la patria, la famiglia, il partito politico, la ditta, lo stato , l’idea...servire tutti e qualsiasi cosa e solo in ultima istanza noi stessi. Ognuno di noi in un modo più a meno accentuato ha un senso del dovere, della responsabilità, dell’obbligo e di colpa…
Lo Spazio delle Varianti – Vadim Zeland 

Il contesto evidenziato dal Foscolo è completamente ‘figlio’ del suo tempo ed, al contempo, rivelatore del suo tempo. Le grandi correnti di potere scorrevano nell’Europa, scuotendola da cima a fondo attraverso la capacità del ‘rinnovo’ e l’abitudine della ‘restaurazione’, del ‘vecchio’, che intende sopravvivere ad oltranza.

La forza d’inerzia di un ‘vettore’ gravita ancora per molto tempo, anche quando le condizioni energetiche sono ormai pressochè cambiate: si dice che ‘qualcuno o qualcosa ha fatto il suo tempo’. 

Tuttavia la spinta inerziale rimane presente ‘oltre’ all’evidenza prospettata dal rinnovamento, sintanto che questo rimane solo nel livello potenziale della manifestazione.

È il simbolo frattale del 'ritardo' accumulato nel tempo deviato.

Questo fatto è un altro ‘responsabile’ del senso di smarrimento che fluisce riccamente quando un’era sta cambiando o è già cambiata ma non ha ancora manifestato i propri effetti nelle 3d.

La Poesia è capace di permettere la ‘respirazione’ del cambiamento quando è ancora allo stato ‘silente’ o di potenziale. Foscolo lo comprendeva intimamente, pur essendo un uomo relativo, ‘bagnato’, dal proprio tempo. La sua opera, insegnata nelle scuole ancora oggi, è molto pericolosa – se non ‘disinnescata’ - per almeno due motivi:
  1. l’inconsapevolezza attuale giovanile
  2. l’inconsapevolezza attuale dei docenti.
Che cosa stanno andando a realizzare le due ‘categorie’ umane? L’una riversa nell’altra il proprio ‘sapere’. Ma questo ‘sapere’, chi lo ha tramandato e chi ha deciso d'insegnarlo e, in definitiva, perché proprio in un certo 'modo'? 

Per fortuna, piuttosto che subire danni indelebili, è meglio che gli studenti siano ‘irresponsabili’, nel senso che quello che gli entra in un orecchio gli esca dall’altro, senza colpo ferire. La dottrina Foscoliana rappresenta una forza inerziale da ben padroneggiare attraverso la propria ‘preparazione’ spirituale, o conoscenza di se stessi

Il rischio è quello di assorbirla in quanto tale e ‘come insegnata’, per cui in un periodo tanto instabile come quello dell’adolescenza, essa può insinuarsi in profondità ed alimentare pessimismo cosmico e ampie depressioni. È sempre un motivo di ‘humus’, di terreno adolescenziale ancora poco preparato, e di modalità, sensibilità individuale, dei docenti all'interno del 'programma scolastico impartito dall'alto'.

Scrivo ovviamente aspetti inerenti alla mia esperienza esistenziale, che cerco di utilizzare come cartine di tornasole per interpretare la media massiva. 

Italia Oggi: Evasori per necessità. La Guardia di finanza riconosce alla Camera che c’è chi non paga le tasse per poter sopravvivere. Quindi niente verifiche sui poveracci…
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È questa la 'deriva' del paradigma in corso: un generatore di ‘dramma’ completamente automattizzato, robotizzato nelle routine dell’inconscio conquistato dall’Antisistema, come riflesso del potere parassitario imperante a livelli della vibrazione non direttamente percepibili attraverso i sensi comuni

I ‘poveracci’ siamo noi. 

Il termine è in senso dispregiativo. Che cosa significa? Significa, frattalmente, che quella è l’impressione che si è creata nell’entità di controllo. Ai suoi ‘occhi’ siamo dei poveracci; talmente ‘poveracci’ da essere utilizzati come batterie infinite di alimentazione inversa o negativa. Il vero senso di questo termine, in peso specifico inerente alla conoscenza parassitaria, è questo:

come può un essere divino accontentarsi di vivere in questa maniera? 

È quasi ‘stupore’, imbarazzo, che nel tempo è stato superato vista la mancanza di senzienza umana.

Il potere di controllo si è abituato al nostro sfruttamento, vista la nostra ‘rinuncia’ al risveglio. Ha preso forza e convinzione – rinuncia dopo rinuncia umana. E oggi siamo alle prese con l’intera emersione delle conseguenze della nostra 'dimenticanza'. Una perdita di memoria certamente sensata ai fini del cammino relativo al ‘conosci te stesso’. Una sorta di ‘inganno’ per la Tenebra che, incoraggiata dalla nostra latitanza, ha trovato il coraggio di emergere alla Luce.

Dal punto di Luce è più facile ‘vederla’ e aiutarla a ‘comprendere’. In questa maniera i cammini coincidono

Vediamola all’opera.

Cameron, la Tobin Tax è una pazzia.
L'idea dell'Unione europea di tassare le transazioni finanziarie è ‘semplicemente una follia’, ha dichiarato oggi a Davos il primo ministro britannico David Cameron.

‘Prendere in considerazione questa ipotesi in un momento in cui stiamo lottando per rilanciare le nostre economie è semplicemente una follia’, ha spiegato il premier inglese durante il suo discorso al World Economic Forum, aggiungendo che se l'imposta dovesse entrare in vigore in Europa potrebbe ridursi il Pil dell'Ue di 200 miliardi di euro, bruciando in questo modo circa 500mila posti di lavoro e spingendo il 90% dei mercati a lasciare l'Ue.

Per Cameron è arrivato il momento di prendere decisioni coraggiose per rilanciare la ripresa economica nell'Ue, ma non è il momento ‘di farci prendere dalla paura del fallimento: bisogna dimostrare la nostra leadership e prendere decisioni coraggiose’…
Link 
 
Non è la ‘paura del fallimento’ a muovere certe idee. Il ‘fallimento’ di questo scenario 3d non sarebbe la ‘fine’ ma un nuovo inizio, che a livello di potenziale eterico è ormai maturo. Prima o poi emergerà anche nelle 3d e questa emersione dovrà forzatamente scansare la forma energetica che troverà ad occupare il suo ‘posto’. 

La spinta inerziale Antisistemica confonderà sempre di più le menti collegate alla matrice della consuetudine.

I ‘dinosauri’ non permetteranno che un nuovo meteorite li possa colpire, incoraggiati dal fatto che, questo scenario è predisposto per ciclare in virtù della propria funzione di ‘nave scuola’. 

Ricordo sempre che ‘il raccolto non matura tutto insieme’.

Quindi? Quindi occorre completare il cammino individuale in maniera altruista, etica, morale e responsabile nei confronti del’ tutto’, pensando innanzitutto a sé, ma non in maniera egoica. Lasciando andare tutto quello che non è in sintonia con la propria vibrazione ripulita d’essere. Il cambiamento nelle 3d deve essere un effetto del nostro rinnovamento: deve accadere per osmosi, per effetto silente, per inerzia…

I dinosauri? Eccone uno:

il direttore del Tg4 Emilio Fede ha intenzione di andare in pensione a giugno e lasciare la direzione. A 81 anni e dopo 23 di conduzione. L'ha dichiarato in un'intervista alla Zanzara su Radio24

'Sarà una separazione consensuale, questo è sicuro. Tengo il mio ufficio, questo è già importante perchè con l'aria che tira potrei finire in una roulotte. E l'azienda è d'accordo su un settimanale di approfondimento su Rete4 in seconda serata. Praticamente è già in palinsesto'...
 
L'instancabile direttore non ha però intenzione di darsi alla macchia, quanto alla politica. La domanda è: Camera o Senato? 

'Spesso Berlusconi mi ha proposto la candidatura in Italia e ho sempre detto di no perchè volevo restare al Tg4. Però a giugno quando lascerò la direzione glielo chiederò. Non mi dispiacerebbe andare in Parlamento... Mi piacerebbe fare un'esperienza in Parlamento, magari insieme a mia moglie che è già senatrice'. Ergo Senato...
 
Per ora, dunque, nessuna certezza. Solo quella della condanna di Fede nell'ambito del processo del caso Ruby: ‘Sono già stato condannato, dunque non me ne frega niente. Il processo è scontato. C'è stata un'aggressione totale e questo pesa’.
Link

Come potrebbe influire, il possibile Senatore Fede, sul processo del cambiamento già in atto e scambiato per ‘crisi’ dall’opinione pubblica? 
  • Tengo il mio ufficio
  • mi piacerebbe fare un'esperienza in Parlamento, magari insieme a mia moglie che è già Senatrice
  • Sono già stato condannato, dunque non me ne frega niente.
Senza giudizio, mi limito ad interpretare quello che giunge a livello informativo e sensoriale, avendo ben chiaro che non esiste nessuna distinzione energetica tra un Santo e un Peccatore

essi interpretano delle 'parti' funzionali al proprio cammino riflesso in quello sociale.

Una nuova forma di alimentazione nella Germania degli sprechi.
I cittadini tedeschi ogni anno gettano mediamente 105 chili di cibo ancora commestibile nella spazzatura.
È quanto emerge da uno studio diffuso a fine 2011 dalla Fao. È proprio per questo che nel paese si sta diffondendo in maniera sempre più massiccia un fenomeno molto particolare. Sono, infatti, sempre più numerose le persone che rovistano nell’immondizia dei supermercati per cercare alimenti di ogni genere...

Oltre al dilagare del consumismo, vi è una errata convinzione che anima le scelte dei consumatori tedeschi. Molti cittadini, infatti, credono che la data riportata sui prodotti evidenzi una data inderogabile di scadenza, ma in realtà segnala soltanto un’indicazione di massima. Ed è proprio per assecondare questo atteggiamento che i proprietari dei negozi gettano nella spazzatura beni alimentari che altrimenti resterebbero invenduti. Di conseguenza i bidoni della Germania sono quotidianamente zeppi di mele, banane, latte, caffè, yogurt, zucchero e formaggio.

La scelta di raccogliere cibo dai rifiuti è diventata così diffusa che è stato addirittura coniato il nuovo vocabolo 'containern', traducibile con 'contenitori da cui prelevare alimenti'. Sono inoltre nati siti internet in cui vengono indicate le zone migliori dove recarsi per mangiare gratuitamente gli scarti

In risposta a questa pratica, supermercati e negozi hanno iniziato a sigillare i bidoni della spazzatura oppure hanno assunto del personale per tenere lontani i 'saccheggiatori'…
 
La Germania non è, tuttavia, l’unico paese del mondo industrializzato a distinguersi per l’enorme quantità di sprechi. In base alle stime realizzate dalla Fao, un terzo del cibo presente sul pianeta viene gettato via. Nelle nazioni occidentali il cibo che si trasforma in spazzatura (222 milioni di tonnellate) raggiunge quasi la produzione alimentare netta (230 milioni di tonnellate) dell’Africa sub-sahariana.
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È questo il paradigma dei dinosauri

convincere a comportarsi in maniera utile alla sola generazione di energia polarizzata negativamente. Le date di scadenza, presenti su ogni prodotto confezionato, sono una strategia occulta relativa al business, alla obsolescenza programmata e, dunque, un inno al consumo sfrenato carico di ‘sensi di colpa’; come se quel monito che sentiamo in profondità non riuscissimo proprio a soffocarlo, generando di conseguenza attrito tra esterno e interno e ‘soffrendo ‘per questo.

Il cibo, il prodotto, si trasforma di conseguenza in un qualcosa di ‘sporco’, destinato al cassonetto dell’immondizia come riflesso frattale dei nostri Colon imbrattati da chili di ‘sporcizia’.

Commodity: Nomura, l’oro è un bene rifugio o un asset rischioso?
L’oro è un bene rifugio o un asset rischioso? Se lo sono chiesto gli analisti di Nomura alla luce della correlazione positiva evidenziatasi a partire dallo scorso settembre tra il metallo giallo ed i mercati azionari…
Link 
 
È tutto sistematicamente messo in discussione. Vedete? Il dubbio viene insinuato continuamente nelle ‘sfere’ mentali disturbate della massa. È una ‘sofferenza’, allo stesso modo del termine usato dalle Banche per descrivere i carichi pendenti, il credito a rischio: le sofferenze bancarie.

Il Tar rivoluziona il telecomando del dtt.
Colpo di scena nel mondo della televisione italiana. Il Tar del Lazio... ha accolto il ricorso di Sky Italia sul provvedimento dell'Autorità per le comunicazioni che ha fissato i criteri di assegnazione dei numeri del telecomando (Lcn) per i canali della nuova piattaforma digitale terrestre, ormai in uso da più di 11 milioni di famiglie italiane.

Fonti vicine alla pay tv di Rupert Murdoch hanno confermato la notizia, che rischia di comportare una vera e propria rivoluzione nel settore televisivo in chiaro rimettendo in discussione tutta la geografia della numerazione dei canali attualmente in onda. Il provvedimento di 300 pagine, depositato presso il Tribunale amministrativo del Lazio, dovrà essere ora visionato dai legali di tutte le parti in campo e sarà soggetto anche alla valutazione del secondo organo di giudizio, il Consiglio di Stato.
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Il cambiamento è sempre in atto, però può avere anch’esso le due polarità del contesto 3d:
  1. continuità del paradigma nel cambiamento
  2. cambiamento del paradigma.
Riflettete voi sul significato frattale del cambiamento della numerazione dei canali e dell'assegnazione numerica dei tasti dei telecomandi, facendo attenzione a non giudicare ma all’osservare dal livello prospettico più consapevole che riuscite a padroneggiare.

La Bce s'Interroga Su Come Gestire Bond Greci Che Detiene.
La Bce s'interroga e rischia di dividersi sulla gestione dei 40 miliardi di euro di bond greci in scadenza che detiene. Lo rivelano fonti dell'Eurotower secondo le quali l'istituto non intende accollarsi volontariamente una perdita sul rimborso dei titoli greci, ma sta discutendo la possibilità di dover accettare una perdita forzata e sta prendendo in considerazione le opzioni legali con cui evitare una simile eventualità

La Bce ha acquistato i titoli di stato greci e li ha accettati come collaterale in cambio di prestiti, per evitare un collasso di Atene. Si tratta di bond in scadenza, sui quali Francoforte non ha ancora deciso cosa fare. Il presidente dell'istituto, Mario Draghi, circa due settimane fa ha preferito rispondere con un 'no comment' a chi gli chiedeva quale posizione Francoforte intendesse assumere. 'Vedremo come va il negoziato (coi creditori privati, ndr) e poi ci faremo un'idea' ha replicato in quell'occasione Draghi .
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Sta discutendo la possibilità di dover accettare una perdita forzata e sta prendendo in considerazione le opzioni legali con cui evitare una simile eventualità.

Attenzione. In questa proposizione latente è insita la possibilità del ‘reset’. Cioè? Cioè fare finta che non sia accaduto nulla, adesso che il debito è giunto sino agli organismi internazionali. Nella loro pancia può magicamente annullarsi come smettendo di giocare una partita a Monopoli

Ma, dato che l’autorità degli stessi enti non smetterà di alimentare l’eggregora del denaro, allora il gioco riprenderà da un nuovo punto opportunamente e strategicamente ridisegnato.

L’obiettivo è non perdere la posizione dominante conquistata nel tempo.

Se la legge cambia, cambia per permettere nuovamente il ‘gioco delle tre carte’ sociale.

Cambiare sì, ma non per lasciare tutto inalterato sotto altre vesti. Il 'rischio' è molto grande perché questo livello 3d è destinato a ciclare. Se dovesse succedere il 'reset', il 'volemose bene', la massa tirerebbe un sospiro di sollievo?

Penso di sì… ma sarebbe drammaticamente fuori strada.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

* L'opera raffigurata in apertura d'articolo è di Simone Galimberti, che ringrazio.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 15 dicembre 2011

Un totale in divenire.




Il concetto di intero e di totalità non dovrebbe essere confinato in un contesto biologico; si tratta di qualcosa che riguarda sia le sostanze inorganiche sia le più alte manifestazioni dello spirito umano.
‘Holism and Evolution’- Jan Smuts

Come possiamo ‘prendere posizione’ in merito a concetti come ‘intero’ e ‘totalità’? È logico che, in ogni caso, si tratta del nostro punto prospettico proiettato su quello che crediamo di ‘processare’. Come si può inquadrare la nostra ‘osservazione’? 

Come una sete di conoscenza 'non libera', ossia irretita da quello che crediamo di sapere.

È come guardare con un binocolo con delle lenti deformate o colorate. Cosa riusciremmo a vedere? 

Questa ‘deformazione’ è inerente al nostro livello d’attenzione, a quello che ‘abbiamo imparato sulla Terra, nel durante della Vita’. Persino la storia deviata ce lo insegna. È sufficiente leggerla con 'fare' aperto e curioso, senza paraocchi… e cosa appare come ‘ritornello’ tra le righe?
 
Il cambiamento del ‘punto di vista’ espresso da intere società. 

Cambiamento che nasce dall’alto, dalle classi più colte e agiate, per quanto riguarda l’atto della ‘scoperta’ scientifica - sociale e industriale; mentre il cambiamento in ‘termini di adattamento e disadattamento’ nasce per induzione, per 'risposta', dalla massa

La massa ‘respira’ quello che gli viene fatto respirare. 

Una strana miscela di ‘gas’ provenienti dall’ispirazione ‘superiore’ di controllo, ad opera della Casta e delle entità parassite, il ‘tutto’ sempre e comunque in una sorta di ‘ordine’ Cosmico:

l’interazione è sinergica, e genera ‘proprietà emergenti’ e nuove possibilità che non sono prevedibili sulla base delle caratteristiche delle parti separate – proprio come nel caso dell’acqua, la cui umidità non potrebbe essere prevista prima che ossigeno e idrogeno si combinino…
Joanna Macey

Il fatto che le nuove possibilità non siano prevedibili è un altro punto di vista. La realtà attuale è il risultato di un’operazione strategica altamente predittiva:

la Manutenzione predittiva è un tipo di manutenzione preventiva che viene effettuata a seguito dell'individuazione di uno o più parametri che vengono misurati ed estrapolati utilizzando appropriati modelli matematici allo scopo di individuare il tempo residuo prima del guasto.
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Il ‘guasto’ è una ‘immagine concreta’ inerente all’interesse di chi ‘muove i fili’; del suo punto prospettico:

nove milioni di ‘streghe’ con libertà di pensiero vennero bruciate sul rogo durante l’Inquisizione. Qualsiasi cognizione possano avere avuto su morte e rinascita, è andata perduta, e con essa anche lo stato delle tecniche di guarigione che conoscevano…
‘I nostri Angeli salvatori’ – Diane Stein

Con la ‘conoscenza’ si sono smarrite molte prerogative, ma si sono aperte nuove ‘sperimentazioni’ del cammino evolutivo sociale, costituito dalla somma della consapevolezza delle individualità. Da ‘qua’ è facile capire quanto la somma delle parti dia molto di più dell’intero, ossia l’intero è espressione di una verità che non è ancora del tutto manifesta

L’intero, pur essendo un ‘totale’, è un totale in divenire, in cambiamento e, identificandolo con un numero intero finito simbolico come '100', ad esempio, e fissandolo in termini di sua ‘potenzialità massima’, solo per capire meglio, è possibile determinare che il valore ‘100’ non cambi mai, ma cambino però i ‘fattori’ interni che contribuiscono ad evidenziarlo nella manifestazione reale 3d.

Avremo così infinite tipologie di ‘realtà’, basata sulla manifestazione in ‘peso specifico’ del numero '100'.

Il '100' può essere il frutto di diverse alchimie fattoriali. Il '100' è dato, ad esempio, dal prodotto di '100*1', ma anche da quello di '10*10' o di '2*50', etc. Ad ogni combinazione sinergica delle ‘parti’ corrisponde il medesimo fattore di potenza, '100', però il risultato in termini concreti sarà sempre diverso. Immaginiamo di dare un peso di 1 al ‘male’ e di 100 al ‘bene’: che Mondo apparirà?

Se invertiamo la 'polarità' avremo un Mondo diametralmente diverso, pur facendo la sua ‘somma’ sempre e ancora '100'. 

Diciamo che il valore di 100 è un paradigma emerso dalla combinazione di più fattori nel corso del tempo; un paradigma certamente temporaneo, dunque.

Questo valore massimo teorico, usato come esempio, è trasceso allorquando le parti compiano un ‘balzo’ individuale
significativo della consapevolezza, capace di diffondersi a macchia d’olio a buona parte della collettività. Allora, secondo il principio della ‘centesima scimmia’, il ‘totale’ può aumentare, avvicinando la sua ‘rappresentazione massima’ alla somma potenziale delle parti – quella ‘teorica’ inerente alla 'luce'.

Affermare, dunque, che ‘esiste già tutto’ nell’Universo è cosa vera, ma non ancora manifesta al suo massimo livello. Il massimo livello corrisponde non alla visione del ‘tutto’ attuale, ma a quella del ‘tutto’ riorganizzato in funzione del Progetto Divino, che infine dipende dall’attivazione di tutte le sue ‘parti’.

Una sorta di catarsi, di purificazione energetica.

Conosci Te Stesso.

Al fine di comprendersi meglio, occorre ‘potersi vedere’. Ecco il motivo della Vita manifesta. Vedersi riflessi nella Creazione. Osservarsi per cercare di capirsi. Appurare cosa si nasconde nelle proprie ‘cantine’. Anche... cosa si nasconde nella profondità inesplorata di se stessi. In potenziale possiamo essere qualsiasi ‘cosa’, ma ‘cosa siamo’ adesso? 

È solo uno specchio che ci può far ‘riflettere’.

Ecco la Natura della Vita e di quello che ci 'circonda'.

Il punto prospettico individuale è relativo al cammino individuale, eppure quando si trova al cospetto di un altro individuo, evidenzia proprio l’altro individuo. Solo che la ‘visione’ è relativa all’altro, ma reca valore aggiunto anche per lo ‘specchio’, in un ottica di sinergie continua.

Occorre avere occhi per vedere.

Time nomina ‘il contestatore’ persona dell'anno 2011.
La rivista Time ha nominato oggi 'Persona dell'Anno' non una singola figura, ma ‘il Contestatore’, in un 2011 segnato dalla 'Primavera Araba' e dal movimento di protesta ‘Occupy Wall Street’ negli Stati Uniti.
 
C'è un punto di svolta per la frustrazione? Dovunque sembra che la gente dica di averne abbastanza’, ha detto in un comunicato il direttore di Time, Rick Stengel.
 
‘Dissentono; chiedono; non spariscono, anche quando le domande tornano indietro sotto forma di una nuvola di gas lacrimogeno o di una selva di proiettili. Abbracciano letteralmente l'idea che le azioni individuali possono portare a cambiamenti collettivi e colossali’.
 
Il Time definisce 'Persona dell'anno' chi, nel bene o nel male, influenza gli eventi di quel determinato periodo.
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Quindi, 'Chi'?
 
Questo è un punto di vista, certamente significativo, ma allo stesso modo non omnicomprensivo. Quello che intendo dire è che non ci occorrono nuovi ‘credo’, nemmeno quando ci potrebbe essere un alto valor aggiunto in termini di ‘modifica del paradigma’. I ‘credo’ lasciamoli in memoria della storia deviata. Ognuno di noi è una forma auto determinante di intenzione applicata alla logica evolutiva descritta nella ‘formula’ del Conosci Te Stesso.

Questo è, ad esempio, un altro punto di vista soggettivo:

la civilizzazione è un processo al servizio dell’Eros, il cui scopo è quello di combinare I singoli individui, e quindi le famiglie, le razze, I popoli e le nazioni fino ad ottenere una sola cosa, la grande unità dell’umanità…
Sigmund Freud

Certamente altrettanto valido di quello precedente, eppure anch’esso soggettivo. Dov’è la libertà di esperienziare in questo Mondo? Va trovata, anche quando sembra limitata dalle forme legiferanti diffuse praticamente in ogni luogo della Terra.  

Il ‘momento’ non racchiude il destino

Non ci sono più margini per aiuti sottobanco all'industria, né per esperimenti. C'è solo da andare diritti verso i risultati’. Lo ha detto il generale di squadra aerea Claudio Debertolis, segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti…
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Prima o poi le ‘cose’ cambiano. È sempre successo così. Il Mondo è cambiato insieme all’Antisistema, che non è mai ‘venuto meno’. Lo abbiamo personalizzato e adesso è una ‘macchina pensante’, una forma energetica viva che si sa adattare ed imparare da quello che è successo in precedenza

Oggi, la strategia è cambiata. 

La divisione degli 'emisferi' ha ridotto il senso di unione intuitivo e la guerra, riflesso delle parti separate e confuse, è stata trascinata dentro alle parti in cattività. In questo modo è stato possibile isolare le parti e controllarle anche dall’interno. L’Antisistema è un modello adattivo di sopravvivenza… e tutto ciò ricorda molto da vicino la capacità innata del genere umano di attaccarsi alla Vita.

Ad 'immagine e somiglianza'.

Leggiamo le prossime notizie con prospettiva allargata, osservando come le ‘parti’ siano manipolate dalle forme organizzate che, le parti stesse, hanno creato. Non sono persone ‘attive’ quelle che parlano, ma sono persone ‘incantate’ dalle sigle di rappresentanza e dagli interessi/obiettivi delle forme pensiero autorizzate nel tempo, dalle parti, ad emergere sino a prenderne il sopravvento:

Una liberalizzazione fasulla. A beneficio diretto di una casta privilegiata, quella dei 16.000 titolari delle farmacie in Italia’. È il giudizio espresso dalle sigle della grande distribuzione in Italia, ovvero Federdistribuzione-Coop-Conad, in merito all'annunciata modifica delle norme sulla liberalizzazione dei farmaci che ‘prevederebbero sostanzialmente una riduzione dei farmaci di fascia C vendibili al di fuori delle farmacie lasciando a queste ultime la parte più consistente. 

Sta montando l'idea che fuori dalle farmacie non vi sia sicurezza nè professionalità - continuano le sigle della Gdo unite - Ci chiediamo di che cosa stiamo parlando? Dal momento che negli oltre 300 corner della grande distribuzione e nel circuito delle parafarmacie operano più di 5000 farmacisti professionisti in grado di garantire altrettanta sicurezza e professionalità dei loro colleghi. Inoltre, così facendo e stralciando di fatto la norma sull'estensione della fascia C si vanifica un possibile risparmio per le famiglie stimato in 250 milioni di euro’. 

‘In realtà - concludono - è inutile nasconderci dietro un dito. Sta prevalendo la lobby dei farmacisti titolari’ gli stessi ‘che, caso unico in Europa, si trasmettono in via ereditaria la proprietà della farmacia come se fosse un diritto feudale. Ci dispiace dirlo; ma è solo di costoro che si stanno facendo gli interessi a scapito di tutti gli altri’.
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Organizzazioni contro altre organizzazioni.

Fitch punta i riflettori sul settore farmaceutico. Secondo l'agenzia Usa questo comparto a livello globale sarà chiamato ad affrontare nel corso del 2012 delle sfide difficili sotto il profilo operativo. In particolare le compagnie farmaceutiche saranno esposte a un periodo senza precedenti in termini di scadenza di brevetti, al contenimento costi da parte dei Governi e infine alla debolezza della domanda.

‘Sebbene Fitch si attende un positivo impatto sulle vendite dal lancio di nuovi farmaci nel 2011 - si legge nel report - non sarà sufficiente per contrastare nel corso del prossimo anno la contrazione delle vendite dell'industria’.
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La ‘debolezza della domanda’ diventa un problema? Il fatto che si vendano meno farmaci è un problema? Ma significa che la gente si ammala di meno, no? 

Il ‘problema’ è ovviamente soggettivo e riguarda un’entità e non delle persone che la compongono. 

Le medesime persone, in organico, sono soggette a malattia e la loro salute non dipende dalla ‘bontà’ di sempre nuovi e più complessi farmaci, bensì dipende dalla qualità della propria ‘energia’ e dunque dal livello di equilibrio del loro complesso esistenziale applicato alle 3d.

Sanità, Sic: boom prestazioni, ricette, spesa pro capite 1.800 euro.
In Italia ogni cittadino si sottopone in media a più di 22 prestazioni sanitarie specialistiche l'anno, con una spesa salita a 1 miliardo e 335 milioni di euro nel 2008

Lo dice il Compendio Sic Sanità 2010 presentato oggi, secondo cui negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria è passata da 62,6 miliardi a 109 miliardi di euro, con una spesa pro capite che nel 2009 è stata di 1.816 euro. Ma ad aumentare sono stati anche i ticket, che in un solo anno, dal 2009 al 2010, sono saliti in media del 15% (da 14,34 a 16,56 euro).
 
In 10 anni il numero delle ricette è aumentato fortemente, passando da 351 milioni nel 2000 a 571 milioni nel 2010. Per quanto riguarda i farmaci, nel 2010 il costo per lo Stato è stato di quasi 13 miliardi, quella per i cittadini per gli acquisti a titolo privato è arrivata a 4 miliardi e 215 milioni di euro.
  
Secondo lo studio, a fronte dell'effettiva riduzione delle strutture sanitarie pubbliche (da 4.210 nel 2006 a 3.887 nel 2008) sono cresciute quelle private residenziali (da 3.493 a 3.901).
 
Il Compendio indica inoltre una spesa per 3,68 miliardi per le voci ‘lavanderia, pulizia, mensa, utenze telefoniche e premi assicurativi’, ipotizzando che tale somma venga sprecata per quasi il 30%, pari a 1,1 miliardi.
 
Per realizzare il Compendio - elaborato da FederAnziani con l'Università di Roma Tor Vergata e la Cattolica - i ricercatori dicono di aver monitorato i bilanci di Asl, aziende ospedaliere, istituti di ricerca e banche dati del ministero della Salute e delle Regioni.
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Punti di vista.

Leggete da 'chi' sono espressi i dati e le prospettive. Non si parla di umani ma di sigle, industrie, associazioni, riviste, dipartimenti, unioni, appartenenze, militari, scienziati, politici, etc

Quando c’è un esponente umano, esso è solo il ‘portavoce’ del volere della relativa appartenenza. Allo stato di fatto, ormai, ogni forma organizzata sufficientemente radicata nel ‘territorio’ 3d, è una eggregora in grado di controllare e veicolare i propri ‘soci’, fondatori e non, al proprio volere

Inoltre, da un certo punto temporale in poi, ogni forma organizzata è stata ‘concepita’ da altre forme organizzate storiche.

La 'tecnologia' di Matrix è una metafora di questa verità.

Ecco la parte più ‘visibile’ dell’Antisistema. 

Tutto il ‘resto’ è strategicamente celato, in maniera tale da rimanere costantemente nell’ombra e nell’indifferenza globale.

Non ci servono altri ‘credo’. 

È sufficiente e necessario ‘Essere Se Stessi’, sempre, in ogni singola particella perpetuata di tempo: nell'adesso.

In equilibrio evolutivo.

* La fotografia riportata in apertura d'articolo è tratta dal sito www.castfvg.it. Ringrazio di cuore l'Autore. 

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 10 novembre 2011

Il mito dell'Araba Fenice allargato.




Il mito della Fenice è inerente alla 'qualità divina del genere umano', ossia alla sua innata capacità di ‘sopravvivere a se stesso’. 

Mentre il concetto di 'sopravvivenza 3d' è legato all’ambito della mancanza di consapevolezza, quello della 'sopravvivenza spirituale' va ben oltre alle limitazioni 'auto impostesi' nell’esperienza multipla della reincarnazione sulla Terra Antisistemica. Se, poi, l’Araba Fenice fosse una trasposizione di un ‘fenomeno’ molto più concreto di quello che si possa immaginare, come ad esempio, quello che 'è rimasto' della descrizione di antichi visitatori venuti sul Pianeta, nulla toglie né cambia alla potenza evocativa della rappresentazione dell’animale simbolo della rinascita e del rinnovamento.

Che sia stato un animale o una entità, un’astronave o un luogo, il suo significato rimane sempre quello:

l’eternità insita in noi. La particella divina che ci ‘anima’.

Già Marziale, Ovidio, Plinio il vecchio, Tacito la usano per esemplificare il concetto di eternità, di ritorno ciclico, continuoTutto quello che poteva servire a comunicare in maniera semplice e accessibile concetti particolarmente difficili’. 

Figurarsi che il sacro uccello venne usato - da Rufino di Aquileia - a dimostrazione di quell'altro mistero che, allora, lasciava perplessi assai: Maria vergine ma anche madre.

Rufino: ‘E d'altra parte perché sembra strano che una vergine abbia concepito dal momento che l'uccello d'Oriente, che chiamano Fenice, si sa che nasce e rinasce senza coniuge e, nascendo e rinascendo, succede sempre a se stesso?’.
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Maria, vergine ma anche madre:

ci troviamo di nuovo di fronte alla simbologia legata al Tao, a quello che io ho chiamato ‘terzo stato quantico dello Zen’, ossia alla nostra facoltà di equilibrare la dualità mediante la nostra centratura continua nell’eterno attimo presente.

In quantistica equivale al concetto di 'on/off' allo stesso tempo, dando luogo all'unificazione della polarità:
  • on
  • off
  • on/off.
Stati sovrapposti di energia che danno Vita alle dimensioni per diretta differenza vibrazionale. O, meglio, non ‘che danno Vita’ ma che ‘permettono di raggiungere’. La distanza è infatti solo una differenza strutturale espressa dalla differenza di vibrazione tra osservatore e osservato, che equivale alla ‘qualità’ della vibrazione individuale profonda.

Un po’ il concetto di ‘viaggio nel tempo’ e di ‘teletrasporto’. 

È come se, attraverso la propria centratura, si potesse raggiungere un ‘altro Mondo’. Come chiudere gli occhi e ritrovarsi da qualche altra parte. L’individuo è un essere multidimensionale fondamentalmente. La sua ‘forma’ attuale è una concettualizzazione appartenente alle 3d, un avatar specificamente adattato per l’usufruire dell’esperienza 3d. Ma la ‘realtà’ è molto più ‘vasta’ di quello che i sensi provvedono a filtrare e calibrare in virtù dello ‘stare qua’.

Siamo delle splendide opere d’intelligenza spirituale.

Ora, mi viene spontanea una riflessione:

la figura della Fenice racchiude la ciclicità, il rinascere e può costituire una ‘trappola’ se ci si limita ad osservarla esclusivamente da questa prospettiva. In realtà, la Fenice rappresenta l’eternità che si concentra nella ciclicità al fine di maturare e/o raggiungere un certo livello della consapevolezza o della maturazione evolutiva, ma in quanto ‘eterna’ è libera di potersi svincolare dalla ‘trama ciclica’ in cui si è auto installata. 

Senza questa ‘accortezza’ la Fenice rimane prigioniera di se stessa e, dunque, delle entità predatrici/parassite che conoscono la sua missione ‘esplorativa’.

Allarghiamo la ‘visuale’. La Fenice ci rappresenta in quanto particelle Divine, o Human Bit, della Creazione. 
 
Perché ho utilizzato il termine ‘allargare la visuale’? Perché occorre abbracciare le ‘cose’ da un punto di vista 'superiore', al fine di capacitarsi della vera essenza dei ‘messaggi’ raccolti e 'celati' dagli Antichi per gli stessi Antichi, che altri non sono che gli uomini e le donne ‘moderni’: noi.

'Celati' sino al giorno in cui la ‘caduta’ si sarebbe arrestata e l’umanità fosse tornata nuovamente a ‘vedere’.

Ciò lo si evince continuando a leggere la citazione:

la Fenice grazie a quell'aggettivo ‘araba’ rimaneva un prodigio esotico ma ormai targato sempre e solo Oriente. Giusto grattandone a fondo l'etimologia - oggi che si conosce il fenicio e l'accadico - potrebbe tornare ad essere il simbolo del Tramonto mediterraneo e di Osiride, com'era già per gli antichi Egizi.  

André Cherpillod nel suo 'Dictionnaire étymologique' scrive: ‘‘Arabia? Potrebbe apparentarsi al radicale ‘garb’ ovvero ‘Occidente, Maghreb...’. E siccome invita a guardarsi pure ‘Maghreb’, eccole le sorprese dell'arabo ‘Maghreb’: ‘... Apparentato all'accadico ‘erepu’, al fenicio ‘ereb’, all'amorreo ‘me'erab’ ovvero ‘sera, ovest’’. Proprio la stessa etimologia di Europa, ovvero Tramonto.
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Chi poteva definire il conglomerato europeo o una qualsiasi zona della Terra con un nominativo geografico? Solo chi aveva una visione 'superiore', ed in questo caso intendo proprio un tipo di visione dall’alto, proprio come degli antichi visitatori provenienti dallo Spazio.

Ricordiamo sempre che ogni localizzazione geografica è senza riferimenti se non si osserva ‘triangolando’ dall’alto.

Infatti chi può definirsi a nord o a sud di qualcos’altro? È solo un punto di vista individuale.

Mentre se si analizza una situazione dal ‘cielo’, prendendo a riferimento dei punti ‘fissi’ come le Stelle o il Sole, allora tutto assume una connotazione più ‘precisa e stabile’, perlomeno dal punto di vista temporale e fisico umano. 

L’etimologia deriva direttamente da una visione extraterrestre.

Il ‘punto di vista temporale’ introduce nell’ambito ciclico dell’osservazione di ogni fenomeno 3d:

se vogliamo studiare approfonditamente i cicli di borsa, allora sicuramente il libro ‘The Profit Magic of Stock Transaction Timing’, pubblicato nel 1970 da Hurst, è una delle migliori pubblicazioni ancora oggi presenti.

Hurst nel suo testo introduce un vero e proprio modello ciclico completo che può porsi come importante punto di riferimento per tutti coloro che vogliono andare ad analizzare e ad approfondire il concetto dei cicli.
 
Hurst afferma che i cicli borsistici si basano su cinque principi:
  1. principio della somma, ovvero i movimenti ciclici che ci sono nel mercato sono il risultato della somma di diversi cicli; 
  2. principio della comunanza, ovvero i cicli sono comuni a tutti i mercati. Questo significa che le caratteristiche basiche dei cicli sono uguali per tutti ed hanno per ogni mercato una certa durata ed una certa intensità di movimento; 
  3. principio della nominatività, che indica una durata nominale per ciascun componente comune ai cicli di diversi mercati. Questo principio si lega strettamente al principio della comunanza e lo completa; 
  4. principio della proporzionalità, che ci dice che maggiore è la durata di una componente del ciclo e più grande è la sua forza; 
  5. principio della variazione, che indica che tutto quanto è stato esposto nei quattro principi precedenti è vero ma non è necessariamente sempre così, ovvero può cambiare e mutare. Questo significa, ad esempio, che il punto di massimo o di minimo di un ciclo possono variare con il passare del tempo, così come la durata del ciclo stesso, che può essere diversa di volta in volta.
Hurst conferma che riuscire a comprendere in pieno l’importanza e la durata dei cicli dei mercati permette al trader di avere un grande vantaggio nei confronti degli altri soggetti e del mercato stesso.
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Questo è il punto di vista di una entità parassita. 

Questa è la fotografia che costei è in grado di avere del ‘panorama’ sottostante. È molto più completa di quella che ha, mediamente, un essere umano, no?
 
Sino a quando non si accetta di ‘aprire gli occhi’ e di smettere di continuare a ‘sopravvivere a se stessi’.

Il quinto principio introduce valenze quantistiche e sancisce la viva presenza del cambiamento e della biodiversità, mentre il concetto di libero arbitrio rimane soggettivo e dipendente dal grado di libertà concesso dal livello superiore che amministra, veicola e controlla.

È giunta l’ora di svincolarsi persino da una stretta terminologia abitudinaria legata ai concetti ‘sacri’ di Karma e libero arbitrio, reincarnazione, etc.

Diciamo che il ‘tutto’ è inserito in prospettive cicliche che determinano le ‘ampiezze’ dei ‘vortici’ sottostanti

Non c’è nulla di ‘preciso’ e di eterno, ma esiste una miscellanea di possibile adattamento/cambiamento, proprio come l’evoluzione tridimensionale delle specie viventi è stata ‘mappata’ da Darwin, pur non avendo scattato una ‘diapositiva’ completa del livello globale animico.

Vero e falso non esistono

Esiste il nostro punto prospettico caratterizzato dalla nostra consapevolezza ed, infine, esiste la nostra vibrazione d’essere, che ‘colora’ una certa realtà condivisa in termini probabilistici e comunque soggettivi. Ecco la ‘prova’:

le differenti lunghezze d'onda vengono interpretate dal cervello come colori, che vanno dal rosso delle lunghezze d'onda maggiori (frequenze più basse) al violetto delle lunghezze d'onda minori (frequenza più alte)…
 
Non a tutti i colori possiamo associare una lunghezza d'onda precisa. Non c'è, cioè, una relazione biunivoca tra i colori che noi percepiamo e le lunghezze d'onda. Quasi tutti i colori che ci vengono dall'ambiente, cioè, non sono puri, ma sono in realtà una sovrapposizione di luci più lunghezze d'onda. 

Se ad ogni lunghezza d'onda è associabile un colore, non è vero il contrario

Quei colori a cui non sono associate lunghezze d'onda, sono invece generati dal meccanismo di funzionamento del nostro apparato visivo (cervello+occhio)…
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Il ‘meccanismo cervello+occhio’ è il nostro lato soggettivo, la nostra firma energetica, ciò che il nostro ‘lapis magico’ capta e deduce di quello che, opportunamente filtrato, lo attornia. 

Ciò che ‘giunge dal cielo’ è ‘ideale’, mentre ciò che elaboriamo noi è ‘pratico. Il nostro 'osservatorio' è il punto dove si concretizza la conversione ‘Cielo-Terra’.

Vero e falso non esistono, ma rappresentano una scala di possibili ‘valori’ o frequenze di 'auto percezione installante' nelle 3d, a cui noi diamo maggiore o minore ‘peso’ attraverso il nostro ‘credo’.

Ora, se qualcuno che osserva da un punto a ‘migliore prospettiva’, vedesse e sapesse a 'cosa stiamo andando incontro', potrebbe prendere un grande vantaggio dalla rilettura prospettica dell’intera situazione inerente al genere umano.

Esiste molto di più rispetto a quello che i sensi riescono a captare:

la luce visibile è una porzione dello spettro elettromagnetico compresa approssimativamente tra i 400 e i 700 nanometri (nm) (nell'aria)...
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Per la percezione esteriore, il mondo spirituale appare nascosto, velato. Caratteristica dello spirituale è che l’uomo può riconoscerlo solo se si sforza, almeno in piccola misura, di diventare egli stesso diverso da come è in partenza.
 
Lo studiare ed accogliere solo sotto forma di nozioni le verità antroposofiche lasciandole agire su se stessi, pur senza sottoporsi ad una rigida disciplina esoterica, fa mutare la propria anima

Si cambiano abitudini, interessi: ci si autoeduca. Diventiamo diversi

Già partecipare con tutto il cuore e con il sentimento ad uno studio scientifico spirituale significa iniziare uno sviluppo esoterico. L’esoterismo non inizia solo con la pratica occulta: inizia con lo studio e la partecipazione del sentimento ai contenuti occulti.
 
Si attua una trasformazione dell’anima; un processo simile a quello che subirebbe un essere che abbia solo percepito il bianco e il nero, e piano piano divenisse capace di percepire i colori. L’anima si allarga, nel suo modo di percepire, divenendo capace di sviluppare di abbracciare percezioni che prima non venivano da lei registrate.
 
Questa autoeducazione sviluppa una determinata sensibilità nei riguardi del mondo spirituale, nel renderci recettivi verso alcuni processi che solitamente passano inosservati alla nostra coscienza: si educa l’anima ad acquisire maggiore sensibilità.
 
Colui che sviluppa tale particolare sensibilità vede manifestarsi dietro ad ogni impressione di caldo, freddo, di calore e di colore, dietro a tutte le leggi naturali vede apparire delle forze, delle entità spirituali. Appaiono mondi caratterizzati da entità di specie sempre più elevate.
Conferenza di Helsinki, 3 aprile 1912.
Entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura - Capitolo III della serie Studi sulle opere di Rudolf Steiner a cura di Tiziano Bellucci

A cosa ‘siamo spinti’, allora? Semplicemente a camminare con le proprie gambe, in attesa di poterle ritrasformare in ali.

Da questo punto di vista esiste la possibilità che possa giungere un ‘salvatore’?

No. Non è proprio previsto.

Aiutati che il ciel ti aiuta’ recita la tradizione. Come al solito, le due ‘facce’ sono da 'amministrare' attraverso la nostra centratura e ‘presenza’, pena il cadere continuamente nella percezione ‘reale’ dell’alternanza ciclica e, dunque, del completo disequilibrio energetico, della mancanza di consapevolezza, e della riduzione di vibrazione dell’essere

La ‘formula’ per l’equilibrio risiede nell’armonia del contesto umano, costituito dalla trinità corpo-mente-spirito. Non importa chi/cosa mettiamo al ‘centro’, importa il punto prospettico da cui osserviamo l’intero costrutto, ossia la nostra consapevolezza che è ‘a-geografica’… ognuno è caratterizzato dalla propria ‘ricetta’ a tal proposito…

Io mi metto ad inventare una cosa per la caduta dei capelli e per il dolore, in un paese dove uno senza capelli (Mussolini) dice che la via della salvezza si ottiene col dolore.
Da ‘Le vie del signore sono finite’ di Massimo Troisi

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
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