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venerdì 17 agosto 2012

Sherlock Holmes, presenze ombra, plastica e frattali.




Tutto quello che è ‘fatto’ dalla Natura ha la stessa ‘mano’. Quello che ‘fa’ l’uomo ha, per ora, fattezza diversa. Si direbbe che esista un’altra ‘matrice’ (biodegradabilità diversa) che regola la ‘creatività’ umana:

la biodegradabilità è una proprietà delle sostanze organiche e di alcuni composti sintetici, di essere decomposti dalla natura, o meglio, dai batteri saprofiti

Questa proprietà permette il regolare mantenimento dell'equilibrio ecologico del pianeta

Una sostanza decomponibile, viene attaccata da alcuni batteri che ne estraggono gli enzimi necessari alla decomposizione in prodotti semplici, dopodiché l'elemento viene assorbito completamente nel terreno. Una sostanza non decomponibile (o decomponibile a lungo termine), rimane nel terreno senza venire assorbita, provoca inquinamento e favorisce diverse problematiche ambientali.
 
Condizioni e conseguenze.
Perché un composto possa essere considerato biodegradabile è necessario che in natura esista un batterio in grado di decomporre il materiale. Tutti i composti organici naturali, come la carta, sono facilmente decomponibili; invece, tutti i prodotti sintetici moderni (esclusi alcuni speciali, come la bioplastica) non possono essere decomposti dalla natura, poiché nessun batterio è capace di elaborare un enzima che semplifichi il materiale

La sostanza non biodegradabile più conosciuta al mondo è la plastica. 

Un materiale non biodegradabile non viene assorbito dal terreno e rimane identico nel tempo, quindi contribuisce all'inquinamento della zona dove si trova; ma tuttavia, non tutti i composti non biodegradabili sono pericolosi: esistono tipi di composto che non danneggiano la vita dell'ecosistema, e che quindi lasciano immutata la situazione.
 
Sostanze.
Le sostanze non biodegradabili più comuni sono le materie plastiche, che sono formate principalmente dal carbonio, l'idrogeno e l'ossigeno

questi elementi sarebbero decomponibili, ma, dalla loro unione, si è formata una molecola troppo complessa per essere decomposta in natura.

La categoria di materiali meno decomponibili è composta dagli idrocarburi clorurati.
 
La situazione attuale.
La biodegradabilità dei composti sta diventando un problema, poiché la maggior parte degli oggetti che utilizziamo ogni giorno, è formata da materiali che contengono materiali non decomponibili. Molti stati stanno lavorando su questo problema, ma attualmente non si è ancora giunti ad una soluzione utilizzabile, se non la sostituzione della plastica con altri materiali biodegradabili.
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L’equilibrio che l’umanità sta mantenendo è d’altro tipo, rispetto a quel livello di sostenibilità che possiamo 'immaginare' leggendo in noi stessi. Gli umani non sono stupidi. Mandano navi spaziali ad esplorare il Sistema Solare e hanno raggiunto un livello di conoscenza tale da risultare ‘ben visibili’ all’interno dell’economia dello Spazio. 

Gli inquinanti umani sono una realtà anche al di fuori della solida Terra. Ossia, la stessa ‘mano’ muove l’umano a caratterizzare il 'tutto'. Il comportamento umano è simile ad un vessillo piazzato su ogni nuova proprietà. Esso dichiara ed identifica una presenza 'ombra'...


La 'soluzione d’equilibrio' trovata è quantomeno non sostenibile nel lungo Tempo:
  • la maggior parte degli oggetti che utilizziamo ogni giorno, è formata da materiali che contengono materiali non decomponibili
  • le materie plastiche, sono formate principalmente dal carbonio, l'idrogeno e l'ossigeno: questi elementi sarebbero decomponibili ma, dalla loro unione, si è formata una molecola troppo complessa per essere decomposta in natura.
Questa ‘molecola’ complessa ed apparentemente ‘immortale’, o ‘non biodegradabile’, forma materiale non assorbito dal terreno che rimane identico nel Tempo:

questo è un preciso frattale, che riporta l’immagine conferita nella 'matrice'. L’immagine dell’entità ispiratrice che, ad immagine e somiglianza, viene ritratta dal riflusso della Creazione.

Queste entità sono evidenti solo attraverso il riflesso della loro ‘presenza’ tra gli umani. Non solo. Le entità hanno dato luogo anche a ‘forme pensiero’ che resistono al trascorrere del Tempo. Questa 'resistenza' è la non biodegradabilità dei composti utilizzati maggiormente attraverso il mezzo dell’abitudine terrestre.


Lo scorso mese Draghi aveva detto che la Banca centrale europea avrebbe fatto ‘tutto il necessario’ per mantenere l'Euro…
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Tutto il necessario. Ossia? Sino a quale punto si può spingere la Bce? Anche oltre al livello di biodegradabilità?
 
L’attuale economia si sorregge su gambe artificiali, costruite proprio con lo stesso materiale non biodegradabile che caratterizza tutti i processi produttivi dell’industria 3d umana. La Terra come può tollerare una simile presenza? Essa ha una infinita capacità di combinazione d’elementi e conosce il modo per rinnovare e trasformare ogni presenza ospite. La plastica potrebbe essere ‘dissolta’ per vie naturali, se solo venisse meno l’input che le conferisce un senso

La plastica è un riflesso di una presenza sottile ma tangibile, perlomeno per gli effetti derivanti dal suo stazionamento nel campo della possibilità umana terrestre…

Perché questa 'differenza strutturale’ tra prodotti della Natura e umani?

Osserviamo qualsiasi frutto della terra: 

non esiste nessun ‘pericolo’ di inquinamento derivante da alcuna parte compositiva del ‘frutto’. Il packaging è tanto perfetto quanto interamente smaltibile nel giro di pochissimo Tempo. Non esistono parti meccaniche, elettriche, etc., tutto è organico e idoneamente funzionale.

Per comprendere questa caratteristica è sufficiente osservare lo 'stile' (la 'mano', il tratto) di un qualsiasi disegnatore o illustratore di fumetti, ad esempio: 

lo ‘stile’ è un marchio indelebile inerente alla ‘mano’ che ha ritratto un Mondo secondo il proprio ‘carattere e senzienza’. Esso è inconfondibile e riconoscibile tra gli altri.

Ora, lo ‘stile’ che caratterizza l’operato umano, a ‘chi appartiene’?
  
Me lo chiedo, non riconoscendomi nel suo retaggio.

A chi rassomiglia questa 'opera inquinante’, disegnata dal movimento umano sullo/nello scenario 3d? Attenzione; non è questo un 'particolare' solo legato alla mancanza di consapevolezza umana, naturale, frutto di un cammino ancora evidentemente in atto e lontano dal suo epilogo. No. Tra questa 'mancanza naturale' (si) è inserito qualcosa d'altro; un 'qualcosa' riferibile certamente ad altra ‘mano’

SPS ha più volte trattato l’argomento ‘parassita’ e continuerà a farlo per altro Tempo ancora, perché è chiaro ed evidente, che una simile ‘ombra’ abbia personalizzato un reame, apparentemente, solo umano. La sua opera ispiratrice è corposa, nel senso di evidente, visibile, se solo si accetta di triangolare da un punto prospettico diverso dal consueto, uscendo dal loop, dal cerchio di contenimento… dalla ‘Caverna di Platone’.

Consapevolezza allargata.

Coscienza.
Il termine coscienza deriva dal latino 'Cum-scire' (‘sapere insieme’) ed indicava originariamente un determinato stato interiore di un individuo che può in qualche modo descrivere e comunicare ad altri

Anticamente con 'coscienza' si intendeva qualcosa di diverso da ciò che si ritiene oggi nell'ambito psicologico e filosofico. Non tutti gli antichi dividevano l'uomo in mente e corpo. Anzi, era molto diffusa l'idea (oggi tornata alla ribalta) che l'uomo avesse tre funzioni relativamente indipendenti chiamate ‘centro intellettivo’, ‘centro motore-istintivo’ e ‘centro emozionale’, collocate rispettivamente: 
  1. in una parte dell'encefalo, 
  2. nella parte terminale della colonna vertebrale (dove un tempo nell'uomo compariva la coda) 
  3. nella zona del plesso solare, in quelli che sono oggi chiamati ‘gangli del simpatico e del parasimpatico’. 
Ebbene ‘coscienza’ indicava quello stato interiore di sintonia tra i tre centri (sapere insieme) che, se raggiunto, permetteva all'uomo di elevare la propria ragione
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Elevarsi per semplificare: questo è il processo naturale della biodegradibilità.
  
Questo ‘sapere insieme’ è sia relativo all’ambito umano, come una sola e grande unità, sia all’ambito individuale, ma sempre con eguale orchestrazione unitaria di eventi al suo interno. Il ‘succo’ della questione mette in evidenza una sorta di unità da raggiungere attraverso l’esperienza 3d di se stessi riflessi negli altri e viceversa.

Il cammino è individuale ma riguarda anche gli altri. Tutto ciò mette in evidenza una struttura, un modello che si corregge o, meglio, che si auto corregge nel Tempo, lungo l'asse del quale, la presenza parassita ha il proprio senso.

La ‘nota musicale’ che contraddistingue ha un apparato di ricetrasmissione che è stato deviato, almeno nella sua parte più ‘bassa’, da un qualcosa di ‘estraneo’ e che rimane sempre nell’ombra, pur modificando il campo sensoriale e percettivo umano

Una strategia chiara messa in campo dal lato oscuro della Forza.

Prenderne atto equivale ad aumentare la propria ‘sapienza non scritta’, ossia quel particolare stato d’animo capace di sovralimentare le strutture più calcificate della possibilità. Una simile presa di coscienza veicola al raggiungimento di un diverso ambito del possibile, permeando l’oceano del ritenuto impossibile…

Spostando al di là, ancora una volta, le ‘Colonne d’Ercole’.

Assumiamo l’Analogia Frattale come strumento principe per camminare anche al buio, almeno sino al momento in cui la luce si accenderà da sola per acquisita capacità di colui/coloro che camminano desiderandola.

- A volte può sembrare leggermente inverosimile, fare grandi congetture basandosi su minimi dettagli.
- Non è affatto così. I piccoli dettagli sono di gran lunga i più importanti…
- Se avesse davanti uno sconosciuto? Cosa può dire di me?
- I gioielli che non porta ci svelano più cose… Era fidanzata. L’anello non c’è più, ma la pelle più chiara suggerisce che ha passato del tempo all’estero sfoggiandolo con fierezza…
Sherlock Holmes

Deduzione. Perspicacia. Attenzione. Osservazione:

Analogia Frattale… alias ‘essere desti, svegli, inclini al proprio equilibrio che deriva dall’osservatore animico mixato all’operato sensibile umano e non solo da quello parassita polarizzante a cascata il tutto’.

Cosa molto ardita e difficoltosa da mettere in atto e, in seguito, 'da mantenere sempre in atto', come una fanaleria accesa per default. È un ‘nuovo’ senso

Una facoltà latente o repressa o male indirizzata…

In un reame di luce tutto lascia un’ombra.

Come non vederla?

Tutto ciò che esiste di non biodegradabile è il riflesso di quell’ombra, del quale operato, l’umanità non è altro che la cieca ‘portabandiera’.

Dipende anche da noi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com