martedì 2 ottobre 2012

Quel nonsense apparente.




Ci troviamo a vivere in una dimensione densa e apparente, caratterizzata da una inversione di tutto quello che potrebbe apparire sensato, ossia viviamo nel pieno ‘non sense’.

Il Ciciarampa.
Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi
ghiarivan foracchiando nel pedano:
stavan tutti mifri i vilosnuoppi
mentre squoltian i momi radi invano...

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Ma in quanto ‘apparente’, la dimensione riserva la sorpresa della sua decodifica. Analizzando le proprietà di un ‘luogo’, è tra le stesse sue caratteristiche che si cela la chiave interpretativa del luogo stesso

Se, ad esempio, non si capisce il senso di una ‘cosa’, la si può meglio inquadrare alla luce delle proprietà del luogo, che accoglie quella ‘cosa’. La ‘cosa’ è parte del luogo, così come un corpo umano è fatto con quello che è disponibile in Terra, che poi non è altro che quello che esiste nelle Stelle e, in definitiva, nell’Universo. La materia di base è unita insieme a livello intimo

Dunque, per tornare al nostro esempio, abbiamo un luogo caratterizzato da una Natura apparente. E chi lo dice che è apparente? Beh… basta osservare un essere umano a caso, diciamo che ognuno di noi osservi se stesso e si prenda come campione: che cosa si evince? Certamente che la nostra immagine riflessa per gli altri e dagli altri, non è che un’apparenza di quello che sentiamo/sappiamo essere

L'abito fa il Monaco...

Mediamente, non appariamo per quello che siamo autenticamente, dunque, questa dimensione è apparente, visto il gran sfoggio di Ego e di alta presunzione che il genere umano si auto conferisce, inserendo se stesso al centro di ogni dinamica dimensionale. La Natura sembra, da questo punto di vista, essere la terminazione dell’essere umano. Sembra essere lì per uno scopo specifico inerente alla presenza dell’essere umano. No? Non mi sembra di scrivere una eresia. È sempre stato così, da quando l’umanità ha iniziato a sviluppare doti di raziocinio, passando dalla paura esemplare per un fulmine nel cielo, al suo studio e collocazione nel campo dell’intelligenza a compartimenti stagni.

Allora. Questa dimensione è apparente, visto che il comportamento umano è apparente, non essendo sufficiente per inquadrarlo a pieno, viste le gravi differenze che emergono tra l’essere e l’avere, tra l’atteggiarsi ed il dimostrarsi.

Essendo apparente, il tutto… allora il ‘non sense’ di molte situazioni, deve essere inquadrato come un qualcosa di rovesciato nella sua apparizione pubblica, ossia deve essere charito una volta per tutte, che ogni situazione cela un valore nascosto e pressoché ribaltato. Questo valore è in codice e richiede una sua traduzione al fine di essere ben utilizzato, perché questo valore ha un senso ben preciso ed è certamente riferito anche alla presenza umana sulla Terra.

Senza disperdersi nel loop, diciamo che l’umanità e contenuta in/da quello che la doveva contenere, che si sapeva doveva contenerla. Perché? Per imparare a conoscersi

Lo si evince frattalmente dalla proprietà risaputa di un luogo. È come recarsi alle terme perché c’è l’acqua curativa o andare nella savana per vedere un certo tipo di ecosistema. Lo si sa che un certo luogo è caratteristico. Non solo lo si sa, addirittura lo si è scelto, proprio come per andare a fare una vacanza, un viaggio studio, una full immersion per imparare una lingua straniera, etc.

Evidenziamo, dunque, la natura del luogo che ci accoglie, come la tavolozza del pittore, in attesa di essere personalizzata attraverso l’esperienza dell’accolto. Una precisa funzione auto educativa:
  • apparente
  • sensata
  • codificata.
Se visualizziamo certe opere d’arte apparenti, legate alla prospettiva di chi osserva, come ad esempio le opera di Victor Molev (ringrazio Patrizia per la segnalazione), possiamo tranquillamente emanare stupore per la innata capacità di un uomo di decodificare, con tanta grazia e ‘semplicità’, quel lavoro profondo che ognuno di noi dovrebbe fare per comprendere meglio quello che attornia con viva presenza. Vediamo quello che intendo esprimere.


La visione dipende dalla prospettiva, cioè dalla nostra posizione, ossia da noi stessi.

La visione è composta e multidimensionale. Un lavoro di squadra, una sinfonia scambiata per soliloquio. Tutto concorre alla funzione. Tutto è in essere al fine di… avere uno scopo:

Grazie. Ma, come lei ben sa, le apparenze possono ingannare... il che riporta la nostra conversazione alla ragione per cui siamo qui. 

Noi non siamo qui perché siamo liberi; siamo qui perché non siamo liberi. 

Di sottrarsi a questo dato di fatto, non c'è ragione. Nel negarlo non c'è scopo, perché sappiamo entrambi che, senza scopo, noi non esisteremmo. È lo scopo ad averci creati. È lo scopo che ci connette. È lo scopo che ci tira, che ci guida, che ci spinge. È lo scopo che ci definisce. È lo scopo che ci motiva. Noi siamo qui per colpa sua, signor Anderson. 

Siamo qui per togliere a lei quello che lei ha cercato di togliere a noi: lo scopo.
Agente Smith – Matrix Reloaded

Lo scopo è stato scambiato, nel corso del Tempo, per un atto egoico. Anzi, ha permesso la nascita e lo sviluppo dell’Ego, ossia di quell’aspetto completamente terrestre e nuovo, caratterizzante l’espansione umana nelle 3d. L’Ego ha conferito al genere umano quell’attaccamento necessario per sopravvivere. Ha dato nervo ad un qualcosa che evidentemente non ne aveva

Nulla è per caso.

Riassumendo la nostra tabellina, relativa alla caratteristica dimensionale del luogo che ci ospita, abbiamo rilevato queste caratteristiche:
  • auto educativa
  • apparente
  • sensata
  • codificata
  • avente scopo
  • specifica
  • egoica
  • prospettica.
È già nelle sue caratteristiche la risposta, la sua traduzione in valore aggiunto. È il peso che ognuno di noi le conferisce, scindendola in singoli termini, a confondere o a far comprendere. Se il nostro ‘periscopio’ prende decisioni in funzione di un peso specifico, associato per grande parte, alla traduzione di una singola proprietà dimensionale, allora sarà gioco forza smarrirsi nelle conseguenze di un simile atto del procedere, derivante dall’automatica respirazione inconsapevole.

Se, per noi, questa dimensione è ‘insensata’, ella lo diventerà molto presto, riflettendoci nell’atto stesso della sua polarizzazione ed, al contempo, mantenendo il proprio scopo...

Anche le opere di Octavio Ocampo e di Jim Warren, ad esempio, rientrano nell’inquadratura apparente delle forme terrestri. 

Vedendo il film documentario - L'ignoto spazio profondo – di Werner Herzog, sono rimasto affascinato dalla teoria del ‘trasporto caotico’, che riassume in sé in concetto di labirinto, ossia di caos apparente legato all’ordine superiore ed avente lo scopo di indurre auto conoscenza in colui che l’attraversa. 

Da questa prospettiva, il Sistema Solare, come il tutto, è una sorta di rete autostradale costituita da tunnel, e i Pianeti non sono altro che le parti emerse della rete, proprio come se fossero non solo dei terminali, delle mete, ma delle aree di servizio per osservatori in viaggio nell’Universo.

Come se l’Universo fosse, tra l’altro, frattalmente un cervello umano.

Vediamo tre immagini che veicolano lo spettatore, trainandolo dal modello Copernicano del Sistema Solare, a quello moderno del caos ordinato o labirintico sensato:

 



Il labirinto di Chartres.
Sul pavimento della cattedrale gotica di Chartres, in Francia, è disegnato il labirinto riprodotto in apertura di articolo.

La sua forma è circolare e il diametro misura 12,87 metri. Per andare dall'ingresso indicato con A, al punto di arrivo indicato con B bisogna percorrere 261,5 metri...
Link 
 
Sempre al link precedentemente evidenziato, è possibile leggere delle interessanti deduzioni sul senso di un simile labirinto. Molto interessante è la gif animata che evidenzia l’intero percorso per giungere al punto centrale del labirinto


La cosa che più colpisce, è quanto si vada subito vicini alla meta, girandogli poi attorno per il resto del tempo. Allontanandosi incredibilmente e riavvicinandosi a fasi alternate

È chiaro come tutto ciò sia inerente al percorso esistenziale umano. È matematico che, proseguendo con tenacia, si giunga, infine, sempre alla meta. È una questione di Tempo, rimanendo nella regione del Tempo. Eppure il Tempo rappresenta solo una delle possibili vie; quella più intensa legata alla pazienza, alla tenacia, alla perseveranza, alla fiducia in se stessi, alla consapevolezza di essere qualcosa di più rispetto all’apparente situazione fusa nell’attimo presente, come riflesso di memorie ed aspettative anche sterili.

Per la maggior parte delle persone, il mistero non consiste che nell'inconsueto. Chi potrebbe meravigliarsi di ciò che vede ogni giorno?
 
La stessa arte gotica è un enigma al quale non è mai stata data soddisfacente risposta. Il gotico è sempre sfuggito ai tentativi di fissarne l'origine. Si presenta improvvisamente, senza elementi premonitori, verso il 1130, e nel volgere di pochi anni raggiunge il suo apogeo, completo e totale, senza prove né tradizioni. E lo straordinario è che si trovano, improvvisamente, maestri di bottega, artigiani, costruttori, in numero sufficiente per intraprendere, in meno di cent'anni, la costruzione di più di ottanta immensi monumenti.

Contro il nostro attuale concetto estetico di 'arte', coloro che edificarono Chartres non pensavano certamente ad animare con uno slancio verticale il paesaggio orizzontale della Beauce. Non avrebbero iniziato a costruire una cattedrale se non l'avessero giudicata 'utile'

E non è sicuramente per un motivo casuale, anche se artistico, che la chiesa è situata proprio là dove si trova, se ha un'orientazione inconsueta per le chiese cattoliche: la forma della sua ogiva, la sua larghezza, la sua lunghezza. la sua altezza non sono il risultato delle riflessioni di un esteta.

In altre parole, i rapporti dimensionali della cattedrale non sono stati scelti per 'renderla graziosa', ma perché sono il risultato di una necessità, diremmo oggettiva, alla quale i costruttori non potevano sottrarsi…

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Ora, per terminare, facciamo il tentativo di decodificare la situazione insita in questa notizia:

Mercato auto Italia: a settembre vendite calano del 25%, Fiat crolla.
Le immatricolazioni di auto nuove a settembre sono crollate a 109.178, con un calo rispetto al 2011 del 25,74%. Nel periodo gennaio-settembre 2012 in totale sono state immatricolate 1.090.627 autovetture, con una variazione di -20,46% rispetto al periodo gennaio-settembre 2011, durante il quale ne furono immatricolate 1.371.117. La Fiat ha immatricolato 23.993 vetture, con una quota pari al 21,98%, con un calo del 22,92% rispetto al 2011, la quota dodici mesi fa era pari al 21,17%. 

Dall'inizio dell'anno la Fiat registra un calo del 20,21% a quota 228.420 immatricolazioni… 

Si sta generando quell'effetto di demotorizzazione privata, sul quale avevamo lanciato l'allarme alcuni mesi fa. Le famiglie italiane stanno gradualmente radiando la propria auto senza acquistarne una nuova: 

il parco circolante dei privati, infatti, nei primi 6 mesi di questo anno si è ridotto di 60.000 unità’ - Jacques Bousquet, presidente dell'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere in Italia…
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Si lancia un allarme per un sistema morente. È davvero un allarme? O, piuttosto, il tentativo di ripristinare un passato che non c’è ormai più?

Viene in mente quell’orchestrina robotica, che sul Titanic provvedeva a suonare ancora, mentre la nave si inabissava inesorabilmente.

Non c’è nessun allarme. L’allarme è apparente. Lo scopo è insito nell’effetto, ormai. Non distruggere ma trasformare, così come l’umanità sta modellando se stessa secondo altra vettorialità. Senza rivoluzioni né violenza, oltre a quella apparente, il Mondo sta mutando, così come i ghiacci stanno mutando forma, tornando acqua

Le manifestazioni Greche, Spagnole, Portoghesi, quelle della Primavera Araba, etc. non sono altro che la punta di un iceberg, che si è già in gran parte sciolto. La Massa non ha scelto la violenza, questa volta. La trasformazione avviene per scambio naturale di informazioni. Come se effettuassimo un download del nuovo sistema operativo. Quando aggiornate il vostro computer andate forse in piazza a protestare? Quello che serve è un punto di connessione o di scambio d’informazioni.

Per biodiversità esisterà sempre anche la violenza, ma è possibile quasi del tutto escluderla dal nostro raggio traente. La violenza rimarrà sempre presente, tuttavia, come possibilità biodiversa della nostra funzione complessa. Sarà compito nostro non tornare a selezionarla. La sua presenza potenziale dovrà costituire una delle ragioni cardine per mantenere la rotta intrapresa…

La naturale evoluzione del capitalismo è la guerra... e millenni di storia stanno a dimostrarlo, senza ombra di dubbio.
D'altra parte, quando poni alla base del pensiero capitalistico le seguenti folli idee:
  1. massimizzare i profitti monetari delle aziende (c'è in ogni statuto di ogni azienda del mondo)
  2. basare il valore dei beni e servizi sulla loro presunta ‘scarsità.
L'esasperazione spinta di questi due concetti contrapposti può portare soltanto alla guerra, giusto? Se guardiamo alla storia è sempre stato così

fintanto che l'abbondanza relativa di materie prime, energia e lavoro ha permesso di aumentare costantemente i profitti, tutto sommato le cose sono andate avanti (anche se con evidenti storture come l'esplosione del debito pubblico e privato degli ultimi decenni), ma ogni volta che si è raggiunto il limite di saturazione in cui le risorse non sono più così abbondanti, l'energia costa sempre di più i profitti fanno fatica a crescere, ci rimettono per primi gli agricoltori e i lavoratori. Poi quando la contrazione dei profitti arriva alle aziende ed agli stati, la storia ci insegna, che l'unica via d'uscita è sempre stata la guerra.

Siamo in tempi davvero unici, perché abbiamo l'opportunità di scegliere diversamente... Sta a noi scegliere adesso: 

vogliamo fare come sempre abbiamo fatto nella storia umana e far scoppiare l'ennesima guerra mondiale (che potrebbe essere l'ultima...), oppure vogliamo scegliere diversamente?
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Questa giusta constatazione deve fare riflettere molto profondamente. Dove stiamo andando? Verso quello che appare o, piuttosto, verso quello che ha senso? L’acqua scorre sempre verso quella conformazione del territorio che più la attrae. Esistono dighe artificiali lungo il suo cammino, tuttavia ogni sbarramento è destinato a trasformarsi in un bacino di spinta ancora maggiore, al fine di permettere di raggiungere la destinazione e, più in generale, di continuare nel viaggio.

Bene (economia).
In economia per bene si intende un oggetto disponibile in quantità limitata, reperibile ed utile cioè idoneo a soddisfare una domanda.

  • un bene è limitato quando è scarso rispetto alla domanda
  • un bene è utile quando è idoneo a soddisfare una domanda (domanda che può non corrispondere ad un bisogno)
  • un bene deve essere reperibile sia per la localizzazione, sia per il prezzo.
I beni possono essere liberi se sono disponibili in natura in quantità illimitata per tutti, come l'aria o il sole. Si dicono economici quei beni ottenibili mediante l'attività umana o disponibili in quantità limitata. 

Per alcuni economisti i beni fruibili in quantità illimitata non sarebbero beni, perché sono fruibili senza alcun sforzo…

Beni di consumo: beni che vengono utilizzati direttamente per soddisfare un bisogno (ad esempio il pane e gli abiti);

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Seguiamo la linea torbida dei termini utilizzati:
  • beni di consumo: beni che vengono utilizzati direttamente per soddisfare un bisogno
  • in economia, per bene si intende un oggetto disponibile in quantità limitata, reperibile ed utile cioè idoneo a soddisfare una domanda
  • domanda che può non corrispondere ad un bisogno
  • un bene è limitato quando è scarso rispetto alla domanda.
La moderna economia si regge sul Pil, il quale misura tutto. La Apple crea beni di consumo? Non mi sembra che sforni pane. Eppure il Pil ringrazia l’apporto della Apple.

Il Pil è un indice perverso.

La domanda non corrisponde ad un bisogno, ma ad un apparente bisogno, frutto di una ipnosi collettiva. Controllando la domanda e la produzione di beni attraverso il concetto di scarsità (Legge di Liebig), è possibile controllare la Massa, programmandola a consumare secondo intenzione altrui.

La Fiat & Co. si lamentano della riduzione delle vendite di auto. L’allarme è la ‘demotorizzazione’?

È come osservare dalla riva di un fiume e pretendere che scorra al contrario.

La 'diga artificiale' ha già ceduto da Tempo...

Ed è dipeso da noi.
 01102012 V 23,8 + 275 Santa Teresa di Gesù Bambino (Una vita incomprensibile) +-

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com