Bene… che cosa ce ne facciamo di questa logica deduzione? In che modo ci può servire per riempire il nostro campo energetico, le nostre giornate, il nostro 'senso'?
Diciamo che, ci servirebbe se ci fermassimo a riflettere sulle ‘cose’ che viviamo. Sul valore aggiunto attribuito loro, da chi? Sempre da noi stessi. Ma, non solo. Anche dagli ‘altri’ e dai feedback ‘firmati’, che la Vita, in toto, ci restituisce. Quella ‘firma’ è ancora e sempre la nostra impronta sul/nel Mondo. È come lanciare un boomerang ogni volta. È come agganciare con piena consapevolezza (ricordare) che quando nasce un figlio, nove mesi prima è accaduto qualcosa di propedeutico a quella nascita…
Se nel Mondo appare la droga, c’è un motivo:
- un motivo esterno a noi
- un motivo interno a noi.
Quando facciamo esperienza nelle 3d, evidenziamo sempre un cammino simile a quello dell’equilibrista sulla fune con l’asta tra le mani, in direzione ortogonale rispetto all’obiettivo da raggiungere (bastone tra le ruote). L’oscillazione controllata di questa asta permette di compensare i vuoti proporzionali alle mancanze dimostrate, mentre si procede. Se un equilibrista si ferma, sulla fune, non è più facile rimanere in quiete. È apparente, dunque, non fare cose nella Vita per questioni legate ad una presunta sicurezza, figlia evidentemente di una paura inconscia e respirata in infiniti modi.
Il posto fisso ormai è una rarità, frattalmente. Ciò dimostra non come noi tutti si sia diventati dei ‘precari’ della Vita, quanto piuttosto quanto occorra non ristagnare troppo in certe situazioni, per quanto sicure esse sembrino, perché il ritmo dell’esistenza sprona ciclicamente a muoversi, trasformarsi, evolversi in un qualcosa di costantemente diverso, pur rimanendo 'fissa' l’essenza. È esattamente come un pilota d’aereo. Egli si muove con l’apparecchio ma rimane se stesso. Muta la forma, anche intesa come contenuti, ma non la forma dell’essenza che anima il pilota. L’esperienza aumenta. La memoria amplia il proprio bagaglio.
La dimostrazione è rappresentata da una certa classe nobiliare, che tramanda se stessa in se stessa, avvizzendosi come il volto di Giovanni Agnelli; lo ricordate? Se l’individuo non si 'muove', avvizzisce. L’Avatar umano non è fatto per rimanere fermo troppo a lungo nel Tempo. Con la meditazione ci si arresta per trovare un centro in altra direzione; l’arresto fisico se protratto nel Tempo conduce alla propria sedimentazione.
Questa notte ho (sognato?) percepito un’immagine molto chiara di quello che avrei dovuto scrivere questa mattina. Nella mia modalità consueta di sogno/veglia, verso l’ora del risveglio, ho osservato il cammino dell’individuo come costituito da passate di fasci esistenziali che lo vanno a definire sempre più nitidamente. Come una Tac computerizzata, che esegue più passaggi sull’intero corpo per visualizzarne la relativa mappa sul monitor. Una mappa che si definisce progressivamente, passata dopo passata.
Ecco, allo stesso modo, ciò che facciamo coincide con questa visualizzazione artificiale di noi stessi, per mezzo di una macchina nata da noi stessi. Ma, allo stesso Tempo, non nata da noi stessi quanto da esperti che l’hanno concepita e costruita.
È deduttiva la presenza di almeno due concetti di ‘noi stessi’ sovrapposti e contemporaneamente presenti. È deduttiva la nostra multidimensionalità...
Il frattale è, analogamente, che la Vita sia percorsa in quanto ‘soluzione’ prevista da ‘esperti’, che l’hanno progettata allo scopo di permettere la sua vastità. Gli aggiornamenti della mappa del suo territorio, dipendono da quello che noi tutti, gli Human Bit, contribuiamo a rilevare ed a rivelare.
È come recarsi in un luogo per riposare e allo stesso Tempo svolgere un’attività. L’attività in questione è relativa al fare esperienza nei modi direttamente più accessibili e nelle proprie ‘corde’. In questa fase subentra l’ampia distorsione ad opera del giudizio proprio ed altrui.
Nel gioco di riflessi che ne deriva, tutto confonde e puntualizza, allo stesso modo dell’alternarsi alla guida del veicolo umano dei due emisferi del cervello. Il ritmo è la base della Vita. La ciclicità è il sale dell’esistenza. È solo col movimento dei pistoni del motore di un autoveicolo che lo si mette in moto. Certamente esistono ed esisteranno altri tipi diversi di motore, tuttavia il senso del ritmo rimarrà per sempre inalterato, che si tratti della Mer-Ka-Ba o della bicicletta…
Fare una cosa dipende da noi. Il come facciamo quella cosa ci identifica. Il rifare quella cosa ci permette di migliorare ogni processo, come se avessimo la possibilità della ‘moviola in campo’ e del fermo immagine, se proprio serve.
Il raggio traente che ci veicola, nel fare una cosa per la prima volta, al raffinare il processo nel corso del Tempo, è l’opera di un progetto previsto all’origine. Come ce lo potremmo raffigurare altrimenti? L’esperienza deriva dal ricordare e dal fare. Perché tendiamo a ripetere le cose, giorno dopo giorno? Facciamoci caso. È solo quando quella ‘cosa’ l’abbiamo pienamente circumnavigata, che si scosta dal nostro cammino, permettendoci di andare oltre, di avanzare, di accedere ad un qualcosa di diverso.
Fare e disfare, come Penelope? Se serve, sì.
Il senso del verbo ‘servire’, in questo caso è inerente ad una causa ‘non scritta’, mentre è molto evidente il suo significato nell’ambito egoico. La nostra prevedibilità, al cospetto di forze che si oppongono per interesse proprio e per interesse, non scritto, superiore, è uno dei perni sul quale il motore esistenziale si fonda.
Arrivi in un posto. Ti abitui. Qualcuno ti guarda dall’ultimo piano del grattacielo più alto, in loco. Metti radici e ti fermi nel loop delle abitudini. Quel qualcuno studia il modo per sfruttare la tua presenza nel tuo centro nel suo centro e, nel corso del Tempo, quel qualcuno ti trasforma in una ruota dentata per la sua esistenza, per il suo business. Ora, tu che cosa puoi fare per smuovere le acque? Accorgerti di quel qualcuno mediante il riflesso di quello che sei diventato. Il riflesso è descritto a pieno nell’utilizzo dell’Analogia Frattale’.
Sistema operativo che non abbiamo scritto noi.
Sistema operativo che, tuttavia, riserva infiniti modi di utilizzo.
La nostra prevedibilità, disegnando loop, permette di attirare quelle forze necessarie per completare processi in stand by o necessitanti di aggiornamento.
Spagna, Rajoy: chiederemo aiuti se tassi alti per troppo tempo.
Se i tassi di interesse sul debito della Spagna rimanessero ‘troppo alti per troppo tempo’, tali da danneggiare l'economia del Paese, ‘posso assicurare al 100 per cento che chiederei un piano di salvataggio’. Lo ha detto il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, in un'intervista al Wall Street Journal…
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Ecco perché i tassi sono alti e lo rimarranno nella regione del Tempo. Perché qualcuno ci guadagna, perché ciò inasprirà il cappio al collo, permettendo alla lunga di comprendere dove ci si sia fermati, perché nella ripetizione ci saranno più occasioni per capirsi mentre ci si vede allo specchio.
Nessuna demonizzazione di qualsiasi situazione sarà mai in grado di fermare l’avanzata di una genie, che non può fermarsi oltre ad un certo Tempo in un certo luogo.
Stiamo complessivamente consolidando un cammino pregresso e dimenticato all’apparenza, come semi interrati in attesa di dare alla luce delle nuove piantine ‘geneticamente modificate’:
Nascita fisica, che rispecchia la nascita di un intento, di una idea, di una ispirazione, di una forma energetica alla base di ogni costrutto, di un progetto, etc.
L’iPhone 5 non piace ai designer.
‘Il design influenza ogni cosa, anche se la gente non lo vuole accettare’.
Che significa? ‘Oggi il design va approcciato in modo scientifico, dal punto di visto della geometria, della psicologia e della neuroscienza’, spiega Mishunov.
‘La regola dei terzi è una specie di formula magica basata sul concetto di sezione aurea e che si traduce in un rapporto di 2 a 3 ed è usata da secoli nella pittura, nella fotografia e nella musica. Fra tutti gli schermi con cui siamo abituati a confrontarci, quello dell'iPhone e di alcuni altri smartphone che usano questo rapporto è quello con maggior appeal’…
Un telefono che è quello che la gente voleva, non quello che vorrà...
Mishunov sottolinea l'importanza delle forme e della percezione di queste da parte dell'utente:
Gli ho chiesto, allora, se il design sia connesso con l'innovazione e mi ha risposto così:
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Il design… non è una forma di arte, ma ha a che fare con il funzionamento delle cose.
Ecco, se applichiamo questa formula al design del corpo umano, tutto potrà essere inquadrato in maniera diversa. Siamo funzionali. Per questo abbiamo assunto questa forma. Quando ci fermiamo per troppo Tempo, la nostra funzionalità viene meno. Perché? Perché abbiamo da compiere un altro progetto, invece che tendere a scappare via.
Questo aspetto lo sto comprendendo sempre di più. Io sono sempre stato colui che avrebbe preferito smaterializzarsi immediatamente (per andare dove?) piuttosto che approfondire le vie di una dimensione molto dura ed apparentemente ostica, che richiede fatica, impegno ed autentica comprensione delle vicende che scatena fuori e dentro di noi.
La missione è approfondire la propria conoscenza mediante saturazione del luogo che accoglie. Quando ci accorgeremo di essere tutto e dappertutto, saremo probabilmente pronti per il balzo successivo.
In quel momento, il Tempo si divide. In quell’attimo è possibile ancorarsi al passato/loop del già visto ma, comunque, opportuno al fine di maturare in se stessi, oppure prendere la via delle Stelle.
La scelta è nostra, anche se in realtà è una 'non scelta', in quanto l’espansione della propria energia tende ad utilizzare il passato saturato come propellente di spinta per allontanarsene, proprio come si utilizza la presenza di un Pianeta per sfruttare il proprio campo gravitazionale, in maniera tale da non esserne attratti ma, bensì, per ricavarne una spinta necessaria per procedere lungo il cammino.
È una scelta, ma anche una necessità. È una 'non scelta', proprio perché una necessità…
Alcune osservazioni, compiute in passato su criceti siberiani allevati in laboratorio, hanno mostrato come i roditori facessero ben poco per combattere piccole infezioni se le luci della loro gabbia erano tenute fioche, in una condizione che simula l'illuminazione invernale. Cambiando il pattern luminoso per simulare la luce estiva, si è registrato subito un incremento della risposta immunitaria.
Sia nei criceti che nell'uomo è quindi un intervento esterno a innescare quella serie di reazioni che permettono di ritornare in salute…
Accendere o spegnere le proprie difese a seconda delle condizioni ambientali sembrerebbe comportare notevoli benefici in termini evolutivi…
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Questa citazione permette una visione molto alta, nella sua conclusione:
un mosaico di possibilità. Difficile che tutto possa essere ricondotto ad un'unica spiegazione.Link
‘Più crediamo che una pillola abbia effetto, più ne avrà...’. Jon Kar Zubieta, professore di Psichiatria all'University of Michigan.
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Non esiste una verità ma solo mezze verità. Kybalion
Biodiversità, Libero Arbitrio, Tempo, Karma… tutto è riscontrabile nella differenza sostanziale che esiste da una impronta digitale umana all’altra.
Dipende da noi.
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
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