C’è questo pazzesco “documentario”, che permette di realizzare (o credere) che la Terra di “c’era una volta…” fosse molto più espansa in verticale, di quanto si possa essere autorizzati persino ad immaginare “oggi”.
Coi “famosi” Grandi Alberi che hanno fatto la fine degli stuzzicadenti, non destando l’ira di alcun “Dio” né “Dea Madre”.
Al fine, dunque, il “cielo è caduto sulla testa” di coloro che assistettero a tale immane tragedia.
Ergo: la paura degli “antichi” è giustificabile poiché era “già successo” l’antefatto = il crollo della “parete (soffitto)” verticale, entro cui esistevano mondi che sono diventati materiale per la leggenda.
Laddove, di conseguenza, quando i “moderni” Dogon dell’Africa, indicano la direzione, nel cielo aperto, dove si trova Sirio B, non stanno indicando una zona specifica dello Spazio, bensì… stanno indicando la posizione precisa dove fisicamente, una volta, “Sirio B” era collocata su uno dei Grandi Alberi della Terra:
i relativi fuochi o luci che la ritraevano e segnalavano sulla superficie terrestre, permettevano di sapere dove si trovasse la città, il regno o il villaggio che fu.
Insomma, posizionando tali gigantesche strutture verticali, lo spazio disponibile per essere calcato ed abitato, aumenta esponenzialmente, confermando che l’arrivo di ondate migratorie di popoli “misteriosi” che apparivano letteralmente dal “nulla”, sono proprio riferibili a questi “ponti naturali” di inter-passaggio tra “dimensioni”.