Gigi Proietti era simpatico. Lasciamo perdere la bravura e tutto il resto. Era simpatico. E poi, wow, ma che voce aveva? Come dimenticare il tuttotondo conferito a Gandalf, Draco, Devon e Cornelius e al… Genio (della Lampada)? Un vero e proprio, drago. Verrà ricordato.
E questo fa la differenza. Come ci insegna il “film” Le cinque leggende. È in questo che occorre mutare d’esperienza. Ovvero, ricordare di ricordare.
Proietti permette di agganciare il più ampio discorso collegato alla memoria di sé e non solo. Infatti, quando “decede” una persona, è la tristezza che coglie con le mani in pasta. La profondità dell’emozione è tale da ridurre l’individuo “sopravvissuto”, al pari di un cencio usato e strizzato oltremodo. Qualcosa che dura finché dura. E che a volte dura per sempre.
Eppure, tutto questo verrebbe meno qualora il “credo” fosse differente.