venerdì 12 ottobre 2018

Tappo, ti stappo.



C’è come, un certo pensiero auto ricorrente, che continua ad affermare:
“credo che c’è qualcosa/qualcun3 sullo sfondo, che fa da sfondo, e che se continui a comportarti come se non ci fosse alcuno sfondo, ad eccezione dello ‘sfondo’, cosa/chi è sullo sfondo rimarrà sempre solo uno sfondo senza senso o, se preferisci, uno sfondo ‘naturale’…”. 
Ecco, di conseguenza, l’abitudine e l’abitudine a… sopravvivere, in luogo di un altro “sfondo” possibile, poiché potenziale e non solo differenza di potenziale (da/in cui la realtà senza apparente alternativa sostanziale, AntiSistemica “qua, così”).
La bio-diversità è defunt3. 
Te ne sei accort3? Certo, non l3 sembra ma (ma) accorgiti della tendenza. È nel trend che ritrovi incorporat3 anche e soprattutt3 la strategia, quindi, cosa/chi pre determina tutt3, poiché non esiste; c’è (essendo compresenza immanifest3 eco-dominante, sullo sfondo poiché nello sfondo e, dunque, non solo sfondo che riflette tutt3 ciò che “è già success3” e, dunque, “continua a succedere”). 

giovedì 11 ottobre 2018

Livello ombra: realtà, memoria, esperienza.



Eichmann fu catturato approfittandosi della propria ciclicità regolare. 
Il Mossad sapeva esattamente cosa faceva ogni giorno lavorativo, a che ora il bus lo avrebbe riportato nei pressi di casa, come si sarebbe comportato (camminando sino a casa), etc. 
La necessità di essere “normale”, tradì Eichmann, esponendolo al rapimento organizzato (e toccò proprio a chi fece dell'organizzazione un perfetto meccanismo):
ciò che è la banalità del male, ovvero, lo status quo AntiSistemico.
Chi aveva l’interesse a trascinarlo via da lì, contò proprio sulla cadenza regolare di tale metronomo. 
Ora, da una simile vicenda, puoi ricavare valore aggiunto che, in un certo senso, sa trascendere la località, espandendosi sino al livello ombra, che non esiste; c’è.
 

mercoledì 10 ottobre 2018

Ritmo.



La nostra memoria si rifà alla storia documentata. Il libro dei ricordi è ancora aperto. E voi qui, adesso, siete la mano che tiene la penna…”.
Operation finale
Beata ignoranza.
Il ritmo è vibrazione. La vibrazione, all’eccesso - ovvero all’infinit3 – diventa punto, una fissità come una Stella. 
Oppure - apparentemente - scompare, dalla prospettiva di chi “è” ad un ritmo diverso (per forza di cose, “inferiore”).
Tale riflessione comporta tutt3 una serie di conseguenze, assolutamente degne di essere condivis3 anche senza essere Albert Einstein. 
Ad esempio, ma (ma) causalmente, 1- vibrazioni diverse significano, potenzialmente e contemporaneamente, diversi mondi, universi, potenziali o meglio differenze di potenziale, nella misura in cui una versione del mondo è più o meno sviluppat3 rispetto al punto zero, che è e rimane il potenziale, 2- dalla vibrazione dipende l’artifizio del “tempo”, poiché, per “assurdo (per eccesso, all’infinito)” il ritmo è talmente frequente da divenire fiss3, ovvero, di annullare ogni e qualsiasi “necessità” artificiale, nel durante, impiegat3 al fine di controllare la Massa sempre più res3 ignar3 d3 ciò che “è già success3” e dunque può solamente continuare a succedere (in assenza di un cambiamento o switch di punto di sospensione)...