Quando il “programma” vecchiaia, apporta qualche giro di vite ed il corpo inizia a dimostrare segni di cedimento (usura, logorio o, meglio, obsolescenza programmata), tu inizi a prenderne atto, come accorgendoti che qualcosa è cambiat3.Ma (ma) dentro, ti senti ancora come prima, ovvero, giovane; la tua immagine recondita rimane quella che è.
Il processo muta quando prendi atto della situazione esterna, ad esempio, osservandoti allo specchio o attraverso i riflessi della gente (ambiente).Infatti, a/in quel “punto” assumi che all’esterno ci sia proprio la tua immagine esclusiva, per cui progressivamente inizi a sostituire la tua “fotografia” interiore – ciò che immagini quando pensi e parli di te (una sorta di avatar) – con quella esteriore (frutto soprattutt3 della somma dei giudizi, appunti, altrui).
Quando t'immagini diversamente, esegui un aggiornamento/allineamento dentro-fuori, che diventi tu, ovvero “tu”, in ogni istante del processo di elaborazione delle informazioni, con te/“te” di sottofondo principale.Il che significa = inizi a sentirti autenticamente vecchi3, anche se potenzialmente ciò non costituisce l’unica verità (potresti tranquillamente non accettare il processo esterno).