martedì 22 aprile 2014

Le cellule devono avere a disposizione tutt'altre proteine...



Nel 2012 un uomo (è) precipitato nelle strade di Londra mentre un volo proveniente dall'Angola iniziava l'atterraggio…
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"Al Mondo" può accadere di tutto. Ossia, può accadere di tutto:
  • al Mondo (Pianeta)
  • nel Mondo (a “te”).
Anche di poter vedere un uomo che cade dal cielo, senza necessariamente essere né Dio, nè un Dio, né un alieno ma, semplicemente, un essere umano in “esperienza”

Una simile caduta non è esattamente volontaria, anche se l’azione del salire a bordo di un velivolo, da cui poi si cade (per destino o fato?) è autonoma.
Perché qualcuno dovrebbe infiltrarsi clandestinamente tra le ruote di un aereo? La modalità indiretta a cui ci si presta è altamente indicativa del tipo di potere, magnetismo e suggestione, che l’ambiente è in grado di riservare a coloro che vi abitano al suo interno.
Da questa prospettiva, la “giustizia“ non indaga mai sufficientemente oltre al livello usuale di “accaduto”, che sfocia sino al livello di tragedia (morte). Quali sono le cause, le circostanze respirate insieme all’aria, che hanno creato all’interno di un essere, quelle condizioni entropiche in grado di spingere “dal di dentro” ad esporsi a determinati comportamenti al limite della follia?
Certe “cause” non sono direttamente rilevabili e non appaiono mai.
L’ordinamento legislativo, ad esempio, non va a punire quelle realtà che speculano sul prezzo del pane, ad esempio, spingendo di conseguenza milioni di umani a rubare per sopravvivere. Anzi, il meccanismo dei “future”, che in maniera wireless, distaccata, asettica e sterilizzata - gio(g)o, interferiscono con le "normali correnti di equilibrio del prezzo di un qualsiasi bene”, è ritenuto ed inquadrato come assolutamente “a norma di legge”.
 

venerdì 18 aprile 2014

La funzione filtrata (ellissi/sfera).



Nei documenti letterari greci a noi pervenuti compare per la prima volta in Pindaro una concezione della natura e dei destini dell'uomo pressoché totalmente sconosciuta ai Greci dell'età precedenti ed espressione di una credenza per molti aspetti rivoluzionaria, la quale, giustamente, è stata considerata come elemento di un nuovo schema di civiltà.
In effetti, si comincia a parlare della presenza nell'uomo di qualcosa di "divino" e non mortale, che proviene dagli Dei ed alberga nel corpo stesso, di natura antitetica a quella del corpo dorme o addirittura si appresta a morire, e dunque, quando allenta i vincoli con esso e lo lascia in libertà...
Il nuovo schema di credenza consiste, dunque, in una concezione "dualistica" dell'uomo, che contrappone l'anima immortale al corpo mortale e considera la prima come il vero uomo o, meglio, ciò che nell'uomo veramente conta e vale. Si tratta di una concezione, come è stato ben notato, che inserì nella civiltà europea un'interpretazione nuova dell'esistenza umana. Che questa concezione sia di genesi orfica non parrebbe cosa dubbia…Giovanni Reale
Si parla, tra l'altro, di “documenti ritrovati”, di “nuovo schema di credenza” e di “concezione”. Ossia, di:
  • filtro (ciò che ritrovi e ciò in cui credi, è tale perché “permesso/filtrato”). Come puoi solo lontanamente immaginare che qualcosa sia stato lasciato al caso?
  • direzione (ciò che pensi di concepire ma, che come l’aria respirata, fa parte di un’atmosfera preparata e condizionata per il respiro umano). Oppure credi che l’aria sia “naturale”?
Lo so… è un inizio di articolo un po’ “forte” nelle sue tinte più sfuggevoli.

Ma è necessario che sia così. SPS va a smontare ogni certezza, favorendo l’inversione della prospettiva. Ciò che sai, ciò in cui credi è solo una delle infinite forme che può assumere questa realtà 3d. Come una lavagna che può accogliere in sé ogni tipo di tratto grafico, che tenti di dare una spiegazione, oppure che funga da auto sostegno, al fine di coprire convincentemente la propria origine “artificiale”, che l’ha concepita…
 

giovedì 17 aprile 2014

Natura dell'Artificio.


Molte cose al mondo non hanno un nome, e molte, anche se il nome ce l’hanno, non sono mai state descritte.
Susan Sontag
Susan Sontag (concedimi la battuta) alludeva, forse, al Nucleo Primo?
Le “cose” possono avere un nome naturale? Oppure, questo… “nome”, è artificiale ossia riferito a quello che qualcuno di “altamente ispirato” gli ha assegnato prima di te?
Tu hai un nome, vero? Ma è davvero tuo? Non te lo hanno dato i tuoi genitori? Tu dove sei in questa scelta? E, poi, all’anagrafe – dal punto prospettico di una macchina – non sei meglio (ri)conosciuto attraverso una cifra alfanumerica chiamata, a sua volta, coll’appellativo di “codice fiscale”?
Qual è, allora, il tuo "nome"? Ti chiami “Tizio e Caio” oppure “come una sigla di numeri e lettere”?
Cioè, tu sei solo questo? Un nome che ti hanno attaccato addosso, come una incisione su di una targhetta? 

Caspita… a cosa ti sei abituato! E, se non hai un “nome”? Beh, sono guai grossi, visto che i documenti d’identità li devi sempre avere con te. Che cosa ti succederebbe se disconoscessi questa convenzione?

Che semplicemente… non esisteresti per questa società. Ma, evidentemente, esistendo… perché proprio in carne ed ossa davanti al Giudice, verresti a costituire una sorta di paradosso dell’identità e dell’identificazione:
una macchina ti saprebbe ancora riconoscere se disconoscessi il tuo codice fiscale? Certamente, sì. È a te che spetta e tocca l’opera della dissociazione dalla serie numerica. In che modo?
Rinunciando ai tuoi apparenti “diritti” (visto che non hai il diretto accesso alla programmazione della macchina). Tu puoi anche vivere ai margini della società, ma… te la senti? E, poi, chi te lo fa fare? E perché lo dovresti fare? Non stai meglio, forse, così?

Sei in un loop: lo vedi?