le circonvoluzioni di grigio gas si mischiano al vapore ed alle componenti atmosferiche, disegnando poetiche librazioni per coloro, tra i più sensibili, che sanno cogliere la creatività anche all’inferno.
È sempre una prospettiva, una propensione ed una distanza che mutano d’aspetto il veduto ed il visibile.
Tutto quel “fumo”, scarto della lavorazione e trasformazione di materia, finisce nell’aria che si respira. Il significato frattale è quello di una intromissione invasiva dell’apparato polmonare e, dunque, dell’intero organismo. Non solo… la mente viene influenzata direttamente ed indirettamente dalle componenti parassitarie inglobate, risultando come “appesantita” in termini di funzionamento e “depressa” in termini di potenzialità.
Insomma… cose trite e ritrite.
L’inquinamento è cosa di lunga data. Lo si dovrebbe “conoscere e temere” molto bene. Ed, effettivamente, è quello che accade; le molte espressioni legislative sviluppate nel Tempo “sembrano” tutelare la popolazione e, a ben vedere, la situazione in occidente è “rosea” rispetto a quello che, ad esempio, sta accadendo in Cina. Vero? C’è sempre chi sta peggio e guardare al peggio fa addirittura bene al proprio “momento”. Mal comune mezzo gaudio…
Peccato che anche l’aria sia, però, “comune”, ossia si trasferisce potenzialmente, percorrendo l’intero arco atmosferico, attorno all’intero Globo. Ma questo movimento e questa presenza inquinante nell’aria è, tuttavia, invisibile, molto spesso inodore, incolore ed insapore, quando si mischia alla rimanenza delle componenti aeree che trova in quota.
Per cui, siamo alle solite:
la capacità sensoriale umana è come “(r)aggirata”.