giovedì 3 gennaio 2013

Che cosa sappiamo?




Un altro problema riguarda il modo in cui le citazioni vanno tradotte. Occorre distinguere vari casi.

La citazione è nell'originale, non è tradotta:
  • la citazione originale è nella lingua della cultura emittente: in questo caso, se si tratta di un opera classica, o comunque di opera già tradotta nella cultura ricevente, è bene cercare la citazione tradotta e citare in nota i riferimenti all'edizione nella cultura ricevente
  • la citazione originale non è nella lingua della cultura emittente: in questo caso la citazione si presenta in una lingua diversa da quella del lettore già nell'edizione dell'originale, pertanto si può mantenerla nella stessa lingua anche nel metatesto; a ciò fa eccezione il caso in cui la lingua della cultura emittente e quella della citazione siano molto simili, mentre la lingua della cultura ricevente sia molto diversa. Supponiamo per esempio che in un testo italiano compaia una citazione in spagnolo castigliano. Il testo viene tradotto in inglese. Mentre per un italiano il castigliano è una lingua leggibile e quasi comprensibile, non è altrettanto per un lettore inglese: in questo caso può essere opportuno riportare la citazione in inglese.
La citazione è presentata in un testo tradotto

in questo caso, la citazione non va tradotta dalla traduzione in cui la citazione è riportata, ma dalla lingua originale. Occorre perciò prima risalire al testo originale della citazione, poi stabilire se va tradotto (per esempio, l'originale potrebbe essere nella stessa lingua della cultura ricevente), e quindi tradurlo oppure se si tratta di opera già tradotta ricercare il passo nell'edizione nella cultura ricevente...
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Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013

 

mercoledì 2 gennaio 2013

Chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno.






Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.

Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.

D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: 

accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: 

cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

La menzogna non è nel discorso, è nelle cose.

L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.

Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.

Viaggiando ci s'accorge che le differenze si perdono: 

ogni città va somigliando a tutte le città, i luoghi si scambiano forma ordine distanze, un pulviscolo informe invade i continenti...

Le città invisibili - Italo Calvino

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013

   


venerdì 28 dicembre 2012

Nave del Tempo.




 È difficile acchiappare un gatto nero in una stanza buia soprattutto quando non c'è. 
Proverbio Cinese

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com