domenica 10 ottobre 2010

10 10 10 = 42: la mia età!






Oggi è il 10 10 10. Una “configurazione” numerica molto particolare, unica… Un punto prospettico privilegiato che possiamo esperimentare nell’osservarci. Consapevolezza richiede che si presti attenzione a cosa succede dentro se stessi ad ogni istante e, in periodi come questo, siamo “facilitati”. 

L’energia si “apre” ad abbraccio anche se il calendario è falso, perché il rapporto, la fruizione numerica è comunque “vera”. 

Abbiamo dunque la grande chanche di fare un “passetto” in più verso una maggiore conoscenza della “verità” racchiusa nel nostro mistero.

Lo scorso mese ho concluso le Notizie di Trasmutazione con una citazione di Krishnamurti sul vivere la vita. E quando rifletto sul vivere la vita nella sua completezza, una qualità che si accompagna è sperimentare amore incondizionato per quello che siamo piuttosto per quello che facciamo.
Penso che molti di noi siano stati socializzati fin dalla giovane età a comportarsi in un certo modo per ricevere amore. Ci è stato insegnato ad adeguarci alla società e a conformarci a determinati standard. A molte persone è stato insegnato a non brillare troppo e ad essere invisibili. Ci sono stati dati dei premi per quello che abbiamo potuto fare con successo piuttosto per quello che solo siamo.

Nel bisogno di conformare le esperienze di alcuni tipi di amore, in vari modi ci siamo dimenticati che il vero amore è accettare le persone per quello che sono – la presenza che loro portano nel mondo. Il vero amore è accettare piuttosto che lottare per essere qualche cosa che non siamo o per adeguarci ad alcune definizioni di “buona persona” da parte della società.
Così noi lottiamo per essere accettati e per essere amati invece che permettere a noi stessi di essere quello che siamo. Facciamo un compromesso con i nostri sogni e cerchiamo di diventare quello che gli altro vogliono che noi siamo.
La terra, l’universo, Dio, la divinità, ecc ci amano per quello che siamo. E possiamo veramente sperimentare amore incondizionato senza nessuna corda legata e nessuna aspettativa, possiamo sperimentare una più profonda gioia nella vita. Questo genere di amore ci permette di seguire quello che ci fa appassionare, invece di vivere una vita che si adegua alla definizione di vita che dovremmo seguire, determinate dalle figure autoritarie e dalla società. Viviamo con un senso di libertà quando seguiamo il nostro percorso, piuttosto che provare a camminare su percorsi che potrebbero non sembrare giusti per noi a livello personale.
In qualche modo essere amati e adeguarsi, diventa una questione per molte persone. Ma la vera espressione di amore non ha niente a che fare con l’adeguarsi…”.
Fonte: www.studisciamanici.it   

Perchè la maggior parte di noi non riesce ad “essere quello che è”? Per tutta una serie di derivazioni che alterano il naturale flusso armonico del “processo” costringendo ad “adeguarsi”

Adeguarsi può sembrare corretto e nel suo contenuto c’è verità, ma sempre nella “dose” da riservarsi… Alla fine è sempre una questione di “misura” in tutte le cose. La flessibilità è diversa dal semplice adeguarsi. La prima qualità mantiene il suo punto d’origine ben attivo, spostando solamente il proprio “baricentro” al fine di “non spezzarsi” di fronte ad una improvvisa e forte “corrente” contraria: è sopravvivenza lucida che non fa cadere nell’oblio della smemorizzazione. La seconda qualità dipende dal grado, appunto, di smemorizzazione. Se nell’adeguarsi ad una nuova situazione non esiste un centro attivo di memoria, il nuovo centro rischia di divenire una illusione fuorviante sul nostro cammino verso la conoscenza di se stessi.

Il processo che mi sembra più “opportuno” è proprio quello messo in atto naturalmente da un filo d’erba: si “adegua flessibilmente” ad ogni circostanza ma gli è chiaro, in ogni istante, che il vero segnale da seguire è sempre il raggio di luce che lo alimenta e lo fa “crescere”. È vero che può essere “ingannato” anche da una luce artificiale,  ma una simile luce prima o poi si esaurisce. Il filo d’erba è contenuto a livello di potenziale nei semi e nelle radici, dunque nel terreno e nei suoi simili: tramite questa comunicazione egli può sapere sempre dove sia la vera luce, anche quando è coperto da un nero strato di catrame obnubilante. È una questione di tempo e, prima o poi, quel manto oscurante si “bucherà” o si consumerà e allora la luce tornerà a filtrare.

Solo una questione di tempo.

Oggi può essere il tempo giusto, il giorno giusto per un nuovo proposito o per un rafforzamento di un certo sentire. Approfittiamone!

Il 10 Ottobre 2010 , secondo la Numerologia Tantrica, trasmessaci da Yogi Bhajan, un grande Maestro dei nostri tempi, è sicuramento un giorno speciale. Posteremo, con molta umiltà, una piccola lettura per aiutare tutte le persone che ci seguono e che cercano un cammino spirituale.
Il 10 nel Dono, dono ricevuto dal Divino, e' una benedizione, che si farà sentire nell'Anima e nel Karma. Il Destino nell'energia del numero 3 ed il percorso nel numero 5 così ricchi di significato, vengono beneficiati da questo connubio. Si cerca la perfezione, si esercita fascino, ma per timidezza a volte si oscura la propria Luce

È ora opportuno prendere posizione quando si sente che si è nel giusto, è tempo che, chi è nobile d'animo, si manifesti con forza e determinazione e porti a termine i progetti, anche quelli già iniziati da altri uomini prima di lui, perchè adesso eleveranno molte persone.

Si è affidabili e nulla di male può toccare colui che emana una naturale radianza, perchè sa che il Divino lo ama ! Il viaggio dell'anima ha già mostrato tutti gli aspetti positivi o inappropriati dell'energia 3; ora è tempo di essere disponibili:  si ha la funzione di nutrire o far funzionare un'organizzazione o una famiglia o una grande struttura, molte persone contano su di voi e voi siete l'amico di cui fidarsi.
È tempo ora di condividere ciò che avete, quello che conoscete, quello che siete: insegnate sia con l'esempio, sia utilizzando doti comunicative. Occorre trovare equilibrio tra cielo e terra, tra dentro e fuori di sè, è tempo di imparare la perseveranza, la lealtà, la pazienza. Occorrerà accogliere e adattarsi a continue e nuove circostanze che si manifesteranno repentinamente.
La preghiera diviene azione, intesa come moto dell'animo che ha origine dalla pura intenzione. Occorre imparare l'uso corretto della libertà e difendere la libertà altrui affinché gli abusi cessino e l'integrità venga ripristinata. Occorre divenire maestri di equilibrio, maestri di se stessi, per perseguire il cammino di elevazione che questo momento richiede, riconoscendo il Divino che è in noi.
L'auto-sacrificio possiede ora uno scopo, un'autentica azione sacra e consapevole che "aprirà" le menti umane per imparare un'altra lezione. Gli uomini potranno scegliere quali prove superare e quali Doni accettare o rifiutare”.
Fonte: www.spaziosacro.it

Le nostre “antiche radici” non hanno età: sono un insegnamento vivente. Quello  che molto spesso sfugge è il senso di pienezza che giunge dal passato. Un passato non qualificabile. Un passato che ci hanno insegnato a ritenere “vuoto”, senza vita, popolato da “scimmie” senza saggezza da cui deriviamo. Seguendo questa mentalità sequenziale, il passato non può insegnare molto di più della semplice linea di sopravvivenza istintiva. Non va oltre a questa soglia. Infatti non capiamo come l’uomo antico possa avere lasciato testimonianze del proprio passaggio tanto ricche e profonde

Non lo capiamo perché usiamo la nostra intelligenza in maniera lineare. 

Non percepiamo nemmeno che il tempo può essere una consuetudine e che possa avere strati diversi e compenetranti, vorticanti, tridimensionali. La linea temporale è molto più ricca di quello che ci hanno insegnato ad intendere. Per questo motivo non ci raccapezziamo più!

Come può insegnarci qualcosa un certo tempo in cui sulla Terra c’erano solo “scimmie”? O un certo tempo caratterizzato da culture che non conoscevano nemmeno l’energia elettrica? O i computer! È questo un nostro limitato giudizio, un’ombra che ci allontana dalla continuità della figura del cerchio.

In Natura è tutto ciclico, per cui che figura si traccia, volenti o nolenti? Proprio un cerchio. Gurdjieff quando spiega la legge d’ottava, annuisce al fatto che il primo semitono mancante, se non superato, comporta lentamente una inversione di direzione, una rotondità, un ritorno sui propri passi, cioè? Una figura simile ad un cerchio o a una ellisse come un orbita planetaria attorno al Sole.

Tenere in considerazione il passato come un serbatoio di grande ricchezza e considerarlo in grado di insegnarci qualcosa di veramente utile è un grande passo in avanti e un superbo risultato di equilibrio, umiltà e saggezza. Il frattale è nelle vere motivazioni che tengono avvolto nel mistero le ampie spire del passato. Non è solo una questione di business avvolgere il passato nel mistero, non è una operazione di marketing per vendere più libri o fare certe trasmissioni alla televisione. C’è molto di più. C’è la negazione che il tempo è strutturato in una forma, in una geometria variabile che è molto lontana dalla concezione indotta di semplice sequenzialità. E questo è uno dei motivi che ci confondo le idee allorquando ci troviamo a riflettere su determinati argomenti. La chiave per procedere tra i “ghiacci” è la determinazione e la pazienza, un buon “motore” che deve essere alimentato dal nostro CuoRe.

Buon 101010 che tradotto dal sistema binario è 42:

Perché questa lunga fuga? Per cercare la domanda fondamentale alla risposta data dal Supercomputer Pensiero Profondo più di sette milioni di anni prima: "42". Cosa significhi questo numero nessuno lo sa, ma la risposta potrebbe spiegare il senso dell'intero universo.
  
Un gruppo di scienziati, i cui componenti sono in realtà la proiezione pandimensionale di una razza di esseri super-intelligenti esistenti su un piano dimensionale superiore, costruisce Pensiero Profondo, il secondo più grande computer di tutti i tempi e di tutti gli spazi, per ottenere la risposta alla Domanda Fondamentale sulla Vita, sull'Universo e Tutto quanto. Dopo sette milioni e mezzo di anni il computer fornisce la risposta: "42".

"Quarantadue!" urlò Loonquawl. "Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?"
"Ho controllato molto approfonditamente," disse il computer, "e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda."
Il computer informa i ricercatori che progetterà per loro un secondo computer, più grande di se stesso, incorporando entità viventi come parti della sua matrice computazionale, per dir loro qual è la Domanda. Questo nuovo computer viene chiamato Earth  ed è così grande da venir spesso confuso con un pianeta.
Fonte: Wikipedia

Nella bizzarra trama di Douglas Adams, nella sua "Guida galattica per autostoppisti", il numero 42 è una semplice  e pura invenzione? Anche la fantascienza di inizi 900 lo sembrava, ma poi la realtà l’ha ampiamente superata…
 

sabato 9 ottobre 2010

Il "Territorio" e Papa Luciani.





Ieri mi sono permesso di accennare qualcosa dal “magico” libro di Pier CarpiLe profezie di Papa Giovanni XXIII” che non ho ancora terminato di leggere. In seguito ho pensato di vedere l’anno di pubblicazione del libro che, stupidamente, mi era sfuggito: 1976.

Caspita! 1976… Calcolando che Carpi è morto nel 2000, lo stesso può aver cercato, in seguito, di trovare nelle profezie le conferme delle due altre elezioni di Pontefici avvenute prima della sua morte:
  • Giovanni Paolo I
  • Giovanni Paolo II
Cosa è successo di molto particolare? Che abbiamo avuto uno dei Papa “più veloci della storia”. E Carpi ha assistito a questo spiacevole “avvenimento” in presa diretta! Avrà lasciato delle testimonianze, altri scritti inerenti alla “toccata e fuga” di Albino Lucani? Sarà riuscito a trovare la “porzione” di profezia inerente a questo episodio, ancora una volta tanto misterioso? 

Chiedo ai lettori del Blog se possono rispondere a questa domanda…

Diamo per scontato che le profezie siano state pubblicate integralmente. Deve esserci certamente traccia di ciò che è avvenuto, visto che ciò a cui alludo è di importanza primaria: la morte perlomeno “strana” nientepopodimeno di un Papa!

E allora cerco di fare la mia parte, riproponendomi di riflettere sulle profezie in libera autonomia, cercando di trovare “un nesso”. Nel frattempo penso di avere avuto una buona intuizione alla mia maniera: quale? Quella della investigazione frattale e del linguaggio sincronico. Perché? 

Per trovare almeno una "prova" che a Papa Lucani è successo perlomeno qualcosa di “spiacevole”.

Ecco brevemente a quale conclusione sono giunto; il materiale citato è sempre disponibile su Wikipedia al seguente link.

“La sua elezione sarebbe stata frutto di una mediazione tra diverse posizioni, tra le quali quelle più conservative della Curia… Luciani, tuttavia, chiese sempre di non essere preso in considerazione… Si disse che Luciani fu eletto più per "ciò che non era" che per "ciò che era": non era un professionista della Curia che avrebbe potuto assumere un comando autocratico accentrato, nonostante la sua profonda cultura non era un altero intellettuale potenzialmente capace di mettere in difficoltà i porporati…”.

Notiamo come ci siano dei “segni premonitori”; avvenimenti fuori dalle righe:

Luciani fu eletto 263º successore di Pietro con una amplissima maggioranza (101 voti tra i 111 cardinali, il quorum più alto nei conclavi del Novecento… Lo stupore della folla in piazza fu grandissimo poiché la fumata, probabilmente per un errore del cardinale fuochista, fu inizialmente grigio chiara per poi diventare nera. La situazione di incertezza durò fino all'annuncio di Radio Vaticana e alla contemporanea apertura della loggia…”.

E ancora:

Luciani scelse un doppio nome per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa, in ossequio ai due pontefici che lo avevano preceduto… Il nome di Giovanni Paolo I fu il primo nome inedito scelto da un papa dai tempi di papa Lando (morto nel 914). Da allora, per oltre mille anni, tutti i papi scelsero, o comunque utilizzarono, nomi già posseduti da qualche predecessore…”.

Le innovazioni introdotte da Luciani.
Fu il primo pontefice a richiedere di poter parlare alla folla dopo l'elezione ma, poiché non era consuetudine, dovette rinunciare: due mesi dopo, invece, Giovanni Paolo II, chiese ed ottenne di poter parlare, rendendo subito omaggio a Luciani prima della benedizione. Fu il primo ad abbandonare il plurale maiestatis, rivolgendosi in prima persona ai fedeli, nonostante zelanti custodi del protocollo prontamente riconvertissero i suoi discorsi per la pubblicazione su L'Osservatore Romano e in altri atti ufficiali.
Il suo ministero iniziò il 3 settembre con una Messa celebrata nella Piazza antistante la Basilica. Per la prima volta nella storia un Papa non sarebbe più stato incoronato: Luciani si impose anche per il cambiamento del nome incoronazione che da allora mutò in solenne cerimonia per l'inizio del ministero petrino. Rifiutò inoltre la tiara, e fu anche il primo pontefice a respingere l'impiego della sedia gestatoria, in seguito ripristinata, per esigenze di visibilità, in occasione delle udienze generali. Rifiutò anche il trono al momento della Messa, detta di "intronizzazione".
 
Fu il primo papa a parlare di sé in termini umani: tenendo da un canto i consolidati effetti del dogma che vuole il papa "Vicario di Cristo in terra", non ebbe remore nel presentarsi con il complesso della sua personalità, ammettendo, ad esempio, di essere diventato completamente rosso dalla vergogna quando, ai tempi in cui era ancora patriarca di Venezia, Paolo VI gli aveva messo sulle spalle la stola papale.
Fu inoltre il primo ad ammettere la paura che lo colse quando si rese conto di essere stato eletto Papa: "Tempestas magna est super me". Così come non altri prima, espresse umilmente una sensazione d’inadeguatezza al ruolo.

Qualche problema con l’organizzazione?

“Una certa morbidezza nei confronti della questione degli anticoncezionali e della contraccezione, anzi una qualche apertura per l'argomento dopo un convegno delle Nazioni Unite sul tema della sovrappopolazione, furono oggetto di una censura da parte dell'Osservatore Romano, che non pubblicò i commenti papali…”.

Una questione di “genitori”?

“Durante l'Angelus della settimana successiva, il 10 settembre 1978, Giovanni Paolo I disse:
 
«Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile: (Dio) è papà, più ancora è madre»
 
Questa frase è una citazione di un passo dell'Antico Testamento, nonché semplice interpretazione di alcuni passi del Vangelo. Il concetto fu ribadito più volte anche dal suo successore Giovanni Paolo II, per esempio nell'udienza di mercoledì 20 gennaio 1999; sembra diversa invece l'opinione personale di Joseph Ratzinger che, nel suo libro "Gesù di Nazaret" (2007), afferma: "Dio è solo padre".

Stiamo parlando di un uomo che è stato “lì” per soli 33 giorni e che ha ammesso di avere avuto paura, che non era un “professionista della Chiesa”, che non aveva brama di potere ed infatti non chiedeva nemmeno di essere votato. Insomma, un uomo "normale"...

E allora? Come si comporta? Appena eletto inizia a mostrarsi una sua Natura, forse, nascosta molto bene. Una Natura molto particolare e “osteggiante” le tradizioni dell’ambiente "accogliente" millenario.

La transizione che diventa un “problema”? Può darsi…

Ricordiamo sempre che siamo in un mondo dove si è assassinato un presidente degli Stati Uniti, in pieno giorno, facendolo passare per un atto di “pazzia” del solito folle isolato. E poi si è riusciti ad assassinare anche il fratello. Uno mondo dove il leader dei “neri” è stato falciato e dove il leader dell’India è stato accompagnato preventivamente nell’Ade. Un mondo dove l’11 settembre significherà per sempre: abominio. L’elenco è molto lungo, per cui mi fermo qua, certo di avere reso l’idea.

Veniamo alla morte di Papa Giovanni I.

“Luciani si spense presumibilmente tra le ore 23.00 del 28 settembre 1978 e le ore 5.00 del giorno successivo, nel suo appartamento privato, ufficialmente a causa di un infarto miocardico.
Secondo un comunicato ufficiale del Vaticano, poco prima di morire, il Papa era sbiancato in volto, quando aveva saputo del giovane Ivo Zini assassinato a Roma.
Nei giorni immediatamente successivi alla morte, venne chiesto invano da una parte della stampa di effettuare l'autopsia sul corpo del papa, richiesta respinta dal collegio cardinalizio in quanto non prevista dal protocollo…”.
 
Ecco il punto! La causa ufficiale della sua morte è “Infarto miocardico”.

Va bene! Diamola per buona. Però andiamo a vedere cosa significa “biologicamente” morire per una malattia di questo tipo:

“Ad ogni conflitto, corrisponde una malattia e una sola. Per la perdita di territorio, la patologia corrispondente è un infarto al miocardio.

Capite? Mhm… Dovrei essere più chiaro? A pagina 63-64-65 del libro “Le radici familiari della malattia” di G.Athias, il capitolo “L’infarto al miocardio” suggerisce delle osservazioni molto particolari. Interessa?
 
Diciamo che sono stati 33 giorni molto “intensi”.

 

venerdì 8 ottobre 2010

Papa Giovanni XXIII: profezie e "angeli".





Chi sono gli Angeli? Siamo abituati a credere che siano entità evanescenti, illuminate perennemente di "Luce bianca", che siano “buoni”. Allora cosa significa questo “passo” tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani (8.38)?

Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

Gli Angeli sono inseriti nell’elenco delle “entità” che possono separarci dall’Amore del Creatore. Nel film “L’ultima profezia”, il protagonista principale si esprime in questa maniera:

In cielo c’erano ancora Angeli selvaggi che portavano le armi…

L’origine di tale verso è attribuita a San Paolo ed è contenuto nella Bibbia (lo si può udire nel film al minuto 1.31.49)

Ho cercato sul web questa frase, che dovrebbe far parte di una delle lettere di San Paolo, ma non ho trovato nulla a tal riguardo. Come al solito chiedo a qualche “visitatore” del Blog se ne fosse a conoscenza e, in tal caso, di potermi segnalare una simile evidenza. Grazie...

Ho trovato in Matteo (13.36) questa espressione:

Allora Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo.
Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell'uomo. E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno. E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli. Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo. Il Figliuol dell'uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d'iniquità; e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de' denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda.

Focalizziamo meglio: e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli.

Sempre nel film “L’ultima profezia” si dice che Dio ha sempre mandato gli Angeli per compiere il suo volere. Gli Angeli sono sempre stati a contatto con Dio ma con un ala intinta nel sangue

Sono come una sorta di “braccio armato”. 

Ora, io credo che, questi Angeli non siano altro che antichi ricordi provenienti dalla storia umana “velata” dal tempo e dall’Antisistema. Questi Angeli sono ciò che rimane del ricordo degli Anunnaki. Mi rifiuto di credere a simili entità come empie, cariche di violenza e intrise del sangue umano. Non ci credo e non ricrederò mai. È tutta una parafrasi quella che si compie. 

Le legioni angeliche sono legioni di combattenti. Le schiere angeliche sono entità evolute che hanno la responsabilità della crescita delle altre razze viventi nell’Universo, proprio come i Wingmakers oppure le razze “centrali” evolute.

Nell’economia universale coloro che sono più evoluti si occupano degli “altri”; l’evoluzione che intendo evidenziare è di tipo spirituale e non solo tecnologica. Una simile evoluzione nel suo stato di alto compimento comporta un senso di responsabilità nei confronti della Vita. 

Simili razze, appunto angeliche, costituiscono le schiere dei servitori volontari dell’opera del Creatore. Queste razze non possono ricorrere alla violenza in nessun modo. Questo è il mio pensiero.

Occorre fare pulizia di tutte le false credenze sparpagliate per cielo e terra.

I brandelli di verità intrisi nella violenza Anunnaki, vivono ancora oggi miscelati insieme a saggezza e buona volontà. Confondono. Mettono appunto zizzania. Ma secondo “logica” spirituale è ora di fare grande pulizia. Certi termini sono da “rifondare”. La storia stessa è da rifondare…

Leggendo alcuni passi di una raccolta di conferenze di Rudolf Steiner intitolate “La Bhagavad-Gita e le lettere di Paolo” è evidente come stiano, nella loro essenza, i due grandi tasselli della conoscenza e dell’esperienza inerenti l’oggetto delle conferenze stesse:

l’una racconta la sintesi finale di millenni di evoluzione umana ed in questo è perfetta, l’altro racconta gli inizi di una nuova fase dell’evoluzione umana che parte dall’esperienza del Golgota ed in questo è ancora “imperfetta”, allo stato di “seme”.

Come poter giudicare dunque opere tanto diverse, non tanto per i contenuti, quanto per “l’età” relativa al quel tipo di esperienza? Nessun giudizio. Nessuna conclusione. Solo una semplice ed oggettiva “osservazione” lungimirante trova senso.

Le due epoche diverse si succedono e fanno staffetta dell’evoluzione umana: la nascita dell’Io, la sacra fiamma che fa risplendere di luce propria l’Anima dell’uomo. Non è più solo una mutazione di forma ma di interiorità. Vicende legate al sangue, alla sua linea “spezzata”, alla perdita della chiaroveggenza, allo sviluppo dell’intelligenza legata all’Io, all’irruzione nei reami di competenza degli Asura, dei dominatori delle lande della densa materia, della resistenza all’evoluzione.

Una resistenza degna di tal nome, avveduta, sensata, motivatrice, motore di evoluzione

Che senso hanno, a tal proposito, le “denunzie” relative alle “Profezie di Papa Giovanni XXIII” contenute nell’omonimo libro di Pier Carpi?

“A Roma correranno i cani e la Madre sarà legata alle Crociate” (La Chiesa servirà a molti per fini di basso potere). Pagina 76.

Queste profezie furono trascritte nel 1935, quando Angelo Roncalli, arcivescovo di Masembria, delegato apostolico in Turchia, ebbe sette “sogni” ricorrenti e continuativi, nei quali ebbe il dono di queste “anticipazioni”.

“Lesse, e fu facile. Dio, tutto era tanto semplice, tutto era tanto chiaro. Se anche gli altri uomini avessero saputo. Il mondo sarebbe stato diverso. Ma Angelo si rendeva conto che non tutti potevano sapere. Perché quelle erano cose pericolose. Solo pochi potevano interpretarle nel senso giusto, usarle per il bene. Nelle mani dei malvagi, sarebbero state armi terribili contro l’uomo. Pagina 51.

Nel nome della Chiesa si farà mercato, si conquisterà potere politico, si abbatteranno nemici, distaccando l’azione sociale della Chiesa da quella che doveva essere. Infatti, nella politica italiana (qui ci si riferisce chiaramente a Roma e ai cani) i cattolici autentici non potranno mai inserirsi. I falsi si, e nel nome dei cattolici faranno una politica capitalistica, borghese, persino laicista, con compromessi antiumani, antisociali. Lo scopo sarà il ladrocinio: i falsi figli ruberanno dal gregge. Pagina 76.

“E in questi brani, egli oppone sempre la guerra dei potenti eserciti, fredda, calcolatrice, mossa da interessi economici e non sempre confessabili, da ogni parte, alla guerra d’entusiasmo, per la vera libertà, della Resistenza. Dei Partigiani, è detto: Europa, questi sono i tuoi figli migliori, che un giorno saranno traditi. Perché i capi che crederanno di abbattere comanderanno ancora, sempre gli stessi…. Infatti, continua la profezia, abbatteranno le marionette del denaro, non i padroni del denaro. Pagina 104.

Che dire? Che siamo alle prese con una storia tutta da riscrivere e tutta falsa. Così come adoriamo falsi Dei, siamo immersi nella falsità assoluta dell’illusione di Maya. Siamo in uno scenario difficile in cui padroneggiarsi è assai ostico. Ed il “bello” è proprio questo. L’uomo sta forgiando l’uomo nuovo attraverso se stesso. Sta imparando a cavarsela con i nuovi doni della nuova era che, paradossalmente, gli hanno portato a prima vista solo “guai”. L’era dell’Acquario che si è appena aperta, segna un nuovo inizio per l’intera "saga" umana.

Un “nuovo inizio”, ma contemporaneamente ad una “nuova fine”, che ancora deve avvenire.

Questa fine è un inizio: il 2012 carico di simbolismo…

Lasciamo andare il 2012, perché il 2012 è già stato, è adesso, sarà domani… Che importa? La cosa importante è che la “caduta” corrisponderà ad un pronto rialzarsi.

Ricordo che tra il materiale Wingmakers, esiste una frase illuminante che esprime questo concetto:

All’incirca nel 2075 ci sarà ad opera della scienza, l’irrefutabile scoperta dell’Anima. Un'altra "profezia"...

Quando anche la scienza sarà libera di annunciare una scoperta di questo tipo, il mondo sarà effettivamente prossimo ad un profondo cambiamento.

Un consiglio; a questo link  esiste un pdf intitolato “Vivere dal Cuore” che merita tutta la nostra attenzione.
  
Infine, una "citazione pesante" presente in quarta di copertina del libro “Le profezie di Papa Giovanni XXIII”:

Un libro sensazionale e straordinario: le profezie enunciate nel 1935 da Angelo Roncalli, allora delegato apostolico in Turchia, che sarebbe poi divenuto Papa con il nome di Giovanni XXIII.
Introdotto, dopo una serie di esperienze supernormali, in una società segreta iniziatica, Angelo Roncalli dettò le sue profezie, che vennero scritte dal gran Cancelliere e sarebbero dovute rimanere segrete.

Ovviamente tutto ciò non sarà mai riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa. Ma in futuro tutto verrà inesorabilmente alla luce e… questa è invece la mia profezia!

Vediamo infine ed in termini brevi, un cenno sulla Vita di Pier Carpi:

L'ottimistica previsione di Pier Carpi sulla galanteria del tempo e sulla futura riconsiderazione dell'ultimo suo sofferto romanzo, per ora non si è avverata e il problematico "Gesù contro Cristo" resta ancora abbandonato nelle soffitte polverose del dimenticatoio librario, colpevole (ma sarebbe meglio dire "in attesa di giudizio") per quella sua temeraria visione di un Cristo troppo umano, debole e fragile, che ha infastidito non poco l'ambiente ecclesiastico e che gli è costato la fredda accoglienza dell'intellighenzia culturale italiana. Direi, comunque, che, a beneficio di coloro che non hanno ancora avuto modo di valutarne il talento artistico, sarà meglio dare qualche cenno in più sulla sua figura.
Pier Carpi, morto prematuramente il 26 giugno 2000, era nato a Scandiano (RE) il 16 gennaio del 1940 e, oltre che un importante giornalista, è stato anche scrittore, sceneggiatore e regista cinematografico di un certo rilievo (tra l'altro molto conosciuto anche all'estero). Un artista "a tutto tondo" insomma… Con questa piccola premessa che vi prego di tenere in debito conto: il suo è sempre stato un talento, oltre che indubbio, anche un po' scomodo, o sarebbe meglio dire poco "allineato", poco "malleabile", soprattutto negli anni Settanta, quando l'anticonformismo era più facile sbandierarlo che praticarlo.
Del resto Pier Carpi qualche sgambetto ideologico lo aveva già subito quando, nel 1975, con il suo film Povero Cristo era stato selezionato per la Mostra di Venezia e poi meticolosamente fatto sparire perché a qualcuno una pellicola incentrata sulla ricerca di Cristo, soprattutto da parte delle giovani generazioni, dava parecchio fastidio

E sì che il suo precedente poema Il Vangelo di Maria, con la sua straordinaria interpretazione della Rivelazione, aveva ottenuto elogi e giudizi positivi proprio dall'ambiente clericale e perfino dal Papa. Cosa verificatasi anche per il successivo Le profezie di Papa Giovanni, saggio controverso e decisamente più commerciale, che fu dapprima accolto con diffidenza e ostracismo e divenne poi un grosso successo editoriale (ben supportato dal riconoscimento - in un certo senso "ufficiale" - delle capacità profetiche del Beato Papa con un Angelus dell'allora Pontefice Paolo VI)
Fonte: www.piercarpi.interfree.it