lunedì 4 ottobre 2010

La percezione delle dimensioni.




Non crediamo o ci è difficile comprendere il concetto di dimensione? Ad esempio, quando si parla di terza, quarta, quinta dimensione, in ambito di canalizzazioni o in termini di “quantistica”, o nella Kabbalah, etc. riusciamo ad interpretare simili “possibilità”? Simili “mondi”, tanto concreti quanto quello nel quale ci “sentiamo” collocati? 

I Maya definivano questa epoca come la possibilità di camminare tra due mondi, alludendo proprio a due vere e proprie dimensioni a cui l’intera umanità è “sottoposta”.

Cosa è una dimensione? Per capirlo meglio è opportuno osservare i suoi frattali. Ad esempio, quando andiamo in vacanza per due settimane entriamo in una nuova dimensione o sottodimensione della nostra consueta dimensione. Al ritorno delle vacanze ci sentiamo diversi, poi torniamo ad assumere i “panni” dell’abitudine nella dimensione canonica di “appartenenza" vibrazionale. 

Esistono sottodimensioni delle dimensioni e dimensioni “madre”. Quando si parla di terza o quinta dimensione ci si riferisce a livelli della frequenza vibrazionale “limite”, ossia di oscillazioni al di là delle quali il cambio di percezione è sostanziale. Non parliamo più di vacanza di due settimane ma di “vacanza” per l’intera Vita. Ossia si registra un cambio inequivocabile della modalità di usufruizione della Vita. Per comprendere meglio questo concetto occorre “ragionare” sulle sottodimensioni, perché le viviamo quasi ogni giorno, mentre un cambio dimensionale è cosa assai meno frequente. 

Il paradigma di Vita che consegue ad un cambio dimensionale viene completamente smantellato perchè sottoposto a “verifica” attraverso nuovi parametri di coscienza. Allora cerchiamo di percepire, per il tempo che ci serve, un contesto di sottodimensione. Cosa è? Ecco una serie di casistiche frutto dell’osservazione di 4 notizie apparse su Yahoo questa mattina. 
Le sottodimensioni vincolano un aspetto della consuetudine, affondando il loro “timbro” vibrazionale in modelli simili alla realtà consueta ma leggermente "distorti", diversi. Ognuno di noi vive in sottodimensioni differenti e questo aspetto è possibile anche inquadrarlo in un fattore di libero arbitrio. Siamo caratterizzati da questa diversità, che si può leggere sia nelle impronte digitali di un singolo dito, sia nella nostra collocazione in una sottodimensione, in cui possiamo credere che il fumo faccia bene o faccia male a seconda del nostro punto prospettico dal quale osserviamo.

Tale punto prospettico evidenzia una sottodimensione della terza dimensione. La frequenza di Vita ci permette di “saltare” da un sottolivello ad un altro, proprio come fanno gli elettroni con i livelli d’energia. E proprio come gli elettroni, non sempre un apporto di energia identico determina il “salto”. Perché? Perché tutto ciò fa parte della "bellezza" dell’esistenza, della biodiversità. I campi morfologici che guidano le nostre esperienze e la nostra crescita fisica e spirituale, contano con grande evidenza nella possibilità di eseguire questi balzi. Tali campi morfologici dipendono da altre variabili mai frutto del caso, interpretabili solo ed esclusivamente al di fuori del reame del tempo, entro il quale non è chiaramente osservabile la dinamica che spinge la Vita a manifestarsi in un determinato modo piuttosto che in un altro.

Dall’osservazione delle prossime 4 notizie, si evidenziano quattro prospettive diverse di “vedere se stessi”, ossia 4 sottodimensioni della terza dimensione. In questo modo intendo dare un modello “concreto” per percepire il cambiamento che, indubbiamente, spira fortissimo in questi anni del nuovo secolo. 
 
Abbiamo sottodimensioni particolari, a seconda che il nostro punto prospettico sia o no inquadrato in queste situazioni. Se siamo coinvolti in questi “raggi”, la percezione di Vita risulta diversa, persino dal solo giorno prima, o dal momento in cui ci troviamo a vivere questa esperienza. Le emozioni ci indicano “dove siamo” nel percorso dimensionale di ascesa. Infatti sono proprio le emozioni che sollecitano i cambiamenti interni che sfociano all’esterno e che dall’esterno "conversano" con l’interno a "doppia mandata". Eccole negli esempi sottoriportati:
  1. Dimensione tempo/responsabilità
  2. Dimensione rifiuto/accettazione di se stessi
  3. Dimensione rifiuti/egoismo
  4. Dimensione lavoro/depressione
Questi livelli dell’Essere caratterizzano il presente, l’adesso e sono solo degli esempi, dei frattali. Il loro potere magnetico corrisponde al tempo che ci vedrà “soggiornare”. È possibile entrare ed uscire nelle modalità più diverse. È anche possibile oscillare tra due sottolivelli, proprio come l’umanità oscilla tra la terza e la quinta dimensione. La differenza la facciamo solo noi, con la nostra vibrazione, il nostro Cuore, l’assunzione delle nostre responsabilità o meno.

Leggete e provate a sentire come cambia il vostro punto prospettico, rispetto all'istante precedente  alla lettura. In questo modo diventiamo più consapevoli della potenza dei "Media" e della nostra "volatilità" emozionale. L'attrazione cambia anche in funzione di quale punto prospettico facciamo nostro...

Un' eco catastrofe dalla II Guerra Mondiale.
Sul fondo degli oceani e dei mari di tutto il mondo c’è una bomba ecologica vecchia di quasi 70 anni pronta a esplodere, con conseguenze che potrebbero essere molto più gravi di quelle provocate dalla perdita della piattaforma BP nel Golfo del Messico. Sono i serbatoi carichi di carburante delle oltre 8500 navi affondate durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui 1500 petroliere, che dopo decenni di ruggine, acqua salata e corrosione stanno per cedere.
L’allarme è stato lanciato dalle colonne della autorevole rivista NewScientist da Trevor Gilbert, dell’Australian Maritime Safety Authority e Dagmar Etkin dell’Enviromental Research Consulting di New York, che hanno realizzato il primo database al mondo dei naufragi bellici potenzialmente pericolosi. I due ricercatori sono anche riusciti a stimare il quantitativo di gasolio, lubrificanti e derivati del petrolio vari stivato nei relitti di guerra: oscilla tra 2,5 e 20 milioni di tonnellate. Anche nell’ipotesi più favorevole si tratta di una quantità di inquinanti doppia rispetto a quanto è fuoriuscito negli ultimi mesi dal pozzo della BP e 10 volte la perdita della Exxon Valdez.  

Un disastro ambientale di proporzioni immani che non è solo una teoria: si sta già verificando.

Nel 2001 una petroliera americana affondata nel 1944 nell’arcipelago della Micronesia con oltre 20.000 tonnellate di petrolio e carburante aeronautico, ha cominciato riversare in mare il contenuto delle sue cisterne. È bastato un tifone che ha spostato il relitto di qualche metro per rompere le lamiere e far sì che il contenuto del relitto si arenasse sulle bianchissime spiagge circostanti.
Ma non c’è davvero nulla da fare? In realtà, dicono gli esperti, ispezionare i relitti affondati e tenerli sotto controllo è l’unica strada possibile. E una volta identificati quelli più pericolosi, occorre bonificarli aspirando il contenuto di stive, cisterne e serbatoi. Si tratta però di un’operazione costosa, che non tutti i paesi si possono permettere: nel 2001, svuotare i serbatoi della Jacon Luckenbach, affondata nel 1953 al largo di San Francisco è costato al governo americano 15 milioni di euro.
Fonte: Yahoo

Usa: Se Rifiutati Il Cuore Perde Un Colpo. Studio. 
Washington, 30 Set. Il cuore umano si ferma e perde colpi - nel senso letterale ed organico del termine - di fronte al senso di rifiuto e rigetto sociale.
Un curioso nuovo studio pubblicato sulla rivista Usa 'Psychological science' rivela come di fronte ad un rifiuto inatteso le persone vengono colpite non solo da stress emotivo ma fisico, misurabile in termini di aumento del cortisolo (l'ormone dello stress), di risposta del sistema parasimpatico e di funzionalità cardiaca.
Condotta dall'università di Amsterdam, la ricerca ha analizzato la reazione cardiologica di 22 studenti che avevano appena ricevuto una risposta di accettazione o di rifiuto. I giovani avevano presentato una loro foto-ritratto a colleghi e superiori e aspettavano la loro reazione.
Tutti gli studenti erano collegati agli elettrodi per l'elettrocardiogramma quando hanno ricevuto il giudizio sulla loro foto: il cuore di quelli rifiutati - rivela il rapporto - ''ha saltato un colpo, il battito cardiaco e' rallentato, per poi ritornare alla normalità ma in ritardo rispetto agli altri''. La stessa identica reazione - di saltare un battito cardiaco - e' stata registrata quando gli studenti sono stati giudicati dalla foto più vecchi della loro reale età.
''Sentirsi rifiutati - conclude lo studio - può quindi davvero fermare il cuore''.
Fonte : Yahoo 

Coldiretti: buttati 37 mld di cibo.
ROMA, 3 Ott. Ogni anno finiscono nel secchio della spazzatura delle famiglie italiane 37 miliardi di euro di cibo, il 3% del Pil, afferma Coldiretti. Una montagna di cose da mangiare sufficiente a nutrire 44 milioni di persone (vale a dire l'intera popolazione della Spagna), che gli italiani preferiscono buttare, piuttosto che riutilizzare attingendo alla tradizione e alle ormai dimenticate 'ricette della nonna'.
Fonte: Yahoo

Depressi sul lavoro? Ecco perché.
Con i tempi che corrono, la maggior parte delle persone è contenta soltanto per il fatto di avere un lavoro, qualsiasi lavoro, anche se poi non ne sono così soddisfatte. Anzi. A volte vivono momenti di vero disagio psicologico. Le statistiche dicono, che i disoccupati sono più depressi rispetto agli occupati: la percentuale è del 13% nel primo caso e del 7% nel secondo. "Il lavoro - spiega Eugene Baker, medico e vice presidente di un programma di assistenza ai lavoratori - può essere fonte di significato e in più inserisce in un contesto sociale, perché si ha un posto dove andare ogni giorno e dove si trovano persone con cui interagire. E questo è un grande antidoto contro la depressione. Ma se si è infelici da tempo a causa del proprio lavoro, e se non si ha alcun potere di cambiarlo, si può arrivare a essere depressi"...
Fonte: Yahoo
 
 

domenica 3 ottobre 2010

Un verso: come Comete.





Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti 
nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre – Che cosa
c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta
Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso
.

Ahimè! Ah vita! - Walt Whitman 

 

sabato 2 ottobre 2010

Vuoto a... vivere.





Il vuoto e l’ostacolo. Cosa rappresentano questi due veri e propri mondi? Sembrano essere innanzitutto legati ad un “perno centrale”, un vincolo che li trattiene a sé come dei satelliti ad un pianeta: la ragion d’essere. Il senso. Il perché.

Quale è la loro "collocazione", la loro identificazione nella dimensione umana? L’essere d’utilità. Dove per utilità s’intende una movimentazione delle energie, atta a risvegliare un potenziale

Ecco che queste due polarità, tanto estreme, riescono allora a “toccarsi”, a compenetrarsi l’un l’altro. Sorge evidente un piano netto, deciso, un progetto sensato di appartenenza. Nel vuoto che siamo abituati a definire come il “nulla”, l’assenza d’ogni “cosa”, esiste il potenziale del “tutto”. Nell’ostacolo che siamo abituati a definire come una “ostruzione” al nostro cammino, è contenuto il “tutto” relativo alle nostre potenzialità inespresse o in via di espressione. 

L’ostacolo è un “colpo di frusta”, una sferzata di nuova energia che trae origine dal nostro profondo

Il “colpo” che muove l’ostacolo davanti a noi necessita della nostra energia, perché è una nostra creazione. Tale energia deriva dal nostro vuoto, dal nostro inconscio incompreso. Tale energia ci viene richiesta come "diritto di contrappasso". Come un caffè che “risveglia” utilizzando le nostre riserve d’energia e non un surplus esterno. Gli ostacoli ci spossano perché utilizzano la nostra scorta, ma essi stessi costituiscono il principio sul quale costruire nuovi ponti per raggiungere una meta, un “qualcosa”. Proprio quella serie di “qualcosa” contenuti ed estratti dal vuoto. Gli ostacoli sono “Made in Vuoto”: la loro origine è ivi collocata.

Il termine “vuoto” ha, nell’uso corrente, significati più concreti, come ad esempio i concetti frattali di:
  • vuoto a rendere - un contenitore che, privato del proprio contenuto, può essere reso, in cambio di un compenso, in modo da poter essere nuovamente utilizzato. Si tratta di una forma di riciclaggio.
  • vuoto a perdere - un contenitore privato del suo contenuto che non può essere reso. Un vuoto a perdere rappresenta una zavorra, qualcosa di inutile e di cui si sente il bisogno di disfarsi.
Sono queste due facce, i due soliti opposti caratterizzanti la dualità. Il vuoto è un “contenitore” a cui non possiamo che accedere in maniera “sottile”. Il vuoto eroga potenziali. Il vuoto è sempre pieno, non si svuota mai. Il vuoto è carico di potere che deriva dalla nostra divinità. Nel vuoto esistono tutte le versioni di noi stessi. È come il cilindro magico di un mago. Il vuoto può essere una zavorra o una piuma, a seconda del nostro punto prospettico ma, in ogni caso, è il conferimento di una energica possibilità di essere. Il vuoto è una nostra estensione come noi lo siamo del vuoto, come l’ostacolo lo è sia del vuoto che di noi stessi e di come noi  stessi lo siamo del vuoto e dell’ostacolo.

È un’altra forma di Trinità, dove abbiamo i principi “genitoriali” e la loro proiezione densa nell’uomo come diretto risultato di una interazione, di un attrito senza sfregamento e senza distanza

Il cerchio è la figura che meglio contraddistingue il perimetro delineato dalla loro interazione. Il triangolo inscritto nel cerchio. Due triangoli capovolti ed avvolti dalla circonferenza. Un rombo in un cerchio. Schiacciandolo ai vertici diventa un quadrato in un cerchio.

La quadratura del cerchio.

Saper coesistere, equilibrando l’ottava rappresentata dal vuoto e dall’ostacolo è un’arte di Vita. L’equazione che deriva rappresenta ciò che siamo e ciò a cui aspiriamo. L’equivalenza è la direzione verso cui siamo sottesi. Come partire per un lungo viaggio marino, da un porto che contiene già l’estratto di tutto il nostro viaggio che ci stiamo accingendo a vivere.

Perché facciamo quel viaggio se il suo potenziale, il suo insegnamento è già in noi, nel nostro “vuoto”? 

Perché è il viaggio ciò che va "assaporato"; la lenta progressione tra e oltre gli ostacoli. Ostacoli che ci plasmano e ci identificano.

La “frustata” ricevuta è un propellente che toglie energia ma addensa un potenziale, rendendoci “stanchi ma felici”

Stanchezza che in seguito scompare, sostituita dalla gioia per il viaggio, per la realizzazione dell’essere sulla cresta dell’onda, mai separati dalla “costa” eppure lontani da ogni convenzione capace di innescare la paura e la separazione.

Non è mai troppo tardi per questo e per infinite altre bellezze…

Se io potessi vivere un'altra volta la mia Vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato…
Istanti di Jorge Luis Borges