venerdì 30 luglio 2010

La preghiera: una tecnologia molto "costosa".




In questi ultimi giorni l’aria è tornata “respirabile” dopo il gran caldo afoso della pressoché interezza del mese di luglio. Un mese importante che ha condotto una grande energia veicolata dal Sole e raccolta dal Cosmo, ad irraggiarsi anche sulla Terra, colpendo la “cintura” o pellicola della Vita organica che la ricopre “affettuosamente”. Ho scritto ieri della Legge d’Ottava, così come la espresse Gurdjieff un secolo fa, ribadendola ai propri allievi russi. Ebbene ho la chiara sensazione di essermi imbattuto in un qualcosa di molto importante ed allo stesso tempo “efficace”. La chiave che lega un mondo invisibile a quello tangibile può essere davvero la comprensione della struttura “musicale” della Vita; come se questo aspetto “sonoro” emerso attraverso lo studio delle armoniche musicali costituisca la punta dell’iceberg dell’intera orchestra della Creazione. La punta dell’iceberg è visibile, mentre la rimanenza del “corpo” è totalmente nascosto dalle “acque”.

La Natura frattale delle “cose” insegna ad osservare e intuire il "grande" dall’osservazione del "piccolo", di tutto ciò che è “emerso” alla percezione diretta inequivocabile dei nostri sensi di base. In questo caso della percezione ed usufruizione della musica, ossia di ciò che conosciamo.

La Legge d’Ottava va a spiegare ogni modalità o “ansa” della Creazione, persino il modello contorto e diametralmente rovesciato con il quale siamo alle prese in questi tempi di trasformazione silente.

Dal mio canto posso tranquillamente affermare che ho percezione di una società, oramai globale, nella quale l’ingiustizia si è trasferita direttamente al “posto di guida”, ossia presso gli organi di giustizia e legiferazione. La testa che guida il paese, i paesi, le associazioni di ogni tipo, le organizzazioni più disparate, etc. sono cadute nelle mani dell’ingiustizia e dell’illegalità. L’immoralità e la mancanza di etica che emergono da ogni punto il nostro sguardo si possa posare, sono talmente evidenti che suona molto strano che la gente non scenda in piazza seriamente.

Non intendo con questo dire che urge una rivoluzione! Intendo evidenziare che la mancanza di una reazione da parte della massa è indicativa dello stato di drogaggio in cui, la massa stessa versa inesorabilmente.

La “rana” è sempre più bollita.

Temo addirittura che, leggendo queste mie frasi, non si comprenda nemmeno del proprio stato ipnotico e che, tutto, sia ritenuto assolutamente nella normalità. Quando Gurdjieff parla di “shock addizionali”, riferiti alla Legge d’Ottava, nei due intervalli che si creano naturalmente durante il suo “scorrere”, mi è subito chiaro che, in questo momento, ne stiamo vivendo proprio uno o ci stiamo accingendo ad uscirne.

Lo shock addizionale è tuttavia in corso, proprio nella “figura” di una vasta onda energetica che sta pervadendo e scuotendo il “tessuto”  spazio temporale che ci contiene ed avvolge.

“L’uomo macchina non può fare niente. A lui, come attorno a lui, tutto accade. Per fare, è necessario conoscere la Legge dell’Ottava, conoscere i momenti degli intervalli, ed essere capaci di creare gli shock addizionali necessari”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Nel proverbio “il pesce puzza dalla testa” è contenuta la verità e la denuncia frattale che il tutto è rovesciato. Le responsabilità sono sempre equidivise, in quanto il resto del corpo ha provveduto quantomeno ad accettare la formazione della testa, tuttavia il resto del corpo, ossia la maggioranza, non si accorge di essere stato ingannato dalla testa. La testa ha dimostrato di avere capacità di auto conservazione molto forti e determinate e di essere, a sua volta, lo stato cuscinetto di un qualcosa di ancora più forte: l’Antisistema.

Ossia fa comodo che la testa rimanga al suo posto,  ma solo sino ad un certo punto, perché “tutto scorre”. Come è potuto succedere che l’Antisistema sia sopravissuto allo scorrere del tempo, agli intervalli della Legge dell’ottava? Attraverso una grande conoscenza di questa e di altre leggi universali ed attraverso l’utilizzo della creazione di shock addizionali meccanici, come ad esempio lo scoppio di guerre mirate proprio a compensare la deviazione delle forze impressa dal fluire della Legge d’Ottava.

Se leggiamo la Natura e l’industria della guerra nel corso della storia umana comunemente accettata, ossia manipolata, è evidente che c’è una "mente" superiore che ha sempre condotto le operazioni di supervisione dello svolgimento delle operazioni di preparazione alla guerra. Le guerre sono sempre state volute da una certa "elite", per compensare quelle forze naturali che avrebbero spinto i “piani dell’Antisistema”, ad un certo punto, a fermarsi e poi invertire la “rotta”.

C’è una “regia” che la sa molto lunga!

Gli imperi si sono succeduti con estrema continuità della loro testa; come non vederlo? C’è una sola linea di condotta occulta che li unisce tutti: l’Antisistema.

Le diverse etnie e razze che sono state concentrate sulla Terra, sono sempre state veicolate da un potere superiore che conosceva e conosce come mantenersi sempre sulla "cresta dell’onda".

Questo potere non ha radici terrestri; osserva da un altro “luogo”…

Esso stesso non si mischia essendosi già mischiato nel passato.

Questo potere ha necessità di grande energia per rinnovare i propri propositi: ha necessità della nostra energia per sopravvivere. 

Per cui facciamo attenzione al congegno molto potente della preghiera.

Perché preghiamo? Perché ci manca qualcosa. E questo qualcosa lo chiediamo a chi?

Con questo atto dichiariamo la nostra impotenza e ci mettiamo nelle “mani” di un qualcosa di non ben definito. Questo qualcosa non è il Creatore, perché il Creatore è colui che ha creato tutto per permettere  a noi di evolvere tramite l’azione dell’esperienza. Tutto ciò che abbiamo è opportuno e assolutamente libero in Natura, tramite l’abbondanza stessa della Natura. È questa la prova inequivocabile della presenza e dell’opera del Creatore: la sua infinita generosità applicata a tutto ciò che ha creato con Amore incondizionato. 

Chi sono allora quelle entità che l’uomo prega, alle quali l’uomo si rivolge quando è disperato? Le divinità meccaniche costruite nel tempo dall’opera dell’Antisistema. Entità limitate che hanno necessità di energia per sopravvivere. Chiamiamole entità extraterrestri o aliene, o come vogliamo: rimangono dei parassiti che si nutrono dell’energia umana.

L’atto del pregare è un trasferimento di energia da un punto ad un altro, dove per punto si intendono le persone. La nostra energia la trasferiamo quantisticamente a qualcun altro. Il principio dei vasi comunicanti vale solo in fisica e, dunque, a livello tridimensionale o denso della materia. A livello quantico invece, l’energia viene assorbita dal “vaso” a maggiore forza o energia: vaso che di certo non è il nostro ma quello della divinità alla quale ci stiamo rivolgendo.

Da qua è facile capire come la nostra energia ci venga sottratta, proprio come noi facciamo con tutti gli animali da allevamento intensivo.

La Natura, nei panni della Creazione, risponde a specchio all’opera dell’uomo; attraverso la comparsa o la scomparsa di nuove forme di Vita, proprio come successe con l’eliminazione dei dinosauri che non avrebbero permesso, o avrebbero ostacolato, lo sviluppo della specie umana sul pianeta. Che i dinosauri siano stati cancellati dall’opera di un meteorite o da altro, poco importa: la cosa certa è che sono scomparsi.

Gurdjieff parla di onde o ottave discendenti o ascendenti e di fondamentali e subordinate, a seconda della loro “ramificazione” o vicinanza al “tronco” dell’albero della Vita. È singolare e basilare comprendere questo aspetto delle ottave:

“Il pensiero occidentale, che non sa nulla né delle ottave né della legge del tre, confonde le linee ascendenti con quelle discendenti e non capisce che la linea d’evoluzione si oppone alla linea di creazione, vale a dire che l’una va contro l’altra, come se andasse controcorrente”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Si parla di “Legge del Tre” che riguarda l’opera di forze positive, negative e neutralizzanti; una legge superiore alla Legge dell’ottava. Si parla di evoluzione e creazione, associate in questo modo:
  • ottave discendenti creatrici
  • ottave ascendenti evolutive
Ancora una volta ci imbattiamo in un concetto di inversione nel termine “controcorrente” utilizzato in precedenza per chiudere l’ultima citazione.

Questa inversione che si nota soprattutto nel mondo concreto, da noi direttamente percepito, è una illusione. Una concreta illusione nata con il nostro silente ma determinante permesso.

Invece di pregare indirizzandoci verso qualcosa di non ben definito, lavoriamo su noi stessi e cerchiamo di ricordare “chi siamo”. Il lavoro su se stessi è l’unica cosa che ci permetterà di raggiungere la felicità e completare la nostra evoluzione. Pregare altri è tracciare un solco tra noi e gli altri, è dichiarare la nostra impotenza e delegare la nostra forza, la nostra possibilità, agli altri.

Crediamo in noi stessi; tutto il resto accadrà di conseguenza e non permettiamo più che gli "altri" scrivano il futuro attraverso il nostro utilizzo, attraverso di noi, attraverso il nostro potere divino creativo. Visualizziamo un guscio di energia protettiva attorno a noi, sempre ed in ogni circostanza; un "filtro" protettivo naturale innocuo.

“Soltanto nelle ottave di ordine cosmico, ascendenti o discendenti, le vibrazioni si sviluppano in maniera conseguente e ordinata, mantenendo sempre la direzione presa all’inizio”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Capite? Le ottave di ordine cosmico vanno dritte al “bersaglio”. Sempre!
Il Piano Divino, secondo voi, è una ottava di ordine cosmico? Oh-Yes!

Dunque?

Siate felici, fiduciosi e continuate a ricordare "chi siete".

Ma quanti avranno letto l’articolo sino a qua? Tempo al tempo…

 

L'ubiquo e-Sprit (19).



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giovedì 29 luglio 2010

Ecco perchè è tutto girato al contrario.





Cito da Matrix Reloaded, una porzione di dialogo tra l’Agente Smith e Neo (Sig. Anderson):

Come lei ben sa le apparenze possono ingannare il che riporta la nostra conversazione alla ragione per cui siamo qui. Noi non siamo qui perchè siamo liberi, noi siamo qui perchè non siamo liberi di sottrarci a questo dato di fatto, non c’è ragione nel negarlo, non c’è scopo, perché sappiamo entrambi che senza scopo noi non esisteremmo.
È lo scopo ad averci creato!
È lo scopo che ci connette!
È lo scopo che ci motiva che ci guida che ci spinge!
È lo scopo che stabilisce!
È lo scopo che ci vincola! Noi siamo qui per colpa sua Sig. Anderson , siamo qui per togliere a lei quello che lei ha cercato di togliere a noi… Lo scopo!”

Ognuno di noi ha, o dovrebbe avere nella Vita, uno scopo. Ce lo siamo mai chiesto quale possa essere il nostro scopo personale? Anche in maniera solo egoica.

Il problema degli scopi, è un problema essenziale. Fintanto che un uomo non ha definito il suo proprio scopo, non è nemmeno capace di cominciare a ‘fare’. Come si potrebbe ‘fare’, se non si ha uno scopo? Prima di ogni cosa, ‘fare’ presuppone uno scopo… L’esistenza non ha un solo scopo, ma numerosi… Vi interrogavo sul vostro scopo personale, su ciò che volete raggiungere, e non sulla ragione d’essere della vostra esistenza. Se voi mi dite qual’è il vostro scopo, potrò dirvi se noi seguiamo la stessa strada oppure no”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Chiediamoci allora quale sia il nostro scopo personale, formuliamolo dentro di noi; iniziamo a tracciare una rotta per meglio comprendere l’avvenire, i suoi feedback. Nella regione del tempo-spazio, il tempo è tridimensionale, scorre avanti e indietro come un libro aperto e liberamente sfogliabile; per questo possiamo parlare di feedback riferito all’avvenire, ossia di reazione ad uno specifico stimolo che è, nella fattispecie, lo scopo. 

Lo scopo funge dunque da stimolo.

“Oggi è quello che è, perché ieri è stato quello che è stato. E se oggi è come ieri, domani sarà come oggi. E se volete che domani sia differente, dovete rendere oggi differente. Se oggi è una conseguenza di ieri , domani esattamente nello stesso modo sarà una conseguenza di oggi. E se qualcuno ha studiato a fondo ciò che è accaduto l’altro ieri, una settimana, un anno, dieci anni fa, egli può, senza rischiare di sbagliarsi, dire ciò che accadrà o ciò che non accadrà domani”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky 

In questo senso i feedback giungono anche dal passato, da come è stato ieri; ossia possiamo interrogare il passato, il presente ed il futuro ed interlacciarli in funzione di uno stimolo “motore”: lo scopo. Ma occorre eseguire un lavoro su se stessi al fine di divenire padroni di se stessi ed essere in grado di formulare e seguire un proprio scopo, perché l’uomo, allo stato attuale, è molto distante dall’avere raggiunto una simile condizione:

Ciò che accade o ciò che può accaderci dipende da una delle seguenti cause:
  • l’accidentalità
  • il destino
  • la nostra volontà
Così come siamo, dipendiamo quasi interamente dall’accidente. Non possiamo avere un destino nel vero senso della parola, così come non possiamo avere volontà (come ci insegna anche il Dr. Couè)… Ciò che è accidentale resta imprevedibile. Oggi un uomo è in un modo, domani è differente; oggi gli accade una cosa, domani un’altra… L’avvenire non può essere predetto che per degli uomini; non può essere predetto per delle macchine folli… Potrà sembrare paradossale, ma possiamo ben dire di conoscere il nostro avvenire: esso sarà certamente identico a ciò che è stato il nostro passato. Nulla può cambiare da sé”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Il pensiero di Gurdjieff è anche figlio del proprio tempo, tuttavia resta indelebile per valenza e significato; ciò che è mutato, semmai, è il potenziale energetico a nostra disposizione. La Terra è colpita da energia molto potente che sta provvedendo a risvegliare, in ogni modo, il senso stesso che ci tiene legati a questa dimensione. Si potrebbe dire che questa energia sta mutando la “gravità” entro la quale ci muoviamo o non ci muoviamo. Nulla può cambiare da sé; vero! Infatti il cambiamento era previsto per questi tempi: doveva succedere qualcosa in un senso o nell’altro. L’umanità intera, a livello animico, ha mutato il proprio destino, decidendo di non terminare la propria “rincorsa” in uno strapiombo senza fine e approfittando della rinnovata carica di energia “esterna” a disposizione. 
L’umanità intera ha colto l’attimo e si è manifestata attraverso uno scopo: quello del proprio risveglio! 

Domani non sarà più uguale a ieri, perché l’oggi è cambiato e domani sarà come oggi… Una parte dell’umanità ha iniziato a conoscere se stessa e, per questo motivo, ha potuto manifestare e seguire uno scopo. Sulle ali del ricordo della “libertà”, la massa critica ha potuto mutare l’avvenire; per questo possiamo intendere che “non esiste più il futuro di una volta”.

A livello di singole individualità, rimangono le stesse difficoltà nel manifestare se stessi al mondo, perché non si conosce ancora “chi si è”. Si è avvolti come da uno strato di pigrizia nel “fare” le cose non solo spirituali ma anche ordinarie, sempre per gli stessi motivi sopraesposti. Esistono regioni o reami energetici/vibrazionali che ci attirano ed ancorano a sé; una volta agganciati rimaniamo come nella loro “orbita” o come avvolti nella tela del ragno. La legge d’attrazione funziona alla rovescia, in questi casi, anzi, funziona in maniera usule ma la percezione che si riceve è sempre quella di un capovolgimento. Ciò che è “scritto” nel nostro inconscio ci allontana dalla corretta formulazione, dallo scopo a noi “utile”, ingannandoci in maniera sottile, quasi per il nostro "bene". Tutto attorno a noi contribuisce a scrivere dentro di noi. L’Antisistema è in possesso delle chiavi di amministratore persino delle nostre volontà, controllate tramite un’opera totale di riscrittura delle routine esistenziali quotidiane, ricalcate dal passato al fine di mantenere il futuro entro il proprio controllo. Egli protegge se stesso, convinto di proteggere tutta l’umanità, così come il nostro inconscio “si muove” convinto di proteggere noi stessi, la sua proprietà. In questo grande offuscamento d’intenti non malvagi, ma solo opportuni secondo un certo punto di vista prospettico, la Vita scorre come in un canale artificiale: il torrente che doveva divenire fiume per giungere al grande mare, è stato incanalato in condotti artificiali che lo conducono a vorticare senza mai trovare una via d’uscita. In questa maniera le “acque” si magnetizzano sempre più, rimanendo vittime di quel circolo vizioso che prende il nome di oblio o sonno del “chi si è”, dando luogo ad un “incantesimo” che congela ogni possibilità di “fare” perché si è senza scopo, senza stimolo.

In questo senso, vediamo perché i nostri propositi stentano a decollare.

La seconda legge fondamentale dell’Universo è la Legge del Sette o Legge dell’Ottava. Per comprendere il significato di questa legge, occorre considerare che l’Universo consiste di vibrazioni. Queste vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia, quale che sia il suo aspetto e la sua densità, dalla più sottile alla più grossolana; esse hanno diverse origini e vanno in tutte le direzioni, incrociandosi, urtandosi, diventando più forti, più deboli, arrestandosi l’una con l’altra e così via. Secondo le concezioni abituali dell’Occidente, le vibrazioni sono continue… A questo proposito, il punto di vista dell’antica conoscenza si oppone a quello della scienza contemporanea, perché essa pone alla base della sua comprensione delle vibrazioni il principio della loro discontinuità… di svilupparsi in modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento.

La scala di sette toni è la formula di una legge cosmica elaborata da antiche scuole e applicata alla musica. Se tuttavia studiamo le manifestazioni della legge di ottava nelle vibrazioni di altro genere, vedremo che le leggi sono ovunque le stesse (Natura frattale del creato)… Uno studio della struttura della scala musicale offre una base eccellente per comprendere la legge cosmica d’ottava…

Se ne cogliamo tutto il significato, la legge dell’ottava ci dà una nuova spiegazione della Vita intera, del progresso e dello sviluppo dei fenomeni su tutto i piani dell’Universo da noi osservato. Questa legge spiega perché in  Natura non vi sono linee diritte, ed anche perché non possiamo né pensare, né fare, perché tutto in noi si pensa da sé, perché tutto in noi accade, e accade generalmente in modo contrario a quello che desideriamo o aspettiamo. Tutto ciò è l’effetto chiaro e diretto degli intervalli o rallentamenti nello sviluppo delle vibrazioni. Che cosa precisamente succede al momento del rallentamento delle vibrazioni? Avviene una deviazione dalla direzione originale. L’ottava comincia nella direzione (voluta) ma una deviazione ha luogo tra mi e fa; la linea cominciata al do cambia direzione. Attraverso fa, sol, la e si, essa discende con un certo angolo rispetto alla sua direzione originale, indicata dalle prime tre note. Tra si e do si trova il secondo intervallo, una nuova deviazione, un altro cambiamento di direzione. Ad ogni ottava, la deviazione è più accentuata, in modo che la linea delle ottave arriva a formare un semicerchio e procede in una direzione opposta alla direzione originaria. Nel suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle vibrazioni, può ritornare alla sua direzione primitiva e quindi formare un cerchio completo


 
 
Questa legge dimostra perché, nelle nostre attività, non c’è mai niente che vada in linea retta, perché, avendo cominciato a fare una cosa, ne facciamo poi un’altra interamente diversa, sovente l’opposto della prima, senza tuttavia notarlo e continuando a pensare di seguire sempre la stessa linea… Dopo un certo periodo di attività energica, di emozione intensa o di comprensione giusta, una reazione interviene, il lavoro diviene noioso e trascurato, momenti di stanchezza e di indifferenza appaiono nel sentimento; invece di pensare rettamente, si cercano dei compromessi; si sopprimono o si scartano i problemi difficili. La linea però continua a svilupparsi, ma non più nella stessa direzione dell’inizio. Il lavoro diventa meccanico, il sentimento sempre più debole, si abbassa al livello degli avvenimenti abituali di ogni giorno. Il pensiero diventa dogmatico, letterale. Tutto si svolge così per un certo tempo, poi vi è di nuovo una reazione, un arresto, una deviazione. Lo sviluppo della forza può proseguire ancora, ma il lavoro che era stato cominciato con ardore ed entusiasmo è diventato una formalità obbligatoria ed inutile; numerosi elementi estranei sono entrati nel sentimento:
  • considerazione
  • oppressione
  • irritazione
  • ostilità
Il pensiero gira in cerchio, ripetendo ciò che già si sapeva e ci si smarrisce sempre di più”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Il mio personale “sentire” è proprio atto a “denunciare” il fatto che tutto sia girato al contrario, capovolto rispetto alla sua valenza originaria; la frase che segue è davvero la fotografia per comprendere ciò che è successo in ogni ambito dello scibile umano, sia che ci si riferisca “alla letteratura, alle scienze, all’arte, alla filosofia, alla religione, alla Vita individuale e soprattutto alla Vita sociale e politica”:

“Possiamo osservare come la linea di sviluppo delle forze devia dalla sua direzione originale e, dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima”.
 
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Riflettiamo bene su questa sontuosa verità:

"Dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima".

Quanti fatti ci porta alla mente questa verità? Quanti "organismi" esistono ancora oggi, contrassegnati ancora dallo stesso nome o solo camuffati, avendo deviato di 180 gradi il senso originario della  "forza"  creativa che li aveva concepiti?


Concludo con queste illuminate riflessioni:

“La vostra coscienza ha sfaccettature che esprimono la luce in sistemi multipli di esistenza. Ci sono molte, moltissime espressioni che abbracciano il vostro Sé totale e ciascuna espressione è legata al perno di coscienza che è la vostra identità fondamentale. E’ qui che la vostra voce e i vostri occhi antichi possono multi-dimensionalmente osservare, esprimersi e sperimentare.  Questa è la vostra fonte nutritiva di espansione e di abbellimento. Ponete l’attenzione sulla vostra identità fondamentale e non lasciatela mai. Discernete in che modo ogni frammento d’informazione che arriva sul cammino vi permette di sintonizzarvi a questa voce e percezione. Questa è l’unica disciplina che vi serve, il rimedio alla limitazione".
Capitolo 6. Attivazione della Memoria - Filosofia dei WingMakers - Estratto dalla Camera 7