sabato 5 giugno 2010

L’unione fa la forza.







Occorre unirsi. È difficile comprenderlo a fondo sino a quando non ci mancherà il “pane”. Quando la fame stringerà le “condutture” interne. Quando vedremo i nostri figli tornare a patirla.

Vedete, questa non è fantascienza, ma storia di tutti i giorni; anche di questi giorni, ritenuti “moderni” e vincitori sullo spettro della fame. Andate a chiederlo a quei milioni di poveri che vivono anche in Italia. Non allarghiamo poi, il discorso, al resto del mondo.

Perché una parte della Terra sta “bene” e, un’altra parte più preponderante, sta “male”?

Perché le riscorse sono scarse? Ah Ah Ah… non fatemi ridere vi prego. Questa storiella è una vera e propria barzelletta, per giunta obsoleta.

Perché? Perché in questo modo ci hanno divisi e ci mantengono divisi. Pensate a quanti modi di divisione ci tengono “lontani” l’uno dall’altro.

Leggiamo questa citazione da “A bug’s life”:

-    Principessa: Ma è stato lui!
-    Hopper: Ah Ah, prima regola del comando, ogni cosa qui è colpa tua.

Esatto! Prima regola del comando: la responsabilità. E ognuno di noi “comanda”, che lo sappia o meno. Almeno su se stesso “comanda”. E comandando su se stesso, influisce anche sugli altri.

Dunque noi tutti siamo responsabili di fronte all’evidenza; evitiamo di distribuire “colpe” a tutti, perché è “colpa” nostra se il mondo è andato “fuori strada”.

Perché siamo divisi? Perché? Vedetevi questo spezzone di film; discorso di Hopper, il capo delle cavallette: Hopper

Avete presente la fiaba per i “piccoli” de “I tre porcellini”? Solo uniti hanno la meglio sul “lupo cattivo”:

I tre porcellini è una fiaba tradizionale europea di origine incerta. La fiaba fu pubblicata per la prima da James Halliwell-Phillipps intorno al 1843, nella raccolta Nursery Rhymes and Nursery Tales, ma Halliwell-Phillips riprese certamente un racconto della tradizione orale di molto antecedente. Gli stessi fratelli Grimm riportarono nelle loro raccolte una fiaba che, sebbene diversa nei dettagli, appare come una variante di questo racconto popolare: Il lupo e i sette capretti.
Insieme a Cappuccetto Rosso, I tre porcellini è una delle fiabe che hanno maggiormente consolidato nella cultura popolare la figura del lupo cattivo, uno dei più comuni personaggi delle fiabe.
Fonte: Wikipedia 

Cosa recita il testo della canzoncina che i “porcellini” cantano allegramente?

"Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin,
mai nessun ci dividerà, trallallallallà.
In un tiepido mattin se ne vanno i porcellin,
dimenando al sole i loro codin,
spensierati e birichin.
Il più piccolo dei tre ad un tratto grida ahimè,
da lontano vede il lupo arrivar,
non facciamoci pigliar!
Marcia indietro fanno allor filando a gran velocità,
mentre il lupo corre ancor a casa sono già.
Prima chiudono il porton, poi s'affacciano al balcon;
or che il lupo non può prenderli più,
tutti e tre gli fan cucù!
Ah Ah Ah che bell'affar, il lupo non potrà cenar.
Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin,
mai nessun ci dividerà, trallallallallà."

Mai nessun ci dividerà!
Mettiamo da parte ogni forma di egoismo e di libertà estremistica, di giudizio, di pregiudizio, di razzismo, di falsa onnipotenza, di soverchieria, ecc.

Davanti ad una “catastrofe” saremmo tutti nella medesima situazione. Dobbiamo arrivare sino a quel punto per “capire”?

Le “risorse” sparse tra la massa, la massa stessa, è talmente “ricca” da mutare ogni corso degli eventi “scritti” in precedenza.

È nell’unione il senso intimo della Vita!

venerdì 4 giugno 2010

Arricchirsi… il più possibile!





Nell’ultimo mese ho avuto diverse cose da fare, ma sono anche riuscita a “presenziare” (che presuntuosa…) alcune iniziative.
Domenica 23 maggio sono andata ad un altro incontro di lavori manuali steineriani, a Vercelli questa volta (di solito vado alla scuola di V.Pini a Milano).


La foto mostra alcuni miei lavori finiti: gli animaletti sferruzzati; la bambola (o meglio, la figura da tavolo), invece, fa parte di un altro corso –seguito tra novembre e gennaio- a Milano, per imparare a fare questa e a raccontare le favole con questa…

Frequento spesso questi incontri di “aggiornamento” professionale/personale, perché mi arricchiscono come insegnante, come mamma, come Trilly.
 
La cosa bella, oltre a ciò che si impara, è il fatto di conoscere nuove persone, che abitano lontane anche, eppure condividono le tue stesse scelte di vita, le stesse idee, interessi e speranze sulla vita famigliare e sul modo di gestirla.

Quella steineriana è una pedagogia RICCA, sotto diversi aspetti, che perciò arricchisce inevitabilmente (non perché le sc. steineriane sono private!!! Non voglio affrontare questo aspetto, ahimè, che allontana –e a volte preclude proprio l’ avvicinarsi a – questa pedagogia!).
A Vercelli ho conosciuto delle mamme che stanno per formare un asilo steineriano ( o Waldorf) nel biellese: a tutte loro un grosso in bocca al lupo!

Sabato 29 poi, a Pavia, sono andata alla festa dell’Associazione “A passi lievi”, che ha aperto, nel settembre scorso, uno spazio gioco ad indirizzo steineriano, in v.Olevano, 70.
Il posto è davvero carino e a misura di bimbo; la festa organizzata è stata semplice, ma d’effetto: un grosso augurio a Laura e agli altri del gruppo!!!  ( www.apassilievi.it )

Domenica 30 sono stata a Gravellona Lomellina, –a 5 km da Vigevano- alla festa celtica: bellissimo, perché per l’occasione hanno aperto al pubblico il meraviglioso parco della villa dei Conti Barbavara, (www.villalatorregravellona.it) che confina con il Parco dei tre Laghi –che invece è comunale- dove avevano allestito un accampamento celtico. Con mio marito e nostro figlio ci siamo divertiti, ci è piaciuto un sacco ed abbiam passato un pomeriggio splendido immersi nel verde della Lomellina.
 
 

Nel parco della villa Barbavara.




Nel Parco dei tre Laghi

Nel frattempo però ho scovato altri blogs di persone “motivate” (vedi 1° post “Eco di casa”):
Per me arricchirsi significa questo: conoscere, confrontarsi, scoprire, gioire con gli altri e mettere a disposizione ciò che sai e che sei.
 
Per concludere questo mio lungo post, vi regalo la mia ricetta del “riciclo dei fiocchi d’avena usati per fare il latte”:

150 gr. di farina + 9 gr. di cremortartaro + un pizzico di sale fino
50 gr. di burro (o 4 cucch. di olio e.v.o. opp. di girasole)
100 gr. di fiocchi d’avena usati per il latte
1 uovo + 1 mela + 4 cucch. di miele o di malto (di mais o di riso)
qualche pinolo (facoltativo)

Mescolare farina, sale e cremortartaro; aggiungere il burro a pezzetti e lavorare con le dita fino ad avere un composto “sbricioloso”; aggiungere gli altri ingredienti. Mettere in una teglia con carta forno e sopra qualche pinolo. In forno caldo, 35 min. circa a 180°. Lasciare raffrddare e gustare.
 
Volendo si possono ottenere degli scones, mettendo l’impasto sulla carta da forno con due cucchiai, facendo dei mucchietti su cui si mettono dei fiocchi d’avena secchi; in questo caso si cuociono 15 min circa per parte, sempre a 180°. Ricordare di mettere sempre una ciotola d’acqua nel forno!

Spero che questa mia Ricetta arricchisca anche voi…