martedì 25 maggio 2010

Relazionare il "centro" con la "periferia".





Scrivevo ieri in questo articolo, proprio in merito alla “coerenza”; in particolare cito da “Così curavano” di Givaudan:

“… Indipendentemente dal livello di coscienza e quindi dal comportamento, il modo in cui una persona si sente intimamente inattaccabile, graniticamente sicura di sé e logica nelle proprie convinzioni, costituisce una sorta di corazza più o meno solida e resistente, che impedisce il formarsi di brecce vibratorie.
In base a questo concetto, basta che un uomo si percepisca come coerente e incrollabile all’interno delle proprie manifestazioni, anche aggressive, perché sia risparmiato dalla malattia”.

Coerenza, dunque, come sinonimo di centratura in se stessi. Dove per centratura si deve intendere, far perno sulla propria struttura comportamentale caratteriale, ossia senza distinzione fra bene e male. L'esempio calza alla perfezione, vista la tipologia sociale moderna media prevalente, poco etica, morale, altruista, ecc. 

Diciamo che un certo tipo di "potere" in auge, è sempre stato estremamente coerente con i propri propositi guida, e questo non sicuramente nelle linee di principio del bene, almeno all'apparenza.

Da qua è possibile intuire come una buona autostima possa fornire quella vibrazione personale in risonanza con i nostri centri di “potere” sottili. Iniziare mille “cose” diverse e non portarne mai a termine nessuna, è un pericoloso diluente della nostra capacità realizzativa, co-creativa. Per questo motivo, secondo me, siamo passati dall’eliminazione della conoscenza, all’analfabetismo, all’addirittura troppa informazione odierna, tra l’altro di dubbia qualità. L’Antisistema ci conosce bene perché nasce da noi. 

Lo “svuotamento” del genere umano corrisponde alla crisi d’identità dell’individuo; questa voragine scavata in noi è stata poi riempita di materiale a sua volta vuoto, proprio come i moderni materiali chimico plastici, come il polistirolo: leggero e voluminoso. O come lo svuotamento progressivo dei pozzi petroliferi, le cui cavità sempre più vuote agiscono da cassa armonica per le memorie vegetali fossili depositate da milioni di anni.

Teniamo presente che uno spazio “vuoto” generato in qualunque posizione, per esempio sottoterra, può amplificare i messaggi che lo raggiungono, può fungere da cassaforte, da memoria, da strumento di “detonazione” vibrazionale.   

Leggiamo questa breve ed interessante “riflessione”, tratta dal sito www.cleanergy.it, nel quale l’ideatore della tecnologia CleanergyRoberto Zamperini, narra proprio dell’ordine di coerenza scoperto:

Malcom Rae, grande radioestesista inglese, scoprì e dimostrò che è possibile memorizzare “la firma energetica”, o se si preferisce il “timbro”, di una cellula, di un organo, di una malattia, di un pensiero di un emozione, del livello d’intelligenza di una persona, dello stato di salute di una persona in un particolare momento della sua vita, eccetera. Il Dr Zamperini riscoprì questo concetto che definì in seguito Caratteristica Vibratoria. Tutte le cose sono caratterizzate da una funziona vibratoria complessa e dinamica che permette, non solo di individuarla in Diagnosi Sottile, ma anche di considerarle bersagli precisi per l’invio di energie sottili.

Roberto Zamperini, gli ordini di coerenza ed il principio di trasmutazione.
Alla fine di un percorso di ricerca, il Dr. Zamperini è arrivato alla conclusione che esistono vari livelli di intonazione ed intelligenza ovvero di coerenza delle energie sottili. Un fascio di energia è tanto più coerente, quanto più è costituito da vibrazioni che viaggiano contemporaneamente tutte sulla stessa frequenza. La somiglianza tra una normale energia sottile pura e una coerente è grande, ma con una importante diversità: esistono livelli crescenti di coerenza sottile. Il livello di coerenza zero corrisponde, per definizione, alla congestione (energia sporca). A mano a mano che il livello di coerenza sale, l’energia assume caratteristiche estremamente utili per la pulizia ed il riequilibrio energetico.
Lo studio degli ordini di coerenza, il rapporto tra questi e la congestione, hanno dato vita al la scoperta del Dr. Zamperini del: “principio di trasmutazione”.
Sfruttando il comportamento e la natura degli ordini di coerenza infatti è possibile trasformare le energie congeste in energie pure.
Il principio di trasmutazione rende il Cleanergy® eterno infatti:
•    Non si usura e non si scarica, né si esaurisce
•    Non si congestiona 
•    Non ha bisogno di scaricare le energie congeste assorbite.
•    La sua durata è illimitata, ovvero eterna.

Utilizzo il Cleanergy da anni, ormai, con risultati sorprendenti; persino mio figlio di 5 anni, nelle rare volte che ha mal di pancia, cerca questo disco di plastica miracoloso. Sapremo ben da noi se si tratta di effetto placebo o altro, ma l’importante è che, ogni volta, il male passa.

Leggiamo velocemente cosa dicono al Cicap, i valenti esaminatori, moderni adepti della Santa Inquisizione, paragonabili alle agenzie di rating USA:

“Che dire? Penso che chiunque abbia un minimo di competenze scientifiche e di semplice buon senso non possa che rendersi conto da solo della totale gratuità e infondatezza di tutto ciò che viene presentato nel sito. Se qualcuno ritiene di aver avuto benefici dall'uso del Cleanergy®, ritengo che tali benefici non possano andare oltre il semplice (e sempre presente) effetto placebo”.

Che dire, scrivo io, del possibile effetto placebo? Che se si trattasse sempre di un simile effetto, e questo effetto mi garantisse sempre la guarigione, beh… avrei finalmente raggiunto la coerenza con la mia essenza che mi vuole solo bene e che mi vorrebbe sempre “sano”; avrei inoltre maturato la meravigliosa capacità di autoguarigione del mio veicolo fisico e del connubio con la mente in perenne agitazione oceanica.

Relazionare il "centro con la periferia": coerenza...

   

lunedì 24 maggio 2010

Muoversi con coerenza nel reame autoeducativo.





La legge d’attrazione “colpisce” e la troviamo in azione, ad ogni “livello” o “piega” del percepito quotidiano. Non meraviglia, dunque, di trovare spiegazioni quantico-spirituali, mascherate da saggezza, conoscenza, esperienza, praticamente in ogni campo dello scibile umano: persino sferruzzando pazientemente tutto il santo giorno.

Ecco cosa scrive Givaudan nel suo “Così curavano”, a proposito di quella forza chiamata coerenza:

Ogni scomparto corrisponde a quella che, tradizionalmente, è chiamata “eggregora” oppure, in termini più moderni, un campo morfogenetico. È una sorta di rice-trasmettitore, con cui l’essere umano si mette in risonanza quando alimenta  dentro di sé un certo stato di pensiero e di focalizzazione di coscienza. In termini più semplici, gli antichi dicevano: “Alimenta la collera e berrai collera, genera amore e sarai nutrito dall’amore. Se, dunque, alimenti il conflitto, il conflitto scenderà dentro di te, ma se semini dolcezza, la tua strada finirà per essere lastricata di unità”.
Oggi verrebbe da ribattere che questa visione delle cose era semplicistica, perché tutti conosciamo esempi di persone dal comportamento buono ed equilibrato, che non per questo vengono risparmiate dalla malattia.
Una realtà che però non sfuggiva neanche ai terapeuti di allora, la cui visione del problema si fondava sul principio della coerenza: ritenevano cioè che, indipendentemente dal livello di coscienza e quindi dal comportamento, il modo in cui una persona si sente intimamente inattaccabile, graniticamente sicura di sé e logica nelle proprie convinzioni, costituisce una sorta di corazza più o meno solida e resistente, che impedisce il formarsi di brecce vibratorie.
In base a questo concetto, basta che un uomo si percepisca come coerente e incrollabile all’interno delle proprie manifestazioni, anche aggressive, perché sia risparmiato dalla malattia. Schematicamente parlando, potremmo dire che gli egiziani e gli esseni ritenevano che vi fossero persone capaci di secernere da sé e simultaneamente tanto il proprio veleno quanto il proprio antidoto.

A titolo di esempio, cito dal libro di Giuseppe Migliorino “I cicli di borsa”, prendendo cioè da un mondo che non è proprio spirituale, almeno all’apparenza, come invece sia presente una certa visione “superiore” che ricollega alla legge d’attrazione ed alla coerenza:

Io sono quello che uno sciamano definirebbe “un guerriero” e ho scoperto di avere iniziato il mio cammino molto prima di quanto pensassi.
Ho avuto molti maestri, ma a nessuno ho mai affidato il mio “potere”: ho preso da ognuno ciò che ritenevo mi servisse e poi ho continuato da solo, sperimentando tutto e “andando oltre”.
Il guerriero che intraprende la “via” verso la sua libertà è sempre solo, ad affrontarsi tutti i giorni, a soffrire ed a lacerarsi il cuore.
Una dopo l’altra dovrà rompere tutte le sue maschere, demolire tutte le sue convinzioni e, alla fine, volare.
Tanti cominciano, moltissimi rinunciano alle prime difficoltà, pochissimi arrivano alla meta… Ho dovuto affrontare migliaia di volte il mio ego e, molto spesso, ho dovuto soccombere, umiliato e ferito. A volte anche disperato. Ma io non mi sono mai arreso, mi sono sempre rialzato e ho ripreso a combatere, come un guerriero impeccabile.

Per questo mi amo più di qualsiasi altra cosa.

Il guerriero è uno sperimentatore solitario, uno che non crede alle verità preconfezionate, ma ha bisogno di trovare la sua verità… Non ho verità da condividere se non con me stesso, e non posso insegnare niente a chi non abbia deciso di diventare anch’egli un guerriero, per sperimentare su di sé ciò che io ho sperimentato su di me, a chi non abbia accettato di soffrire e lacerarsi il cuore nella tremenda solitudine che la ricerca della libertà, almeno inizialmente, comporta”.

Il principio di coerenza, nella sua accezione negativa (non quello interpretato da Migliorino, per chiarezza), mi riporta alla mente il "lato oscuro" della saga di Guerre stellari; il perchè possa proiliferare il male, il perchè esista libero arbitrio, etc.

Autoeducazione...

 

domenica 23 maggio 2010

La semina della dualità.





“Accadde così che i due fanciulli, entrambi di nome Gesù, si avvicinassero l’uno all’altro. Inizia una vita in comune, della quale non può esistere la minima traccia di tradizioni esteriori, che però si sviluppa, come un fiore che si schiude lentamente da una gemma, dinanzi allo sguardo obiettivo di chi accetti nell’intimo il mistero di quella dualità. Fra i due fanciulli la potenza del destino, che aveva fatto incontrare le due coppie di genitori, agiva in modo particolarmente intenso, anche se non appariscente...

Anche nel loro aspetto fisico i due bambini dovevano essere molto diversi. Quello maggiore d’età dobbiamo raffigurarcelo scuro di capelli e di occhi, con tutti i caratteri della sua stirpe, di cui nella sua famiglia si era sempre coltivata rigidamente la purezza. Il bambino più giovane invece, nato in Galilea, il “paese dei popoli”, dove vigeva il principio della mescolanza delle razze più che quello dell’esclusività razziale, possiamo forse raffigurarcelo anche esteriormente di aspetto solare, chiaro di occhi e biondo di capelli…

La massima diversità esisteva anche fra le caratteristiche animiche dei due fanciulli: alla intima quiete sognante e alla specialissima irradiazione che emanava dal più giovane, si contrapponeva nell’altro un’incessante avidità di apprendere e di progredire, e talvolta un orgoglio quasi regale…”.

Da “Infanzia e giovinezza di Gesù” di Emil Bock; pag. 144 e 145