domenica 7 febbraio 2010

Consapevolezza, download, fusione, trasmutazione.





Domanda: Il professor Hawking ha detto che il campo gravitazionale è in qualche modo più speciale degli altri campi. Lei che cosa ne pensa?

Risposta: certamente il campo gravitazionale è speciale. In qualche modo c’è un’ironia nella storia dell’argomento: Newton iniziò la fisica con la teoria della gravità e questa teoria fu il paradigma originale per tutte le altre interazioni fisiche. Ora risulta però che la gravità è in realtà nettamente diversa da tutte le altre interazioni. La gravità è l’unica forza che influisce sulla causalità, con profonde implicazioni relativamente ai buchi neri e alla perdita di informazioni.

Da “Teoria quantistica e spazio-tempo” di Roger Penrose

Meravigliosa questa risposta; cosa significa in termini spirituali il concetto di “perdita di informazioni”? Semplicemente quello che succede all’anima quando si incarna in un corpo fisico. La dimenticanza del sé. Il “fenomeno” a cui siamo tutti quanti sottoposti quando siamo in forma umana. 
 
Le condizioni a terra influenzano il nostro campo animico, causando la perdita del “collegamento” con la nostra anima e generando lo smarrimento totale legato al principio della nascita. 
 
Ogni bimbo è “bianco” all’alfa, ma con gran parte dei canali ricetrasmittenti potenzialmente aperti e funzionanti. In Avatar si racconta di un “marine” che funge in questo caso da “anima”, il quale controlla un corpo esterno, appunto un Avatar, predisposto alla Vita fisica sul pianeta Pandora. Quel corpo è progettato appositamente per la tipologia di Vita su quel pianeta, in quelle condizioni proibitive per l’uomo terrestre. Le trasmissioni tra anima ed Avatar funzionano bene nel film, ma alla fine l’essenza dell’uomo presente nell’Avatar decide di tagliare il collegamento, per vari motivi. Questo “taglio” è consapevole. In questo caso c’è un trasferimento di “essenza” da due corpi fisici, discesi dall’alto, facenti capo alla stessa sorgente. 
 
Si esegue un vero e proprio download. 
 
Io trovo che la metafora racchiusa nel film, sia anche che l’anima deve essere riversata nel corpo umano quando è nella sua fase incarnata, al fine di innescare il processo quantico di evoluzione spirituale terrena. È qua, sulla Terra, che deve avvenire la “fusione”. È qua, sulla Madre Terra, che avverrà la trasformazione finale che darà luogo ad un “bimbo” consapevole di “chi sia” subito dalla nascita, avendo già superato le contraddizioni duali dovute alle condizioni gravitazionali a cui è sottoposto il pianeta vivente Terra.

Tutto ciò che ci circonda è una scuola, un teatro, un gioco, una magnifica orchestrazione di eventi magnetici che ruotano tutt’attorno all’atomo uomo.

“L’uomo nasce libero ma ovunque è in catene.
Chi crede di essere padrone degli altri rimane comunque più schiavo di loro”.
Jean Jacques Rousseau

Oramai vedo tutto in chiave metaforica e, dunque, ribaltata.
Traduzione di questa frase: le condizioni “ambientali” planetarie determinano questa schiavitù, agendo su tutto il nostro essere. Tutti noi siamo sottoposti pariteticamente a questo “trattamento”. Nessuno escluso. La “salvezza” è contenuta nell’imparare a “gestire” queste condizioni, "aprendo" progressivamente tutta la nostra “pianta” in maniera tale da fiorire anche nelle nuove “condizioni”. Meraviglioso.


sabato 6 febbraio 2010

Attrarre il senso ultimo.





È opportuno non confondersi in ambito di crescita spirituale; esistono almeno due diverse vie o interpretazioni del padroneggiare le leggi dell’Universo come, ad esempio, la legge d’attrazione. Eccole:
  • utilizzarla per fini materiali
  • utilizzarla per fini evolutivi
Esiste una vasta e datata “letteratura” che entra nel merito della legge d’attrazione; diciamo che da sempre un certo tipo d’uomo ha tentato di ricordare ad un altro tipo di uomo ciò che aveva sordidamente perduto tra le pieghe del tempo, a causa di un altro tipo di uomo che aveva innescato il processo di “smagnetizzazione”. È solo da circa un paio di anni che il “fenomeno” è scoppiato ad un livello di deflagrazione di “massa”. Ormai negli scaffali dei supermercati non si fatica a trovare, vicino ai libri di cucina, anche dei titoli come “La Straordinaria Forza di Attrazione dei Nostri Pensieri”.
 
È notevole la velocità di trasformazione e di abitudine della società anche a dei concetti così azzardati o perlomeno “bizzarri”. 
 
Il punto di vista medio è collocato a ben altre "latitudini" rispetto all’incrocio delle coordinate proposto da libri come quello appena citato, eppure la globalizzazione, che non è solo tra nazioni e continenti, ma anche tra “occulto” e “manifesto”, ha consentito di portare sino agli ipermercati il fiume in piena dell’energia del cambiamento. Cosa significa tutto ciò? Che si sta diffondendo a macchia d’olio la semenza del cambio di paradigma; che le persone che vanno a fare la spesa saranno più facilitate ad incontrare l’evento che le potrebbe “cambiare” o addirittura “iniziare”. È tutto più semplice ed alla portata anche della casalinga più indaffarata. È un cambio che nasce, agisce, si propaga dal basso, che agita coscienze annacquate, meccaniche, ipnotiche. Il tempo vola, l’uomo volta pagina, i bimbi crescono in fretta, l’energia aumenta, la vibrazione globale s’intensifica e sale verso lidi dimenticati. È tutto così magnifico se solo lo si osserva dalla giusta prospettiva. Persino le logiche commerciali e di profitto si piegano inconsapevolmente alla diffusione del “nuovo”. E colui che non discerne non disperi, perché molto presto toccherà anche a lui. Quando la marea sale, stacca dal suolo tutte le barche, anche quelle più arenate, incagliate, sopraffatte. La musica di questa sera è marchiata Planetfunk e si percepisce immediatamente il timbro diametralmente diverso della “comunicazione”; energia frizzante, giovane, rinnovata, facilmente criticabile; è ancora una volta l'uso che se ne fa” la discriminante.
Dicevamo delle due "vie"; ebbene, la legge d’attrazione spiegata alle masse, non poteva inizialmente raggiungere quella profondità necessaria ad innescare il vero mutamento, il cambio di rotta epocale, il senso ultimo della trasmutazione della paura. Come per tutti i fenomeni di mutazione, si procederà a cerchi via via sempre più “larghi”; il “sasso” è stato gettato. La prima spiegazione dunque passerà dal ricordare che “ognuno di noi può ottenere tutto ciò che vuole”, che in “pazientese”, per dirla alla Mereu, significa “che ognuno di noi può arricchirsi”. La prima “via” passa per la materialità del padroneggiare se stessi. E non era possibile pubblicizzare un simile concetto in altra maniera. La massa ci “sente” solo se percepisce la possibilità di un “profitto”. L’errore è volerlo immediatamente, ma questo è un altro paio di maniche. Tutti noi abbiamo cercato di utilizzare l’attrazione per ottenere più denaro; che male c’è a dirlo?  Ecco allora delinearsi la prima parte del “piano”: avvicinare le genti nel modo più opportuno. La seconda parte sarà “raffinare la conoscenza”.
La seconda via si delineerà nel tempo e, ciò, non significa posticipare di molto gli eventi, vista la “velocità” del tempo attuale. Nel particolare diverrà sempre più chiaro che, la prima via è troppo fine a se stessa e più simile ad una chiave per aprire un’altra “porta”, appunto quella della spiritualità. I molti desisteranno persino dal perseguire la prima via, perché nei libri non ci sono tutti gli “ingredienti”. Coloro che giungeranno alla consapevolezza di cosa significhi distaccarsi dalla Matrix, che avranno la “forza” di discernere nella dualità immanente dell’essere e dell’avere, del sacro e del profano, ebbene costoro s’accorgeranno di avere intrapreso la seconda via, quella del senso di ogni “cosa”, dello spirito, dell’energia più alta che pervade il circuito unico dell’Universo, della “speranza”…

“Il verme tagliato in due diventa quattro,
ancora un altro taglio e si moltiplicano in quattro,
e tutti questi esseri creati dalla mia mano?
Torna allora il sole nel mio animo cupo
e la speranza rafforza il mio braccio:
se un vermiciattolo non si arrende alla pala,
tu sei forse meno di un verme?”
Le rose di Atacama – Luis Sepùlveda
 

venerdì 5 febbraio 2010

Gli hamburger li "costruisce" Mc Donald's.




Una ricerca realizzata nel Regno Unito dimostra che i bambini non sanno quello che mangiano. Da dove vengono le patatine? E gli hamburger di manzo? Dei mille bambini intervistati, più della metà non ha saputo rispondere o ha dato spiegazioni un po' confuse. Quando gli è stato chiesto da dove provenissero gli hamburger di manzo solo uno su quattro ha capito che c'entrano qualcosa con le mucche. Moltissimi hanno risposto che vengono prodotti direttamente da McDonalds' o da Burger King”.
http://it.notizie.yahoo.com/blog/cronaca/articolo/21663/

Una nota catena di fast food ha stretto un accordo con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) per promuovere il suo nuovo panino fatto apposta per i gusti italiani. "Carne 100% italiana, olio extravergine di oliva, Asiago Dop, Bresaola della Valtellina Igp, pancetta della Val Venosta, grano saraceno, cipolle di Tropea e carciofi romani". Questi gli ingredienti del panino, pubblicizzato sui cartelloni in tutta Italia, e garantiti dal patrocinio gratuito del Mipaaf. Sui cartelloni infatti c'è anche il simbolo del Ministero, che ha anche annunciato il lancio dell'iniziativa sul sito ufficiale. Il blogger del Guardian parla da innamorato dell'Italia e ci fa i complimenti per il nostro culto della cucina e dei sapori: "Gli italiani tengono alla superiorità dei prodotti e dei piatti locali con passione. Ecco perché mangiare in giro per l'Italia è un piacere tanto continentale. Il piacere sta nella diversità, non nell'omogeneità. Chi vuole mangiare la stessa cosa in tutto il mondo?". Insomma, una difesa delle nostre specialità locali e un attacco al pericolo di 'appiattire' tutta questa diversità in un unico panino. Ecco qual è l'errore in questo patrocinio secondo il blog del Guardian”.
http://it.notizie.yahoo.com/blog/cronaca/articolo/21517/

Nulla è per caso. Ciò di cui abbiamo una parvenza che ci coinvolga nei processi decisionali è una illusione. Perché questa frase è falsa e vera allo stesso tempo?
Lo vedremo fra poco, ma prima una considerazione su questi due stralci di articoli.
L’ingenua ignoranza dimostrata dai bimbi, attorno agli 8 anni di età, è un frattale che spiega l’ignoranza dei loro genitori e dunque della società; non che questi adulti non sappiano che cosa sia una bistecca, ma che “non sanno quello che mangiano”. Non hanno consapevolezza di cosa stiano “masticando”. Fanno andare su e giù le mascelle come una pressa è comandata elettricamente a schiacciare senza chiedersi il perché, perché è senza coscienza. Ma l’uomo che ne rivendica una, come può comportarsi in una maniera simile? Quello che sta divorando è un essere vivente programmato dalla sua nascita per alimentare altri esseri viventi “superiori”. “Succede così anche in natura” molti pensano. È inutile combattere contro i mulini a vento, penso io. È solo una questione di tempo e consapevolezza, dunque di spiritualità.

Il secondo articolo mette in relazione, ancora una volta la stessa “ignoranza” negli abbinamenti alimentari, più la tendenza a spianare le diversità naturali tipiche degli italiani, verso una omogeneità anche del modo di alimentarsi. Nascosta oltre le righe di una sana pubblicità italiana, c’è la proposizione di un panino che incarna un “polpettone” micidiale in termini “digestivi” e di senso alimentare. Ovviamente la carne non può mancare perché fa parte dell’immaginario collettivo. Oddio, quanti interessi si nascondo nemmeno tanto velatamente oltre questo proposito “patriottico”. È difficile comprendere una simile bestialità camaleontica, vestita di “abiti” non propri. Ancora una volta vedo le cose ribaltate esattamente a 180 gradi. Come un elegante bancario che propone bond argentini, prima del default, ad una coppia di novantenni che “non vogliono correre rischi”.

Dal mio osservatorio personale sul mondo colgo solo segni sottili del cambiamento in atto; per adesso è tutto velato di solo potenziale. Una nuova alba che timidamente fa leggero “eco” di sé.

Torniamo a questa espressione iniziale:  “Ciò di cui abbiamo una parvenza che ci coinvolga nei processi decisionali è una illusione. Perché questa frase è falsa e vera allo stesso tempo?”.
  • La gran maggioranza di noi non pensa di avere il potere di determinare gli eventi personali e, per questo, di non poter determinare un cambiamento a livello sociale
  • Dunque cosa succede nello specchio della società? Che il volere della maggioranza venga rispettato, eliminando il potere decisionale di ogni singolo individuo
In realtà ognuno di noi ha il potere di essere e di volere. E lo abbiamo!
Nella pratica quotidiana non lo percepiamo perché lo abbiamo scambiato con la “certezza” di un lavoro, della pensione, dell’avere cibo; le paure al comando di noi tutti hanno forgiato questa società, barattando il potere personale con una energia amorfa di mera sopravvivenza.

Evolvere, a questo punto, si realizza nel cambiare “frequenza”, passando dalla modalità legata al sopravvivere a quella della presa d’atto che il nostro destino ce lo costruiamo noi, nel bene e nel male. Questa sottile differenza vibrazionale determina esponenziali mutamenti della forma d’onda globale umana.

È come essere immersi nell’acqua con lo sguardo che galleggia sopra e sotto la superficie. Le percezioni cambiano radicalmente. La corrente ci porta su e giù, ma è in noi presente la forza per mantenerci stabilmente sopra, alla luce del padre solare.

Termino per oggi, citando una breve descrizione, trovata per “caso” su Wikipedia, la quale fa comprendere quanto poco “capiamo”, in qualità di adulti, delle dinamiche economiche, che poi determinano il perpetuarsi dello stato di “eterna sopravvivenza” che abbiamo delegato all’Antisistema. Le nostre “ignoranze” si trasferiscono ai figli che, a loro volta, ci fanno sorridere o preoccupare quando emerge che non sanno di cosa si stanno nutrendo.
Ecco ciò a cui alludo (chiedo ad ognuno di noi di mettersi una mano sul cuore ed affermare in tutta sincerità: lo sapevo che era così?):

“Per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei confronti della Banca d'Italia, in quanto responsabile dell'emissione di moneta. Così facendo lo Stato si indebita con una società privata”.

Vi prego di pensare a fondo all’affermazione conclusiva! Letto in questa maniera è sempice e diretto; letto sui siti di finanza "autorizzati" sfugge il concetto cardine.

Noi, da 60 anni circa, viviamo nell’occhio del ciclone; nel velo illusorio che tutto rimarrà per sempre “così”, ebbene leggete quest’altra verità:

“La Spagna dichiarò bancarotta per 16 volte fra metà ottocento e il novecento”.
Fonte: Wikipedia