lunedì 11 gennaio 2010

Il "riflesso" di Ighina vive ancora.







Sono esistiti ed esistono ancora uomini di scienza che non hanno esitato davanti a nessun possibile pericolo inerente la propria Vita, il discredito umano e professionale, il limbo di una esistenza perlomeno “travagliata”. Ciò che una intera “classe” di scienziati moderni si ostina a rifiutare come “principio di verità”, viene tramandato e, in un certo senso “conservato” nelle menti di tutti quegli impavidi uomini che possono in tutta libertà ritenersi padroni di sé stessi. Non intendo io discriminare su quale siano questi principi di verità portati alla luce evidentemente da molto tempo, viceversa intendo sostenere quel movimento naturale emergente che partendo dal basso, dalla gente comune, spinge verso la comprensione degli eventi a prescindere dal credo imposto in un determinato lasso temporale, dalle ferme convinzioni di ogni tipo imperanti sul “comune pensare”. Le persone che si sentono pronte a “forzare” la quotidianità imposta dall’Antisistema, lo fanno per propria propensione “gravitazionale” attorno al fulcro della “coscienza” in espansione. Come dire che ognuno di noi, se lo vuole e lo “richiede”, ha oramai tutto quanto occorre per discernere tra le ombre proiettate con continuità dall’opera ammaliante dello status quo. Tra questi uomini che hanno popolato il passato, mi preme sottolineare brevemente la figura di Pier Luigi Ighina. Un italiano che ha vissuto quasi un secolo facendo “surf” tra le onde dell’oceano energetico dell’Universo. Un uomo molto “curioso”. Lo ricordo oramai molto anziano nel “salotto” di Maurizio Costanzo, sul grande schermo amplificato delle televisioni commerciali. Seduto ordinatamente tra gli ospiti veniva, di tanto in tanto, “punzecchiato” da Costanzo con domande che coniugavano sapientemente la necessità di “fare spettacolo” e di strappare anche una risata, al fatto di “passare”, di “bucare” lo schermo portando certe verità “incredibili” nelle case degli ascoltatori. Questa capacità di far scivolare delle parole, dei discorsi, dei costrutti, delle immagini verso il pubblico, senza nemmeno che il pubblico o la “censura” se ne accorgano, è sicuramente una dote di questo uomo di comunicazione, di questo “animale” da palcoscenico che è Maurizio Costanzo. Ebbene ricordo Ighina rispondere ordinatamente ad ogni domanda, cercando di esprimere tutto il proprio entusiasmo di “bimbo evergreen”, trovando il modo di colorire ogni aspetto dei temi evocati. Quando Costanzo si mise a commentare una foto di Ighina che lo ritraeva dinnanzi ad uno specchio ed Ighina gli disse che lo specchio ribaltava le immagini, provocando l’ilarità di un pubblico divertito, Costanzo disse “Questo è uno specchio signor Ighina. Lei mi può dire quello che vuole ma questo è uno specchio”. Ighina affermò che “Noi vediamo tutte le cose al contrario”, perché sosteneva questa view? Perché l’energia solare, emessa dal Sole con moto spiraleggiante colpisce la Terra, in un certo modo, “fecondandola”. L’energia riflessa dalla Terra verso il cosmo, dialogando con quella solare in continua discesa, crea la materia e sottopone tutti coloro che colonizzano il suolo ad un effetto di specchio riflesso, ribaltando e confondendo ciò che i sensi colgono dello spettro visibile della luce. ciò mi porta a pensare questo effetto come ad un frattale che permette di indagare sul vero aspetto della natura esistenziale del mondo che ci circonda. Un frattale che denuncia silenziosamente l’opera dell’Antisistema, il quale si è avvantaggiato di questo effetto stroboscopio di confusione della mente irretita dai sensi. Ighina ci parla e ci introduce ad una verità sostanziale, ben “inquadrata” la quale ognuno di noi potrebbe liberarsi dal “velo” calato tutto attorno come una rete elusiva. Quel tenero e geniale “ometto” stava ponendo delle preziose sementi in tutti coloro che assistevano impassibili alla trasmissione. Sementi eteriche di potenziale che ancora deve germogliare, ma che già ha cambiato molte persone in maniera sottile e gentile, senza prevaricazioni o intimidazioni. Tutto ciò che percepiamo della “realtà” è ribaltato a 180 gradi dall’effetto specchio naturale della rifrazione della luce del Sole da parte della Terra. A pensarci bene gli Specchi Esseni cosa identificano se non la conferma di questa “verità espressa da Ighina? Nelle "Cronache dell’Akasha" di Rudolf Steiner si parla di cicli cosmici, o ere, di evoluzione dell’umanità che partono e si chiudono dal Sole verso il Sole, dando luogo al respiro del Creatore, al ritmo che Ighina asseriva di avere scoperto. Persino il “meccanismo” di formazione dell’immagine nell’occhio ribalta l’immagine, oppure il meccanismo interno di una macchina fotografica sancito persino dalla vecchia modalità di sviluppo del negativo. Per come percepisco io la natura di questa “realtà” imposta come unica ed assoluta, credo assolutamente nel “punto di vista” di Ighina. Tutto è girato al contrario proprio nel modo con il quale scriveva Leonardo per non farsi “comprendere” (grande frattale di riflessione nascosto alla luce del Sole dal grande genio italiano). Pensiamoci bene; non abbiamo forse il grande sospetto che qualcosa non “vada” in questo modo di vivere? Non sembra un mondo che gira al contrario? Un mondo di furbi, un mondo dove i valori sono ribaltati? Una società che premia gli arrivisti senza scrupoli e penalizza chi si “esprime” in modo riguardoso della presenza altrui? L’elenco è molto lungo in questo senso. Ridiamo pure della semplicità di una visione pura come quella espressa da Ighina, ma interroghiamoci “all’ombra di ogni giorno” su che cosa voleva esprimere veramente. È sufficiente guardarsi attorno.

"Il monopolo è il principio positivo o negativo dell’energia solare. L’energia solare è la parte principale della polarità; bloccandola e riflettendola, diventa negativa. L’energia solare arriva sulla Terra, viene bloccata e riflessa e quindi diventa energia terrestre. Dall’interazione dell’energia solare con quella terrestre si produce materia. Tutto qui. Semplice no?"
Ighina mi ha spiegato poi che la materia è tenuta insieme dalla colla magnetica. Le due energie, solare e terrestre, producono la colla magnetica. Quindi la differenza sostanziale tra due materie di diversa natura consiste nel possedere più o meno energia. È come il cemento. Se nell’impasto si mette molto cemento, la materia diventa più dura; se ne viene messo poco allora si ottiene una materia morbida. Mi è nata spontanea, a questo punto, una domanda sulle energie nucleari, come tutte le energie elettromagnetiche, generate dalla nostra società attuale possono causare danni irreparabili.
Ighina, con la massima cortesia, ha dato la seguente risposta:
"Non è che disturbano. Dunque... la colla magnetica è formata da due energie, come dei fili invisibili che sono nell’aria. Se questi fili invisibili sono perturbati in continuazione da qualsiasi altra sostanza come i campi magnetici, telefoni, energia nucleare e cose similari, creano continuamente della corrosione vale a dire vanno a distruggere il campo magnetico che è poi quello che crea la colla magnetica. Ciò produce lo scioglimento della materia."
Fonte: http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/tu_raggi.htm

Ighina ha concepito e realizzato vari dispositivi che utilizzano questa energia naturale proveniente dal Sole e riflessa dalla Terra; una energia del tutto gratuita per il fruitore ed eterna. Di certo i suoi studi dovevano dare parecchio fastidio al “potere” in auge e non è difficile comprendere il perché. Se oggi un buon geobiologo ci parla delle due reti energetiche naturali di Curry e di Hartmann che, rispettivamente, salgono dalla Terra verso il cosmo e scendono dal cosmo verso la Terra, non ci sta forse confermando la scoperta di Ighina? Ma nessuno scienziato o medico “ufficiale” le riterrà esistenti e/o foriere di possibili patologie sull’uomo. Tra i dispositivi inventati da Ighina esiste l’Erim; un apparecchio nato e concepito secondo le scoperte che stanno alla base della concezione universale energetica del creato: il ritmo magnetico dell’energia Sole-Terra che in forma di spirale, in senso orario ed antiorario, regola la formazione della Vita, per quanto riguarda noi, sulla Terra. Ho personalmente percepito le onde di “fresco” che le spirali verdi emettono su chi si pone nel loro raggio d’azione e tutto ciò è sinceramente… magico. Ho inserito una etichetta, visibile in alto a destra, che rimanda al blog di un amico che sta dedicando molta energia e tempo alla scoperta del mondo “smarrito” di Pier Luigi Ighina.  

domenica 10 gennaio 2010

Il senso di stare "qua".








Vivere in Terra significa vivere secondo un “senso” spirituale; che questa spiritualità si fonda e coincida anche con una certo modo logico di pensare e di essere non è casuale. Le nostre paure materializzate, l’Antisistema, hanno provveduto sapientemente ad utilizzare quello che di logico c’è nello spirito per manipolare il flusso della co creazione ad opera dell’intero genere umano. Noi tutti crediamo nella forza elettrica, nel magnetismo naturale, nella gravità che costituiscono una trinità del tutto invisibile tuttavia manifesta nella propria “impronta” in termini di effetti fisici sull’uomo e sul contesto che lo attornia. Qualcosa ci ha indotti a credere a queste forme non visibili, qualcosa ci ha autorizzati ad utilizzarle perché affini al corso dell’evoluzione “oscura” in corso dettata dall’Antisistema. Parallelamente non sono state “riconosciute” altre forze invisibili che sottintendono alle leggi del creato, una su tutte la natura dell’etere, il cosiddetto quinto elemento, oppure le forze naturali energetiche che si sprigionano dal sole e che la Terra riflette. La legge d’attrazione e la “forma” olografica e frattale del tutto, costituiscono verità troppo scomode ed evidenti per poi essere nuovamente nascoste. Ma i tempi sono irrimediabilmente maturi. Quando agli inizi del 1900 l’umanità si diede una spinta quantica eccezionale in avanti, fiorirono i primi evidenti “segni” della vera natura del creato: fu dimostrato che tutto è energia. L’uomo evolse in tutti i settori dello scibile umano e scoprì che l’Inquisizione non aveva potuto bruciare “tutto” tramite i roghi secolari nelle pubbliche piazze. Nella figura contrastata di Einstein è riassunta tutta l’incredulità dell’uomo di scienza di fronte al crollo di ogni certezza dettata dalla lunghezza di una vita intera. Con la frase “Dio non gioca a dadi” egli manifestò il ritegno e lo stupore uniti insieme, dovuti al fatto che la natura subatomica della materia non risponda alle leggi ferree della “superficie”. Einstein aprì una porta che subito preferì richiudersi subito alle spalle. L’uomo di scienza si fermava sulla soglia della porta spalancata ad osservare esterrefatto ciò che la propria immaginazione lo aveva portato ad intuire, a vedere con occhi nuovi. E si sa che proprio nella diversità e nel numero delle genti umane, una porta oramai “forzata” non potrà mai più resistere ai fragili tentativi di apertura alla quale è sempre stata esposta. Una porta oramai evidenziata, segnata sulle mappe della navigazione dei “vascelli” umani ha il tempo contato, come le dogane che segnavano i vecchi e superati confini tra gli stati e gli imperi che non esistono più. Il flusso umano è inarrestabile. A volte percepisco l’Antisistema come un blocco che non permette l’apertura della porta della Vita all’intero genere umano che spinge dalla porta opposta, ma che vede l’Antisistema indietreggiare irrimediabilmente, strisciando i piedi nel fango, al fine di opporsi alla spinta sempre più grande da controbilanciare. La massa critica che spinge è sempre più sontuosa. Il resto del genere umano, un cuore alla volta, leva forza all’Antisistema e la aggiunge alla forza che deve contrastare. Le invenzioni che hanno potuto vedere la “luce” sono state permesse proprio perché, in questa lotta, l’uomo ha conquistato spazi sempre più avanzati. Ciò che non poteva essere ancora manifestato è stato nascosto tramite uno sforzo notevole delle forze oscure; per questo motivo Tesla, Reich, Ighina e moltissimi altri sono stati “esclusi” con le modalità più adatte per i tempi che li vedevano esistere. Ma questo sforzo notevole che l’Antisistema ha dovuto mettere in gioco, lo sta pagando proprio in questi tempi, in cui l’onda umana sta per debordare gli impedimenti e i blocchi schierati sul proprio cammino. L’Antisistema nasce da noi, dalla nostra paura, è una nostra creatura che ora vuole sopravvivere mantenendo il proprio “stile di Vita”. Ma in realtà ciò che le forze oscure auspicano segretamente è di essere trasmutate nella luce tramite di noi; per questo ci sono rientrate dentro. Il “gioco” è molto sottile e sfuggevole, eppure osservandolo da questo punto prospettico assai semplice. Ogni “aspetto” del creato auspica la nostra trasfigurazione a livello di genere umano, anche il “buio” che ha compreso che necessita della “luce”. Tutto è in evoluzione. Occorre tuttavia prestare sempre grande attenzione al nostro ruolo nel delicato puzzle in via di completamento, perché basta un tassello sbagliato per spingere avanti nel tempo la fine del senso spirituale della Vita sulla Terra. L’Antisistema il più delle volte ha il controllo del nostro inconscio, ha dunque ancora enormi carte da giocare. L’inconscio umano è un grande mago potente che, una volta programmato, è difficilmente attaccabile. Dalle nostre “fortezze” interiori che costituiscono dei reami che si oppongono al cambiamento, s’elevano eserciti di contraddizioni che confondono il senso del percepito. È dentro di noi che deve nascere il cambiamento. Il “nemico” siamo noi stessi. Tutto è allineato con il Piano Divino eppure tutto è talmente sfuggevole, provvisorio, temporaneo che può dare luogo ad ogni manifestazione evidente sul piano fisico. 
Al “dividi e impera” dobbiamo contrapporre “l’unisci e consolida”…    

“Ogni uomo è in potere dei suoi fantasmi fino al rintoccare dell'ora in cui la sua umanità si desta” William Blake.


sabato 9 gennaio 2010

La "verità" nei frattali.







Le persone non prendono sul serio la propria condizione esistenziale. Non si rendono conto perché immemori. E perché drogate, ipnotizzate e sotto incantesimo. Esistono infiniti motivi che “trattengono” e che deviano l’energia vitale verso altre direzioni. Gli obiettivi della Vita diventano allora esclusivamente materiali e basati su una grande “corsa” che dura sino al tempo della pensione; tempo che una volta giunto accompagna l’uomo verso un limbo, un parcheggio forzato e motivato con il fatto che “non si è più produttivi”. Mi si contorcono le interiora a questo pensiero. Nell’antichità gli uomini e le donne più anziane erano soggetti alla venerazione, oggi soggetti alla finta compassione, al rifiuto, all’esclusione. Le due fasi che aprono e chiudono la parentesi incarnata della Vita, sono state neutralizzate dall’Antisistema, perché evidenziano i due momenti più pericolosi per la propria sopravvivenza. Lo spirito “bianco” dei bambini e quello “variopinto” degli anziani è una occasione, una opportunità per cambiare la polarizzazione degli eventi sulla Terra. Per questo viene regolarmente soppresso tramite svariate tecniche. Le persone non vedono, non capiscono, non intendono questa chiave di lettura perché sfuggevole per l’inconscio programmato e la mente logico razionale. Le persone pensano ad altro. A qualcosa di più magnetico. A qualcosa che attira di più. Si corre, si suda, ci si affaccenda senza memoria. Sempre più lontani dal proprio “scopo”. Scopo che nemmeno esiste più. Annichilito nel marasma delle città virulente, nel rumore, nella velocità. Ogni aspetto della realtà che ci circonda è stato progettato per tenerci sotto incantesimo. Nulla è per caso. Il progresso è una illusione che certifica l’ipnosi di massa. Sulle ali dei tempi moderni la “stretta” è aumentata a dismisura. Tramite la tecnologia e la scienza, siamo stati convinti di fare parte di un mondo molto diverso dalla sua vera essenza, oramai celata alla “curiosità” dei sensi. La nostra forza vitale è incanalata e gestita da “altri”, serve per gli “altri”. Chi sono gli “altri”? Parti di noi, parti aliene ed energia primordiale di controllo, il tutto inserito nel lento scorrere del Piano Divino o “grande apertura di fiducia nella creazione”. Per quanto decideremo ancora di rimanere prigionieri? La natura educativa del “luogo” è chiara; è tempo di destarsi oramai. Ma se ciò non succede ancora occorre interrogarsi sul vero perché. Il tempo trascorso è stato molto esteso, dilatato, allungato… il “nostro avversario” raccontato dalla Cabala lo può fare. Ed in tutto quel tempo ha trovato il modo di “difendersi” nel migliore dei modi: penetrando il genere umano ed insediandosi nelle sue profondità. Fuori e dentro di noi la neuro simulazione di questa Vita artificiale produce intere generazioni di macchine, di automatismi, di pseudo-persone…
L’Antisistema è tutto attorno a noi, come recitano alcune pubblicità. Come la banca che diventa ectoplasma e si trasforma in una “carta” magnetica “sempre a disposizione” o come il denaro che diventa virtuale, finto, una illusione anch’esso. Quanti frattali minori attorno a noi che ci raccontano dei “fratelli” maggiori. Quante ombre mascherate da luci. Come se si vivesse in un eterno Carnevale di maschere, stelle filanti ed allegra confusione. Ci sono nella nostra fisicità degli “innesti”, degli impianti che ci allontanano da noi in continuazione. Come dei by-pass che conducono l’energia da “altre parti”. Non è dunque tutta farina del nostro sacco questo abominio nel quale siamo non proprio orgogliosi di vivere. La distanza tra questo mondo ed il mondo dello spirito è solo vibrazionale. Questa vibrazione non viene colmata dal possesso del denaro. E scrivo questo non per demonizzare il denaro o la materia, ma per evidenziarne la natura corruttrice nelle mani di un individuo “assente” dai propri processi più profondi. Nella “stanza dei fili” dell’uomo si è inserito il pilota automatico. Si vive sempre più a lungo, rispetto al medioevo, ma inseriti nel ciclo degli ospedali, dei dottori, dei dietologi, degli avvocati, del lavoro, delle macchine…
La Vita è divenuta una sfrenata corsa al fine settimana o alle vacanze. Gli obiettivi sono inerenti al “tirare sera”. I progetti a lunga scadenza riguardano solo i mutui accesi sempre più in tenera età, che si porteranno in dote o per via testamentaria ai propri figli. Lo zio Sam è cambiato; il sogno americano un vecchio ritratto per nostalgici o antiquari. Tutto muta e cambia nella propria tremenda fissità. I padroni del “vapore” sono sempre al loro posto.
Chiedetevi perché in Matrix, prima di condurre Neo da Morpheus, gli viene fatto un controllo “fisico” e gli viene localizzata e aspirata una “cimice”. Cosa significa? Quel film non è solo un’opera di fantasia. È una denuncia, e anche molto forte. Una “denuncia” che giunge dai canali dell’Antisistema, come un messaggio pirata, proprio come l’equipaggio della Nabucodonosor o Nebuchadnezzar. Sino a quale livello il genere umano affonda le proprie radici nella cultura millenaria e nella spiritualità è un qualcosa di assolutamente inverosimile, nel senso che la “superficie” delle città moderne riflette immagini che abbagliano le prospettive e che intaccano solo lievemente il substrato originale dell’evoluzione umana. Ogni aspetto che contraddistingue la natura umana è impregnato di spiritualità o perlomeno di attaccamento alle proprie “radici” dimenticate, come una sonda spaziale che ha lasciato il Sistema Solare e che non può più essere controllata dalla Terra, ma che ancora continua a “funzionare”. Leggendo su Wikipedia qualche accenno a Nabucodonosor, mi sono imbattuto in questa lista di nomi:
  1. Mignonette 0,2 lt
  2. Demi 0,375 lt - mezza bottiglia
  3. Magnum 1,5 lt - 2 bottiglie,
  4. Jéroboam 3 lt - 4 bottiglie,
  5. Réhoboam 4,5 lt - 6 bottiglie,
  6. Mathusalem 6 lt - 8 bottiglie,
  7. Salmanazar 9 lt - 12 bottiglie,
  8. Balthazar: 12 lt- 16 bottiglie.
  9. Nabuchodonosor 15 lt - 20 bottiglie,
  10. Melchior/Salomon - 18 lt - 24 bottiglie,
  11. Primat - 27 lt - 36 bottiglie,
  12. Melchisedec - 30 lt - 40 bottiglie.
Sono guarda caso 12 “nomi” attribuiti alle diverse capacità di contenimento della “champagnotta” (bottiglia per lo Champagne) la quale costituisce la tredicesima versione, quella con capacità standard di 750 ml. Il numero 12 + 1 ricorda il totale dei “commensali” dell’ultima cena dipinta da Leonardo, tanto per scriverne una. Perché le versioni di questa bottiglia sono proprio 13? Sarà un caso?

“Nel XVIII secolo la produzione di bottiglie in vetro cominciò a diffondersi presso le classi agiate”.
Fonte: Wikipedia

Le classi agiate storicamente hanno sempre mantenuto una linea diretta con il “sapere” e nel passato si sono quasi sempre identificate con la “nobiltà” della propria casata; hanno, dunque, sempre avuto una maggiore “memoria” di quella che fu la nostra epoca smarrita nel tempo. Le classi agiate hanno sempre avuto il favore dell’Antisistema, perché “egli” necessita di individui “cuscinetto”, pronti a tutto e soprattutto pronti a difendere il proprio “stile di Vita”. Le bottiglie in questione erano dirette proprio a queste famiglie nobili, agiate, arricchite, chiamiamole come vogliamo. Consideriamo questa lista come una spugna o un tessuto marchiato del passato antichissimo del genere umano. La verità è dappertutto per colui che la sa discernere. Questi nomi non hanno nulla da spartire con la forma della bottiglia, forse con la capacità, ma comunque esprimono una lista di nomi non espressa per caso. Affinché qualcuno si fosse preso la briga di scriverli, questo qualcuno doveva conoscerli per qualche motivo religioso o d’altro tipo. Non interessa il vero motivo, ma semmai è sufficiente notare la radice storica spirituale che affiora dal passato e si unisce al presente, come un biglietto da visita molto discreto, velato dall’apparenza della “forma” della bottiglia. Nulla è per caso. Ogni frattale permette di “indagare”, procedere, comprendere. Tutto si trasforma ma nulla scompare definitivamente. Il “sapere” è sparso per ogni dove. A volte talmente evidente da risultare inosservato. Per non smarrirsi nel “dedalo”, ad esempio, l’uomo ha lasciato delle tracce del proprio cammino, una direzione indelebile nell’elemento più “solido” ed evidente che possa esistere sulla Terra: la roccia nelle sue più svariate composizioni.
È infatti con la roccia calcarea che sono state costruite le Piramidi della piana di Giza,  a memoria, monito di qualcosa che è successo in un remoto passato e che, oggigiorno, è stato solo nascosto dalle “sabbie” dell’Antisistema. Di sicuro le dimensioni delle Piramidi non hanno reso facile il compito di distruggerle, era più semplice mutarne la "destinazione d’uso". Nelle Piramidi come nelle bottiglie di Champagne si trova traccia del passato, a diverse "gradazioni"  sicuramente, eppure i frattali parlano la stessa “lingua”. La chiave per comprendere, una delle chiavi diciamo, è l’analisi dei frattali. In questa “democratica” struttura del creato non possiamo perderci perché il filo conduttore del tempo è sapientemente registrato. Chi avrebbe pensato nel 1500 di poter trovare il responsabile di un omicidio analizzando le impronte digitali lasciate sul luogo del delitto? Eppure oggi è solo ed esclusivamente routine. Le tracce dei misfatti dell’Antisistema coincidono con quelle dell’uomo stesso, suo “manovrato”. Ma con il giusto punto prospettico l’uomo che si è prestato a simili atti, può essere inquadrato nelle diverse organizzazioni segrete di vario stampo. Ecco che queste organizzazioni iniziano a prendere “luce” come un negativo che lentamente “emerge” dalle proprie ombre. Le organizzazioni analizzate con il metodo dei frattali conducono verso la vetta della “piramide”. Percepita la “via” l’investigazione può condurre verso l’alto senza perdersi in orizzontale. Con la fisica dei Quanti si potrà anche inondare di “luce” il vertice che risiede nascosto dalle “nuvole” artificiali dell’ignoranza. Mi scuso se ho scritto concetti molto ermetici, ma talvolta occorre farlo al fine di espandere l’Universo. Grazie per la pazienza a tutti coloro che sono riusciti a vincere ciò che sentivano nascere dentro mentre continuavano a leggere. Avete superato una sonante prova di determinazione e qualcosa prenderà “luogo” da questa lettura…