venerdì 11 dicembre 2009

Surf tra le onde della "verità".






Siamo cosparsi di “strati di verità”, costellati dalla verità. Per comprendere meglio questo concetto, penso sia sufficiente partire dalla definizione stessa del termine “verità”:

"Col termine verità si indicano una varietà di significati, che esprimono un senso di accordo con la realtà, e sono in genere collegati col concetto di onestà, buona fede e sincerità. Non c'è una definizione univoca su cui la maggior parte dei filosofi di professione e gli studiosi concordino, e varie teorie e punti di vista della verità continuano ad essere discussi.
I principali argomenti di dibattito riguardano la definizione e l'identificazione della verità, e la questione se la verità sia qualcosa di soggettivo, relativo, oggettivo, o assoluto".
Fonte: Wikipedia

E’ come chiedere: "60000 è un numero grande o piccolo?"; la risosta è: "Dipende".
Dalla “vastità” circoscritta da queste frasi, si capisce quanto sfuggevole sia afferrare la “verità”, seguire la “verità”, vivere secondo “verità”. E poi, quale “verità”?
Chi detiene la vera “verità”? Esiste una vera “verità”? Come usualmente, ci troviamo al cospetto di una “forza” fuori controllo, non controllabile, proprio perché alla “portata di tutti”. Ognuno mette mano, plasma la “verità”, dando luogo alla propria “verità”, comprendendo solo quella versione però, trincerandosi dietro, annullandosi verso il mondo, gli altri e la “Verità”. stessa La “verità” sembra allora "dipinta" della ghianda dello scoiattolo primitivo descritto nella “saga” dell’Era glaciale: sfuggevole eppure sempre a portata di mano. Proprio come, ad esempio, “giocare” in borsa. È questo un meccanismo molto pericoloso perché determina un “terreno” personale, costruito dalla mente e dai sensi  illusori, molto instabile, pieno di “trappole”, capace di far allontanare persino da sé stessi, dal “chi si è”. È lo stesso meccanismo alla base dei “giochi” che fanno gli adulti; i giochi d’azzardo, il Lotto, Il Win for Life, etc. Questi fenomeni sociali sono autorizzati addirittura dallo “Stato”, da questa “entità” non fisica costituita da tutti noi, e per questo apparente nella sua fruizione in termini di diretta accessibilità, eppure “eterea”, costituita da “nessuno”, e per questo sempre sfuggevole. Lo “Stato” non siamo più noi, non corrisponde più alla nostra “verità”. Possiamo sempre fare qualcosa, ok; però alla luce dell’evidenza, la situazione è in una fase altamente instabile, tanto instabile da risultare “paludosa”, ossia proprio quello che vuole lo “Stato”… il nulla che agiti la propria pozza. Lo “Stato” è un pezzo dell’Antisistema globale, ne è il suo frattale minore; le associazioni sono il frattale ancora più piccolo, il paradigma che vegeta in una famiglia qualsiasi è il frattale ancora più piccolo, il credo che ispira la mente di un singolo individuo è il frattale ancora più piccolo e forse il motore principale di quello più grande. Le “carte” si mischiano. Non è facile scoprire dove è andata a finire la “nostra carta”. Il grande che dipende dal piccolo che dipende dal grande. Dove diavolo saremo tutti noi in questo puzzle, in questo rompicapo? Semplice: siamo nel nostro punto di “osservazione”, nella nostra capacità di “vedere” più alta, non ci siamo mai mossi da lì. Eppure siamo sbattuti dal vento che spira dalla “mente in giù”, dall’inconscio programmato dall’Antisistema. Siamo noi e non siamo noi. Lampeggiamo o meglio oscilliamo secondo le proprietà dell’onda di luce che ci compone. La nostra esistenza come singolo è la materializzazione di questa “onda”, la fissazione del ciclo in punto fermo determinato dall’osservazione della nostra anima; ed ecco la nostra singola vita, la quale manterrà la caratteristica frattale derivante dalla sua evoluzione superiore: la ciclicità derivante dalla forma d’onda. Vivendo di cicli siamo facilmente attaccabili quando “siamo” nel ciclo negativo (Crescere è padroneggiare il semiciclo negativo). Ma chi esegue il cosiddetto attacco è ancora una parte di noi, ossia le nostre paure manifeste, le quali hanno una funzione educativa nell’ottica del Piano Divino. Eppure, ora sappiamo, che il Creatore ha conferito alla “creazione” la caratteristica della “fiducia incondizionata” o “amore incondizionato” – sulla base del frattale maggiore corrispondente alla “sua” decisione di “evolvere lasciandosi andare”, di “specchiarsi nelle proprie ed inesplorate profondità”. Dunque la parte di “buio” compresa nell’Assoluto è libera anche di tornare al Creatore in una veste addirittura “sontuosa”. Spetta alla parte di “luce” compresa nell’Assoluto non permetterlo, giungendo addirittura a trasmutare il “buio” una volta per tutte. Il Creatore potrebbe evolvere in questo senso, verso una comprensione maggiore della propria intima “essenza”. La prova di tutto ciò è quello che “succede all’uomo”, quello che l’uomo si chiede sempre (ogni uomo prima o poi se lo chiede): chi sono io? Noi siamo la prova, il frattale minore, della “sete” di evoluzione di “nostro Padre”. Non potrebbe essere altrimenti. Ma questa è la mia “verità”! Il bello del “gioco” è proprio questo e nella “estrema libertà” di solito ci si perde. Senza essere pronti “ci si perde” perché troppo vasta e sfuggevole. Per questo abbiamo le città che avvicinano la line dell’orizzonte. Ma anche questa è una mezza verità, vero? Possiamo andare avanti a “scrivere” in questa maniera per una intera vita, dal nucleo della “verità che sfugge”. Foscolo con la sua “dottrina delle illusioni” pensò proprio di porre dei confini, un orizzonte più vicino a questa enorme estensione davanti a sè da esplorare; ecco allora la nascita o l’evidenziazione dei concetti a noi molto "vicini" come famiglia, patria, etc. L’uomo Foscolo ebbe paura di quello che “sentiva”, di un vuoto profondo, oscuro, inesplorato; per questo "cadde" nelle illusioni. Egli diventa il frattale minore di quello globale, nato dalle paure di affrontarsi.

"Il Foscolo vive in un periodo delicato della nostra storia, un periodo di crisi, di passaggio. Fatti importanti sconvolgono la società europea: rivoluzione francese, imprese napoleoniche, Restaurazione, società segrete e movimenti liberali...
Vive il dramma spirituale della sua generazione
Essendo un intellettuale molto sensibile ed impegnato, egli vive il dramma spirituale della sua generazione, una generazione combattuta fra ideali rivoluzionari e desiderio di pace, fra materialismo ed ansia religiosa, fra razionalismo ed idealismo, fra arte neoclassica e tendenze romantiche...
Riflette le contraddizioni del suo tempo
Ed il Foscolo riflette pienamente le contraddizioni del suo tempo: il suo pensiero e la sua poetica sono pieni di dubbi, oscillazioni, scelte contrastanti.
Ha una vita inquieta
La sua stessa vita appare inquieta, disordinata, tumultuosa: una vita tipicamente romantica. Al di là di ogni calcolo e buon senso, il poeta si abbandona spesso ai sentimenti, ai folli amori, alle roventi passioni...
Una vita, quindi, in balìa di un cuore che, come egli stesso amava dire, è ricco di vizi e di virtù: capacissimo di battersi per gli ideali più nobili quanto di perdersi dietro agli istinti più bassi (come l’amore per il gioco, il lusso...), pronto spesso al dirompente furore dell’impegno politico, ma anche disposto, talvolta, a chiudersi rigidamente in se stesso.
Un carattere senza pace, senza equilibrio: egocentrico, scontroso, insofferente...
Diventa illuminista, ateo, materialista
Perduta la fede cristiana, egli   aderisce pienamente alle filosofie illuministiche: si sente razionalmente ateo e materialista. Per lui sono valide solo le conoscenze che derivano dai sensi e dalla ragione; l’universo è un meccanismo che si autoregola: un ciclo perenne di nascita, morte e trasformazione della materia; e l’uomo è un semplice ingranaggio di questo organismo: si muove ed agisce in base a forze meccaniche: istinti, passioni, lotta per la sopravvivenza...
Foscolo, dunque, è un pessimista
L’uomo, dunque, vive in un mondo senza speranze, senza verità assolute, senza entità ultraterrene. La vita è un drammatico errare senza scopo verso il “nulla eterno”. Da ciò deriva il radicato pessimismo del poeta, la sua disperata angoscia esistenziale.
Ma avverte il fascino dei grandi ideali
Ma se la ragione gli detta simili considerazioni, la sua profonda sensibilità lo porta intimamente a diffidare di queste concezioni meccanicistiche. Il Foscolo intuisce che una vita basata solo sul materialismo esasperato, sarebbe un’esistenza vuota e squallida. Egli avverte il fascino del trascendente, l’ansia di infinito, egli avverte la necessità di credere in più alti ideali, negli ideali, di verità, libertà, giustizia, patria, bellezza, amore... 
Ed elabora la sua “religione delle illusioni”
D’altro canto egli si rende perfettamente conto che tali valori sono  solo illusioni momentanee (l’amore prima o poi finisce; la bellezza sfiorisce; gli ideali politici non si realizzano...) ma vi si aggrappa lo stesso con passione perché senza di essi, afferma, “io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor di più) nella rigida e noiosa indolenza”.
E’ questa la sua “religione delle illusioni”: una religione la cui fede è sempre messa a dura prova: spesso all’uomo che si rende conto della caducità degli ideali, non rimane che il suicidio. E’ quello che succede all’Ortis: visto il fallimento di ogni sforzo patriottico, vista l’impossibilità di un amore felice, vista l’incapacità di dare un nobile senso alla propria vita, egli si suicida eroicamente. E lo stesso Foscolo, in più di una occasione, invoca la morte come fine di tutti i suoi travagli.
Fra cui spicca la poesia come “eternizzatrice di valori”
Ma fortunatamente questa “teoria delle illusioni” non ha sempre risvolti così pessimistici, se non altro perché fra le illusioni, fra i miti, fra i valori più alti c’è la poesia: la più grande espressione di umanità e civiltà: la sola in grado di eternizzare i valori (e con essi gli eroi e i poeti)".
Fonte: http://www.agatimario.it/4passilett/foscolo/f_pensiero.htm

Queste utlime frasi mi ricordano un'altra "figura", quasi per diretta connessione mia personale: Ludovico il Moro. Descritto da Leonardo come una persona "discutibile" ma grande amante dell'achitettura e delle arti. 
Foscolo è “uno di noi“ non un alieno; rispecchia a campione la sua epoca del fine 1700 primo quarto del 1800. Ma non solo, infatti il suo “sentire” è ancora molto attuale. È un precursore della crisi moderna interiore in un mondo non ancora preda della globalizzazione mediatica di massa legata alla tecnologia. Un tempo nel quale le forze dell’Antisistema progettavano e perseguivano l’impianto della loro “verità”…

Ho deciso di dare un servizio, per chi è in risonanza, relativo alla “traduzione” di alcune notizie passate dal mondo dei media, evidenziandone almeno la “duplice valenza o verità”:
  • la verità più evidente
  • la verità meno evidente
Quale sarà il grado di “verità” più alto? Dove per “alto” occorre pensare ad “influente sul cammino dell’evoluzione”. Anche qua siamo nel campo della “duplicità veritiera”… sembra che alla fine “ogni verità” porti verso il Creatore, ma non si sa di quale “veste” ci ricoprirà “d’innanzi a Lui”
Per questo motivo le canalizzazioni, la maggior parte dei siti web spirituali, molte pubblicazioni che trattano con “cuore” il tema legato all’evoluzione spirituale dell’uomo, coloro che parlano in pubblico, che scrivono di questo, etc. evitano di “diffondere certe varianti della Creazione, di ciò che sta alla base dell’atto di fiducia incondizionato espresso dal Creatore”: perché non serve “sapere tutto”, non è utile comprendere anche il pericolo che si corre, al fine di non abbassare ulteriormente il livello di “vibrazione” globale. Tuttavia io non me la sento di allinearmi con questa tendenza che, ancora una volta, tratta la massa come il “parco buoi” della borsa. È un frattale di un modo di essere vecchio, secondo me. È una modalità che tiene nell’ignoranza del “tutto” e che esprime anche due aspetti che non mi appartengono:
  • mancanza di fiducia nella “massa”
  • arroganza nella detenzione del “sapere”
I tempi cambiano, anzi sono cambiati. Le “persone” sono pronte! Anche se ancora non lo sanno, sono pronte in cuor loro e SOLO una evidente spiegazione dei “fatti” e delle “regole” eseguita nel massimo della trasparenza le potrà “attivare” in linea da quanto previsto dall’energia di stampo nuovo che giunge dal cosmo… PER TUTTI NOI NESSUNO ESCLUSO

Pensiamo, ad esempio, all’apparizione fisica, reale, inquadrata da tutti i media del mondo di una “nave spaziale extra terrestre” alla luce del giorno.
Di questo “incoraggiamento” abbiamo bisogno per rompere “l’incantesimo” all’istante.
Pensiamoci bene anche se non crediamo alla vita fuori dalla Terra.
Facciamo uno sforzo di immaginazione e vediamoci al cospetto di questa reale apparizione; vediamo Emilio Fede che lo annuncia all’Italia del suo “pubblico”. Che annuncia una unica ed incontrovertibile “verità”: che non siamo soli!
A quel punto quella “verità” coinciderebbe con quella trasmessa da tutti gli altri… abbiamo bisogno di questo per rompere il “velo”…
Perché “la posta in gioco” è senza precedenti ed eventi eccezionali vengono richiamati dal nostro campo energetico che è cosparso della “fiducia” del Creatore come una spugna.
E sento che presto potrebbe accadere…

"A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI"
Proverbio che evidenzia come, in certe situazioni di particolare gravità, sia indispensabile cercare ogni mezzo utile a risolverle favorevolmente".
Fonte: www.proverbi-italiani.com

giovedì 10 dicembre 2009

Proiettare "S.Tommaso" fuori dal corpo.






Pensare all’Universo multidimensionale, secondo le immagini riportate da coloro che lo hanno “visto” tramite le proiezioni astrali della propria consapevolezza, è qualcosa che fa venire in mente la forma di una enorme cellula vivente. La membrana esterna sembra essere lo “strato” relativo all’Universo fisico manifesto (quello che “conosciamo” tutti quanti attraverso i sensi) che, in questo caso, rappresenterebbe anche la parte più “sensibile” in termini di densità. Come per la cellula umana c’è stata evoluzione, dovuta al fatto di interagire con quello che attraversava dall’esterno verso l’interno la membrana cellulare esterna, anche per la cellula Universo dovrebbe avvenire, specularmente, la stessa cosa; come se la “linea” più esterna materiale avesse il compito di proteggere l’interno ma anche di analizzare, separare, approfondire, assaggiare, etc. ciò che deriva dall’interazione con “l’esterno”; insomma di evolvere. Mi si presentano due linee interpretative differenti dovute alla domanda “Cosa è l’esterno per una cellula simile? Cosa si intende per “esterno”?”. Se per esterno definiamo un qualcosa che va oltre alla “dimensione” della cellula Universo, significa che esiste un ordine di grandezza ancora superiore e che la cellula Universo è solo una delle tante cellule ed il problema di afferrare i limiti della creazione si sposta al frattale superiore. Se per esterno definiamo la dimensione nella quale siamo immersi tutti noi, nella densità della manifestazione fisica, allora significa che il primo strato della cellula Universo è quello immediatamente sottostante al piano dimensionale nel quale noi siamo inseriti e che “noi” siamo delle proiezioni derivanti dal primo livello della cellula Universo. Leggendo “Avventure fuori dal corpo” di W.Buhlman, nelle prime 30 pagine, mi hanno colpito diverse sue “scoperte”, però prima vorrei descrivere schematicamente il processo tipico a cui, un "predestinato" va incontro:
  • condizione iniziale di estrema materialità della concezione della vita
  • tuttavia apertura naturale perlomeno all’ascolto anche dell’inspiegabile
  • osservazione interna dei processi “nuovi” messi in moto dall’ascolto di “cose” inspiegabili
  • comprensione del fatto che è plausibile almeno “provare” a simulare l’inspiegabile
  • primi tentativi di applicazione di ciò che si “sente” di dover fare
  • resistenza del proprio "corpo delle credenze/inconscio" al cambiamento
  • possibilità di fallimento “pilotato” dell’avventura esperimentale in linea con il “consenso” del pensiero comune
  • persistenza nell’andare avanti attraverso l’utilizzo della volontà ed all’interpretazione dei “segni” percepiti
  • primi risultati che abbattono le prime difese del sistema di credenze
  • slancio emotivo rafforzato dall’entusiasmo
  • cambiamento pieno
Le scoperte relative al viaggiare fuori dal corpo portano a queste osservazioni:
  • noi non siamo il corpo fisico perché, fuori dal corpo, ci accorgiamo ancora di essere noi e di pensare, inoltre vediamo il nostro corpo fisico adagiato sul letto
  • comprendiamo la natura illusoria del piano dimensionale dal punto di vista del corpo fisico, ossia dalla prospettiva che ci danno i “sensi”
  • osserviamo che il primo livello non fisico rispecchia quello fisico ma non fedelmente, infatti ci possono essere particolari che cambiano, come il colore delle pareti di un locale o l’immagine di oggetti, etc.
  • si evidenzia come la paura sia ancora viva e presente anche fuori dal corpo, e che il livello delle emozioni è ancora intatto. Infatti agganciando una forte emozione si torna subito indietro nella “casa” del corpo fisico
  • diventa chiaro come il pensiero determini ciò che ci accingiamo a “vivere”, infatti la rappresentazione fuori dal corpo è guidata proprio da quello che pensiamo
  • comprendiamo che esistono differenti livelli di corpi annidati l’uno nell’altro, infatti l’autore dice di essere in grado di lasciare anche il primo corpo non fisico per entrare in un ulteriore livello ancora più sottile
  • si evince la natura di un cosiddetto ectoplasma e che può benissimo “esistere” in un piano dimensionale a maggiore vibrazione o frequenza esistenziale
  • si comprende come il “viaggio” di corpo in corpo sembra procedere verso il nostro “interno” e non verso l’esterno; infatti pensando all’uscita dal corpo ed al concetto di ascensione e di cielo o di firmamento che abbiamo sviluppato in questa dimensione, ci si aspetterebbe di “salire” e invece sembra che si “scenda” dentro se stessi
  • comprendiamo come l'inconscio sia potente, dal momento in cui le immagini che sono programmate nell'inconscio, prendono "vita" nella nostra avventura fuori dal corpo; genitori, parenti, amici, noi stessi abbiamo la sembianza tipica legata alla nostra memoria storica impressa nell'inconscio (io mi vedrei come Elvis sicuramente)
  • la Vita fisica, dopo una esperienza di questo tipo, non sarà più la stessa di prima
Comprendiamo insomma di essere veramente qualcosa di molto diverso da quello che le illusioni tridimensionali ci hanno fatto credere, annichilendo la nostra origine multidimensionale.
Colgo dalla lettura di questo avvincente libro, tuttora in corso, che “ho sicuramente avuto anche io manifestazioni di questo tipo, perché ciò che queste parole fanno affiorare in me è un lontano ma certo ricordo di avere provato quelle stesse sensazioni”. Come una percezione difficilmente spiegabile, addirittura un “sapore” di qualcosa che “fu”. Un retrogusto difficile da cancellare. Un “segno” impresso divinamente dentro di noi, nella nostra cellula “madre” nel cuore. Non mi stancherò mai di scriverlo che la natura frattale del “tutto” ci permette di comprendere le diverse grandezze della creazione, osservando il "livello" a noi più prossimo e direttamente usufruibile. Nella Natura ad esempio o nella struttura molecolare dei nostri tessuti organici o, più in generale, dallo studio delle cellule e dei fenomeni naturali che ci avvolgono come matrici della matrice. La natura frattale della creazione si riveste e si rispecchia in tutte le dimensioni ed  in tutte le varianti possibili; ad esempio negli strati della “verità” che ci ammantano. Da tempo sostengo che siamo immersi nella verità e che essa dipenda dal nostro punto di osservazione. È tutto vero da questo punto di vista. Provate a mettervi nei panni di chi asserisce ritenute “astrusità” e comprenderete che, dal suo punto di vista, sta esprimendo una verità perché è mosso da un intento, da uno scopo il quale può appoggiarsi su un substrato di differenti “colorazioni” dell’essere, persino immorali e non etiche per il comune senso della loro valenza. Nella capacità di non giudizio si innesta proprio il “consiglio” dei Maestri illuminati, sostenendo appunto la regola che in un mondo illusorio non ha senso emettere nessun tipo di giudizio sugli “altri”, perchè gli "altri" rispcecchiano noi e perché il vero significato dell’essere “qua” è sfuggevole perchè ignorato e dimenticato tramite l'azione dell'abitudine nel tempo; "vero significato" che dovrebbe essere la luce che illumina ogni istante del cammino. Ma se lo si ignora… diventa complicato muoversi nell’oscurità…

L'aura dell'universo e il principio Trinitario
Prima di affrontare l'argomento sarebbe importante osservarne le reali dimensioni. Per facilità ci affideremo come di consueto al linguaggio pittorico. Cominciando dall'antica metafora della creazione basata su tre aspetti energetici. Un principio trinitario che l'antica casta braminica chiamò trimurti e gli occidentali trinità .
Primo Aspetto (aspetto Madre)
Immaginiamo l'universo come una enorme sfera di energia che contiene ogni forma e fenomeno in manifestazione. Questa sfera è l'aura dell'universo e garantisce l'equilibrio di ogni particolarità del creato. La sua periferia è un anello di energia attrattiva che contiene, trattenendola, la forza espansiva dello spazio interiore, che altrimenti esploderebbe dissolvendo tutto quanto contiene.
Secondo Aspetto (aspetto Padre)
È l'energia espansiva che tende a svilupparsi dilatando e distorcendo il perimetro esterno dell'universo. A questo proposito, occorre precisare che sia quantomeno azzardato pensare che il “nostro” sia l'unico universo possibile. Perchè, se l'universo si espande dilatando i propri confini, significa che al di fuori c'è altro spazio che gli permette di ingrandirsi.
Terzo Aspetto (aspetto Figlio)
La continua azione di espansione e contrazione, genera entro lo spazio un moto, che gli orientali chiamano “respiro di Brahma”. Nella metafora che Dio, respirando, emani e ritiri l'universo, così da farlo ciclicamente scomparire e ricomparire.
L'universo è la più grande aura a cui possiamo pensare. Un serbatoio energetico che contiene una molteplicità di grandi emanazioni (galassie) che, a loro volta, contengono emanazioni minori come stelle e sistemi solari. A questo punto possiamo arrivare al nostro sistema solare.
"Come in alto così in basso".
Cerchiamo di trarre una prima conclusione. L'universo è una grande aura che, al pari della piccola aura umana, contiene tante emanazioni minori quando sono i piani-frequenza della sua energia. Ciò significa che la densità dell'energia è determinata dalla velocità del suo moto. E che più lento è il suo movimento più l'energia si addenserà sino a diventare materia.
Fonte: www.esonet.it


mercoledì 9 dicembre 2009

La fiducia come frattale della Creazione.





Papa sui media: ci abituano al male e ci intossicano.
I media ci abituano all'orrore e ci intossicano. Lo ha detto oggi Papa Benedetto XVI nel suo discorso in occasione della celebrazione dell'Immacolata in Piazza di Spagna.
"Ogni giorno attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula", ha detto il Pontefice.
"Nella città vivono - o sopravvivono - persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all'ultimo, finché la notizia e l'immagine attirano l'attenzione", ha aggiunto il Papa, parlando di "un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà".
Papa Benedetto XVI ha spiegato che "i mass media tendono a farci sentire sempre 'spettatori', come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti 'attori' e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri".
http://it.notizie.yahoo.com/4/20091208/tts-oittp-papa-media-8dic-ca02f96.html

“Eppur si muove”. Si direbbe che l’attuale Papa abbia, ieri, esposto dei concetti perlomeno aderenti alla meccanica quantistica e/o alla “natura” di alcune leggi che vincolano l’uomo alla struttura più intima dell’Universo manifesto. Di sicuro la fine dell’affermazione afferma che:
  • siamo osservatori
  • siamo attori principali
  • le nostre azioni ricadono sugli altri
Il che vuole dire che:
  • osserviamo dal punto di vista che ci è stato concesso dall’Antisistema e cioè non in equilibrio (ce ne accorgiamo dal momento in cui notiamo che la nostra attenzione viene attirata da “qualche parte” e “nulla è per caso”)
  • manteniamo tuttavia la nostra vera funzione di “attori” che co creano l’illusione della realtà manifesta (questo aspetto è immutabile dalle condizioni in cui si vive)
  • quello che pensiamo sfocia in comportamenti in grado di modificare anche il punto di vista altrui (natura olografica e di comunione dell’essere vivente)
Ossia che:
  • siamo una “mente” che osserva se stessa (principio quantistico)
  • pronta con matita e gomma a scrivere sul taccuino della “Vita” (capacità creativa e frattale derivante dall’origine della Vita stessa, cioè dal Creatore)
  • capace anche di “scrivere” sul taccuino della “Vita” dei nostri simili (natura intima della creazione, concetto dell'Uno, effetto farfalla)
Cosa deriva da queste riflessioni?
  • Che veniamo usati (i “Media” sono infatti un “meccanismo”).
  • Tramite l’abitudine veniamo “spostati” dal nostro centro naturale.
  • Veniamo inoltre impoveriti del nostro potere “funzionale” superiore, cioè allontanati da noi stessi, dalla nostra vera natura spirituale, dal nostro scopo originario di divenire uomini-spirituali in Terra.
  • La nostra responsabilità nei confronti anche degli “altri”.
Parole chiave sulle quali riflettere:
  • osservatori
  • creatori
  • abitudine
  • responsabilità
  • scopo
Il Papa parla di “meccanismo perverso”, ma ad opera di chi? I “Media” sono organizzazioni tentacolari che, ormai, hanno raggiunto una eco globale, ma da chi sono “fatti”? Ancora da uomini. Da chi sono generati? Sempre da uomini. Chi ha il comando? Ancora uomini. In questa quasi noiosa ripetizione evidenziamo come l’elemento di base sia il mattoncino umano. Tramite questo “tassello” è possibile costruire ogni “cosa”. Come una sorta di Lego capace di prendere infinite forme ma secondo il volere della mano/mente che muove/pensa. Ora, la comprensione umana, secondo me per allinearsi con un determinato flusso di “verità”, deve trovare il proprio punto di “coscienza viva”, ossia deve farsi del male sino a quando non inizia a provare dolore. Allora solo in quel momento si desterà dal proprio torpore e potrà elevare il proprio punto di osservazione. Noi viviamo in uno stato di verità. È vero ogni aspetto che ci attornia. Per questo non lo riusciamo a confutare. Per questo esistono le figure dei cosiddetti “contrari”, al fine di ricordare che la massa non è in equilibrio. Noi ci muoviamo per armonizzare gli opposti e per collegare il cielo alla Terra. Siamo gli atomi, le componenti principali del costrutto divino. Siamo mutaforme, tante sono le nostre capacità e possibilità di assumere evidenze manifeste. Ed è solo attirando la nostra attenzione su qualcosa che determiniamo la realtà fisica. Per questo l’Antisistema ci ha raccolti in città dove siamo più direttamente manipolabili tramite le abitudini. Antisistema che siamo ancora noi, o meglio che è animato dalle nostre paure, ma che è in linea con l’essenza del Piano Divino. Piano Divino che pone alla base la fiducia senza limiti del flusso della creazione. Fiducia intesa come atto di fede e d’amore quasi sconsiderato. Il Creatore che si rispecchia nell’Assoluto, in sé stesso alla ricerca di qualcosa che possa rispondere alla sua “necessità” di evoluzione. Io penso che la “sete” di evoluzione del Creatore lo possa portare a rinascere in sé stesso trasmutando qualcosa che, adesso, lo “agita” in profondità. Osserviamo i frattali minori per comprendere quelli maggiori…

"Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo"
(The Butterfly Effect, 2004)
La conseguenza pratica dell'effetto farfalla è che i sistemi complessi, come il clima o il mercato azionario, sono difficili da prevedere su una scala di tempo utile. Questo perché ogni modello finito che tenti di simulare un sistema, deve necessariamente eliminare alcune informazioni sulle condizioni iniziali — ad esempio, quando si simula il tempo atmosferico, non è possibile includere anche lo spostamento d'aria causato da ogni singola farfalla. In un sistema caotico, questi errori di approssimazione tendono ad aumentare via via che la simulazione procede nel tempo e, al limite, l'errore residuo nella simulazione supera il risultato stesso. In questi casi, in sostanza, le previsioni di una simulazione non sono più attendibili se spinte oltre una certa soglia di tempo.
Fonte: Wikipedia

Avrà tenuto conto il “Creatore” anche di questo effetto? Secondo me ha rinunciato al controllo totale ponendo alla base la fiducia estrema nella natura del flusso creativo. "Egli" si aspetta il ritorno trasmutato in luce della creazione, carico dell’esperienza di avere sondato ogni asperità, ogni possibilità, in libera autonomia e capacità, conscia persino della possibilità di giungere alla distruzione di sé stessa e dunque del Creatore stesso. “Egli” non ha esitato a correre questo rischio, per comprendere chi “Egli” sia…
Ora mi è più chiara la natura dell’uomo; le sue alte ciclicità esistenziali, il pericolo che si corre, la bellezza di ciò che ci attende… l’Amore che tutto nutre…

Mi sento in cuor mio di citare Benigni che legge il “Paradiso” della “Commedia” di Dante, e di ringraziarlo vivamente di tanta apertura verso di noi; alla sua maniera, nel suo inconfondibile “modo”, attraverso i suoi occhi, il suo “suono”, il suo “sentire” Grazie Roberto!

4. Paradiso, Canto XXXIII
Dante nell’ultimo canto del Paradiso ci vuol dire come è fatto Dio. La grandezza è che ce lo descrive. La cosa che fa venire male nel corpo e nell’anima è che Dante ci dice esattamente come è fatto Dio. Ci dice come è vestita la Madonna, che odore ha la Madonna! Ci dice in che rapporto stanno tutti i santi e tutti i beati del Paradiso e tutti noi. Vede negli occhi di Cristo i miei, i tuoi, i suoi, tutti i nostri occhi. Non è come quando si vede un film, dice: “Orca se alla fine non mi fanno vedere chi è...”. Lui ce lo dice, dicendoci continuamente che non lo può dire, e alla fine ce lo descrive. E’ un regalo spettacolare. Ora voi sentite che cosa Dante ha pensato perché vuole che S.Bernardo dica alla Madonna, proprio come un avvocato - il famoso “doctor mellifluus”, S.Bernardo da Chiaravalle - come un avvocato gli dice Dante: “Scusa glielo dici te alla Madonna se posso guardare Dio per un secondo? Fammelo vedere un secondo. Non è che sono cattivo, ma ormai son qui!” Come se gli dicesse: “Come fo’ a dirglielo io alla Madonna? Diglielo te”. E S.Bernardo è come se uno dice: “Va bene, guarda, c’è questo mio amico, ha fatto un viaggio, ora non te lo sto a raccontare, vorrebbe vede’ Dio un secondo. Scusa è, ma è proprio per poterlo dire a tutti gli uomini che ne hanno bisogno, poi lui è uno che scrive bene, ci pensa lui guarda. Se glielo potessi far vedere, Madonna”. Ma alla Madonna lui gli deve dire quanto è bella. E’ come uno che è gentile con una donna, e gli dice: “Signora, lei è una persona straordinaria”. Ecco, uno lo direbbe così. Invece di dire è una persona straordinaria, S.Bernardo alla Madonna gli fa una captatio benevolentiae, che io stupiva, direbbe Gadda. Quando si leggono questi versi.

"Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

e vanno avanti, vanno avanti, non finisce mai. Una bellezza che fa girare la testa, si cominciano a capire... ma chi l’ha messe in bocca queste cose? Come fa una persona a dirgli di no, quando uno gli dice delle cose così? La Madonna dovrebbe dire: “E no, così non si fa”. Ora quando Dante s’accorge - perché Bernardo guarda Dante alla fine della preghiera alla Madonna - s’accorge Bernardo che la Madonna accetterà, allora Bernardo guarda Dante e sorride e gli fa... “Ci siamo, secondo me te lo fa vedere!” Perché Dante dice:

Bernardo m’accennava, e sorridea,
perch’io guardassi suso; ma io era
già per me stesso tal qual ei volea:

Figurati, Dante aveva capito prima di S.Bernardo, sarà mica più scemo. Come ha capito che lo vedeva, Dante si era subito montato. “Figurati, me lo fanno vedere!” Vedere Dio. Ora quando vede Dio ci sono tre momenti straordinari

Qual è colüi che sognando vede,
che dopo ’l sogno la passione impressa
rimane, e l’altro a la mente non riede,

Avete visto quando ci svegliamo e ci s’ha la sensazione di aver sognato, non ci si ricorda le immagini, però l’emozione si ricorda. Pensate che bella similitudine, è come se Dante sognasse qualcuno che ha sognato d’aver visto Dio. Questo sembra Borges proprio, sembra una cosa! Quando dice l’oblio è la parte più profonda della memoria! C’è dentro le Mille e una notte, ci sono tutti i libri dell’umanità, è una cosa spettacolare. E poi dice che non si ricorda nulla e sentite che terzina veramente che fa paura dalla bellezza, quando dice che ancora sente nel core la bellezza di quell’immagine della quale ci può dire solo un nonnulla e di quel nonnulla non si ricorda nulla. Dice così:

Così la neve al sol si disigilla;
così al vento ne le foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla.

Che spavento, sono di una bellezza! E poi comincia a descrivere, diciamo così, Dio, e dice che ha visto tre cerchi…
Fonte: http://www.gliscritti.it/approf/2005/conferenze/benigni/inf-par.htm